« Sono solo uno straniero
in una terra straniera. »
Nulla.
Per quanto si guardasse intorno, per quanto
camminasse, si sentiva costantemente disorientato.
Era come se qualcosa non quadrasse.
Come se non c’entrasse nulla con quel luogo e
che, scostandosi un po’ e cambiando prospettiva, avrebbe scoperto che i palazzi
alle sue spalle erano di cartone, che dietro ad un angolo c’era una telecamera e
che faceva tutto parte di un elaborata scenografia.
Eppure qualcosa lo spingeva a camminare, a non
darsi per vinto. Perché francamente, aveva altra scelta ?
Si inoltro’ in quello che sembrava un parco
giochi, abbandonato in quella lunga notte. E fu in quel momento, che noto’ una
cosa ancora più strana. Qualcuno lo stava spiando.
Ne era assolutamente certo. Per quanto una
persona possa essere paranoica, non potrà mai immaginare due occhi puntati alla
nuca come quelli che lo stavano osservando in quel istante.
Si irrigidii, deciso a non voltarsi. Rimase
immobile per secondi che gli parvero interminabili, fino a quando uno sfruscio
di fogliame lo fece sobbalzare.
Lo sconosciuto lo aveva preceduto, aveva deciso
di fare il primo passo.
Incuriosito e spaventato, si volto’ convinto di
non poter agire altrimenti.
Da dietro un albero, intravide una figura nera,
grande e minacciosa.Ancora una volta era immobile, e lo studiava con interesse.
Per quanto cercasse di tenere a freno i nervi,
non poté impedire al suo cuore d’accelerare mentre un solo pensiero martellava
nella mente « Scappa. »
Ignorando quello che molti chiamano istinto di
sopravvivenza, fece un passo avanti « Mostrati, chi sei ?! »
chiese, stringendo i pugni.
La figura in nero non rispose, tuttavia si
mosse. Dalle tenebre notturne si fece avanti, camminando con passo sicuro.
Mentre si avvicinava, seppur lentamente, una
cosa non sfuggi inossorvata. Portava una maschera da coniglio.
Rimase cosi sconvolto, che rimase dov’era,
mentre l’uomo-coniglio gli si avvicinava.
Ad ogni passo le lunghe orecchie bianche
sobbalzavano, ripiegate. Nere orbite inespressive scintillavano alla luce dei
lampioni, e un sorriso sgembo gli conferiva un aria vagamente sognante.
La cosa più strana, é che non vi erano aperture
respiratorie sulla maschera.
Il pensiero che il bizzarro sconosciuto non
avesse bisogno d’ossigeno lo fece rabbrividire, cio’ nonostante
rimase piantato
dov’era, i muscoli contratti. « Non avvicinarti. » sussurro’,
inebetito.
L’uomo-coniglio sembro’ non ascoltare, e gli si
fermo’ di fronte sovrastandolo con la propria imponenza.
La cosa più sorprendente era che si, era
spaventato, ma non stava tremando. In qualche modo era cosciente del fatto che,
solo se si fosse opposto avrebbe corso dei pericolo. L’uomo-coniglio sembrava
incuriosito quanto lui.
Prima che potesse rendersene conto, il
Bianconiglio umano aveva alzato una mano ed afferrato il ciondolo del Triad.
Involontariamente si scosto, facendo parecchi passi indietro, spaventato.
L’essere rimase in quella posizione, con la
mano a stringere qualcosa nell’aria, per qualche secondo, fino a quando una
luce non li acceco’ entrambi.
«
JARED ! » lo chiamo’ una voce familiare oltre al faro.
“ Sh…
Shannon?” biascico’ inebetito.