Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: reberebecca    23/11/2010    18 recensioni
Una ragazza, tutta coperta, spunta sulla strada, la sciarpa le risparmia solo gli occhi.
Sono nocciola. Sembra triste.
Subito dopo di lei spunta un fagotto. Tutto coperto. Se non fosse che sento battere il suo cuore giurerei che è un gomitolo che rotola sulla strada.
“Tesoro sbrigati! Si fa rosso sennò.”
“Mamma”
Dalla voce, è una bimba di sicuro, riprende a camminare più veloce. Ma inciampa e cade sull’asfalto coperto di ghiaccio.
“Tesoro, riuscirai mai a camminare retta per più di cinque minuti?!”
E’ buffa la bimba. Apro il finestrino.
“Mamma la bua”
E lo sento.
Il suo odore … mi travolge.
Un’ondata di adrenalina mi smuove ogni centimetro del corpo, invadendomi completamente. Gli occhi mi si scuriscono. Tremo. Subito dopo il dolore nel petto sembra squartarmi. Sono senza fiato, mi sembra di aver perfino bisogno di respirare.
Lo trovata! E’ lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutte.
Grazie a chi legge la mia storia e alla mia sorellina che mi ha inspirato.
Ti voglio bene tesoro.
Un infinito grazie anche ai miei angeli che hanno recensito la mia storia.
 luna89,  myryamzskigiu, theangelsee69, Queen Alexia, Queen Alexia
 Dark night, LadySile, LadySile, sissilotti, Katy71
Siete fantastiche!
A.A.A Cercasi beta. Non potrò postare tanto presto senza. Quindi chiedo disperatamente aiuto.
 
 
Capitolo 4
 
 
Appollaiato sul l’albero vicino a casa di Bella. Ho un visuale perfetta della sua camera. Mi basterebbe un salto per entrare dentro la stanza, cosa che farò appena Bella si addormenterà.
Ormai è il rituale dell’ultima settimana. In un modo o nell’altro sono sempre con lei.
Non so se sospetta che dorme vicino a me durante la notte, ma di giorno, come mi chiama lei, sono il suo incubo peggiore. Sorrido al ricordo di tutte le smorfie che fa durante la giornata e qualcuna anche durante il sonno, ma poi mi accorgo che quando non le sono fisicamente accanto, mi cerca.
Riesco a notarlo dalla mente dei suoi ormai amici, da come si assenta e perlustra lo spazio intorno a lei con occhi speranzosi. So che cerca me perché, anche se borbotta, i suoi occhi non mentono.
Seguo i suoi spostamenti tra la camera e il bagno. E’ splendida. Anche con addosso quella tuta di un colore ormai indefinibile talmente è vecchia, lei risplende comunque.
 Non vedo l’ora di averla, di averla completamente. Le mie membra vibrano al pensiero. Devo calmarmi, se continuo così impazzirò.
Non passa molto tempo e Bella è nel mondo dei sogni. Prima di balzare dentro controllo Charlie, suo padre, i suoi sogni mi sono chiari come il suo russare.
I miei passi silenziosi attraversano la stanza. E’ piccola ma accogliente. Conosco ogni granello di polvere, ogni cosa che può rappresentare Bella in questa camera. Riguardo con lo stesso interesse della prima volta, le foto appese sulla parete. C’è Bella, al età di cinque anni, abbracciata a sua madre. La donna che ho visto quella fatidica sera, la sera della mia rinascita. Perché è così che mi sento da quando l’ho incontrata. Rinato. Per lei.
Poi altre sue immagini man mano che cresceva, probabilmente scattate dalla madre. Hanno viaggiato in quasi tutto il continente fin quando, soddisfatto lo spirito nomade di sua madre, si sono trasferite a Phoenix.  Presto attenzione a come i suoi lineamenti sono cambiati fino a diventare la bellissima donna che è. E’ cresciuta senza di me, mentre io impazzivo nell’aspettarla. 
I suoi occhi non sono cambiati, sono sempre un po’ malinconici, in ogni foto il suo sguardo è sempre lontano, non triste bensì assente; Io invece lo sono, perché avrei voluto essere con lei. Ma forse è stato meglio così, è già faticoso trattenermi per così poco tempo, non avrei resistito per anni.
Mi avvicino al suo letto.
Bella dorme di pancia sotto, la guancia schiacciata sul cuscino, i capelli disastrosamente sparpagliati intorno a lei. Sono lunghissimi e setosi.
Li accarezzo passando le ditta tra loro, mi piego ad odorarli più da vicino. Sanno di fragola e un misto fiori di cui prevale la fresia, l’odore di Bella. Non posso far a meno di immergere completamente il viso in quella seta, e respiro continuando a drogarmi di lei.
Il mio stomaco si contorce. Piacere e dolore si mescolano. Ho represso per troppo tempo il mio bisogno di lei. Non posso più aspettare.
“Bella!” la chiamo dolcemente. “Bella..”
“Mhm” il suo mormorio è delizioso. Poi da questa distanza mi basta abbassarmi per averlo sulle mie labbra.
“Bella, tesoro, non gridare, ma ho bisogno che ti svegli.” Continuo a parlarle all’orecchio, ancora nascosto dai suoi capelli. E’ un sollievo averla così vicina.
“Mhm, è già mattina? Ancora cinque minuti”
Ridacchio leggermente, è assolutamente divertente. Che tipo la mia Bella.
Inizio a canticchiare un motivetto che si forma nella mia mente. Solo lei può ispirarmi così.
Comincia  a muoversi e  stiracchiarsi leggermente fino ad arrivare a mettersi seduta. Seguo i suoi movimenti rimanendo al suo fianco. Apre gli occhi ed il suo sguardo si fissa nel mio.
“Edward!” rantola, poi si schiarisce la voce e continua. “Cosa diavolo ci fai qui?” E’arrabbiata.
“Sei vero?” piega la testa come per guadarmi da un'altra angolazione. “Cosa..?”
“Bella, mi dispiace averti svegliata, ma sai durante la giornata non mi dai il tempo…”
“Tempo? Che ora sono?”
“E’ notte fonda” la informo.
Mi allontano un po’, per darle spazio. E’ seduta in  mezzo al letto, le lenzuola tutte attorcigliate intorno a lei ne limitano i movimenti. Tentando di svegliarsi per bene si strofina le mani sulla faccia, i capelli sono un instrigabilie groviglio. Un gattino arruffato. Ecco cosa sembra. Ed ai miei occhi, sempre più deliziosa.
Passiamo qualche minuto in silenzio. I suoi occhi fissi sui miei. E quando scorgo un barlume di compressione attraversare quel mare di cioccolata, inizio a credere che ha capito. E se ha capito, il mio compito sarà più facile. Ma lei sbotta.
“Se cercavi il cassetto delle mutande, è in basso a sinistra come sicuramente sai. Non c’èra bisogno di svegliarmi.”
Sono inorridito. Lei sarà sempre un mistero per me. Non mi rimane che fare la cosa più ovvia che un uomo può fare.
Mentire.
“Cosa …? Bella, no. No mi permetterei. Mai.”
Lei sventola la mano, come se scacciasse un brutto pensiero. “Sì. Come vuoi tu. Ma non mi fido, per ogni evenienza, sei in debito con me.”
 
Cosa? Oh. Sì.
Parlo senza nascondere un sorriso malizioso “Ti interessa la mia biancheria?”
“Neanche per sogno. Il pervertito qui sei te. Basti e avanzi. Mi limiterò ai tuoi pensieri”
I miei pensieri? Ma non era assonnata? La sua capacità razionale mi affascina come sempre.  Me lo aspettavo, dopo averle raccontato un po’ di noi e dei nostri “doni”, la curiosità ha preso il sopravvento, facendola diventare una bimba ansiosa di apprendere. Continuo a pensare però, che la biancheria sarebbe più stimolante. Soprattutto a quest’ora.
“Sarò felice di aiutarti. Conoscerai tutto di me comunque, quindi, non può che farmi piacere il tuo interessamento.”
Annuisce soddisfatta, poi si rende conto, con disagio, che quel pigiama  stretto e sbiadito, copre poco, per mia fortuna, e i miei occhi sono neri. Neri di desiderio. E lei lo sa. Devo calmarmi. Cercando di non spaventarla, prendo dei profondi respiri, e continuo a parlare.
“No. Ti prego non coprirti” Con voce sensuale cerco di convincerla mentre fermo le sue piccole mani in cerca della coperta.“Non vergognarti. Non con me. Ti prego” insisto.
“Sei l’unica donna che posso e che voglio guardare, in cento anni. L’unica.”
Il mio respiro la raggiunge, come il mio corpo. Mi basta alzare la mano per toccarla.
“Non ti farò del male. Non ti toccherò neanche. Se tu non lo vorrai.”
Si rilassa, convinta alle mie parole, ed io non posso che esultare dentro di me per questa piccola conquista.
“Ti ho cercata, aspettata e desiderata per così tanto tempo” Sospiro con tristezza nel ricordo di quei anni bui.
“Non ti chiedo di amarmi subito. Ma di accettarmi e conoscermi. Lascia che sia io ad amarti. Perché non posso farne a meno.” per me, amarla, è vitale.
La sfiorò appena la guancia arrossata, le punte delle dita bruciano al contatto. E lei non si ritrae al mio tocco.
Tremo dall’emozione. Il bisogno di lei è opprimente.
“Le tue labbra … sono così …” sospiro frustrato.“Mi piacerebbe … mi piacerebbe toccarle...” le sussurro e la mia voce è resa roca dal desiderio di lei“ …con le mie.”
 
Bella
 
Sono pietrificata. Le sue parole mi rimbombano nelle orecchie.
Vuole toccare le mie labbra … con le sue. Un bacio. Vuole un bacio.
Ed io? Cosa voglio?
Ho combattuto con la sua presenza per tutta la settimana. E devo dire che è anche piacevole quando non fa tanto il super- vampi- uomo. Ma trovarlo piacevole non vuol dire un coinvolgimento sentimentale da … Da cosa? Dargli il mio primo bacio?
Sono incollata al suo sguardo. Immersa nell’ambra infinita dei suoi occhi. Anche le sue labbra sono così … no, le sue sono semplicemente perfette.
La domanda, tutta via, rimane sempre lì , a volteggiare sopra di noi. E io non so decidere.
Perché la verità è che quelle labbra le farei subito mie se non fosse che il loro padrone vuole fare di me, la sua non so che cosa, roba strana da vampiri.
Il suo respiro mi attrae ancora più vicino. Ed io inizio a prendere il suo ritmo.
 Inspiro. Espiro. Sono ancora viva, o sono annegata nel suo mare ambrato?
Mi ritrovo a desiderarlo sempre di più. Non posso negarlo. Che male può farmi, è solo un bacio.
“Baciami” con un flebile suono gli rivelo i miei pensieri.
La sua espressione mi sciocca.
Vittoria.
I suoi occhi cambiano di colpo tornano neri.
Le labbra si curvano in un ghigno trionfante.
Forse non è stata una buona idea, ma non mi dà più il tempo di riflettere.
Le sue labbra premano velocemente le mie, fermandosi poi di colpo. Ferme sulle mie. Come in attesa del mio consenso.
Sono fredde esattamente come me le aspettavo. Ma non sento fastidio per questo. Sono delicate.
 Impaziente di gustarle, inizio a muovere le mia. E lasciandomi travolgere dalle sensazioni che sto provando non mi fermo più. Le mie braccia corono ad allacciarsi dietro il collo e subito dopo  con le ditta stringo i suoi capelli. Tirandolo più vicino. Edward mi avvolge completamente con le sue braccia. Mi sento al sicuro. Dischiudo le labbra per approfondire il bacio  e l’universo si schiuda davanti ai miei occhi. Nel momento in cui il suo respiro mi riempie la bocca  un insano bisogno si impossessa di me. Con la lingua esploro lentamente il suo labbro inferiore e quando schiude anche le sua e la sua lingua scivola piano mia bocca, mi sento morire dal piacere.
Dolce. Il suo sapore è dolce, prelibato. Miele e fiori si mischiano perfettamente creando un sapore perfetto. Perfetto per me. Tutto sembra fatto per me.  
E’ una sensazione bellissima. Se il suo profumo mi ammaliava, il suo sapore mi farà dannare. Ne sono certa.
Le nostre lingue danzano insieme. Sinuose e piene di desiderio. E ancora non mi basta. Come un ingorga, ne voglio sempre di più..
Oltre ai miei mugolii di piacere sento un ronzio costante. Mi concentro e mi rendo conto che non è un ronzio. E un ringhiare leggero che proviene dal suo petto. Sembra quasi stia facendo le fusa. Questa consapevolezza mi eccita talmente tanto da togliermi il respiro.
Si stacca piano, mi dà il tempo di prendere fiato. Mentre cerco di ossigenare i miei poveri polmoni ho gli occhi ancora sulle sue labbra. Lui se le lecca e poi ne prende una fra i denti. Una leggera pressione e una piccola macchia rossa sgorga ora dal suo labbro inferiore. Sono ipnotizzata da quel rosso. Come se fossi affamata mi chino e la lecco senza pudore. Assaggio il suo sangue. Ecco lo sapevo che avrei finito per dannarmi l’anima.
Il suo sapore è indescrivibile. Sento subito un fuoco crescermi dentro.
Sono drogata di Edward. Continuo a leccargli il labbro e la  piccola ferita da dove esce la mia ambrosia.
“Oh, Isabella”
Edward geme sulla mia bocca e io con lui.
“Brava, così … Ah, brava la mia piccola Bella”
Non capisco cosa dice e ora come ora non m’interessa. Voglio solo lui e quel liquido incantevole che mi scende nella gola.
Il fuoco che mi cresceva dentro è cresciuto talmente tanto che adesso lo avverto in tutto il corpo.
Sento caldo, molto caldo. Il mio corpo comincia a tremare Nella gola ora sento scendere anche le fiamme oltre al sangue. Voglio staccarmi, ma non ne ho le forze.
Incrocio i suoi occhi, Edward è in estasi come lo ero io fino a un attimo fa.
“Edward …” non riesco a finire la frase che una stanchezza innaturale mi assale, le forze mi abbandonano e prima di cadere nell’oblio sento le forti braccia di Edward che mi adagiano sul letto. Mi accarezza il viso con devozione.
“Il primo marchio è stato fatto ” lo sento mormorare.
 
 
   
 
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: reberebecca