Serie TV > Carabinieri
Segui la storia  |       
Autore: Bitter_sweet    23/11/2010    1 recensioni
Tornare nel luogo che una volta chiamavamo casa.
Paola torna a Città della Pieve dopo sei anni in veste di Brigadiere e con una sorpresa, Matteo.
Una seconda possibilità? O forse solo la chiusura con un passato a cui non è stata mai scritta la parola fine.
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo II. Redimersi. Ok, torno ad aggiornare nonostante le poche letture ç_ç
Come sempre il resto a fine capitolo, buona lettura!



“Il fato ti dà sempre due possibilità”, aveva detto una volta George .
“Quella che dovresti scegliere, e quella che scegli”.

[SHANTARAM -  Gregory David  Roberts]

Tomorrow





*Capitolo II. Redimersi*

Andrea guardò il pallone arancione rotolare dopo l’ennesimo canestro. Aveva cercato una valvola di sfogo quel mattino, tirare a canestro lo aveva sempre aiutato a chiarirsi le idee ma in quell’ultima settimana non sembrava sortire lo stesso effetto.
Erano accadute troppe cose in quegli anni che lo avevano, piano piano, portato a chiudersi in se stesso. Ma nessuno lì, a Città della Pieve, sembrava essersene reso conto, forse solo sua sorella Alessandra si era accorta di questo cambiamento.
Ma non ne era poi molto sicuro.
Esternamente sembrava essere il buon vecchio Andrea Ferri, il Maresciallo sempre pronto alla battuta ed allo scherzo, l’uomo sempre contornato da donne e sempre in libera uscita, il fratello geloso della propria sorellina scapestrata. L’unica cosa che poteva denotare un suo cambiamento era l’assiduità sul lavoro, si era ritrovato più volte ad affrontare doppi turni, a buttarsi a capofitto nelle indagini fino a dimenticarsi di mangiare.
Cercava di tenere la mente impegnata col lavoro, e cambiava compagnia per non ritrovarsi ancora coinvolto in situazioni che lo avrebbero portato solo a sbattere contro un muro e a farsi male.
Luigi aveva provato a farlo ragionare in un primo momento. Gli aveva urlato contro cercando di farlo reagire ma aveva sortito l’effetto contrario. Poi ci aveva provato Leo con una delle sue uscite psicologiche senza però trovare un riscontro effettivo.
Aveva ricevuto troppe delusioni in un colpo solo per non rimanerne scottato. Aveva allentato un po’ il ritmo solo dopo mesi trovando una sorta di equilibrio ma mantenendo comunque un certo distacco. Ora, nemmeno la delusione di una storia mai iniziata con il Maresciallo Sepi faceva più male. Si era riscoperto a provare solo una sorta di delusione verso se stesso per aver scambiato un’amicizia preziosa con l’amore. C’era voluto un po’ di tempo e molti tiri a canestro per capirlo.
Ma ora quello sembrava non bastasse più.
Ogni volta che aveva incrociato lo sguardo di Luigi, in quella settimana, lo aveva visto scuotere il capo desolato per quel suo ostentare freddezza apparendo distaccato, a volte sembrando un vero e proprio stronzo. Aveva provato a non badare a quello sguardo che lo rimproverava continuamente, ma nemmeno il tirare a canestro fino a non sentire più le braccia aveva aiutato.
Era stato una sorta di pugno nello stomaco scorgere in cucina la figura di Paola e di quel bambino che aveva capito essere suo figlio. Credeva che anche quella fosse una ferita rimarginata come lo era quella lasciata dalla Sepi.
Si era sbagliato.
Sospirò non appena il pallone si fu fermato ai suoi piedi, ma lo lasciò lì osservandosi attorno fino a scorgere la piccola figura di Matteo che lo osservava a pochi passi dalla porta che portava dentro la caserma.
Raccolse il pallone e poi si avvicinò con passo lento giungendo ad una conclusione. Gli era bastato posare lo sguardo su quel bambino per capire che non poteva continuare a fuggire dai fantasmi del passato.
“Ehi, ciao piccolo!” Si abbassò alla sua altezza sperando che questi non fuggisse. Era la prima volta che gli parlava, di solito se ne andava quando si accorgeva di essere nella stessa stanza. “Dov’è la tua mamma?” Continuò incoraggiato dal fatto che il piccolo non si fosse mosso né sembrasse spaventato.
“Al telefono.” Rispose Matteo spostando lo sguardo fino ad incrociare gli occhi di Andrea che gli sorrise in imbarazzo.
Paola in quella settimana passava più tempo al telefono che altro. Sapeva, grazie a Prosperi, che era alla ricerca di una scuola elementare, ma sembrava non avere molto successo nella ricerca. Non deve essere facile crescere un figlio da soli si ritrovò a pensare.
“Hai già fatto colazione?” Gli chiese facendosi coraggio. Quel bambino aveva praticamente affascinato l’intera caserma, compreso Pippo, Gemma e Alessandra, con la sua dolcezza. Lui invece si era imposto di non guardarlo nemmeno ed ora, si sentiva uno stupido. Quel bambino non aveva nessuna colpa.
“No.” Borbottò piano Matteo scuotendo il capo.
“Allora andiamo.”
Andrea si alzò e tenendo il pallone sottobraccio allungò la mano libera come ad invitarlo a seguirlo fino alla cucina. Si scoprì felice quando sentì la piccola manina di Matteo stringersi attorno alla sua e si sentì improvvisamente più leggero, come se un peso gli fosse stato tolto dalle spalle.
“Cosa bevi di solito?” Chiese una volta entrati in cucina ed abbandonato il pallone su di una sedia.
“Latte e nesquik!”
Sorrise a quella risposta data di slancio, con il tipico tono da bambino e si apprestò a mettere sul fuoco un pentolino. Mentre si muoveva tra gli scaffali della cucina, raccattando tutto l’indispensabile per una colazione coi fiocchi, si accorse che il piccolo non gli staccava gli occhi di dosso ma che anzi, sembrava interessato ad ogni suo più piccolo movimento.
Una volta che tutto fu pronto aiutò Matteo a sedersi su di una sedia e rinunciando alla sua abitudine a prendere il caffè in piedi, si sedette anch’esso al tavolo per poi scrutare quasi assorto ogni più piccolo movimento della figura davanti a lui.
Forse rimase troppo tempo con lo sguardo fisso davanti a se, ma fu solo dopo un po’ che si accorse che Matteo lo fissava da sopra la sua tazza di latte, come ad aspettare qualcosa.
“Tu sei un amico della mamma?”
Andrea sorrise ancora una volta. Quel bambino era davvero di una dolcezza unica e gli riportava alla mente Paola in ogni suo singolo gesto.
“Sì, io sono Andrea.” Si presentò sapendo di non averlo mai fatto fino a quel momento.
“Come la ragazza bionda?” Domandò sorpreso Matteo spalancando gli occhi verdi.
“Sì, proprio come lei. E tu invece, come ti chiami?” Rispose posando la tazzina ormai vuota del caffè sul piattino.
“Matteo.” Ribattè orgoglioso ed Andrea ridacchiò a quello slancio.
“Lo sai che hai proprio un bel nome Matteo?” Mormorò soprapensiero Andrea allungando un braccio fino a raggiungere la testa mora del piccolo e scompigliandogli così i capelli.
“Anche tu.” Rispose in sincerità il piccolo allargando un sorrisone.
“Grazie.” Ritrasse lentamente il braccio e rimase a guardarlo bere il rimanente del latte. Rise quando vide comparire i baffi da latte sul visetto di Matteo e cambiando sedia, avvicinandosi, si apprestò a toglierglieli.
Era la prima volta in assoluto che si comportava così con un bambino. C’era stato un tempo in cui si era preso cura di sua sorella Alessandra allo stesso modo. Ma lui era il fratello maggiore e lei la sua sorellina da proteggere da tutto e da tutti.
Si trovò un po’ impacciato a compiere quel gesto ma gli era venuto naturale farlo.
“Che cos’è quello?”
Voltò il capo seguendo la direzione che Matteo indicava con il dito fino a scoprire che indicava il suo pallone da basket abbandonato sulla sedia.
“Un pallone da basket.” Riportò di nuovo la sua attenzione su Matteo e lo vide con lo sguardo assorto, ancora intento ad osservare la palla arancione. “Hai mai giocato a basket Matteo?” Chiese e vedendo che il piccolo negava col capo si affrettò a concludere quel pensiero che gli si era formato dal nulla nella testa. “Allora un giorno di questi ti insegno.”
“Davvero?” Gli occhi di Matteo sembrarono illuminarsi ed Andrea si ritrovò incantato ad osservarlo.
Per la prima volta riusciva a capire perché tutti sembrassero così presi da quel piccolo spuntato dal nulla, anche se a ben pensarci non era poi così strano. In fin dei conti era figlio di Paola, non poteva essere altrimenti.
“Matteo, che ci fai qui!”
“Mamma.” Andrea a quel richiamo voltò lentamente il capo verso la porta dove la figura di Paola si stagliava. “Andrea ha detto che un giorno mi insegna.” Il piccolo indicò ancora una volta il pallone arancione mentre Andrea si alzava in silenzio e portava via la sua tazzina vuota.
Paola e Andrea incrociarono per un attimo lo sguardo e lui si sentì in imbarazzo. Avrebbe voluto spiegarsi, era stato lui a negarsi per tutta quella settimana ed ora se ne usciva con quella proposta dal nulla. Un comportamento davvero adulto Andrea, complimenti, si disse mentalmente.
“Caffè?” Chiese infine tornando a trafficare tra i fornelli e senza aspettare una risposta le preparò tutto l’occorrente posandolo poi sul tavolo.
“Andrè, che lo prepari pure a me il caffè?” Prosperi, già in divisa, fece il suo ingresso con Bini che scuoteva il capo esasperato.
“Fa meno lo spiritoso Prosperi.” Lo canzonò Andrea tornando ancora ai fornelli mentre Paola salutava i due arrivati.
“Paola, allora hai trovato?” Chiese Leo appoggiandosi ad una sedia.
“No Leo, non so più dove guardare.” Borbottò Paola di rimando.
“Hai provato a chiedere a Romanò?” Tutti si voltarono verso Andrea che ora si era appoggiato al ripiano. “Se non sbaglio il figlio più piccolo ha circa un anno in più di Matteo. Potresti chiedere a lui. Così potresti anche avere un aiuto in caso fossi di turno.” Si affrettò a chiarire.
“Hai capito el Maresciallo.” Lo canzonò Carlo dandogli un’amichevole pacca sulla spalla. “Allora non sei proprio così scemo.”
“Prosperi.” Lo riprese Andrea mentre invece Leo continuava a fissare Paola in attesa di una qualsiasi sua reazione.
In quella settimana non avevano mai toccato il tasto Andrea. Leo non aveva mai chiesto nulla a Paola aspettando che fosse lei la prima a parlarne. L’unica volta che si era sfiorato l’argomento era stato per un’iniziativa di Alessandra, ma Luigi era stato bravo a glissare e a portare l’attenzione su un episodio avvenuto in quegli anni.
“Credo che sia la soluzione migliore.” Cedette infine Paola.
“Prosperi, Bini. Ancora qua? Su muovetevi.” Li apostrofò Capello entrando nella cucina. “Ferri, vai con Testa in comune a parlare con l’assessore Priadi. Vedi se ci sono novità.”
“Comandi.” Risposero in coro i tre tornando alle loro mansioni.
Una volta rimasti solo Capello, Paola e Matteo in cucina, il Maresciallo si ritrovò ad osservare attentamente l’espressione quasi persa nel vuoto di Paola. Fissava Matteo intento a finire la sua colazione, ma sembrava che la sua mente fosse persa in pensieri che la portavano anni luce distante da lì.
“Vitali? Tutto bene?”
Paola sembrò accorgersi solo in quel momento della presenza di Capello all’interno della cucina. Annuì lentamente e bevve il caffè ormai freddo.
“Il Maresciallo Ferri mi ha consigliato di chiedere a Romanò per la scuola.” Gli spiegò con calma.
“Mi sembra un’ottima soluzione.” Annuì convinto Giuseppe avvicinandosi al tavolo e prendere posto vicino a madre e figlio.
Continuò ad osservare l’espressione pensierosa di Paola intuendone i pensieri. Quella proposta uscita dalle labbra di Ferri doveva averla in qualche modo scossa. Non gli era passato inosservato il modo schivo del suo secondo in quei giorni nei confronti di Paola, ma aveva preferito starsene zitto avendo notato che Testa bastava per far capire al giovane Maresciallo la stupidità del suo comportamento.
“Ne parlerò con Romanò oggi pomeriggio.” Borbottò sopra pensiero Paola e Capello annuì in silenzio.

***

Luigi aveva passato buona parte del tempo, trascorsa in comune a far domande, ad osservare Ferri. Quella mattina lo aveva visto diverso, pensieroso ma diverso. Come se ci fosse stato qualche avvenimento importante in quelle ore, un cambiamento.
Più volte, durante quell’amichevole interrogatorio, aveva dovuto intromettersi, trovandosi a condurlo lui.
Non che la cosa fosse poi così strana, era già accaduto in passato che Andrea gli lasciasse condurre interrogatori e conversazioni. Si erano riscoperti complici sul lavoro e se inizialmente la sua relazione con Alessandra aveva quasi minato quel rapporto di amicizia, poi si erano accordati. Andrea gli aveva praticamente dato il suo benestare, e sapendo della sua spropositata gelosia nei confronti della sorella, Luigi si era sentito sollevato sapendo che Andrea si fidava a tal punto di lui da affidargli la sorella.
In quegli anni aveva fatto da spettatore, non essendo parte del suo carattere la curiosità ed il fare domande. Aveva visto Andrea cambiare piano piano fino a chiudersi in se stesso, lasciando solo scorgere quello che gli altri volevano vedere, nascondendo a tutti, se stesso in primis, le sue reali emozioni.
Soprattutto in quell’ultima settimana si era ritrovato a scontrarsi con un muro.
Lo aveva lasciato “cuocere nel suo brodo” come gli aveva detto Alessandra una sera dopo aver visto la reazione di Andrea alla vista di Paola. Ma non gli aveva di certo risparmiato il suo disappunto ogni volta che lo vedeva. Aveva assistito per mesi alle loro rappresaglie, non le sopportava e non ne faceva mistero.
Eppure, quel mattino lo vedeva diverso.
“Luigi?” Testa lo guardò di sottecchi continuando a guidare ed aspettando che continuasse. “Sono uno stronzo.” Borbottò infine Andrea e Luigi avrebbe voluto concordare, ma continuò a starsene in silenzio.
Non si dissero nient’altro fino all’arrivo in caserma. Fecero rapporto a Capello in quanto le indagini dovevano proseguire nonostante il clima non propriamente disteso che aleggiava in caserma. Pure Mura, sempre lì a borbottare, se ne stava buono, anche se l’idea di avere un bambino piccolo a girare in quel luogo non gli andasse a genio.
Passando davanti all’ufficio comune vide Paola e Romanò parlottare, ma fu Leo, una volta arrivato in cucina, a spiegargli.
“Andrea che da consigli?” Mormorò sorpreso a bassa voce guardando Matteo giocare sul tappeto con Sonia.
“Non chiedermi cosa sia successo ma sembra che Andrea sia rinsavito.” Scosse il capo Leo che per tutto il turno aveva ascoltato Carlo ipotizzare mille e più situazioni che potevano aver portato a quel cambiamento improvviso in Andrea.
“Abbagliato dal piccolo?” Provò ad ipotizzare Luigi che seguiva attentamente il gioco sul tappeto.
Di certo Matteo aveva conquistato tutti quanti, se ne era accorto subito. Anche Alessandra, l’aveva vista completamente presa da quel bambino anche se non sembrava dare tanta confidenza a nessuno di loro al di fuori della madre.
Anche in quel momento si accorse di quanto fosse reticente nei confronti di Sonia. Per quanto lei si sforzasse restava comunque in disparte rimanendo più ad osservarlo giocare che prendendo parte al gioco.
Ora che ci pensava, non lo aveva ancora visto stare in braccio a nessuno al di fuori di Paola. Nemmeno in braccio a Romanò, il quale essendo padre aveva tutti i requisiti giusti.
“Leo, Vitali ti cerca.” Esclamò Andrea spuntando in cucina assieme a Prosperi.
“Vado.” Mormorò Leo scambiandosi un’occhiata strana a Testa.
A nessuno dei due era passato inosservato il cambiamento del piccolo Matteo all’arrivo del Maresciallo. Il bambino infatti aveva alzato la testa ed ora guardava, con gli occhi verdi attenti, ogni singolo movimento di Andrea. Rimase a fissare la porta, dalla quale Ferri era uscito, per alcuni istanti prima di tornare al suo gioco.
“Embè? Che c’è mò?” Domandò Prosperi che aveva visto Luigi pensieroso.
“Nulla Carlo, nulla.” Celiò quello per poi uscire diretto verso il Bed & Breakfast di Gemma e Alessandra.



§

Angolino di Bitter:
Strano ma vero, questa storia riuscirò probabilmente ad aggiornarla abbastanza velocemente :) praticamente i capitoli sono pronti, mancano solo gli ultimi ma dovrei riuscire a scriverli in breve tempo visto che so già cosa scrivere.
Adesso entriamo nel vivo della situazione. Ferri finalmente si accorge di quanto scemo sia.

I ringraziamenti, speciali soprattutto per Clappy :) che ha aggiunto la storia tra le seguite, me è molto onorata.

Clappy: guarda, sono sinceramente contenta che ti piaccia. Un po’ mi dispiace che questa parte del sito sia spoglia di storie, io la trovo veramente una bella fiction. Per quanto riguarda la ff, non dico nulla, solo che ci saranno un bel po’ dio casini tra chiarimenti e mezzi litigi e parole non dette. Praticamente i soliti Paola e Andrea :) anche Luigi e Ale faranno la loro buona apparizione.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Carabinieri / Vai alla pagina dell'autore: Bitter_sweet