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Autore: Lady Darcy    23/11/2010    1 recensioni
Forse anche i cattivi hanno una storia. Forse il cattivo può anche essere il PROTAGONISTA della storia. Se ci fosse molto di più dietro quell'antagonista e prima dell'eroe che conosciamo? Voi-sapete-chi è davvero?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti, Voldemort
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XIII

Numb




"I’ve become so numb I can’t feel you there
I’m tired of being what you want me to be
I’ve become so numb I can’t feel you there
I’m tired of being what you want me to be"
                                 Numb, Linkin Park



- Ma che ti è preso?-
Ron lo guardava cupamente, con le guance ancora arrossate dallo sforzo o forse dalla rabbia.
Harry era rimasto per un istante con lo sguardo fisso a terra, osservava un liquido rosso scuro, quasi nero, spandersi e allargarsi sull’erba bagnata, rovinandone il bel verde. Il silenzio dopo quel finimondo lo aveva stordito.
- Deve essere stata la mia mania di fare l’eroe- disse mestamente.
Stringeva ancora una mano scivolosa e inerte.
- Dobbiamo fare qualcosa, sta perdendo molto sangue- c’era urgenza nella sua voce mentre non riusciva a staccare gli occhi dalla figura accasciata vicino a lui – Hermione ti prego… sei in grado di fare qualcosa?-
Hermione lesse la supplica negli occhi verdi del suo amico di sempre e poi guardò la ragazza con un misto di disgusto e paura, poi cominciò a tagliare la veste per poter osservare meglio le ferite.



***



Un’ora dopo nonostante l’impegno di Hermione e l’aiuto di Harry e Ron fu chiaro che non erano in grado di riparare danni così gravi. Si guardarono e negli altri videro ciascuno la propria condizione: i volti stanchi, le maniche delle vesti arrotolate fino ai gomiti e le mani ancora sporche di sangue.
Fra di loro, la figura quasi immobile di Elisabeth stesa su uno dei letti della tenda, lottava per non far scivolare via gli ultimi brandelli di vita.
- Non possiamo lasciarcela morire fra le mani- disse Harry, con il peso di quella vita sulla coscienza
- Non ti capisco Harry- raramente la voce di Hermione era stata così fredda – Lei è la figlia di Tu- sai- chi. È una dei tuoi più pericolosi nemici e tu sei tornato indietro per salvarle la vita. Ma cosa ti è preso? L’hai portata qui e abbiamo anche cercato di guarirla… abbiamo fatto il possibile,ma le sue ferite sono troppo gravi. Che cosa vuoi fare adesso?-
- Dobbiamo portarla da qualcuno che riesca a salvarla- e guardò fisso Ron che osservava con un certo dispiacere quella scena triste.
A Harry non veniva in mente nient’altro.
- Portiamola a Villa Conchiglia-
- Scusa?!?- adesso le guance di Ron si erano imporporate di nuovo.
- Ron, guardala: non è un pericolo per Bill e Fleur, loro la cureranno e la terremo a bada mentre pensiamo al da farsi. Non può mettersi contro tutti noi-
- Ah no? Mi pare che stesse tenendo a bada una manciata di Dissennatori, Bellatrix Lestrange e gli altri Mangiamorte da sola. È l’Angelo Harry!- chiaramente l’idea di portarla nella casa dei suo parenti non allettava Ron. Anche Harry avrebbe voluto che ci fosse un’altra soluzione, ma non c’era altro tempo da perdere.
- Lei era lì Harry. A Villa Malfoy. Ha guardato mentre Bellatrix mi torturava.- disse Hermione con la voce che tremava leggermente.
Harry optò per la spiegazione più sincera possibile; sapeva che i suoi amici non avrebbero fatto morire quella ragazza lì sotto i loro occhi senza fare nulla neanche se fosse stata il diavolo in persona, ma non poteva imporre quella decisione.
Dolcemente cercò di dare vita con la voce all’intricato garbuglio di emozioni che l’aveva spinto ad un gesto apparentemente tanto assurdo.
- Hermione, Ron, ascoltate: in realtà noi sappiamo ben poco di questa… dell’Angelo, giusto? Conosciamo  le voci che girano sul suo conto, che sono a dir poco misteriose. Poi sappiamo che lei era a Villa Malfoy quando ci hanno catturato, ma è arrivata dopo, poco prima che noi scappassimo e adesso sappiamo che lei ci ha salvato la vita. Era venuta per avvertirci : chissà come sapeva che noi eravamo lì e ci ha detto di scappare; poi è rimasta a combattere contro Bellatrix per distrarla dalla nostra fuga. Non mi sembra il comportamento di una che è dalla loro parte. Non ce l’avrebbe fatta se io… se non fossimo tornati indietro. C’è qualcosa in questa ragazza…. Io ho avuto la sensazione che fosse…non so come spiegarvelo….una persona buona…. E poi ho sentito, nella mente, una voce che chiedeva aiuto. Ho agito d’istinto, ma non credo di essermi sbagliato-
- Hermione?- fu Ron a chiederlo, dato che non le aveva staccato gli occhi di dosso mentre lei si mordeva il labbro inferiore. Il tempo scorreva troppo veloce.
Lei abbassò per un attimo le palpebre, chinò il viso in direzione della ragazza, afferrò la manica sinistra della sua veste con entrambe le mani e tirò lacerando la stoffa per la lunghezza del braccio. Trattenne il fiato mentre delicatamente prendeva la mano e la girava mostrando l’interno candido e immacolato del polso.
- Va bene-



***



Dovevano avere un’aria da naufraghi quando pochi istanti dopo bussarono alle porte di Villa Conchiglia.
Harry che aiutato da Ron, sorreggeva la ragazza, rimase per un attimo sorpreso e poi sollevato quando ad aprire non fu Bill ma Lupin che era passato per una breve visita.
Sempre più pallido e provato, Remus Lupin era una di quelle rare persone posate e allo stesso tempo energiche, che non perdono la calma in nessun tipo di situazione, estremamente razionale e uno che ascolta prima di parlare.
Così l’espressione di assoluto stupore misto ad ansia che gli si dipinse sul volto nel vederli durò un decimo di secondo. Il tempo di fissare Harry e poi la figura che teneva tra le braccia, la testa di lei capovolta all’indietro e il viso ben in vista, per spostarsi e farli entrare.
- Cos’è successo? Chi è?- guidandoli velocemente verso il divano più vicino e aiutandoli a distenderci Elisabeth senza riuscire a staccare gli occhi dai suoi lineamenti.
Fu Ron a rispondere
- L’abbiamo salvata da un gigante…e dai Dissennatori…e dai Mangiamorte… o forse lei ha salvato noi- aggiunse ripensandoci.
-SIETE IMPAZZITI?-
I quattro si voltarono verso la voce che era quella di Bill, appena entrato nella stanza seguito dai signori Weasley. Villa Conchiglia era affollata. E Bill era decisamente furioso.
- Io lo so chi è! L’ho vista, è la figlia di voi- sapete- chi, che vi è saltato in mente di portarla in casa mia?!- fiammeggiando lo sguardo di Bill radiografava i tre ragazzi non senza mischiarsi ad un po’ di sconcerto mentre si accorgeva la situazione. Elisabeth svenuta e immobile, quasi trasparente come uno spettro, la veste zuppa e strappata era il punto focale della stanza.
Harry doveva far valere le sue ragioni.
- È vero è lei, ma ci ha salvato la vita. È una storia lunga, ma io non credo che questa ragazza sia quello che sembra. Vi spiegherò tutto, ma adesso potete occuparvi di lei? Guardatela: se stiamo ancora qui a parlare morirà-
Bill aveva aperto la bocca con l’evidente intenzione di dire qualcosa come “meglio così, una di meno” ma Lupin lo fermò con un cenno. – Aspetta- continuava a guardarla con quell’aria strana, gli occhi profondi stretti e concentrati – Arthur, Molly, avvicinatevi un momento, che ne pensate?-
I genitori di Ron, già piuttosto pallidi, non sembravano aver bisogno di avvicinarsi granchè, ma quando lo fecero la loro espressione già stupita divenne incredula.
- Non può essere…- disse Lupin più che altro a se stesso
- Questo spiegherebbe molte cose- replicò tranquillamente il signor Weasley.
- Di cosa state parlando?!- chiese all’unisono l’inseparabile trio.



***



La luce del sole era un’intrusa invadente che la richiamava alla realtà.
Senza aprire ancora gli occhi, il suo cervello ricominciò ad elaborare lentamente e a riprendere consapevolezza dei suoi sensi.
Fitte acute di dolore in tutto il corpo indolenzito le comunicarono che era ancora su questa terra.
Poi percepì il morbido di una trapunta calda e di lenzuola pulite. Un misto di curiosità e paura la spinsero a spalancare gli occhi troppo in fretta, causandole una fitta lancinante alle tempie.
Gemendo mise a fuoco i contorni di una stanza da letto piccola, ma graziosa.
Girando un po’ di più il collo improvvisamente sprofondò in un altro sguardo, color cioccolato scuro e pieno di un calore fuori dal comune.
Elisabeth sussultò dolorosamente.
- Ben svegliata-
Un sorriso dolce come quello sguardo, si apriva materno sul viso arrotondato di una donnina dai capelli rosso fuoco che stava seduta alla sua destra e si protendeva verso di lei per guardarla in viso.
Elisabeth sbatteva le palpebre mentre il suo cervello si rifiutava di lavorare a dovere. Il concetto di lei e quella donna nella stessa stanza le era semplicemente incomprensibile.
Sapeva bene chi era. Aveva studiato quel viso come quello degli altri nemici più pericolosi del Signore Oscuro.
- Stai tranquilla cara. Sei al sicuro adesso- la signora Weasley continuava a sorriderle serena, non c’era nessuna traccia di paura nei suo occhi, forse molto in fondo, solo un velo di tristezza.
Elisabeth si tirò su a sedere, ignorando i segnali di protesta dei suoi muscoli, sempre più sconcertata.
- Ma… voi lo sapete chi sono?- boccheggiò – Io non mi ricordo… dove sono?-
- Sei a casa di mio figlio Bill e di sua moglie Fleur e… si. Per rispondere alla tua prima domanda, so chi sei… anzi potrebbe darsi che io lo sappia meglio di te- disse enigmatica – Ma adesso devi continuare a riposarti e andare per gradi. Non fare movimenti bruschi, ci hai fatto davvero tenere per la tua vita; quando avrai ripreso le forze cercheremo di spiegarti tutto-
La ragazza continuava a fissarla senza capacitarsi. Tuttavia stava riacquistando il suo autocontrollo. Si passò una mano fra i capelli allontanandoli dalla fronte.
- Chi altro c’è? Io… mi sto ricordando… è stato Harry Potter… mi ha salvato vita credo…e voi mi avete ospitato qui…non capisco… perché?-
- Piccola cara adesso non devi pensarci, presto saprai tutto. Comunque Harry ha detto che sei stata tu a salvargli la vita- la premura di Molly Weasley era di quel tipo che riscalda il cuore e cura più di mille incantesimi.
Alzandosi accennò ad un vassoio con un’abbondante colazione appoggiato sul comodino e poi uscì chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle.



***



Più tardi Elisabeth scoprì che era stata incosciente due giorni. Aveva visto di sfuggita Remus Lupin , venuto per scambiare poche parole, ma a lei sembrava più che altro per osservarla. Per il resto era evidente che oltre a lui mezza famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger si trattenevano in quella casa in attesa di risposte. Lei insistette per parlare con loro, voleva spiegarsi ancor di più che avere delle spiegazioni.
Così quella sera Angel si ritrovò immobile a fissare una porta chiusa dietro la quale si trovavano coloro che fino a pochi giorni prima erano stati i suoi principali nemici, i primi maghi che conosceva che non erano maghi oscuri… potevano esserci la sua salvezza e il suo futuro oltre quella maniglia…che doveva essere solo abbassata….
Le sembrò la cosa più difficile che avesse mai fatto.

_______________________________

Ps. x  Rury: adoro letteralemente i tuoi commenti  super dettagliatissimi  e pieni  di congettureXDXD e poi cogli sempre le mie sfumature; spero ti farà piacere sapere che non ho ancora deciso di mollare l'osso con questa ff  quindi manca ancora un pò alla fine....anzi secondo me il bello viene adesso :)

  
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