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Autore: Spuffyna_93    27/11/2010    2 recensioni
Sono passati circa due anni dalla sconfitta del Primo e dalla scomparsa di Spike ma nonostante ciò Buffy non riesce ad andare avanti e il suo cuore le suggerisce che Spike è ancora vivo.
"Tutto in quel maledetto inferno bruciava intorno a lui. Era una sensazione orribile,sentirsi le fiamme sfiorare il corpo e non poter far niente per fermarle…sentire tutti quei lamenti di quegli spiriti che torturavano lui e la sua nuova anima per tutte le sofferenze che gli erano state inflitte da quello spietato vampiro che aveva trucidato mezza Europa"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Seduta sul letto della sua camera,nella casa della madre,a Sunnydale,Buffy giocava con il medaglione che teneva intorno al collo e dal quale non si era mai separata. Era strano,non riusciva a capire come quel semplice medaglione color ametista,che brillava di mille sfaccettature di viola e tempestato di brillanti,avesse potuto portargli via il suo unico amore….Come poteva un oggetto così piccolo essere fonte di un dolore così grande? A questo Buffy non sapeva rispondere…Una lacrima cadde sul piccolo oggetto che teneva con estrema cura tra le sue mani,e il medaglione emise una strana luce,ma che poi si esaurì subito,tanto da farle pensare che avesse avuto un allucinazione. Ma non si stupì dalla reazioni che i suoi occhi avevano quando osservava il ciondolo,forse era la stanchezza. Decise di non permettere alle lacrime di scorrere come un fiume in piena sul suo viso perché a Sunnydale,fuori,era buio e questo significava piccole bambine o ragazze appariscenti e indifese in pericolo,possibili prede di qualche vampiro appena nato o di qualche altro mostro sopravvissuto alla bocca dell’inferno. Lentamente,per paura di cadere,per l’ennesima volta,si alzò dal letto,rimise il medaglione attorno al suo collo che sfiorò la cicatrice a forma di morso che aveva,e che la fece sussultare. Poi scese le scale,si avvicinò al baule di legno,che conteneva le sue armi,lo aprì,prese la balestra,la sua preferita,due paletti di legno, e qualche coltello…infilò il tutto nella sua giacca di pelle nera,quella che le aveva regalato Down per il suo compleanno,e aprendo la porta di casa uscì avvolta nella nebbia e nell’oscurità della notte.
Camminava piano,attraversando tutti gli isolati che distavano dal cimitero di Sunnydale e mentre camminava,come durante tutte le sue ronde,la sua mente lasciava libero arbitrio ai suoi ricordi,a quelli migliori e a quelli più tristi,tutti riguardanti Spike. Mentre camminava sentì una fitta,come se il medaglione che portava al collo fosse vivo,e si fosse stretto ad esso,facendola sussultare,ma non così potentemente da destarla dal suo sogno ad occhi aperti. Arrivata al cimitero,sentì una grossa fitta attraversarla,e uno schianto che la fece cadere a terra,contro una lapide,che si disintegrò al suo contatto…Sentiva un liquido caldo e denso colarle dalla testa e un graffio si aprì alla base del collo. Improvvisamente un ringhio possente e assetato la richiamò alla realtà e si rese conto di quello che era successo: un vampiro l’aveva presa alla sprovvista,le aveva tirato un calcio,in conseguenza al quale era andata a sbattere contro la lapide e si era provocata la ferita alla testa,che le aveva inferto un graffio,abbastanza profondo,alla base del collo…E tutto ciò aveva scatenato ancora di più la sete della creatura della notte che si era ritrovata davanti. La cosa strana era che,prima che tutto ciò accadesse,il medaglione aveva reagito,come se cercasse di metterla all’erta,di avvertirla dell’imminente pericolo che incombeva su di lei. In un istante capì che quello non era il momento giusto per abbandonarsi alle riflessioni: bisognava reagire,bisognava combattere! Di scatto si alzò,diede un calcio al vampiro in pieno torace,e approfittando della distrazione del nemico sfoderò dalla sua giacca il paletto,che fino a poco fa premeva sul suo petto,e con un’incredibile capriola in aria incastonò il piccolo frammento di frassino nel cuore,ormai privo di battiti e pulsazioni,del vampiro,che con un espressione piuttosto sorpresa ma allo stesso tempo sofferente,svanì nell’aria,lasciando solo piccole ceneri,che il vento avrebbe portato via,sul campo di battaglia.

Tuttavia,nonostante la sua vittoria, Buffy non mollò il paletto,perché oltre al senso di cacciatrice che le diceva di no farlo,sentiva una voce,profonda,calda e a lei famigliare,che le diceva di non abbassare la guardia per nessun motivo. Non ebbe neanche il tempo di sorprendersi di ciò,che alle sulle spalle un’altro vampiro le si avvicinò con un ringhio furibondo,quasi come se lei fosse una persona che lui conoscesse e verso la quale provasse un odio profondo. Nuovamente la sorpresa non la dominò,d’altronde è normale che un vampiro provi un risentimento verso la prescelta,pensò Buffy. Subito il vampiro le fu sopra. Di nuovo la voce profonda e calda di pochi minuti fa sussurrò dolcemente nel suo orecchio “spostati e dagli un pugno,non tanto forte,allo stomaco” non se lo fece ripetere due volte e fece come la voce le aveva ordinato. Tirò un calcio leggero alla pancia del demone,che cadde a terra,piegandosi del dolore. “Come facevi a sapere che ho una ferita proprio qui?” disse il vampiro scoprendo gli addominali,marcati da un profondo taglio,che si era riaperto con il calcio di Buffy. “Sono o non sono la cacciatrice? Chiamalo sesto senso” disse,accentuando la frase con una piccola porzione di sarcasmo che adoperava durante le sue ronde,prima che il mondo sprofondasse sotto ai sui piedi. Il vampiro si rialzò,pronto a schiantarsi contro la cacciatrice;di nuovo la voce melodiosa che aveva udito prima si fece risentire e stavolta sussurrò “spostati…” lei obbedì,incantata da un tono così tanto armonioso ma allo stesso tempo letale. Il vampiro sorpreso si rivolse a Buffy “Tu! Lurido bastardo,non eri forse morto disintegrato,disonorando la stirpe degli immortali? Come hai fatto a tornare?” ma il vampiro non ebbe neanche il tempo di terminare che una disorientata Buffy lo colpì con il paletto e lo polverizzò. Confusa ancora più di prima,ritornò a casa,svuotò la giacca riponendo le armi nel baule e si precipitò al telefono. Compose un numero che già era stato digitato molte altre volte e mettendosi la cornetta all’orecchio attese che una voce rispondesse a tutte le sue domande.

-Pronto?- rispose la voce al di là del filo,con un accento piuttosto inglese ma di chi la sa lunga sulla vita.

-Salve,sono Buffy,posso parlare con Rupert Giles?-

-Buffy? Sono io che c‘è?-

-Scusi signor Giles non l’avevo riconosciuta-

-Non ti preoccupare Buffy,dimmi pure,dal tono della tua voce si direbbe che è successo qualcosa…-

-Si…veramente non so neanche come spiegarlo,è successo così velocemente che non me ne sono nemmeno resa conto….E poi…-

-Santo cielo Buffy cosa diavolo è successo??? Così mi fai preoccupare seriamente,c’è qualcosa che dovrei sapere? Ti è capitato qualcosa?-

-No,no io sto bene signor Giles...Però…-

Ci fu una breve pausa.

-Buffy? Pronto ci sei?-

-Si,si mi scusi…E‘ solo che è una cosa delicata,una cosa di cui non possiamo parlarne al telefono!-

-Buffy io posso tornare,lo sai che se hai bisogno non hai altro che da chiederlo!-

-Va bene….Signor Giles?-

-Si?-

-Grazie,grazie di tutto-

-Prego Buffy! Sarò li da te tra tre giorni,mi dispiace ma non posso fare altrimenti….-

-Va Benissimo,non si preoccupi…Ora…emmh…vado-

-Ok! Ci vediamo tra tre giorni,non fare niente di avventato-

-Va bene!-
Detto questo riagganciò. Detestava mentire,specialmente a Giles,non se lo meritava…Ma come poteva promettergli di non fare niente in questi tre giorni? Aveva passato due anni senza reagire,e ora che aveva una speranza per poter andare avanti,come poteva non aggrapparsi ad essa? Se l’unica cosa che ti da la forza di combattere,l’unica cosa che da un senso alla tua vita,tutto ad un tratto scompare che altro puoi fare se non smettere di respirare?…isolarsi,soffrire,piangere,urlare,questo era quello che aveva fatto la cacciatrice per tutto questo tempo,ma sembrava che non fosse mai abbastanza. Perché più si soffre e più non si riesce ad andare avanti,perché non riusciva a togliersi dalla testa quel maledetto vampiro,che tanto aveva odiato?
Perché proprio quel dannato vampiro si era sacrificato per proteggerla,per non distruggere il mondo? Non poteva essere morte lei,di nuovo,al suo posto? E ora che dentro di lei,nella sua testa,o forse nel suo lacerato cuore,sentiva di nuovo quella voce tanto meravigliosa da toglierle il fiato,per quale motivo avrebbe dovuto arrendersi e ritornare di nuovo nell’oblio della sofferenza? L’eco della voce meravigliosa,che secondo lei proveniva dal medaglione che si rifiutava di togliersi,scatenava dentro di lei emozioni inimmaginabili,e tutte diverse e reali. Provava amore,perché aveva amato,e tutt’ora amava,l’essere a cui apparteneva quel suono ma risentire nuovamente quella voce la faceva sentire anche triste,perché si rendeva conto che ormai lui non c’era più e niente sarebbe più tornato come prima. Non avrebbe potuto sopportare il dolore che avrebbe provato se si fosse illusa della sua esistenza e se avesse provato a cercarlo,scoprendo poi che era stato tutto frutto della sua mente e del suo dolore. Perché lei sperava nell’esistenza di Spike,sperava che un giorno lui sarebbe tornato da lei o che,tutto ad un tratto,si fosse destata da quell’incubo,ritrovandosi nel suo letto e con accanto il suo adorato vampiro. Perciò risentire quel suono dentro di lei la fece tremare,perché aveva paura di ricadere nel baratro della disperazione. Ma avrebbe sopportato quel dolore atroce per riaverlo con se,perciò non poteva fare quello che le aveva chiesto Giles:niente. Non era forse giusto,una volta nella vita,che Buffy si illudesse di non aver perso quello che amava più di ogni altra cosa e trovare una via d’uscita a quel dolore tanto straziante,cercare di dimostrare che lui è ancora da qualche parte chissà dove?
Troppe volte il mondo era stato crudele con lei e troppe volte aveva sopportato inerme la perdita di qualcuno che amava,perciò era giunto il momento di reagire,il momento di combattere e comportarsi come una vera cacciatrice,senza badare ai fantasmi del passato che incombevano su di lei e senza permettere alla depressione,alla tristezza e alla disperazione causata dalla perdita di devastarla e di dominare i suoi istinti.
Perciò scese le scale in fretta e in furia,e visto che era sola in casa,incominciò le sue ricerche. Decise di iniziare con i libri che aveva a casa. Prese quelli che più le interessavano come “Gli Immortali”, “La morte dei Vampiri”, “Ritorno dall’Aldilà” ma in nessuno di questi manoscritti trovò la risposta che cercava.
Mentre rifletteva su quello che doveva cercare si rese conto che stava seguendo la strada sbagliata e che la soluzione ai suoi problemi,le risposte alle sue domande, erano state con lei sin dall’inizio. Lei stessa se n’era resa conto la scorsa notte,quando il medaglione le aveva “suggerito” come affrontare quel vampiro che l’aveva messa in difficoltà. Forse se fosse risalita alla persona che aveva avuto tra le mani quel medaglione avrebbe potuto saperne di più. L’unica persona che Buffy fosse in grado di raggiungere e che aveva un collegamento con il medaglione era Angel. Perciò decise di andare a fargli una visita a Los Angeles.

  
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