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Autore: Ein    25/11/2005    2 recensioni
In un futuro dove le macchine minacciano l'incolumità umana, nasce un'attrazione segreta fra un umano e un Cyborg, ma fra due mondi tanto diversi come si può accettare un amore tanto folle? Un nuovo mondo fantastico vi si aprirà davanti a voi e fra le diversità di classi e il razzismo contro le macchine, assisterete alla nascita di un nuovo futuro...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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4. UNO STRANO RAGAZZO

 

Scese dall’ascensore, le due ragazze si mescolarono alla folla, che passeggiava guardando e fermandosi per negozi.

Gli occhi azzurrini della piccola Sarah scrutavano con curiosità l’insegna dei mille negozi e quando il suo sguardo incontrò l’insegna del Play Planet, fu come se fosse stata ipnotizzata da quella scritta, che luccicava di mille colori, e, senza perdere tempo si fiondò dentro al locale.

<<Sarah, dammi la mano, potresti perderti…Sarah? Sarah? Sarah dove sei?!>> Akiko fu presa da una strana sensazione… che non aveva mai provato…

Iniziò a ricordare strane figure…

"Si sentiva piccola in mezzo a quelle persone tanto alte, che di tanto in tanto le sorridevano.

Si avvicinò ad un grosso tavolo ricoperto di leccornie, ne prese uno e diede un bel morso…

<<Alicya>> qualcuno la chiamava, ma quello non era il suo vero nome…

Un uomo le si avvicinò, aveva un’aria così rassicurante, che Akiko fu felice quando la prese fra le braccia…"

I suoi occhi tornarono al presente nel bel mezzo dell’affollata piazzetta, fra le vetrine scintillanti dei negozi e soprattutto con Sarah scomparsa.

Un po’ scioccata da quelle immagini, cercò di trovare Sarah. Attivò quindi i suoi raggi X e scannerizzò l'intera piazza, vari rilevamenti la indussero a pensare che Sarah si trovava nelle vicinanze… Poi finalmente la trovò, Play Planet ecco dove si era intrufolata.

Akiko spinse le lucenti porte trasparenti e quando entrò nel negozio sembrava quasi che avesse cambiato dimensione: c'erano bambini che s'inseguivano allegramente dappertutto, sembrava un vero e proprio paese dei balocchi. All'entrata, proprio al centro, c'era un'enorme piscina, ma il suo interno non era costituito d'acqua, ma da gelato e possedeva vari scivoli e trampolini che rendevano ancor più movimentato un tuffo. Inoltre altri due piani erano al servizio della clientela: il piano "materna", dove i più piccoli erano accolti da capanne di marzapane identiche a quella di Hansel e Gretel; il secondo piano era in assoluto quello più gettonato dai bambini di tutte l'età, il piano "avventura": possedeva le tipiche attrezzature per poter arrampicarsi, corde dove dondolare e fingersi Tarzan e infine un lungo scivolo rosso, dove all'interno fluiva della Cola e finiva in una vasca di palline di marzapane.

La piccola Sarah si gettò nella vasca del piano terra, stracolma di gelato alla fragola.

Le mille facce felici e sporche di cioccolato circondava il cyborg che cercò di recuperare la sorellina, ma mentre era in procinto ad afferrarla, scivolò su una pozzanghera di gelato e indietreggiò fina alla vasca dove era destinata a caderci dentro, ma proprio quando sembrava troppo tardi…

..due braccia sostennero il corpo della ragazza evitando il disastro.

Akiko si girò di scatto e il suo sguardo si scontrò con quello di un ragazzo dagli occhi neri e dai capelli biondo cenere, alto e stranamente vestito molto elegantemente, con giacca e cravatta e la targhetta che simboleggiava la sua appartenenza a una delle cinque classi, scintillava sul taschino, un abbigliamento poco appropriato per un tale negozio.

La ragazza abbassò subito gli occhi, per poter evitare un eventuale riconoscimento.

<<Tutto bene?>> chiese il ragazzo con un sorriso smagliante.

<<Sì, grazie>> rispose tenendo gli occhi fissi a terra.

<<Dovresti stare più attenta… è molto facile sporcarsi qui>> poi si avvicinò, Akiko poteva sentire il suo respiro <<A quale classe appartieni?>> disse poi cercando di guardarle il viso.

Akiko deviò i vari sguardi invadenti e titubando nel rispondere cercava sempre di nascondere gli occhi. Aveva paura di confessare che era della prima classe, poiché sapeva che una simile responso avrebbe cambiato il comportamento del giovane nei suoi confronti <<Tu di che classe sei>> chiese con la testa più bassa che mai.

<<Sono della quinta tu invece sei della…>> disse sbirciando la targhetta dorata appuntata sul petto della ragazza<< della prima >> disse poi in tono deluso.

Akiko sì coprì velocemente la targhetta con le mani.

<<Ebbene sì, sono della prima classe e allora? Cosa c'è che non va? Forse non sono alla tua altezza?>>.

Il ragazzo trasalì, nella sua furia Akiko aveva alzato gli occhi rivelando le sue vere origini <<Sei un cyborg>>.

La ragazza si sentì mancare, era come se qualcuno avesse gettato nel suo stomaco un grosso macigno, era una nuova sensazione che il corpo di Akiko non aveva mai registrato,<<Sì>> rispose con voce tremula << Sono un cyborg, una macchina programmata incapace di provare sentimenti e che non può essere trattata come tuo simile, scappa o potrei anche ucciderti>>.

<<Non credo che ne saresti capace, e poi io non ho neanche accennato a una sola parola del tuo discorso, insomma io non la penso come te>>.

<<Questo non sono miei pensieri, ma quelli della vostra razza, tutti scappano al solo vedermi>>.

<<Io sono ancora qui, davanti a te>>.

<<Tu non mi temi?>>.

<<No, al contrario… sai io sono uno studioso…>>

<<Studioso? Non si direbbe guardandoti>> disse Akiko in tono ironico.

<<Sì, lo so non do molto nell'occhio, ma ne possiamo parlare fuori>>.

<<Sarah!>> solo in quell'istante la ragazza ricordò perché si trovava lì, fece dietro front per poter acciuffare la sorella, ma il ragazzo glielo impedì afferrandola per il braccio sinistro.<<Chiunque sia questa Sarah ti assicuro che starà bene qui, forza vieni fuori con me>>.

<<Ma io…>>.

<<Non aver paura, voglio solo parlarti…>>.

<<Io non ho paura di te! Se solo lo volessi potrei piegarti come una fisarmonica!>>.

<<Bel tentativo, ma non mi hai intimidito neanche un po’… vieni>> e con dolcezza le prese la mano e si diresse fuori. Ancora una volta Akiko provò una sensazione strana, prima sembrava che nel suo stomaco ci fossero mille massi incastrati uno sopra l'altro, adesso era perfettamente il contrario sembrava che non ci fossero più circuiti nel suo corpo, ma solo aria accompagnata con il leggero volo delle farfalle.

<<Bene qui possiamo parlare più liberamente>> disse il giovane una volta fermo. Si trovavano sul ponte principale dove si godeva la leggera brezza della sera e lo spettacolo dei tenui raggi solari che coloravano il paesaggio sottostante.

<<Hai detto di essere uno studioso, ma sei molto giovane e poi cosa studi?>> chiese Akiko curiosa più che mai.

<<Ehi, ma dovevo essere io a farti le domande…>>.

<<Ma…>>

<<Comunque sia… risponderò a tutte le domande che vorrai…Dunque io ho 18 anni e provengo da una famiglia che in passato costruiva cyborg, quindi ne so abbastanza su come siete composti, ma c'è qualcosa che mi sfugge…>>.

<<Cioè?>>.

<<Voi cyborg di sesso femminile, siete come le donne normali, voglio dire geneticamente…>>.

<<Geneticamente? Non credo di aver capito, se intendi i sentimenti…bhe quelli non li proviamo>>

<<No, non intendevo proprio questo… ecco come spiegarti… voi siete…cioè voi avete…>> sembrava molto imbarazzato oltre che impacciato.

<<Noi cosa?>>.

<<Avete… oh insomma, avete il ciclo mestruale?>>.

Akiko lo guardò esterrefatta, e il suo cervello mandò nuovi input al suo corpo e questa volta le sue guance si colorarono di un rosso acceso.

"Questo ragazzo mi sta mandando in tilt tutti i circuiti" pensò la giovane " Il mio corpo ha sempre funzionato in maniera ottimale, allora perché adesso e così scombussolato?".

Il cyborg ripensò alla domanda e all'imbarazzo del ragazzo che aveva manifestato pochi secondi prima, e fu colta da una risata improvvisa.

<<Ti fa ridere questo argomento?>> chiese il giovane perplesso.

<<Oh no… scusa>> disse lei fra una risata e l'altra.<<Si>>.

<<Come?>>.

<<Sì, anche noi abbiamo il ciclo mestruale>>.

<<Ah, e chi pensava che fare una domanda fosse così difficile…emm… dunque potete riprodurvi anche voi?>>.

<<Non saprei… non so se ci sono mai stati casi del genere>>.

<<Ma non dimentichiamo, che esistono alcuni cyborg che hanno come compito quello di soddisfare sessualmente l'uomo>> disse il giovane guardando intensamente Akiko.

<<Con questo che vorresti dire?>> replicò lei minacciosa.

<<Niente…non fraintendermi… volevo solo dire che anche a voi è permesso avere rapporti sessuali, proprio come noi… Su questo piano siamo uguali>>.

<<Già un piano che però a me non piace affatto>>.

Il ragazzo la stava di nuovo squadrando con molto interesse, girandole attorno e tenendo gli occhi incollati sul suo corpo umano-meccanico.

<<Si può sapere cosa stai guardando? Sei per caso la reincarnazione di un avvoltoio?>>.

<< No… scusa…stavo solo osservando alcune cose>>.

<<Cosa?>> ancora una volta sentì il suo respiro più vicino che mai e poi un calore proprio sul petto, abbassò lo sguardo e vide la mano destra del giovane poggiata sul suo seno. Una nuova sensazione invase i suoi circuiti, che le fece serrare i pugni…

<<Come pensavo, consistenza umane e battito cardiaco quasi impercettibile sei davvero un….>> ma non riuscì a concludere la frase poiché il pugno serrato di Akiko si fiondò sulla sua faccia facendolo cadere a terra.

<<Ma cosa credevi di fare?>> disse lei sempre più minacciosa.

<<Però che spirito combattivo…>> disse rialzandosi e massaggiandosi la guancia rossa <<Non avevo cattive intenzioni>>.

<<Ah no? E quelle cos'erano?>>.

<<Solo uno studio approssimativo su come eri composta>>.

<<Oh sì certo è così che adesso si chiama palpare?>>.

<<Non avevo intenzione di offenderti?>>.

<<Bhe… ci sei riuscito>> disse il cyborg voltandosi.

<<No…aspet…>> ma proprio mentre stava per finire la frase, una scossa percosse l'intera nave facendo barcollare i due.

<<Che cos'è stato!>> chiese Akiko.

<<Una scossa è la terza che percuote la nave>>

<<La terza? Oh no, Sarah…>>

<<Ferma, probabilmente all'interno non avranno sentito nulla e poi credo che sia normale non darti pena per niente>>.

Il ragazzo si era affacciato alla balaustra con i capelli scompigliati dal vento e il viso illuminato dai tenui raggi di sole tramontante.

Akiko gli si avvicino e guardò giù. Che spettacolo! Il sole stava colorando le nuvole di un delicato rosa perlato, le città sottostanti erano già illuminate rendevano il paesaggio romantico. Sorvolarono uno splendido mare i cui raggi solari si specchiavano al suo interno rendendolo rossastro.

Nel corpo di Akiko qualcosa stava cambiando, nuove sensazioni invadevano senza preavviso la sua banca-dati, e per quanto lei non volesse accettarlo qualcosa batteva dentro di lei, ma non poteva essere il cuore poiché ne aveva uno che, come aveva detto il giovane, batteva in modo che i suoi battiti non possano essere rilevato dall'orecchio umano e aveva come unico scopo quello dell'autodistruzione, in altre parole era una vera e propria bomba, che Akiko aveva dimenticato di possedere. Ma se non era quello l'autore dei suoi scombussolamenti che cos'era? Che cos'era quella cosa così forte che voleva uscire fuori dal suo corpo?

Ma i pensieri di Akiko furono interrotti da una quarta scossa, molto più violenta delle altre tre, tanto che Akiko indietreggiò e finì fuori dalla balaustra.

<<Aspetta>> disse il ragazzo <<Ora ci penso io, ti tiro su in batter d'occhio>> ma subito dopo un'altra scossa fece cadere anche lui fuori dalla nave, ore entrambi penzolavano dal parapetto.

<<Chi ci doveva pensare scusa?>> chiese Akiko sarcastica.

<<Ti sembra il momento di scherzare?>> chiese il ragazzo <<A proposito io sono Jack>>.

<<E poi sarei io quella che parla a sproposito?>>.

<<Mettiamola così, se devo morire con una bella ragazza vorrei almeno sapere il suo nome>>.

<<Gran bel ragionamento, non fa una grinza, ma io non muoio, mi distruggo. Io sono Akiko>>.

<< Vorrei tanto dirti incantato e farti un inchino, ma non credo che sia il caso, senti riesci ad avvicinarti a me>>.

<<Cosa vorresti fare>> chiese un po’ sospettosa.

<<Nulla di equivocabile, vorrei solo che mi salissi sulle spalle così sali e mi tiri su>>.

<<Ci provo>> e con poca fatica si spostò verso il ragazzo, che cercò di issarla sulle spalle, ma proprio stavano per farcela un'altra scossa li sbalzò sul ponte, l'uno sopra l'altro.

Il cyborg si trovava sotto Jack con la veste stracciata all'altezza del seno.

<<Potresti levarti da dosso? Sai non sei proprio un peso piuma>>.

<<Ma io sto tanto bene qui su… ma quello cos'è?>> chiese il giovane sbirciando dallo squarci del vestito, che rilevava un tatuaggio a forma di rombo sul seno sinistro.

<<Il mio seno>> disse lei rialzandosi e coprendosi facendo sparire il rombo sotto gli stracci.

<<No, non quello, quel tatuaggio>>.

<<Possiamo cambiare argomento?>>.

<<Va bene, verresti con me al ballo di questa sera?>>.

<<Cosa?!>>.

<<Mi hai chiesto di cambiare argomento ed io l'ho fatto, allora ci vieni?>>.

<<Ma… io… non so che risponderti>>.

<<Dì soltanto che ci sarai>> le prese la mano e la poggiò sul suo petto. Akiko avvertì il cuore di Jack che batteva all'impazzata<<Se rispondi di no probabilmente si fermerà…>>.

<<Ma tu sei della quinta classe ed io invece sono della prima>>.

<<Ma come fino a qualche istante fa difendevi la tua classe con tanto ardore e adesso invece ti fai intimidire da un semplice invito?>>.

<<Ma io sono un cyborg>>.

<<Nessuno se ne accorgerà, saranno tutti troppo intenti ad ammirare la tua bellezza>>.

<< Ma non ho il vestito adatto>>.

<<Metti la prima cosa che trovi nell'armadio, tanto sarai bella ugualmente>>.

<<E' questa la prima cosa che ho da mettermi nel mio armadio!>>.

<<Ah…Non preoccuparti per una cosa così banale, perché sono sicuro che anche con un tendone da circo staresti ugualmente bene>>.

Ancora una volta le guance di Akiko divennero due arance rosse.

<<Cosa ti costa dir di sì>>.

<<Ma non mi conosci neanche>>.

<<Appunto per questo ti invito>> le prese le mani e disse <<Per conoscerti meglio…>>.

La luna si stava facendo strada fra le nuvole e le stelle e illuminò i volti dei due, il vento accarezzava dolcemente le guance rosse di Akiko.

Jack si avvicinò sempre di più al viso della giovane, tanto che ad Akiko fu possibile specchiarsi nei suoi occhi neri. Le sue labbra erano morbide e sentiva il dolce profumo che aveva addosso. Le sue mani la stringevano e non volevano lasciarla, anche se lei non avrebbe mai voluto. Chiuse gli occhi, sentiva le sue labbra schiudersi di tanto in tanto e lei assecondava il suo gioco. Mentre la notte li cullava, dentro di se Akiko soffriva sapeva che non ci sarebbe stato futuro per un sentimento tanto puro in un mondo tanto offuscato dalle diversità. Odiava quel mondo che le stava strappando via la felicità.

Il Viso di Akiko era rigato dalle lacrime.

<<Non preoccuparti>> l'assicurò il giovane asciugandole le lacrime. <<Andrà tutto bene>> e si avviò verso l'interno della nave.

<<Jack!>>.

<<Sì…>>

<< Anche se si amano, dove possono vivere un'aquila e un pesciolino?>>.

<<Non preoccuparti sono un studiosi ricordi? Inventerò delle ali per te e delle branchie per me, ci vediamo questa sera, non mancare>>.

<<Non lo farò>> poi in un sussurro <<Amor mio>>.

 

 

Fine di questo capitolo: Ringrazio ancora una volta tutti voi per l'attenzione che avete prestato alla mia storia ormai manco un solo capitolo alla fine della storia spero che almeno questo vi sia piaciuto. E non stancherò mai di ringraziare tutti quelli che mi recensiscono… Per ora solo Sharkie, ma mi auguro che in futuro qualcun altro lo faccio per adesso però vi ringrazio comunque . Grazie mille Sharkie!

  
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