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Autore: Dingo 92    26/11/2010    0 recensioni
Ho ambientato questa storia in Giappone,però,attenzione,non ho inserito le tradizioni e gli usi Giapponesi ma ho inventato qualcosa di mio.Ci sarà molta avventura,azione a anche l'amore.Si parlerà molto di ninja e quelle cose la quindi di combattimenti etc,è la mia prima storia che pubblico e non so se piacerà.Consiglio di leggerla a che ,come me,ha la passione per le cose fantasy e d'avventura.Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                Incubo di fuoco
 
 
Suo padre si rialzò incredulo.Guardo il corpo dello scimmione per terra e strabuzzò gli occhi.Suo figlio Kiro teneva la sua spada in mano.
-Kiro,sei stato tu,figliolo?-
-Tecnicamente si...-
-Sapevo che avrei fatto bene a portarti con me...perchè non mi hai detto prima che eri cosi bravo ad uccidere?-
-Padre,non sono bravo e,soprattutto,non mi piace uccidere,l'ho fatto perchè ti stava facendo fuori!-
-Non devi vergognarti,non sei un assassino,Il Gran Kirowa ha creato le bestie affinchè noi ci nutrissimo!Non possiamo aspettare che spirino per nutrirci,capisci?-
.Si,padre,ma ti ripeto che l'ho fatto per difenderti...-
Il padre si scrollò le spalle e si sfregò gli abiti,per levare la terra.
-Bhe,rimane il fatto che l'hai fatto con stile!Un affondo così profondo...-
A Kiro non piaceva quello che aveva fatto.
In pochi minuti aveva ucciso due creature.Anche se all'inizio aveva voglia di usare un arma adesso era addolorato,era come se una parte di sè se ne fosse andata via con l'anima degli animali.
-Dammi la spada,anche se hai una buona destrezza con questa,ma non è adatta a te.Ce ne vuole una più piccola,te ne procurerò una,magari nuova.-
La spada apparteneva alla famiglia di Kiro,i Geruku,per migliaia di anni.Il padre però la puliva e la affilava ogni settimana.Se si osservava con cura l'elsa,enorme e con una fessura per tenere salda la mano dentro,si poteva vedere ancora una piccola iscrizione che recitava:
 
Kore na Zuku nyotte gizu Geruku no ken,masuta to chui shite hokan shite imasu.
Questa è la spada dei Geruku,forgiata da Zeku,custodiscila con maestranza e con cura.
 
-Bene,vediamo come trasportare questa bestia,ci sarà da mangiare per due settimane!Magari la facciamo a pezzi.-
Il padre di Kiro procedette alla scuoiatura del gorilla,estraendo con cura il pugnale di Onishu,che una volta morta la bestia,captava l'assenza della sua anima e ritirava gli uncini.
Partì dal collo e iniziò a levare la pelle all'animale.Kiro guardava lo spettacolo con orrore,anche perchè il sangue che scolava era tantissimo.
Aveva sempre odiato qualunque cosa fosse del colore del sangue.Gli ricordava la morte,la sofferenza.Odiava quel liquido che scolava con calma dalla carne.Anche l'odore era qualcosa di terribile per lui.Per circa mezz'ora il padre stese a scuoiare con cura l'animale e a tagliare in parti il cadavere.L'unica parte che lasciava stare era la testa,che poi attaccava al muro di casa come trofeo.Quelle enormi corna avrebbero fatto spaventare chiunque.
-Kiro,aspetta qui col bottino,noi stiamo tornando,dobbiamo portare qualcosa in cui contenerlo.-
-Va bene,padre.-
Si erano diumenticati di portare la sacca per metterci dentro la pelle e la carne,quindi sarebbero dovuti risalire e poi riscendere.Quindi Kiro si sedette su una piccola roccia e iniziò ad osservare cio che prima era stato un gorilla.
Vide la carne senza forma,da cui erano stati eliminati gli eccessi,come il grasso e gli organi e rabbrividì.La sua espressione era di ribrezzo e disgusto.Poi si concentrò ad osservare il volto ormai spento della bestia.Gli occhi enormi rimasti tali e quali alla sua ultima espressione,un espressione di rabbia e dolore.Si chiese cosa c'era dietro quegli occhi,un padre di famiglia,uno scapolo,un veccchio esemplare sopravvissuto a mille intemperie?
Le fauci aperte e sgorganti di sangue rosso.Gli enormi denti.La pelliccia nera,folta e arruffata,sarebbe stata un buon mezzo per riscaldarsi.Eppure un tempo,un tempo infinitamente vicino,quella pelliccia era viva,sostenuta dai muscoli e dalle ossa.Il padre aveva provveduto ad asportare anche quelle e a buttarle nel lago.Quando Kiro si sporse verso il lago le vide.Nel fondale,erano ancora ricoperte da carne ma i pesci si stavano affrettando a divorarla.
Kiro penso quando era ancora un cucciolo,quando giocava con i fratelli,quando imparava a cacciare con la madre.Gli sgorgò una lacrima amara sul viso.La asciugò e si pentì di quello che aveva fatto.Poteva anche minacciarlo di andarsene.Ma in quel caso suo padre si sarebbe arrabbiato a morte con lui per essersi fatto scappare quella preda.Non aveva altra scelta.Improvvisamente un dolore gli percorse la schiena e scese giù,e poi risalì,al cuore.
Un dolore fiammante,come se dentro di lui ardesse una fiamma.Gemette e si toccò il petto.Poi sparì.
-Cosa...cosa è stato?-
Ritornò più forte di prima e stavolta gridò.
-Per Kirowa,cosa è?-
Non capiva cosa era a provocargli dolore.
Poi pensò a una storia che gli aveva raccontato sua madre.La storia di un Gakusei che aveva avuto il potere di predire le sciagure e i disastri.Quando il cuore gli batteva forte,allora qualcosa di brutto stava accadendo.
Kiro però pensò che questa fosse una storiella per bambini e iniziò a pensare che probabilmente era soltanto un pò di fame,causa assai improbabile di un dolore al cuore.
Passò circa un quarto d'ora e Kiro continuava ad aspettare e a lamentarsi per i dolori.
-Oh,ho fame...quando arriva mio padre?-
Allora ansioso iniziò a camminare nervosamente avanti e indietro.Quando nemmeno dopo un ora il padre decise di farsi vivo allora Kiro decise di risalire,senza aspettare più.Probabilmente il padre si era perso in qualche discorso con gli abitanti della piccola città in cui abitavano oppure si era fermato a pranzare.Lo faceva spesso e quindi Kiro era sicuro di quello che faceva.Il padre,per quanto affettuoso,non si prendeva molta cura del figlio più piccolo.
Risalire la cascata fu qualcosa di più lento della discesa.Però il ragazzo ci mise estrema velocità,perchè temeva che i dolori ritornassero.Lasciò il bottino lì dov'era.Anche se Kiro era molto coraggioso,a volte aveva paura di rimanere da solo per tanto tempo.Quando risalì corse per il ruscello,con tutta l'acqua che sprizzava di qua e di là.Le piccole scarpe che indossava erano piene d'acqua e quando il ragazzo arrivò allo stagno si riempirono di limo e di tutte le schifezze che si trovano negli stagni.Anche se la puzza dello stagno era tremenda il secondo odore che captò Kiro era ancora più orribile.Era fumo.
Il ragazzo chiuse le narici respirando,però, con la bocca,perchè dopo la lunga corsa aveva perso il fiato.
Poco dopo l'atmosfera si riempì ancora di più del grigio fumo,che iniziò a roteare in mezzo a lui.
Quasi quasi non ci vedeva più.
Riprese la corsa e quando arrivò alla soglia della città lo spettacolo che vide era orribile.
Enormi fiamme rosse e arancio si innalzavano nel cielo e si fondevano con esso.Il fumo accerchiava le fiamme e saliva ancora più su.
Grida disperate giungevano alle sue orecchie.Con gli occhi spalancati dal terrore Kiro guardò la città che prendeva a fuoco.Il dolore lo avvolse di nuovo,più forte che mai e il ragazzo barcollò per terra.Tenne stretta la mano al cuore e gridò.-NO,COSA è SUCCESSO!!??-
Il cuore batteva all'impazzata ,non riusciva più a respirare.Con grande sforzo si sollevò da terra e continuò a correre,anche se era attorniato dal dolore.Si fece strada in mezzo allo scompiglio generale.Gente che urlava e piangeva,persone che bruciavano vive,bambini che cercavano i genitori.Tra tutta quella confusione Kiro,arrivato vicino casa sua,vide sua sorella,con un enorme ferita all'addome.
-Metki,ti prego,cos'è successo?-
-Ciò che ho visto io non posso dirlo,per tutto l'orrore!-
Cercò di sostenere la sorella,mentre il dolore continuava.Strappò il lembo di giacca della sorella per mostrare la ferita.Tantissime schegge di legno erano conficcate nella sua carne rossa.Kiro si rivoltò.
-Dov'è Onishu?-
-Lui...non c'è più,se ne andato,Kiro!-
-COSA??-
-Miruki...lui è qui,non c'è speranza per il villaggio,ucciderà tutti.Ti prego salvati,Kiro!-
Miuruki,il Demonio.
 
Miruki era il figlio di Krotan,colui che aveva creato il male e il dolore.Fratello di Kirowa,Il dio supremo,egli era stato ucciso dalla spada sacra,la Kiyoshi Ken,quando il Guerriero Perduto,il figlio di Kirowa,era giunto nella Terra,agli albori della conoscienza.Miruki,per vendicarsi,aveva ucciso con la Aku No Ha,la lama del male,il Guerriero,ma questo quando stava per spirare aveva promesso che un nuovo Guerriero sarebbe tornato,reincarnandosi in un uomo giusto e valoroso.

 
Kiro stese la sorella sull'erba e andò a cercare il fratello,incredulo di ciò che gli aveva detto.Miruki,non poteva essere.
Vide la sua casa.Era quasi tutta distrutta.Quella che prima era una bella dimora accogliente adesso era un cumulo di polvere e macerie.Il fratello,in mezzo a quelle,era completamente bruciato.Gli occhi socchiusi e il pugnale in mano.Kiro lo guardò.Un enorme senso di colpa lo assalì.Era convinto che suo padre avrebbe potuto uccidere Miruki,ma ciò che credeva era impossibile.Lui era l'essere più potente che c'era,no aveva eguali.
Si inginocchiò accanto al fratello e pregò,lì,in mezzo a quella sciagura.
Chiese a Kirowa il perchè di quello.Perchè era successo.Perchè non si poteva evitare.
Poi si alzò e prese il pugnale dalla mano del fratello,che ormai carbonizzata si spezzò ed esplose in mille granelli.Il pugnale,invece,era ancora intatto,ma il calore che emanava era enorme.Kiro lo strinse in mano,anche se si stava scottando,ma niente era più ardente dell'ira che aveva nel cuore.Iniziò a correre più forte che mai,raggiunse la sorella ma era troppo tardi.Era morta anche lei.Il sangue che poco prima aveva visto fuoriuscire dalle carni del gorilla adesso lo vedeva nella sorella.L'erba era diventata rossa.Il volto della sorella era pallido,bianco come il latte.Kiro la guardò e gli sollevò il viso.
-Metki,l'erba non doveva diventare rossa per te,per il tuo sangue,ma per il bottino che avremmo portato qui,per cui avremmo fatto festa ogni giorno.Ma questa catastrofe ci ha colpito!-Gridò più forte che poteva e la faccia era rigata dalle lacrime salate.
Prese anche la lama della sorella e la benedì con una preghiera.Allargò la cintura di stoffa e nello spazio mise la lama.Ormai l'inferno si era placato.Molta gente era stata uccisa da Miruki,mentre lui piangeva le anime dei gemelli.Sicuramente anche suo padre era morto.Però insistette a cercare il corpo finchè non sentì un rumore,come di spade che si sfregavano.Il rumore proveniva da dietro casa sua e quando raggiunse il posto vide suo padre.Non aveva più il braccio destro e con il sinistro stava tenendo la spada.Stava combattendo contro un uomo incredibilmente alto, una divisa nero pece e una maschera di argento al viso.Un espressione orribile era trapelata dalla maschera.Il ragazzo si chiese chi era.Però quando quello riuscì a battere suo padre conficcandogli la spada nel collo lo capì subito.
Il padre di Kiro cadde rovinosamente a terra e il colo iniziò a sanguinare.Miruki si accorse di Kiro e lo osservò.Kiro era immobile,e guardava le fessure che c'erano a posto degli occhi.
-.Ciao,ragazzino,ci rivedremo presto!-
In quel momento avrebbe preferito buttarsi verso di lui e,anche se non sarebbe stato utile,vendicare la sua famiglia.Invece era rimasto immobile.Aveva guardato il male negli occhi.Il Demone,con le fiamme che lo avvolgevano e gli danzavano intorno,si smatterializzò.Vide per un attimo uno spazio nero immenso e poi non c'era più.Il taglio che aveva fatto al collo del padre era orribile,nessuno sarebbe sopravvissuto.
Prese anche la sua di spada,chiedendosi dove fosse l'altro pugnale.
La spada che era appartenuta alla sua famiglia per generazioni adesso era sua,solo sua.
Aveva intravisto sua madre in mezzo allo scompiglio ma non sapeva dove fosse finita.Forse c'era ancora la speranza che fosse viva ma in quel momento tutto ciò che mancava a Kiro era la speranza.Erano morti tutti i suoi parenti,gli amici,i conoscenti.
-Otterrò la mia vendetta Miruki,io sono disposto ad uccidere chiunque,affinchè un giorno tu non ci sia più!!-
Ma veramente avrebbe fatto così?
Ora voleva più che mai imparare a combattere.Quel mostro li aveva uccisi e avrebbe imparato a soffrire come aveva sofferto lui.
Scappò via dalla città.Non voleva più vedere quello che era successo.Iniziò a correre per le pianure,senza una meta,un luogo da raggiungere,senza nulla in testa.Pesava solo a correre più veloce che poteva,sentiva il vento che gli scorreva nelle vene,fino a quando,stremato dalla fatica,cadde in mezzo al grano e perse completamente i sensi.Non capiva più niente,la spada gli pesava e la testa era affollata dagli incubi.
Non aveva più alcuna ragione per vivere.Si addormentò sperando che tutto quello che era successo fosse solo un terribile e pauroso incubo.
  
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