2. Something always brings me back to
you
La sera in cui tutto è cambiato, ero
sotto le coperte nel mio letto e leggevo un libro. Edward era a caccia; non
sarebbe stato con me quella notte e a dire la verità mi sentivo sollevata. Da
quando mi aveva lasciata per interminabili mesi e poi era ritornato, facevo
tutte le notti lo stesso sogno: lui che diceva di non volermi più e io che
correvo da sola nel fitto del bosco.
Quello che a lui non raccontavo,
però, era che nel bosco, invece di Sam, mi trovava Jake.
Ed in un certo senso era stato
così.
Quando Edward non c'era, Jacob mi
aveva preso con sé, aveva curato le mie ferite... e non parlo solo di quelle
che mi ero fatta andando in moto. Mi aveva scaldato con il suo sorriso, era
stato la mia droga per stare meglio mentre il mondo attorno era diventato buio
e freddo. Era stato il mio anti-Edward. Mi aveva trattenuta con i piedi per
terra, mentre la mia mente non chiedeva altro che perdersi tra le nuvole inconsistenti
e piene di illusioni della mia fantasia, in cui Edward c'era ancora.
Poi, da quando era tornato, ogni
notte che Edward stava in camera mia a guardarmi dormire, temevo che mi
sentisse parlare di questo nel sonno. Temevo che capisse che sognavo Jake.
Anche per questo quella notte mi
sentivo finalmente... libera.
Ad un tratto, sentii un rumore
alla finestra, come di un ramo che vi avesse sbattuto contro. Feci appena in
tempo a scostare le coperte per alzarmi che vidi all'improvviso qualcosa, o
meglio qualcuno entrare con un balzo dalla finestra, lasciata per metà aperta
in una delle poche giornate non piovose di Forks.
- Jake! Oddio, mi hai fatto
prendere un colpo! - esclamai in direzione del mio miglior amico.
Potevo ancora chiamarlo così?
Dopo tutto quello che era successo tra noi non sapevo cosa provassi per lui, ma
di sicuro lui era ancora e sarebbe sempre stato il mio migliore amico.
- Ehi, Bella! - mi sorrise per un
attimo - Scusami. Ma non potevo certo suonare il campanello e farmi aprire da
Charlie a quest'ora, no?
Mi fece un sorriso disarmante e
non potei che rispondergli con una smorfia: - Certo che no...
Rabbrividii al solo pensiero di quello
che avrebbe detto mio padre vedendolo lì, poi finalmente gli chiesi: - Ma cosa
ci fai qui?!?
Si sedette sul mio letto,
facendomi cenno di sedere di fianco a lui e diventando subito serio. Quando mi abbandonai
sul materasso, sorprendendomi del calore che emanava il suo corpo sulla mia
pelle anche senza che mi toccasse, iniziò a parlare: - Bella. Noi siamo amici,
vero?
Sorrisi rassicurante a quella domanda
infantile: - Ma sì, Jake.
- … e gli amici non si devono tenere
nascoste le cose, vero?
Feci per rispondergli ma mi zittì
con un gesto gentile della mano e continuò a parlare: - So che ultimamente le
cose non vanno benissimo tra te ed Edward. Me l'hai detto tu l'altro giorno che
hai sempre paura che lui ti lasci... ancora. E lo vedo nei tuoi occhi che non è
più come prima. Non sei più raggiante e felice come lo eri qualche tempo fa. E
dato che siamo amici e che tu non stai bene, è mio dovere dirtelo e fare di
tutto perché questo cambi... e sempre dato che siamo amici e che gli amici non
dovrebbero avere segreti tra loro...
-
Jacob Black! - sbottai più divertita che realmente
irritata dal suo inutile divagare - Vuoi arrivare al punto?!?
Lui non sembrò particolarmente colpito
dalla mia reazione. Mi guardò intensamente, poi avvicinò il suo viso al mio e
mi baciò.
Sulle prime, la mia reazione fu
quella di allontanarlo, di gridargli qualcosa del tipo "Ma cosa fai???” o “Sei
impazzito?" e poi magari di ridere insieme a lui di quello che aveva
fatto... perché era una cosa ridicola.
Invece, quando le sue labbra
calde toccarono le mie, dopo essermi ripresa dallo shock iniziale, risposi al
suo bacio. Non riuscivo a staccarmi, sembrava un incantesimo.
Fu allora che mi accorsi che
Jacob non era solo il mio migliore amico. E non solo perché, ovviamente, ci
stavamo baciando, ma semplicemente era un dato di fatto. Solo che non me n'ero
resa conto prima.
Sapevo da tempo che lui aveva una
cotta per me, ma lo consideravo un problema passeggero: amavo Edward e tutto
quello che ci poteva separare non era contemplato nella mia mente.
Mi staccai da lui con le labbra
che bruciavano e scrutai i suoi occhi per vedere cosa trasmettessero: gioia,
pura gioia incontaminata di un bambino che ha ottenuto il giocattolo che
voleva. E poi qualcos'altro, qualcosa di più profondo...
“Possibile che lui sia
davvero...?”
- Lo sapevo - disse raggiante - Mi
ami anche tu.
Inorridii d'istinto alla parola
che aveva usato e alla sua convinzione: - Ehi, non allarghiamoci. Prima di
tutto, sei tu quello che mi ha baciata.
Si alzò dal letto, scandalizzato:
- Bella, hai risposto al mio bacio... stai tentando di negare?
Confusa, mi gettai a pancia in su
sul letto, fissando il soffitto: - Non lo so, Jake. Oddio, cos'hai fatto?
- Cos'ho fatto IO???
- Ok, ok, non ti scaldare,
Charlie ti potrebbe sentire... Cosa abbiamo fatto… va meglio?
- Sì, grazie.
- Invece a me non va meglio,
grazie tante. Cosa diavolo...?
- Bella.
Si sedette di nuovo accanto a me
e mi guardò calmo, prendendomi le mani.
- Volevo solo farti capire quello
che io so da tempo. Io e te...siamo fatti per stare insieme.
Lo guardai sbalordita: - Cosa...?
Ma io sto con Edw... Noi siamo Bella e Edward. -
conclusi senza trovare un senso a quello che stavo dicendo.
- Ok. Allora non siamo fatti per
stare insieme... ma io voglio stare con te. E so che anche tu vuoi stare con
me.
Di nuovo quel sorriso,
presuntuoso e testardo.
Sorrisi a mia volta. Sì, amavo
quel sorriso. Amavo il suo essere così deciso, orgoglioso, definitivo. Amavo
persino la sua sicurezza in se stesso, irritante di primo acchito.
- Bella, non c'è niente da
sorridere.
Con sua sorpresa, a queste sue
parole smisi di sorridere e cominciai invece a ridere di gusto. Aveva assunto
nel dire quelle parole per ammonirmi, un'espressione imbronciata che avrebbe
fatto invidia ad un bambino di cinque anni. Impossibile trattenersi, davanti a
quegli occhioni marroni corrucciati.
- Scusami! - esclamai non appena
riuscii a riprendere fiato, ma mi accorsi che la sua attenzione non era più rivolta
verso di me.
Prese in mano la foto incorniciata
che tenevo sul comodino vicino al letto e la guardò per un lungo istante. Poi,
la rimise a posto piano, quasi con timore reverenziale.
Abbassai gli occhi verso il
pavimento. Non volevo vedere quella foto; sapevo fin troppo bene cosa ritraesse.
N.D. Summer
Ok, inizio ad esagerare con i flashback??? Nella
prossima puntata un altro ancora!!! Ma prometto che se la ff
dovesse continuare mi limiterò! :P Commentateeeee