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Autore: Galexireb    28/11/2010    1 recensioni
Beh, all'inizio erano i Poteri dell'Asse...
Poi, per contrasto, si sono aggiunte le Forze Alleate...
Ma nell'era odierna, una Nuova Alleanza si affaccia sul fronte internazionale, con l'obiettivo: iniziare la loro storia.
Questa è la storia dell'Alleanza Invincibile.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autore: OH MERDA SANTISSIMA O_O è impossibile scrivere un capitolo oggi giorno èwé ci ho messo più di tre mesi per trovare il tempo per completarlo...
Anticipo qualcosa: 1) il prologo vero e proprio finisce con questo capitolo. Dal capitolo successivo, inizia la storia vera e propria, con la trama e compagnia bella. Mi sono ahimé reso conto che sarà enorme la Fan Fiction, perciò, vi chiedo di avere pazienza e continuare a seguirmi comunque X°D 2)In alcune scene ho cercato di ricreare ciò che visivamente fanno i personaggi di Hetalia. Mi spiego: apparire dal basso nella scena, andare a finire in un altro punto della sala... è una cosa che capita sovente in QUALSIASI puntata di Hetalia X°D 3) C'è la presenza, a fine capitolo, di un nuovo OC. Ho voluto mettere in chiaro la distinzione con UN ALTRO Character, che in realtà Himaruya ha creato, che rappresenta l'altro pezzo, ma che oltre questo capitolo NON apparirà più. Al convegno ci sono tutte le Nazioni, ma per ovvii motivi, non le ho elencate o fatte parlare tutte.

A coloro che hanno recensito: Vi ringrazio di cuore, davvero ^^ spero vi piacerà ancora come io scriva ù.ù perché la storia, senza un briciolo di modestia, diventerà magnifica X°D è la mia tecnica di scrittura che potrebbe lasciar a desiderare T.T


ULTIME NOTIZIE: Sto organizzando alcune chicche, per questa FF ù.ù una di esse, è la seguente, che vi vado a mostrare: ho fatto commissionare ad una mia amica, Fabiola Nocera, cui do i diritti per la sua arte grafica, il disegno di San Marino:

http://img689.imageshack.us/img689/7954/60161114247905298972100.jpg

È una mia creazione, perciò non la potete utilizzare èwé


Buona lettura ^^





Dedicato a Nina <3 ^^








Chapter 2 – UAS vs World




Nel mondo secondo Hetalia...
La Sardegna e la Sicilia sono state calciate via dall'Italia. (cit. Nonciclopedia)



Palermo


11/08/10 – 21:30




Mentre i giovani pseudo-staterelli assaltavano di coccole… qualcuno (?) poco lontano, in cima a un cornicione del magnificente Palazzo Reale, un drappo rosso e giallo, vessillo siciliano, fluttuava lieve sotto il cielo ormai scuro, luccicando d’oro alle luci della vicina strada.
Lì, in quel luogo colmo di storia e cultura, un’eredità magnifica dei Nordics, Lia aveva liberato e sistemato la sala adibita alla Riunione dell’Assemblea Regionale Siciliana, pronta ad ospitare gli stati hetaliani che attendevano nell’atrio.
Sospirò. L’ultimo capitolo della battaglia si stava per scrivere. Era il momento della verità…
Toccò leggera il legno del tavolo, annuendo piano a sé stessa. Una mano apparve, e si posò sopra la propria, delicata.
«Da quanto non dormiamo, Rosalia?» chiese la ragazza, sussurrandole all’orecchio, stanca nella voce, ma pur sempre dolce.
«Non ne sono sicura… due settimane?»
«Una VITA… non chiudiamo occhio da secoli ormai… ricordi i Punici? Loro furono i primi a privarmi del sonno…»
Sentì una lacrima di Filomena bagnarle triste il collo, desiderosa di consolazione. Voltandosi leggermente, e mettendole una mano sulla guancia bagnata, disse «Fra poco potremo dormire serene… saremo… libere! Di essere ciò che siamo, di fare quel che desideriamo!»
La ragazza la guardò, lacrime alle iridi. Lia le passò una mano fra i corti capelli neri, mentre l’altra, con un po’ di gioia nel cuore, rispondeva più felice «Sì… non vedo l’ora di distendermi su quel talamo…»
Si guardarono intensamente per qualche istante. Ad interromperle fu la voce, abbastanza allarmata, di Michaila, che entrando di corsa dalla porta disse sottovoce «Stanno arrivando, stanno arrivando!» Tutti si fermarono. L’Alleanza si bloccò, trattenendo il respiro.
Passi. Tanti passi concitati provenienti dal corridoio fecero innalzare il battito cardiaco dei più. A rimanere impassibili, i fratelli Karmi, seduti a gambe incrociate sul lungo tavolo, e San Marino, con la rossa spada nella mancina.
La porta, socchiusa, venne spalancata con un tonfo da Ludwig, dallo sguardo severo, ma tranquillo. Dietro di lui, si stagliava il Mondo, uno ammassato sull’altro, nel tentativo di entrare nella sala. Non passarono neppure dieci secondi. All’inizio, il silenzio. Poi, dal folto delle nazioni sull’uscio, uno emerse, saltando, sovrastando tutti gli altri con la sua figura.
Un urlo, di rabbia, squarciò la Sala Ercole. Ruotando violentemente la grande ascia in aria, lo sguardo puntato su uno in particolare, Danimarca si lanciò dall’alto, caricando con la destra la possente arma.
Obiettivo: Malik. I movimenti rapidi di Mathias impietrirono l’uomo, bloccandolo di fronte il bancone. L’Alleanza aveva gli occhi puntati sul feroce nordico, che, con la sua arma, in pochi istanti gli fu addosso…
Il clangore violento del metallo scosse la sala. In un urlo disumano, ira allo stato puro, cercava con tutte le forze di raggiungere la sua vittima, la parte di sé che si stava ribellando. Unico ostacolo alla sua vendetta, era Sereno, che, fulmineo, s’era posto davanti a Groenlandia, salvandolo con la sua arma.
Il Vargas contrasse la bocca. Scintille azzurre scaturivano dall’incontro delle due lame, quella della spada, nel tentativo strenuo di difendere, e l’altra, di quell’ascia utilizzata con tale violenza che il suo lungo e sottile manico metallico sembrava sul punto si spezzarsi in due.
«Fermo.» Una parola, fredda, ma carica di autorità. Una mano si posò sulla spalla rigida di Mathias. Questo si girò di scatto, guardando negli occhi Svezia, suo compagno.
Gli occhi del nordico lo fissarono. Svezia sembrava sul punto di ipnotizzare il ragazzo, che ancora premeva contro la lama di Sereno, nel tentativo di sfondare le sue difese.
Dopo poco, lo sguardo assassino scomparve dal volto di Mathias. Aveva capito ciò che Berwald tentava di dirgli senza parole. Sorrise, chiudendo gli occhi, e ritrasse l’arma. Sfinito, San Marino fece svanire la sua spada, toccandosi l’avambraccio sinistro. «Stai bene?» chiese a Malik, guardandolo. Questo abbassò lo sguardo, un po’ scosso. Con un cenno del capo, rispose all’alleato, che, muovendo lo sguardo verso Rosalia, le dette il via libera.
Passato quel momento di tensione, tutti gli invitati si sedettero nei posti che preferivano. I membri dell’Alleanza rimasero in piedi, mentre con un cenno della mano, Filomena invitava Michaila e chiamare anche Mage.
Il silenzio cadde. Uno strano gelo riempiva la stanza. La tensione era talmente alta che invadeva l’aria, i polmoni, ogni singola goccia di sangue.

E ora?

A rompere il silenzio fu un ragazzo, dai capelli biondi, sedutosi in prima fila, composto e sistemato. Da sotto le larghe sopracciglia, due occhi verdi facevano capolino, che scrutavano ad uno a uno tutti quegli stati falliti. Infrangendo la tensione che si era creata, disse «Sarebbe cortese nei nostri confronti se anche voi vi sedeste…»
Rosalia sorrise. Sapeva cosa stesse intendendo. Facendo una leggera riverenza, disse «E perché un gentleman come lo siete voi, my lord, non aiuta questa giovane donzella a sedersi?»
Colpito nel vivo, lui arrossì violentemente, e, stizzito, si alzò per aiutare Sicilia a sedersi. Dietro, in seconda fila, qualcuno soffocava a stento le risate.
Il Regno Unito si avvicinò. Si mosse tenendo una mano puntata verso il tavolo, e, superando un paio di loro alleati, raggiunse le due sorelle Vargas.
Altezzosa, e divertita allo stesso tempo, Filomena gli mise una mano davanti, bloccandolo. «Ho letto il tuo fascicolo, Arthur. So cosa stai pensando!»
Lui indietreggiò di un passo, guardandola irritato «Cosa?! Cosa vorresti insinuare?!»
Dalla porta principale, con un lieve suono di passi, entrarono, scortati da Macao, i “prigionieri”. Mormorii si alzarono dai lunghi banchi, alla vista dei cinque personaggi che stavano camminando, tranquilli, davanti a loro, seguiti da uno staterello provvisto di un lungo bastone.
Con un sorriso in direzione del primo di loro, Filomena invitò quest’ultimo a venire lassù.
Sereno e tranquillo, Ivan, in tutta la sua possenza, si avvicinò alla ragazza che l’aveva chiamato. Indicando la postazione della sorella, chiese: «Russia-san, potresti farci l’onore di sederti su questa sedia?»
Un brivido percosse la sala, primo fra tutti Arthur, che, visibilmente spaventato, celava male le sue mani tremanti.
Al sentire quelle parole, allargando un sorriso, il russo si avvicinò alla sedia, la spostò e vi ci sedette. Fra lo sguardo attonito dei presenti, tutti meno che le due sorelle Vargas, la sedia emise lampi scarlatti in tutte le direzioni, per poi inevitabilmente sbriciolarsi al di sotto della grande potenza della Madre Russia. Inghilterra, in fase di acuta disperazione, si buttò sulle ginocchia ed emise un urlo di tremenda frustrazione.
«Contegno, Kirkland!» dissero sprezzanti Abraham e Sion, seduti sul lungo bancone, mentre guardavano scendere dagli occhi dell’inglese piccole perle d’acqua per la reliquia distrutta.
«Ragazzi, non avete un minimo di cuore!» disse la tenera Michaila, avvicinandosi ai resti ancora caldi della sedia distrutta. Russia si spostò di lato, mentre lei, spaventata dal suo occhio purpureo e vigile, raccolse i pezzi più grandi da terra.
Con somma paura, e leggermente impacciata, Antartide raggiunse l’inglese con in braccio alcuni dei pezzi più rilevanti della Busby’s Chair. Commosso, Arthur si alzò, prese i frammenti dalle sue mani e le sorrise, tornando ancora un po’ scosso in mezzo alla prima fila.
Con un balzo, America atterrò sul bancone a piedi uniti, dando le spalle all’assemblea, e con fare magnificente, si voltò di scatto urlando: «L’Eroe è qui per voi!!!»
Il silenzio cadde nella sala. Il volto di Alfred era in attesa di gloria e applausi, mentre poteva vagamente distinguere il suono vago di qualche cavalletta in lontananza. Persino Arthur era troppo affranto per la sua amata sedia per poter controbattere…
Giappone si avvicinò di soppiatto, sedendosi accanto ad America su una comoda sedia e, a bassa voce, suggerendogli «Oggi non è il tuo momento, America-san…»
Il giovane eroe, colpito da quelle parole, e notando lo stato d’animo indifferente del Popolo, si sedette affranto su una sedia accanto a Nihon.
I due rimanenti prigionieri erano a dir poco frastornati. Il primo, Shirohata, non riusciva a staccare gli occhi di dosso da una ragazza sistematasi sulle ultime file e dal suo enorme seno, sussurrando in modo quasi osceno e ossessivo «Ucraina-ucraina-ucraina…». Il secondo, Himaruya, non sapeva su quale delle decine dei suoi Character dovesse puntare gli occhi, su i tre che l’avevano accompagnato durante il sequestro, o su i tanti che sedevano su quelle lunghe file, riempiendo totalmente ogni posto disponibile, tranne uno isolato nell’angolo più estremo della prima fila. Intuì il motivo di quel vuoto, ed i suoi occhi brillarono come diamanti alla vista-non vista di quello spazio mancante accanto all’aitante uomo* che prese quindi la parola, interrompendo il silenzio in sala ancora una volta:
«Mademoiselles, permettetemi di dirvi che la vostra bellezza mi incanta come tanti secoli fa…» cominciò, alzandosi dalla sua postazione. Un po’ imbarazzata, Antartide, scostò lo sguardo da quel personaggio, arrossendo leggermente per il complimento, rivolto, come a tutte le donne del gruppo, anche a lei. «Però mi permetto di chiedere, se è possibile, il motivo di questo incontro, visto che mi ha invitato “Iggy”…» a quella parola Inghilterra s’infiammò, stringendo un pugno «…ma senza dirmi il perché…!»
Filomena sorrise gettando un occhio su Inghilterra, mentre prendeva posto in una delle sedie vicina ai frammenti della Busby’s Chair. «La tua domanda è lecita, Francis. Perciò risponderò brevemente…»
«…la nostra alleanza, l’Alleanza Invincibile, vuole avere un ruolo di maggior rilievo in ambito mondiale!»
«
PFFFFFF HAHAHAHAHAHAHAAAAAAAAA!!! POVERI ILLUSI!!! » rise sguaiatamente una persona nascosta dietro Francia, quasi cadendo dalla sua postazione. «NON POTETE CERTAMENTE AVERE UN RUOLO MAGGIORE DEL SOTTOSCRITTO!!! HAHAHAHAHA!!!!! »
Fece un balzo verso la prima fila, avvicinandosi ai membri dell’Alleanza. «
Voi non siete nulla, e così rimarrete!!! KESESESESEEEEEE!!!! »
Un brivido percorse le schiena dell’albino, sentendo una mano stretta sulla spalla fermarlo nella sua avanzata. La voce, glaciale e tagliente come una penna**, di Sereno, sussurrò poche tremende parole:
«Tu… non… esisti!»
Le iridi vermiglie di Prussia si spalancarono, a quelle parole fredde, sussurrate come la morte fa prima di calare la falce.
Con le poche forze rimastegli, si teletrasportò in un angolo della sala e cominciò, accovacciato in posizione fetale, e disegnare cerchi concentrici sul pavimento.
Si girarono tutti a guardare il germanico depresso, prima che di nuovo Inghilterra prendesse la parola, inferocito: «È inammissibile! L’Ordine Mondiale è stato stabilito già molto tempo fa, la vostra presa di posizione manderebbe in tilt l’intero sistema! Se tutta la vostra Alleanza diventasse troppo ricca e pot…»
«Oh, ma dai, Angleterre, è giusto che tutte queste belle ragazze ottengano la loro libertà di essere ciò che sono ed amare, è una cosa lecita…» disse Francia, apparendo dal basso dietro l’inglese e mettendogli le mani sui biondi capelli. Al che, irato come una biscia, Arthur, cercando di liberarsi e tirando pugni a casaccio, urlò «STAI FERMO, STUPIDA RANA CANNIBALE***!!! %@!!?*£» Con un sorriso ebete, si avvicinò Alfred, pungolando l’irato Igirisu «Vogliono solo la loro libertà, è giusto che la ottengano!» Inghilterra, urlando come un ossesso, e finalmente liberandosi dalla presa di Francia, prese quest’ultimo con tutte le sue forze e lo scagliò contro l’americano, facendoli volare entrambi fino ai tavoli dove sedeva l’UAS. (XD)
Francia, irritato dall’affronto subito, si alzò da sopra America e si lanciò con tutto il suo peso sopra Londra, cercando di fargli il più male possibile. America si gettò nella mischia, nel tentativo di fermare i due.
Fra calci e pugni, fra gli Alleati ed il Mondo si stava creando una vera e propria rissa. Guardarono tutti sconcertati la scena, vedendo una nuvola di polvere crearsi attorno ai litiganti.
«SCUSATE SCUSATE PER IL RITARDO!!! NON VOLEVAMO, ABBIAMO INCONTRATO TRAFFICO!!!»
I tre si fermarono, Francia tenendo fra i denti una gamba di Inghilterra, mentre America spingeva col palmo della sua mano la sua mascella, ed Igirisu dalla sua teneva due sue dita vicinissime agli occhi di Alfred, fermatesi poco prima del colpo.
Si girarono tutti a guardare la porta d’ingresso, mentre passi affrettati si avvicinavano in corsa. La porta si spalancò, e si intravidero due ragazzi, con un ciuffo di capelli intrecciato, tentare di varcare contemporaneamente la soglia, e trovarsi inevitabilmente incastrati.
«Spostati, cretino!» urlò quello a destra, cercando di entrare. «Scusa scusa scusa!» Urlò il secondo di rimando, schiacciato dal fratello.
Con un ultimo sforzo, i due vennero catapultati all’interno della stanza, cadendo a faccia in terra di fronte a tutti gli altri.
Alzandosi, e tirando con sé la testa di Romano, il Nord Italia disse, quasi supplicando «Scusate, scusate!! Non volevamo interrompere così!!!»
«Stupido! SMETTILA DI TIRARE!!!» urlò Italia del Sud a Feliciano, mollandogli un ceffone. Cercò, con entrambe le mani, di separare i due ciuffi, strettamente legati, ma inutilmente.
Filomena strabuzzò gli occhi. Pur avendo passato la vita con loro, si sorprendeva ogni singola volta di quanto potessero essere profondamente diversi i due. Michaila dietro di lei, non riuscì a trattenere un piccolo risolino, mentre Lovino sbraitava come un ossesso nel tentativo, quanto mai vano, di staccarsi dal fratello.
Ad interrompere la situazione, fu Germania, che, alzatosi dalla sua postazione, cercò di porre ordine nella stanza:
«Zitti tutti quanti!!! Voi tre, di bandiere diverse ma dei medesimi colori…» disse, indicando le tre grandi potenze sul pavimento, ancora paralizzate, «…smettetela di litigare. È una questione quanto mai importante, e voi create solo quel fastidio necessario per non far andare avanti il dialogo. Voi!» si gira di tre quarti, indicando i due Vargas, «Sedetevi accanto, dove trovate posto. Ai ciuffi penserete alla fine della riunione!»
«ZITTO, MACHO-PATATA!» replicò il Meridione al tedesco, mentre Francis ed Arthur, spossati, cercavano di riprendere posto fra gli altri, a testa china, ed Alfred, massaggiandosi il collo, si avvicinava a Russia e Giappone al banco dell’UAS. Frustrato dal dover attendere agli ordini di Doitsu, abbassò lo sguardo, e, rassegnato, tirò per il colletto il fratello fino a sedersi in un angolo della prima fila…
Amelie, rimasta in disparte fino a quel momento, prese la parola «Il dialogo è irrilevante. Convocati non vi abbiamo per discutere, ma semplicemente per farvi prendere atto della nostra…»
«Corsica, mi sembra superfluo dire che sarebbe conveniente per l’intera alleanza far parlare qualcun altro, magari provvisto…» sottolineò, alzandosi, Austria, con fare annoiato «…delle basi minime di dialettica…»
Punta nel vivo, gli occhi della ragazza si accesero d’ira, guardando il pomposo austriaco in cagnesco.
Groenlandia le si avvicinò, e, prendendole le spalle da dietro, le sussurrò qualcosa ad un orecchio. La ragazza distolse lo sguardo dal “nemico”, e tentò di riprendere il controllo.
Detto ciò, sì alzò dal banco Pio, reggendosi al pastorale. Era, ovviamente, il più conosciuto fra i tanti volti dell’Invincibile Alleanza, e per un ovvio motivo. Sapeva che a lui non avrebbero fermato.
«Concittadini di questo Mondo, perfetto disegno di Dio…» cominciò, quasi fosse un’omelia. Tutti gli altri Vargas presenti, sia fra l’UAS che fra gli altri, misero contemporaneamente il palmo della mano sul viso, in profondo disappunto *facepalm* «…dopo una lunga serie di avvenimenti, l’ultimo dei quali conclusosi pochi giorni addietro con l’appoggio dei cinque che abbiamo qui scortato precedentemente…»
«Ci hanno legato ad una sedia e hanno cominciato a torturarci con le piume di pappagallo fino a che non abbiamo concesso loro il nostro pieno consenso!! ^^ » disse entusiasta il Creatore, inserendo una breve parentesi nel discorso.
Città del Vaticano, bloccatosi, tentò di riprendere il discorso: «…siamo giunti all’affermazione dell’Alleanza Invincibile come effettiva realtà. Siamo stati riconosciuti come Verità dal vostro disegnatore e dal vostro regista…» indicò i due nipponici alle sue spalle, leggermente soprelevati «…e dalle tre maggiori potenze mondiali…» ed indicò un giulivo Russia, che pensava a quanti piccoli staterelli avrebbe poi potuto assimilare una volta diventati più prosperi, un America più che mai contento di essere al centro dell’attenzione, e uno schivo Giappone, che semplicemente evitava di guardare negli occhi nessuno «Perciò, effettivamente, abbiamo già ottenuto l’Indipendenza. L’incontro di questa sera era per rendervene partecipi…»
Si alzò bruscamente l’Austria, colpito da quelle parole «Ma non potete aver deciso l’estraniazione dal proprio stato di appartenenza senza i rispettivi tutori del vostro territorio!!»
«Possono tenersi la Malik, per quanto mi riguarda…» disse, un po’ annoiato, Danimarca, sdraiato sulla sua panca, vicino a Svezia e Norvegia «…gli passo ogni anno centinaia di miliardi di corone d’alimenti… mentre l’altro genitore sembra quasi essere sparito…», al che Canada, non essendo visto se non da pochi, sussurrò un «…Quella notte è stata davvero indimenticabile…»
Mentre Inghilterra, guardando in sua direzione, si accigliava, di nascosto il danese, appena diventato ufficialmente libero, cominciava quasi a piangere di felicità.
«Amelie può fare quel che più desidera…» continuò invece Bonnefoy, chiudendo gli occhi e gesticolando «…basta che per ogni Capodanno venga a casa mia e beva con me lo champagne come ha sempre fatto…»
Corsica avvampò, e cercò di nascondersi, profondamente imbarazzata, dietro una sedia. Abraham ridacchiò divertito, guardando dal bancone la ragazza.
«SIAMO IMPAZZITI?!» sbraitò il Sud Italia, alzandosi, e trascinando a forza con sé il fratello. «Voi siete parte di noi, e non avete alcun diritto di andarvene!!!»
«Ahi! Mi fai male!!» fa Feliciano, piagnucolando.
«NON abbiamo il diritto? Il diritto ce l’hanno concesso coloro che ti hanno creato, e coloro che possono distruggerti!!» risponde Filomena, indicando prima Himaruya, e poi puntando il dito su Russia. «La decisione è già stata presa, e siamo libere!!» completa Sicilia, impuntandosi, e guardando dall’alto i due fratelli.
«Noi siamo un’Alleanza. Ora non siamo più voi…» dice Rooke, rimasto in silenzio fino a quel momento, avvicinandosi ad Arthur. Gibilterra squadrò il padre, fermamente deciso, e fiero della sua decisione.
«ED IO SARÒ IL PIÙ GRANDE DEL MONDOOO!!!»
L’urlo di Sealand, fermo in posa per delle assenti telecamere, bloccò tutto. Rimasero tutti immobili, guardandosi l’un l’altro, negli occhi, irati con l’affronto dell’Alleanza nei confronti dei propri stati. A rompere quell’aria incandescente, fu una risatina di Malta. Sorridendo, batté lenta le mani al piccolo Peter, quasi incoraggiandolo. Di rimando, lui le sorrise, alzando felice un pollice in sua direzione.
Una lunga lacrima scese lungo il volto di Feliciano, guardando negli occhi le due sorelle. Le mani di Romano tremavano, prese dall’ira. Sembrava sul punto di saltar loro addosso. Secoli di mutua vita insieme, e così si congedavano?
«Ehm… scusate…!» fece una timida voce in fondo alla sala. Tutti, tranne i quattro Vargas in disputa, si girarono in sua direzione. In fondo alla sala, assolutamente estranei alla situazione fino a quel momento, c’erano Grecia e Turchia, anch’essi girati a guardare due ragazzini accanto a loro. A parlare, quello più a destra, teneva lo sguardo basso, alzando colpevole la mano. Quello a sinistra, guardandolo storto, bisbigliava qualcosa al padre.
Il ragazzino, che poteva dimostrare appena 14 anni, si alzò timido in piedi. Magro e slanciato, le sue iridi smeraldine guardavano in basso, grattandosi con una mano la nuca, coperta da lunghi capelli castani.
Alzò lo sguardo, e, mirando un punto imprecisato davanti a sé, mentre i volti di tutti i presenti erano rivolti a lui, disse:

«Mi chiamo Ioannes… sono la Repubblica di Cipro… chiedo gentilmente se… fosse possibile far parte della vostra alleanza…»









*Questa è dedicata a quel simpaticone di Linktroll X°D
** Le penne sono più taglienti delle spade ù.ù X°D
*** Stupida Rana MangiaRane ù.ù X°D
  
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