Anime & Manga > Saiyuki
Segui la storia  |       
Autore: WillowG    26/11/2010    0 recensioni
Attaccata in anticipo dall'atmosfera natalizia, ecco una versione di "Canto di Natale" con i Saiyuki boys e i miei personaggi de "La chiave dei mondi". Chiedo umilmente scusa a Charles Dickens. Rating giallo per sicurezza.
Genere: Commedia, Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cp2  Secondo capitolo. Fatemi sapere che ve ne pare …

-Capitolo 2-
L’avvertimento di Marley.

 La pendola dello studio “Scrooge&Marley” segnalò stancamente l’ora di chiusura, facendo alzare a Hakkai il capo dai libri contabili. Il sorriso non si era ancora formato sulla labbra dell’uomo, che Scrooge emise un paio di colpi di tosse.
 -La pendola va avanti.- Sibilò, mostrando il suo orologio da tasca. Cracit emise un sospiro esasperato. La puntualità di Sanzo era seconda solo alla sua tirchieria. Un minuto di silenzio. Poi la lampada ad olio, esausta, emise un ultimo, debole, bagliore, per spegnersi inesorabilmente, lasciando Ebenezer al buio. I pochi passanti all’esterno della “Scrooge&Marley” videro la piccola bottega vibrare dalle bestemmie tirate. Una volta calmatosi, Sanzò afferrò il suo cappotto, irritato col mondo e come gira.
 -Al diavolo. Andiamocene. Per tre minuti non vale la pena consumare tempo e olio per riaccendere la lampada.- In pochi istanti, entrambi gli uomini aveva raccolto le loro cose, e la bottega era pronta per essere lasciata alla sua desolata tristezza. Una volta spente le lampade a olio, la “Scrooge&Marley appariva, vista dall‘esterno, se mai fosse possibile, ancora più misera e decadente che di giorno.
 -Dopodomani alle otto. Puntuale.- Fece Sanzo, tirando fuori una sigaretta.
 -Molto bene, Signor Scrooge.- Annuì Hakkai, per poi sorridere, lievemente malizioso. -Allora le auguro una buona serata … e un buon Natale!-
 -Voi morire?- Ringhiò il biondo, facendo scattare pericolosamente la mano verso la sua S&W. Per tutta risposta, Cracit sorrise, ma subito la sua attenzione venne risucchiata da un piccolo, freddo, fiocco bianco svolazzante a mezz’aria.
 -Guardi: nevica!- Fiocchi candidi cominciarono a scendere dal cielo, come in una danza, rendendo anche più chiare le strade scure. Ma se gli occhi verdi di Hakkai sembravano scintillare alla visione, le iridi ametista di Sanzo sembrarono diventare più scure e fredde.
 -Fantastico. Altro freddo e altro fango per le strade.- Decidendo di ignorare la capacità innata del suo datore di lavoro di rovinare ogni minima gioia natalizia, Cracit si limitò a salutare educatamente, e, sacco della biancheria di Ebenezer sulle palle, si diresse verso casa. Aspirando una boccata di fumo, Sanzo fece altrettanto. Salutati dal cigolio della vecchia insegna, i due lavoratori presero due strade opposte, esattamente come i loro stati d’animo.

 La casa di Sanzo si trovava a pochi isolati dalla bottega. Un palazzo di dimensioni non modeste, ma semplice e poco appariscente, nonostante il gusto retrò. Qua e là, i segni del tempo si facevano vedere, tra piccole incrostazioni dell’intonaco e rampicanti spontanei appropriatisi di lembi di muro. Ciononostante, l’edificio era in ottime condizioni, e il suo attuale proprietario non vedeva motivi di spendere denaro per questioni puramente estetiche. Parte di un affare non propriamente piacevole del defunto Hazel, il palazzo pareva avere un alone di tetra tristezza attorno, come anche lo studio notarile di proprietà di Scrooge. Difficile dire quanto questo fattore fosse dato dalla semplice presenza del biondino dagli occhi violetti, e quanto dalla storia del luogo in sé.
 Quella notte, però, la casa pareva in qualche modo più lugubre del solito. Le ombre più marcate, il vento pungente, quasi apro, così freddo da far apparire caldi i piccoli ficchi di neve che continuavano a scendere, copiosi. Persino i solitari cani randagi che di solito pattugliavano le strade attorno in cerca di avanzi, restavano nascosti, pelo ritto e zanne scoperte.
 Ma Sanzo non vi fece neppure caso. La mente ancora non aveva davvero lasciato la Scoorge&Marley”, e i suoi libri contabili. Fu quindi sincero il lampo di sorpresa che passò nelle iridi ametista, quando vide il battiporta e la maniglia del vecchio portone di casa, cambiare forma sotto i suoi occhi.
 Il sorriso sornione di Hazel Marley sul battiporta fu la prima cosa riconoscibile, subito seguita dallo sguardo impassibile di Goto sul pomello della maniglia. L’aria divenne ancora più fredda, mentre la voce spiritica di Hazel si univa al vento impazzito.
 -Saaaaanzooo Ebenezerrrrr Scrooooooge … YEOWH!!!- La reazione di Sanzo fu rapida e istintiva. Un calcio direttamente nel battiporta, esattamente sul grugno di Hazel. Il volto tornò ad essere il normale battiporta leonino, seppur nell’aria persistevano i lamenti e le bestemmie della voce di Hazel.
 -L’avevo detto io …- Bofonchiò il pomello Goto, con lo stesso tono spiritico, che però si avvide tardi della mano di Sanzo, che afferrò la maniglia e la girò con violenza, incurante di aver schiacciato il naso e ficcato un dito nell’occhio allo spirito. Le voci dei due morti gravano ancora nell’aria, quando il pesante portone in legno si chiuse alle spalle di Scrooge. E solo allora, il biondo pensò a domandarsi che diavolo fosse appena successo. Gli era davvero parso di aver visto i volti del suo defunto socio e la sua guardia del corpo. E la sua reazione era stata un riflesso condizionato. Anche se era ormai passato un anno dalla morte di Marley, l’istinto di picchiarlo appena lo vedeva non lo aveva ancora lasciato.
 Ora, però, passato il momento, non poteva fare a meno di interrogarsi su quanto era successo. Aveva davvero visto e udito le voci di Goto e Hazel sul portone di casa? Se li era sognati? I loro spiriti erano venuti dall’altro mondo per tormentarlo? Le chiacchiere sul Natale che si era sorbito per tutto il santo giorno lo avevano fatto impazzire? Con un grugnito seccato si scrollò quei pensieri di dosso.
 -Tsk! Tutte stupidaggini!- Borbottò tra sé, accendendo una candela e avviandosi alla cucina, dove mise insieme un minimo di cena. Concentrato sul suo obbiettivo, non si rese conto delle familiari ombre che la candela proiettava sul muro, una appartenente ad un gigante, e una ad una figura magra con un cappello con visiera. Entrambe intente a massaggiarsi il viso.
 Come ogni sera, Sanzo cenò nella sua stanza, dove il camino ardeva, unica cosa allegra nell’intera abitazione. Gli abiti da giorno già smessi, Scrooge indossava una vestaglia di lana sopra il pigiama. Il fuoco si sarebbe presto spento, e la temperatura drasticamente abbassata.
 La pendola aveva appena suonato la mezzanotte, quando la candela, unica fonte di luce nella stanza, oltre al fuoco del camino, si spense all’improvviso, in totale assenza di vento. Il fatto di per sé fece scappare una bestemmia di sorpresa al biondo, ma fu ciò che accadde dopo a fargli venire i brividi. Un lungo, lamentoso suono sembrò riempire la stanza, impossibile dire se fosse una voce o un altro rumore. Il fuoco, che fino ad allora scoppiettava nel camino, si spense improvvisamente come la candela, lasciando la stanza nella più completa oscurità, se non per la poca luce dalla strada. Sanzo emise un lieve ringhio, mentre cercava, a tentoni, la sua S&W. Il semplice sentire la ruvida superficie dell’impugnatura nel palmo della mano sufficiente a calmarlo.
 Il suono si era trasformato in un lungo e prolungato lamento, accompagnato da un clangore disordinato, come di catene trascinate. Mano a mano che i rumori si avvicinavano, divenne possibile anche comprendere, tra i lamenti spiritici, anche alcune parole.
 Quando era chiaro che il fracasso di catene e voci fosse appena fuori la camera da letto, il nome del biondo era udibilissimo. Un richiamo direttamente dall’oltretomba. La porta di aprì con un cigolio, nonostante fosse stata chiusa a chiave dall’interno.
 -Saaaanzo Ebenizeeer Scrooge …-
BANG!!!
 Il proiettile di Sanzo trapassò la testa dello spirito, lasciandogli un buco nel bel mezzo dal grande cappello.
 -AAAAAAH!!! M … maledetto pazzo!!! Potevi uccidere qualcuno!!!- Uggiolò nientemeno che la figura semitrasparente di Hazel Marley, avvolto in catene, seguito dal fedele Goto, che sospirava rassegnato.
 -Una fortuna allora che tu sia già morto.- Ringhiò Ebenezer, senza abbassare la sua pistola, apparentemente non toccato dal fatto che la persona con cui stava parlando fosse morta da un pezzo.
 -Ma come, Scrooge, amico mio? È un anno che sono morto, e la prima cosa che fai appena mi vedi è spararmi? Come se fossi un volgarissimo ladro …- Disse sorridendo lo spirito, sfoderando l’espressione angelica che in vita tanto lo aveva aiutato negli affari, e che faceva infuriare il biondo.
 -Giusto. Tu sei molto peggio di un ladro.- Sibilò Sanzo, che per poco non emetteva fumo dalle narici. Solo allora, però, si rese conto delle catene che avvolgevano, come una strana e lunghissima sciarpa, buona parte del corpo di Hazel e Goto. Notando che queste aveva attirato l’attenzione dell’ex-socio, il sorriso di Hazel si allargò, prendendo una piega quasi maligna.
 -Ti chiederai di queste, vero?- Domandò, mettendo in mostra i suoi particolari ornamenti. -Tranquillo. Lo saprai presto. Sono parte integrante di quello per cui sono venuto da te stanotte.-
 -A parte rovinarmi la serata?- Il tono di Sanzo era più irritato che sorpreso.
 -Sai, da vivo pensavo che neanche i morti potessero spaventarti. È divertente trovarne conferma.- Il dito di Ebenezer fece uno scatto sul grilletto, ma nessun colpo partì. A cosa sarebbe servito sparare a qualcosa di impalpabile, se non a creare buchi nei muri, e sprecare proiettili? Sbuffando come un toro, il biondo abbassò la pistola, senza però riporla.
 -Perché sei qui?- Chiese di nuovo il giovane uomo, ringhiando appena.
 -Sai, dovresti imparare ad essere più gentile verso il prossimo. Ti eviterà molti problemi … nell’altro mondo.- Nonostante l’antipatia ancora persistente per l’ex-socio, Sanzo non si lasciò sfuggire l’emozione nella voce distorta dello spirito, e il modo in cui il suo sorriso aveva perso forza. Un’esternazione di emozioni che Hazel mai, da vivo, aveva mostrato. Non a lui, almeno. E nonostante la cosa lo mettesse molto più a disagio di avere lì, in camera sua, due spettri con catene, non perse il tono irritato.
 -Cosa vorresti dire?- Gli occhi, perlacei nella figura ectoplasmica di Marley scintillarono.
 -Non crederai che sia in gita turistica, vero?- Un sospiro. -Sono qui per portarti un avvertimento.- Il sopracciglio del biondo si inarcò, curioso e confuso al tempo stesso. Hazel indicò con un cenno del capo la finestra. -Guarda fuori.- Sanzo fece come gli era stato detto. Inizialmente non vide nulla d’insolito. La neve scendeva copiosa, e il vento faceva danzare i fiocchi in maniera frenetica. Sotto un solitario lampione, una donna, probabilmente una mendicante, stringeva sotto il mantello il figlioletto, che, a occhio e croce, non doveva avere più di sei mesi. Il viso dalle guance paffute quasi blu per il freddo. Ma ciò che davvero colpì l’attenzione di Scrooge furono le figure che attorniavano la donna. Spettri, esattamente come Marley, incatenati e semitrasparenti. Porgevano alla povera madre ogni genere di oggetto, da calde coperte a piatti pieni di cibi succulenti. Ma la donna sembrava ignorarli, stringendosi ancora di più nel mantello, e coprendo il meglio possibile la sua creatura.
 -Ma che accidenti sta facendo quella stupida? Perché non accetta quei doni? Ne ha bisogno come l’aria da respirare, non può lasciarsi sfuggire un’occasione del genere …- Esclamò Sanzo, stupito dalla scena.
 -Non accetta i doni degli spiriti perché non può.- Mormorò sommessamente Hazel.
 -Cosa?-
 -Lei non è in grado né di vederli, né di udirli. Per questo, non può accettare i loro doni. Non sa neppure che loro siano lì.- Gli occhi dello spettro erano pieni di una tristezza quasi palpabile. Un lungo istante di silenzio.
 -Non capisco.- Mormorò Sanzo, scosso per la rivelazione.
 -È la nostra punizione.- Fece Marley. Ogni traccia di sorriso scomparsa, rimpiazzato da un’espressione triste, come Sanzo non ne aveva mai vista sul volto del socio defunto.
 -Punizione? E per cosa?!-
 -Per essere stati ciechi. Come quella donna non vede i doni che le vengono offerti, noi in vita non abbiamo visto il prossimo che ne aveva bisogno.- Gli occhi di Hazel erano forse lucidi? Difficile dirlo, su un volto semi trasparente. -Siamo gli egoisti, gli spilorci, gli sciacalli che non vedevano, o non importava vedere, le esigenze altrui. Non abbiamo visto la sofferenza quando eravamo in vita, e potevano fare qualcosa per alleviarla, quindi, per l’eternità dovremo stare a guardare la gente soffrire, senza poterla aiutare, nonostante ne abbiamo il desiderio.- Gli occhi ametista si allargarono, spaventati per la prima volta in quella strana serata.
 -Ma … è orribile!-
 -È lo scotto da pagare per la nostra cecità. Questo …- Hazel sollevò le catene, facendole tintinnare. -E queste catene. Le abbiamo forgiate in vita, azione malvagia dopo azione malvagia, un anello per volta. Anche tu ne hai una.- Fece indicando con un dito pallido Sanzo. -Che nel corso dell’ultimo anno, hai allungato ancora di più. E adesso è anche più lunga della mia.- Concluse, lasciando cadere la catena, che toccò il pavimento con un clangore sinistro. Scrooge deglutì, sinceramente toccato dalle parole del defunto socio. Un lungo istante di silenzio. Poi Hazel parve illuminarsi, occhi scintillanti mentre si rivolgeva a Goto.
 -Allora? NON SONO STATO BRAVO?! Erano mesi che mi allenavo! Forse un tantino melodrammatico, ma …-
BANG!
 -Maledetto idiota!!! Anche da morto devi prendermi per i fondelli!?!?- Ruggì il biondo, vene in procinto di scoppiare sulle tempie, e pistola fumante. Ignorando, per quanto possibile, il nuovo foro di proiettile in piena fronte, Marley si rivolse al suo aggressore.
 -Te l’ho sempre detto, Ebenezer. Sei una persona troppo nervosa.- Prendendo alcuni lunghi, profondi respiri, Sanzo cercò di tornare ad un minimo di calma. Poi, colpito da un improvviso particolare, si rivolse al gigante silenzioso.
 -Goto, tu che diavolo ci fai, qui, però? Tu eri davvero una brava persona. Non come questa canaglia …- Domandò, indicando lo spettro di Hazel, che ribatté, risentito.
 -Guarda che tu non sei meglio di me!!!- Ignorando le proteste del suo padrone, Goto annuì.
 -Vero. Non ho mai partecipato ai vostri affari. Ma non ho mai neppure cercato di farvi aprire gli occhi. Potevo impedirvi di fare molte delle vostre malefatte, farvi cambiare idea, o solo farvi notare quanto avesse bisogno una persona, laddove voi non vedevate. Ma sono sempre stato zitto. Vedevo, e non intervenivo. Al pari di voi.-
 -Capisco …- Mormorò a bassa voce Scrooge, sinceramente colpito. Marley sospirò, osservando la pendola.
 -È ora che ce ne andiamo.-
 -Aspetta!- Ringhiò il biondo. -Se ho già una catena come la tua o più lunga sulle spalle, e sono condannato da morto a portarmela, perché venire da me?-
 -Tu non sei ancora condannato. Puoi ancora redimerti, fino a quando avrai vita in corpo. È vero, hai già forgiato una catena lunga e pesante, ma puoi ancora spezzarla. Devi cambiare, e fare del bene. Solo così gli anelli forgiati dalle cattive azioni verranno distrutti, e la tua anima sarà leggera abbastanza da raggiungere il cielo, e non costretta a vagare sulla terra.- Gli occhi dello spettro andarono a cercare quelli ametista dell’unico vivente nella stanza. -Il nostro tempo con te è finito. Ti abbiamo avvertito su quale sarà il tuo destino, se non cambierai. Ma la nostra non sarà l’unica visita che riceverai stanotte. Incontrerai altri tre spiriti. Uno ogni volta che la pendola segnerà l’ora.-
 -Non posso incontrarli tutti insieme e farla finita?- Domandò speranzoso Ebenezer. Hazel e Goto sorrisero appena.
 -Tre spiriti, Sanzo, vecchio mio. Tre spiriti. È la legge.- Sanzo grugnì, irritato. Poi, con sorpresa, si rese conto che i due spiriti stavano sparendo, e anche molto velocemente.
 -Hey, aspettate, dove state andando? ho ancora delle cose da chiedervi … aspettate!!!- Gridò, ma i due spettri sorrisero, ormai appena visibili nell’oscurità.
 -Cambia, amico mio! Cambia, e salvati!- Furono le sole parole che Sanzo riuscì a sentire, prima che i due defunti sparissero. E stavolta per sempre, ne era certo. Stordito dai fatti appena conclusisi, quasi non si accorse che il caminetto era di nuovo acceso, il fuoco scoppiettante e vigoroso come se non fosse mai stato spento. Ebenezer si sedette sulla vecchia ma elegante poltrona. La mente rivolta a quanto gli avevano raccontato Hazel e Goto. Le mani passarono tra i capelli biondi. Irritazione, timore, confusione, erano solo alcune delle emozioni che si stavano contendendo un posto nel giovane uomo. Nonostante ciò che era appena successo nella sua stanza, non sapeva cosa pensare. La sua parte logica, da sempre predominante, gli urlava che erano tutte sciocchezze, e che era meglio se se ne fosse andato a dormire, e dimenticare tutto quanto. Ma un’altra non poteva fare a meno di raccogliere l’avvertimento, e riflettere su quanto gli era stato detto.
 -Tsk! Tutte sciocchezze!- Ringhiò senza però la convinzione di sempre. Quello che aveva visto quella notte poteva essere spiegato con semplicità scientifica. Un gioco della mente, qualcosa di indigesto, un sogno realistico. Si portò alle labbra una sigaretta, ma appena prima di accenderla, decise di lasciar perdere.
 -Non si sa mai.- Borbottò, buttandola nel fuoco. -Magari non è solo tabacco …- Stufo di scervellasi su quanto accaduto, verità o illusione che fosse, si buttò sotto le coperte, chiudendo per bene le coltri del grande letto a baldacchino. In pochi minuti, Sanzo cadde in un sonno agitato.

-Fine Capitolo 2-
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saiyuki / Vai alla pagina dell'autore: WillowG