Capitolo
17
Ora
basta, basta davvero. Sono stanca, giuro che non ne posso
più.
Stanca
di svegliarmi e non trovarlo al mio fianco, stanca di dover elemosinare
amore
da un uomo che si mi usa solo per scaldare il letto, stanca di essere
etichettata da mezza hogwarts come quella che non sono.
Io
amo Draco, da morire…ma devo imparare ad amare di
più me stessa. Anche io ho
dei sentimenti, e deve imparare a rispettarli, non chiedo poi
così tanto.
Non
avrei mai pensato di arrivare a pretendere qualcosa da lui, ma farsi
vedere in
atteggiamenti poco casti con
“Pansy”
mi sorride come se niente fosse e io cerco di ricambiare
“è urgente?”
“Si
…direi di si” la voce esce bene, ferma e decisa
come mi ha detto Daphne.
“Cinque
minuti e arrivo”
Scendo
in sala comune e mi siedo su uno dei divanetti, con la testa tra le
mani. Dio,
quanto ho paura. Devo farlo però…voglio dargli
tutto, davvero, ma pretendo un
minimo di considerazione!
Eccolo
che scende, riallacciandosi velocemente la camicia azzurra come i suoi
occhi.
Si siede accanto a me e poggiando un dito sotto il mio mento mi
costringe a
guardarlo negli occhi.
Il
mio cuore perde un battito mentre mi chiede “allora, cosa
succede?”
Tutta
la mia determinazione viene meno al suono della sua voce, al contatto
con la
sua pelle, alla vista dei suoi occhi che cercano di leggermi dentro.
La
voce non è più ferma, ma ci provo lo stesso
“So
che non ne ho il diritto Draco…forse mi prenderai per
pazza…ma sai, non ho
apprezzato il tuo comportamento.”
Si
acciglia e fa per parlare , ma non gliene
lascio il tempo
“aspetta,
fammi finire. Io…non ce la faccio. Ho mandato i miei
principi a puttane per te,
e non me ne pento. Ma cazzo, ti costa tanto dimostrarmi qualcosa tu una
volta
ogni tanto? E’ chiedere troppo un gesto fatto di tua
volontà, o magari una
passeggiata fuori invece delle tante giornate passate chiusi in
camera?”
“Che
cosa stai cercando di fare?”
“Sto
cercando di dirti quello che penso, e considerando che quando ci sei tu
mi è
difficile mettere due parole in fila ti prego di non rendermela
così difficile.
Non pretendo tanto Draco…”
“Pansy,
tu non stai dicendo quello che pensi. Tu stai ripetendo un discorso che
hai
imparato a memoria, non offendere la mia intelligenza. Se vuoi dirmi la
verità
devi farlo fino in fondo”
“Non
sono sicura che tu voglia sentirla, e soprattutto non so se
riuscirò a dirtela”
“Sto
aspettando…”
“
Draco, io ti amo”
Abbasso
gli occhi e tremo mentre lui alza le spalle.
“Sai
che novità”
Cerco
disperatamente la forza per continuare
“Fammi
finire, ti prego. Io lo so che tu mi avevi avvisato
dall’inizio, che non volevi
che soffrissi e tutto il resto…ma è stato
più forte di me. Sono arrivata a
vivere di te, anzi, sono arrivata a vivere solo per soddisfarti. E mi
sta bene,
non me ne lamento, anzi….Però Draco…io
ti ho dato tutto e voglio darti tanto
altro ancora, non hai che da chiedere. Ti chiedo solo di non portarti a
letto
“Pan,
questo non è che uno stupido capriccio”
“Io
ho soddisfatto tutti i tuoi capricci e sono pronta a continuare a
farlo. E’ l’unica
cosa che ti chiedo…dimostrami che sei disposto a rinunciare
a qualcosa per me.”
“Pansy,
io pensavo di essere stato chiaro con te”
“Va
bene Draco, accetto la tua decisione. E ovviamente, non
saprò mai dirti di no,
sono sempre qui per te. Però…questo cambia la
situazione…anche se resterai il
mio primo amore, il primo con cui ho fatto
l’amore…”
“Pan,
ti prego di non tirare in ballo questa cosa. Mi sembri Daphne
adesso…davvero,
non farla così lunga”
Uno
schiaffo, stavolta non l’ha dato lui; il suo volto indignato
e furioso mi fa
capire che l’ho fatta grossa, ma non me ne pento neanche per
un secondo.
“Non
parlare di cose che non sai Draco….la nostra conversazione
finisce qui”
“Non
osare muoverti da lì, Parkinson” Mi sforzo di non
piangere davanti al suo tono
brusco e all’uso del cognome…mi alzo e mi dirigo
nel dormitorio già con gli
occhi appannati dalle lacrime. Se fossi stata più attenta,
avrei visto un
secondo schiaffo sulla stessa guancia che ho colpito io.
“Daphne,
che cazzo fai?”
“Non
la farò lunga Draco….non parlare mai
più della mia vita privata, perché non sai
niente. Sai perché sono così tesa
sull’argomento? Avevo 13 anni quando ho fatto
sesso per la prima volta…sono stata violentata.”
Draco
sbianca mentre il senso di colpa si dipinge sul suo viso
“Mi
dispiace, Daphne”
“Draco,
non devi dispiacerti: non è colpa tua. Non questo,
almeno”
Un’occhiata
allusiva alle scale lascia intendere cosa voleva dire.
“Daphne,
dì a Pan che la questione non finisce qui. E tu faresti
meglio ad andare a
cercare il tuo ragazzo…ha il diritto di sapere”