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Autore: Wirral Bagpuss    25/11/2010    2 recensioni
Durante la conclusione di uno dei numerosi casi che vede coinvolti il costro detective ed il nostro dottore preferiti, Holmes viene ferito gravemente? Riuscirà a riprendersi? Soprattutto riuscirà Watson a perdonarsi? Dedicata a tutti coloro che hanno seguito l'altra traduzione e, in particolare, a Bellis.
Genere: Generale, Triste, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: ve l’avevo promesso che avrei fatto in fretta. Inoltre non ci metterò molto neanche a rispondere alle recensioni. L’importante è che comunque abbiate letto il penultimo capitolo.

MISS ADLER: certo che ti conoscevo, ti avevo vista tra le recensitrici delle altre storie (ogni tanto mi diverto a leggere i commenti altrui :p). Ti ringrazio per i complimenti, mi ci sono impegnata molto, l’inglese è la mia seconda lingua a tutti gli effetti. Alle volte, forse, sono stata un po’ libera ma, se ti capiterà di leggere l’originale e proverai a tradurre qualche frase, ti accorgerai che ci sono un sacco di ripetizioni che, in italiano, sarebbero suonate molto ridondanti. Al lessico cerco di fare una certa attenzione, anche se non è così complicato come sembra. Per quanto riguarda il sentimentalismo, ti dirò, a me non è che piaccia molto (per questo sono molto Holmes, che vuoi farci?), inoltre, benché non disapprovi le slash in generale (ce ne sono alcune che, semplicemente, adoro), proprio non riesco a farmi piacere le H/W, non ce li vedo proprio. Ci tengo a precisare che questa fiction non era incentrata sullo slash, ma sulla bromance tra i due protagonisti (parole dell’autrice, quando gliel’ho chiesto tempo fa). Comunque, grazie ancora di tutto e dell’entusiasmo con cui mi hai lasciato il commento, mi ha fatto un immenso piacere.  

E ora via con l’epilogo

CAPITOLO 9

Holmes si beò della brezza scozzese che gli stava scompigliando gentilmente i capelli, mentre si trovava seduto sulla riva del fiume. Da ormai tre giorni lui e Watson erano arrivati alle Highlands dopo aver viaggiato in treno. La scelta di andare lì era stata del dottore; aveva detto che la pesca era buona in quel periodo dell’anno al Kyle di Lochalsh. Il detective però sospettava che l’amico l’avesse voluto portare il più lontano possibile dalla confusione londinese, lassù, sulle isolate Highlands dove si sarebbe potuto rimettere on un po’ di privacy.

Guardò Watson lanciare un’altra volta la lenza nel fiume che scorreva veloce. Era lieto di vedere che il dottore si stava riprendendo bene. Era stata un’esperienza atroce per lui ed il detective non era del tutto convinto che il dottore avesse superato completamente il suo senso di colpa per ciò che era successo. Le sue grida smorzate nella notte erano ovviamente state udite dall’amico, dato che le pareti del cottage che avevano affittato erano piuttosto sottili. Holmes aveva deciso di non dirgli nulla, sperando che sarebbe stato in grado di vincere i suoi fantasmi. Ma la vacanza era stata solo parzialmente utile nel guarire il dolore del medico.

Si alzò per unirsi a lui e condividerne la gioia per la pesca. Lo chiamò mentre scendeva lungo il terrapieno fangoso, godendo del fatto di non aver più bisogno del bastone per aiutarsi. Aveva recuperato la sua vista quasi del tutto, salvo per un leggero annebbiamento che, così gli aveva assicurato Watson, sarebbe sparito entro pochi giorni.

“Ahh Watson, come va la pesca? Avete già preso qualcosa?” gli gridò.

Il dottore era perso nei suoi pensieri mentre stava nel fiume, avrebbe dovuto godersi la pesca, in effetti quel fiume era ben noto per i suoi salmoni! Ma invece di lanciare la sua lenza per il pesce, aveva lanciato la sua mente a quanto era accaduto a Holmes. Il detective stava recuperando ormai, i suoi occhi erano quasi guariti, ma sarebbe potuto essere molto diverso. L’ho quasi perso; ho quasi distrutto la sua possibilità di continuare a fare l’unica cosa che ama di più, che è risolvere i casi. Non sono riuscito a proteggerlo.

Watson fu riscosso dalle sue riflessioni dal suono della voce di Holmes che lo chiamava. Si voltò e, così facendo, ruotò i piedi nell’acqua, scivolando sui sassolini sul fondo del fiume. Rimase orripilato nel vedere il detective scendere giù dal terrapieno.

“Holmes, che state facendo? Fate attenzione mentre scendete!”

Si mosse verso di lui ma, facendo ciò, fu catturato dalla forte corrente e cadde all’indietro, lanciando un grido quando la sua testa colpì l’acqua e le rocce sotto di essa. Gemette per il dolore e vide the punti neri di oscurità cominciare ad offuscare la sua visuale. Entrò nel panico quando si sentì lentamente trascinato via dalla corrente lungo il fiume e l’acqua entrargli nel polmoni. Tossì e chiamò il suo amico mentre l’oscurità lo avvolgeva ancora di più e sentì di stare svenendo.

“Holmes, aiuto –“  Il suo gridò fu interrotto dall’acqua che lo soffocava.

L’ultima cosa che vide prima di perdere conoscenza fu il profilo di Holmes che tentava di raggiungerlo nell’acqua.

Il detective era rimasto terrorizzato da cosa era appena successo e, quando Watson cadde, corse verso di lui ed entrò nel fiume. Lo vide cominciare ad essere trascinato via dalla corrente e procedette a fatica verso di lui. Lo raggiunse e lo afferrò per il colletto, tirandolo a sé e portandolo fuori dall’acqua. Sollevò il corpo inerte del suo amico tra le braccia e lo portò, barcollando, fino alla riva. Collassò sotto il peso del dottore e quello dei suoi vestiti fradici.

Cercò un battito sul polso di Watson e, con sollievo lo trovò, debole, ma regolare.  Dopodiché fece pressione sul suo petto, sapendo di dover liberare i polmoni dall’acqua. Gli ci vollero tre tentativi prima che il dottore improvvisamente avesse dei conati di vomito e sputasse fuori l’acqua, piegandosi su sé stesso. Holmes posò le mani sulle spalle di Watson, facendolo nuovamente sdraiare sulla schiena.

“Piano vecchio mio, va tutto bene, vi ho preso, andrà tutto bene.”

Il dottore aprì lentamente gli occhi e sobbalzò per la forte luce, tossendo dolorosamente.

“Holmes?” gracchiò stordito cercando di riscuotersi dalla nebbia di incoscienza che ancora gravava su di lui.

“Sono qui vecchio mio, riposate ora; avete avuto un brutto incidente nel fiume. Ma vi ho raggiunto e vi ho tirato fuori. Andrà tutto bene, Watson.

Watson gemette e ricadde inerme tra le braccia di Holmes, era così stanco...

Il detective lo sollevò delicatamente e lo riportò al carretto trainato da un cavallo non molto distante da loro. Lo posò con cautela nella vettura e lo coprì con una coperta calda. Il dottore si lamentò e Holmes si accorse che la sua mano era ricoperta di sangue. Watson aveva battuto la testa nel fiume. Allarmato salì velocemente a cassetta e fece partire il cavallo ad un trotto veloce, dirigendolo verso il loro cottage.

Il dottore si risvegliò un’ora più tardi, sentendo il calore di un bel fuoco. Aprì gli occhi e vide Holmes chinarsi preoccupato a guardarlo.

“Oh grazie al cielo siete sveglio Watson. Mi avete fatto prendere un bello spavento con quella vostra ferita. L’ho fasciata comunque e voi starete meglio dopo una notte di buon riposo.”

Watson sbatté le palpebre sorpreso, portando una mano alla testa e toccando la benda. Si voltò verso il detective.

“Holmes, grazie, senza di voi sarei annegato nel fiume. Se voi non foste stato lì non so cosa sarebbe potuto accadere.”

Holmes sorrise e strinse piano la mano del suo Boswell.

“Watson, non è nulla, sapete che veglierò sempre su di voi, con o senza la mia vista. Non lascerò che vi accada qualcosa.”

Watson sorrise e allungò la mano per stringerla poi sul suo braccio.

“Grazie per continuare a vegliare su di me Holmes. Ho fallito come amico, ma vi giuro che non ripeterò il mio errore.”

Holmes afferrò il dottore per le spalle e disse con un tono che non ammetteva repliche:

“Watson non avete fallito. Mi avete supportato quando altri se ne sarebbero andati lasciandomi nell’oscurità. Non avete fallito. Siete stato la mia lampada nel mio cammino nell’oscurità, la mia luce guida. Non lo dimenticherò mai. Mi avete anche  fatto accorgere degli altri quattro sensi a cui non avevo mai fatto caso. Ciò si dimostrerà  molto utile nei miei casi futuri. Non avete fallito, Watson, mi avete mostrato la luce nell’oscurità!”

Watson sorrise e poi rise stancamente replicando:

“Prima io ero la vostra cassa di risonanza, ora sono il vostro faro!”

Holmes rise con lui, finché la stanchezza del dottore ebbe la meglio su di lui, facendolo addormentare.

Il detective rincalzò le coperte intorno al suo amico, dicendogli a bassa voce:

“Mio caro Boswell, senza di voi starei ancora camminando nell’oscurità. Siete più che un faro, siete la luce nella mia luce e non permetterò che essa si estingua. Dormite bene Watson.

Holmes si risedette accanto al letto, guardando il suo amico dormire. Gradatamente gli occhi gli si appesantirono sempre di più e presto, il detective raggiunse il dottore nel regno di Morfeo. Mentre dormiva, una pagina gli scivolò da una mano e cadde sul pavimento. Sopra vi era scritto:

Sei la mia lampada, O Signore; Il Signore muta l’ombra in luce. 2 Sam 22:29

Scribacchiata sotto il testo c’era una risposta.

Grazie signore per avermi dato Watson come una lampada per mutare la mia oscurità in luce. SH

FINE.

 

Sigh, è finita anche questa. Vi è piaciuta? Spero proprio di sì. Fatemi sapere, così lo comunico all’autrice.

D’ora in avanti proseguirò il più alacremente possibile con l’altra mia storia.

A presto

Grazie per aver letto, recensito, o aver inserito la storia nelle vostre liste.

Bebbe5

 

  
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