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Autore: divinakanza    29/11/2010    2 recensioni
Sakuragi e Rukawa sono alle prese con i loro sentimenti uguali e contrastanti. Hisashi Mitsui sta vivendo una storia complicata...
Una fanfiction dai toni tristi, ma che cerca di essere il più sdrammatizzata possibile.
{Hana-Ru//Mit-xxx} Il raiting non è definitivo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Or dunque, ci siamo. Non mi sembra neanche vero di essere finalmente, riuscita ad aggiornare. In questo periodo è successo praticamente di tutto. Mio padre sta meglio, ma devo continuare ad essere la Cenerentola della situazione. E' pesante, ma qualcuno deve pur farlo, e visto che mia madre lavora, il compito è mio. In ogni caso, avevo cominciato a scrivere il capitolo tempo fa, devo essere sincera, la prima parte non mi piace granchè, ma non mi è venuto in mente niente di meglio. Perdonatemi... Tra l'altro, quando ho avuto del tempo libero, mi sono dedicata un pò alla mia vecchia passione: il mio blogghino puccioso, che sto restaurando da tipo 3 mesi. Mi mancava smanettare con l'html. Quello di programmare, è quasi un bisogno fisico per me... Vabè, non dilunghiamo nelle cazzate e passiamo ai vostri pucciosi commentucci:
Bichan: Lovvosa mia, non è che non ti ho cagato, è che ti avevo già detto tutto nelle email e sinceramente non sapevo nemmeno che altro dirti XD. Tra l'altro avevo in mente di mandarte un'altra, ma poi con tutto il via vai tra la ricerca del lavoro, il via vai tra casa e sopedale, cane, gatta, faccende domestiche e tutto il resto, mi è proprio passato di mente. Scusami X° . Domani ti scrivo, che ho talmente tanto da dirti che se lo faccio qui, il commento mi viene più lungo del capitolo XD.
Misako90: grazie bella. Adesso si sta sistemando un pò tutto. preso potrò tornare a scrivere con regolarità. :D
RedComet: Grazie mille. Vadi, nemmeno io voglio che la fic sia una valle di lacrime, 1: perchè a me non piace la troppa tragedia, alla fine la vita è fatta anche di cose brutte, l'importante è affrontarle con filosofia... ; 2 perchè vorrei tenere il raiting verde il più a lungo possibile e il regolamento non mi permetterebbe di farlo se sconfinassi nella catastrofe più assoluta. Tra l'altro sono felice che ti piaccia il personaggio della prof, a dire il vero preso ispirazione da un fumetto hentai troppo carino (che a parte le scene di sesso ha una trama molto bella, perchè si: a volte anche gli hentai hanno una trama °_° ne sono stupita io stessa). Sinceramente io preferisco caratterizzare i miei personaggi in maniera diversa. Mi piacciono le ragazze mature mentalmente, quindi mi ritrovo in mano un personaggio che ho davvero difficoltà a gestire. Bè in questo capitolo Hana avrà altro a cui pensare.. Però non so come fai a non volerle male ad Haruko. Cioè: è insopportabile! XD vabè, ti mollo qui che sennò straforo di brutto. :D

Per critiche, lettere minatoria, proposte indecenti e complimenti ci sono i commenti. :-D
Buona lettura ragassuoli miei.

•Capitolo 16

Domenica Mattina.
Era in uno stato semi confusionale. Si stava risvegliando dal suo stato di dormiveglia.
Sentiva un leggero vociare. Le parole erano ovattate e si confondevano con il rumore del cortile e degli uccellini che cinguettavano allegri.
La voce era quella di una donna dal tono preoccupato.
-Andrà tutto bene?- Chiese lei in un evidente stato di agitazione.
-Bè, signora Sakuragi... Si tratta pur sempre…-
Hanamichi non fece in tempo a sentire come terminava la frase, che ripiombò nel buio.
Fece un sogno strano.
Il cielo era limpido, gli uccellini cantavano, e un fiumicello dal suono rilassante scorreva sull’asfalto.
Aveva delle nuove scarpe da basket ai piedi. Per la precisione il modello nuovo e ultra costoso delle Air Jordan. Era impalato davanti casa di Haruko. Era indeciso se suonare il campanello. Doveva salvarla dalle grinfie del pauroso gorilla. Decise in fine che doveva vedere la ragazza e suonò il campanello sul muro. Ma il problema non era suonare, quanto trovare il cancello. Non ve ne era traccia.
Una voce spaventosa e cupa annunciò:
-Avanti o grande re dei rimbalzi.-
Hanamichi fece il giro della casa per poter arrivare dalla sua amata, ma non riusciva a scorgere traccia del cancello verde. Tornato al punto di partenza, si spinse in alto con tutta la forza che aveva, ma mentre volava per attraversare il muro, notò che molti mattoni caduti dal cielo, si univano a quelli già esistenti creando una barriera altissima. Ma Hanamichi non si arrese e volò più in alto. Le forze gli vennero un momento a mancare, per proseguire il suo salto, ma mentre stava per cadere si appigliò ad una retina attaccata ad un anello rosso spuntata improvvisamente sul gigantesco valico. Molti altri anelli con la retina spuntarono dal muro fino a formare una scaletta, ma gli anelli non erano rossi, bensì blu.
Riuscì faticosamente ad arrivare in cima e a scavalcare quel dannatissimo valico che si era creato.
Arrivò finalmente al portone della casa, attraversando il grazioso giardinetto.
Ad aprire venne proprio Haruko. Era troppo carina!
Il suo vestito largo di seta rosa confetto, metteva in risalto i suoi occhi castani.
-Hanamichi che stai facendo qui?- Chiese lei stupita – Non stavi morendo?-
A quelle parole Hanamichi sussultò.
Poi Haruko aggiunse
-Mi dispiace che tu abbia fatto tutta questa strada, accomodati pure- Lo invitò sorridendo dolcemente.
La ragazza lo accompagnò nel salotto con modi gentili.
Che strano!
Se la ricordava decisamente diversa quella stanza.
Tanto per cominciare, c’era il pavimento al posto dell’erbetta, ed i tavolini non erano fatti di meringa. I divani poi non erano nuvole, almeno non l’ultima volta che ci era stato…
-Accomodati su una nuvola Hanamichi, in fondo presto dovrai abituartici- Cinguettò lei- Aspetta gli altri- aggiunse, mentre andava a prendere allegramente dei biscotti e del thè.
Il ragazzo stupito dalla stranezza della stanza, ma esaltato dalla presenza della ragazza, si sedette e cominciò incuriosito a guardarsi in torno.
-Sai? E’ bello vedere che stai bene-
Hanamichi balzò in piedi, sgomento da quell’intervento inaspettato.
-Mito! Che ci fai qui?- Chiese ansimando per lo spavento appena ricevuto.
-Bè io ci sono sempre.- Disse mito sorridendo. – E ci sono sempre anche loro.- aggiunse indicando tre strani cani dall’aria simpatica e familiare. che andarono a salutare contenti il ragazzo.
-Ci siete anche voi ragazzi!- Disse raggiante Hanamichi accarezzandoli.
-Siamo sempre tutti con te. Hanamichi, è per questo che non devi fidarti della strega. Noi ti proteggeremo. Non preoccuparti- Lo incoraggiò Mito
-Noma, non farmi la pipì addosso. Takamiya, piantala di mangiare il tavolo. Okusu, non annusare dove non devi!- Intimò il rosso ai cani.
L’atmosfera era rilassata ed allegra. Hanamichi giocava divertito con i cani, quando un rombo sordo ed una tremenda scossa fece tremare la terra.
Dalla porta del salotto apparvero due strane creature. Una era un gorilla gigantesco, l’altra era un adorabile scoiattolo con gli occhiali.
-Che ci fai in casa mia!- tuonò l’enorme gorilla, scuotendo le mura con la potenza della sua voce.
Ma Hanamichi non fece in tempo a rispondere per le rime, quando vide Haruko tornare con un porta flebo. Stava per raggiungere la ragazza, quando un’enorme voragine si aprì nel terreno sotto di lui, e ci cadde dentro.
Durante la sua interminabile discesa avrebbe potuto giurare di aver visto Sendho che gli sorrideva.
Infine, atterrò violentemente.
Si alzò accarezzandosi la testa dolente, anche se era caduto in piedi.
In torno a lui era tutto molto strano. Era un posto dove non era mai stato.
Sembrava essere un corridoio. Era in pietra, illuminato solo da torce infuocate. Sembra interminabile e molto cupo. Poco avanti a lui però, c’era una porticina sulla sua destra. Si diresse lì e la aprì.
Notò che la stanza era tutta buia, e prima di valicare quella porta prese una delle fiaccole e poi entrò.
La porta si chiuse con uno scricchiolio inquietante alle sue spalle.
-C’è nessuno?- Urlò.
Pian piano, la luce della torcia rischiarò la stanza.
-Che ci fai qui?-
Hanamichi, non riuscì a mettere bene a fuoco la figura che le aveva rivolto la domanda.
La luce della sua fiaccola, non raggiungeva quella voce femminile, quindi decise di avvicinarsi.
Una persona avvolta in una lunga tunica blu, se ne stava rannicchiata su di un materasso coccolando uno gnometto agitato che teneva stretto fra le mani.
-Se lo stringo troppo muore, ma se lo tengo stretto non scappa. Non potrò dargli quello che vuole, ma ci tengo a lui- Disse la ragazza avvolta nella tunica, notando l’interesse di Hanamichi per il folletto.
-Si ma così non è libero- Rispose Hanamichi.
Un enorme ventaglio di carta, lo colpì forte sulla nuca.
-Non te l’ho chiesto!- strillò la ragazza – E ora ti faccio fare i fondamentali!- Aggiunse concitata.
-Muoviti! Vai lì a bordo campo prima di morire, devi fare diecimila palleggi!-
Hanamichi, strepitando e contro voglia, gettò via la fiaccola, e si mise a fare i palleggi.  
-Ma perché devo fare i fondamentali? In fondo io sono un genio!- Borbottò lui, sotto lo sguardo attento della ragazza con la veste blu, che teneva nella mano destra lo gnomo e nella sinistra il ventaglio.
-Hanamichi, i fondamentali sono importanti. Se non li fai muori, se li fai muori lo stesso.-
Spiegò tranquillamente lei.
-Ma io non voglio morire- replicò lui sbuffando, sorprendendosi, di non riuscire a palleggiare.
-Ma se non farai i fondamentali morirai- Strillò lo gnomo dalla mano destra della ragazza.
-Ma lei ha detto che morirò comunque- Si infervorò lui, gettando via il pallone.
-No ti sbagli: io ho detto che muori sia che tu faccia i fondamentali, oppure no!- Si discolpò la ragazza, offesa dalle accuse.
-Non osare incolpare la mia Ayakuccia per la tua condizione!- Lo rimproverò lo gnomo, sempre protetto dalla mano destra della ragazza.
-Ehi brutto nano, io non ho incolpato nessuno! Non aprire quella ciabatta se devi solo dargli aria! Basta mi avete stufato, sono stanco dei fondamentali!- Sbraitò furibondo Hanamichi, lasciandosi il pallone alle spalle.
Fece un passo e si ritrovò nuovamente nel corridoio.
Cominciò a camminare.
Dopo aver proceduto per parecchio, cominciò a sentire il suo fiato diventare sempre più pesante, ma andò comunque avanti.
Dopo un po’ era davvero esausto. Nonostante stesse camminando sulla pietra, faticava come se stesse correndo sulla sabbia.
-Non ti arrendere-
Sentì una voce dietro di lui. Si girò e vide Hisashi che cingeva con un braccio, una ragazza molto attraente con un seno enorme.
-Vengo con te- Disse Hisashi.
-Ok-
Ad Hanamichi faceva piacere, solo sentendo la voce del compagno si rinvigorì.
-Hisashi, tutti dicono che morirò, secondo te è vero?- Chiese serenamente.
-Naaaaah! Tutti lo dicono solo perché si stanno preparando per la tua morte- Rise l’amico
-AHAHAHA! Ma sì hai ragione. Io sono un genio, e quindi tutti si preoccupano.- Disse scoppiando in una risata fragorosa e orgogliosa, Hanamichi.
-Già, ma sai? Presto arriveremo dalla volpe, devi assolutamente dirglielo!- Esclamò Hisashi.
-Oh!  Hai ragione! Devo dirglielo il prima possibile.- Si rese conto improvvisamente il rosso.
Hanamichi aveva davvero fretta, doveva andare dalla volpe e dirglielo immediatamente, non poteva aspettare. Solo che il corridoio non finiva mai ed era sempre più stretto.
Ad un certo punto, Hisashi intervenne
-Senti Sakuragi, qui per me il corridoio diventa troppo stretto, devi proseguire da solo-
-Non preoccuparti me la caverò- Disse Hanamichi sorridendo.- Ma cos’è che gli devo dire?-
Hisashi non rispose, ma baciò la ragazza a fianco a lui.
Finalmente, riuscì ad uscire faticosamente da quel tunnel, che ormai era diventato troppo stretto e si ritrovò a scuola.
La esplorò e trovò finalmente la sua classe. Guardò l’orologio.
“Perfetto! Non sono in ritardo” Constatò, dirigendosi impettito dentro l’aula.
Si sedette al suo banco, ma notò che in classe non c’era nessuno. Solo Rukawa che dormiva.
Si alzò ed andò da lui infuriato
-Hei volpe, svegliati! Devo dirti una cosa!-
Rukawa con svogliatezza aprì gli occhi e si voltò verso il compagno.
-Hn?-
-Ho detto di svegliarti che devo dirti una cosa!- Insistette il rosso.
-Cosa devi dirmi do’aho?-
-Io…io non lo so- Realizzò.
Hanamichi si svegliò di scatto.
Girò la testa e notò sua madre che parlava con il dottore.
Era ancora mezzo addormentato, ma sua madre subito si fiondò da lui, a chiedergli come stava.
-Bene mamma, ho solo fatto uno strano sogno rispose lui.
La signora Sakuragi, accarezzò amorevolmente la testa del figlio, e lo informò che sarebbe andata a prendere un thè con il dottor Rukawa, ma non sarebbe stata via molto a lungo.
Ad Hanamichi non importava granché, lo strano sogno ormai era finito in un luogo lontano, ma lasciò un sapore amaro in bocca al ragazzo. Quello stupidissimo sogno che non si ricordava nemmeno più, gli avrebbe decisamente rovinato la giornata.
Hana andò in bagno trascinandosi dietro la flebo.
Dopo aver fatto pipì, una doccetta rapida e scomoda per via dell’ago nel suo braccio, si vestì e se ne ritornò tranquillamente sul letto.
In quel momento, la madre ritornò, seguita dal padre di… “ARRGGHHH!!!”
Ma come aveva potuto dimenticare che le sue labbra erano state violate da quella fottutissima volpe?
Dannatissimo Rukawa! Ma gliel’avrebbe fatta pagare più che cara.
Maledetto! Maledetto! Maledetto! Maledettooooo!
Ma il suo delirio mentale e il suo uccidere un cuscino su cui aveva prontamente disegnato delle orecchie e dei baffi volpini, fu interrotto dallo sguardo angustiato di sua madre.
La guardò fissa, in attesa.
La donna si avvicinò cauta, e scrutò per un momento il dottore, poi ritornò con gli occhi, sul suo bambino.
-Tesoro, ascoltami bene…-
Ahi! Il tono tremolante non prometteva nulla di buono.
Notò che la mano destra aveva cominciato a tremare ed il suo cuore aveva accelerato i battiti.
-… La chemio sta facendo i suoi effetti, ma vedi…-
La donna non sapeva come continuare il discorso. Le si erano inumiditi gli occhi e cercava un po’ di sostegno nel viso imperturbabile del dottore affianco a lei. Sostegno che non tardò ad arrivare.
Il dottor Rukawa prese la parola.
-Ragazzo, la chemio sta dando dei risultati più che ottimi, tanto che ora puoi essere operato e guarire.-
Cosa? Che? Aveva sentito bene? Sarebbe guarito? Niente più nausea o dolori allucinanti? Avrebbe potuto tornare a giocare al suo adorato basket? Avrebbe potuto camminare più di 5 metri senza sentirsi uno straccio?
Il suo cuore aveva preso ulteriore velocità. Ma stavolta per la gioia.
-Però ascoltami bene-
Ulteriore ahi! La contentezza scemò in un secondo dopo aver contemplato lo sguardo truce del dottore.
-Non ti infarcirò la spiegazione di paroloni e termini medici. Il tumore è situato proprio al centro del tuo cervello, quindi sarà un’operazione lunga, ma soprattutto molto pericolosa. Devi essere cosciente del fatto che se l’operazione riesce – “che diavolo è quel se?” pensò turbato Hanamichi – c’è la possibilità di riportare gravi danni cerebrali.-
Il primo commento mentale che si materializzò nella testa del ragazzo fu: “Evvai! Un’altra bastonata come si deve!”.
Così a caldo Hanamichi non realizzò bene la gravità della situazione, anche se vedendo il viso di sua madre così cupo, quella non doveva essere proprio una buona notizia. Ma non ebbe il tempo di realizzare bene tutto ciò che gli era stato detto.
-Cioè, quindi posso guarire?- Chiese perplesso.
-Si, il tuo fisico è forte, e sei anche molto giovane. Hai molte probabilità- Rispose con molta calma il dottore.
No, era inutile… Non ce la faceva proprio a farsela piacere quella notizia. Era quella storia dei danni cerebrali… Stonava, in qualche modo.
-Che tipo di danni posso riportare?- Chiese con tranquillità, ma non troppo sicuro di volere la risposta.
-Bè a dire il vero, non saprei dirti con precisione.  Il cervello è un organo molto delicato e ancora misterioso. Potresti riportarne di lievissimi come la perdita di qualche ricordo. Ma anche di molto grave come la paralisi…- il dottore lasciò la voce sfumare.
-Ma posso guarire?- Richiese, cercando un conforto.
-Ci sono possibilità molto alte che questo avvenga.-

Ormai Il dottor Rukawa e sua madre, avevano lasciato la stanza da un pezzo. O meglio, lui li aveva fatto capire chiaramente che voleva rimanere da solo.
Aveva bisogno di starsene un po’ per conto suo per assorbire quella novità inaspettata.
Non si sentiva né particolarmente triste e nemmeno particolarmente felice. Anzi era confuso su praticamente tutto.
E se fosse rimasto su una sedia a rotelle?
Non avrebbe potuto più fare nulla. Niente basket, niente scorribande con gli amichi, niente omicidi di volpi…
Chissà se c’era la possibilità che invece della paralisi sarebbe potuto rimanere cieco, o sordo, o muto.. Aveva vagliato la cosa da qualsiasi punto di vista, ma tutto gli sembrava tremendo.
Gli avevano appena detto che sarebbe guarito, eppure pensava che dovesse in ogni caso prepararsi al peggio…
Che schifosissima gatta da pelare.
Ma perché proprio a lui doveva capitare?
Non riusciva nemmeno a farsi piacere la possibilità di perdere i suoi ricordi.
E se avesse dimenticato suo padre? Non se lo sarebbe mai potuto perdonare, ma chissà se si sarebbe ricordato di esserselo dimenticato?
Tra tutti gli scenari catastrofici che si era immaginato questo gli sembrava il peggiore.
Paralitico, cieco, zoppo che sia, sarebbe stato ancora qualcuno, ma senza i suoi ricordi, anche se in salute, chi sarebbe stato?
Aveva così tante domande e nessuno che sapesse rispondere chiaramente.
Anche il padre di Rukawa aveva detto che non sapeva come sarebbe andata a finire…
A questo punto si stava rassegnando anche all’idea di morire sotto ai ferri.
Eppure nonostante tutti questi dubbi, la cosa che lo sconcertava di più era che vedere un qualsiasi oggetto di colore blu, al momento lo mandava in bestia.
Si chiedeva se fosse davvero stupido, o magari doveva ancora metabolizzare bene la cosa.
Il flusso dei suoi pensieri, Fu interrotto da una voce allegra, che richiamò la sua attenzione.
Hanamichi si girò e vide Haruko sullo stipite della porta a vetri, lo salutava contenta.
Si avvicinò saltellando verso il letto e come ulteriore saluto baciò sulla guancia Hanamichi.
In quel momento uno dei suoi sogni più proibiti si stava realizzando, ma non riusciva a gioirne, e si limitò a guardarla sorpreso di tale gesto.
-Hanamichi, devo dirti una cosa…- sussurrò lei decisa, ma arrossendo e distogliendo lo sguardo da lui.
“Ma per quale ragione tutti continuano a dirmelo?” si chiese mentalmente il rosso.
-In questi giorni ho fatto chiarezza nel mio cuore…- continuò lei sotto lo sguardo stupito del ragazzo – E ho capito molte cose. Tu sei un ragazzo davvero speciale, ma questo lo sapevo già.
Io provo qualcosa per te. Ultimamente non faccio che pensarci. Sei sempre dolce e premuroso nei miei confronti, e con te sono sempre a mio agio. In oltre sei simpatico e con te mi diverto un mondo… Ci ho pensato tanto, e..e..e.. – Lei continuava ad arrossire, ma Hanamichi non capiva dove volesse andare a parare con tutto questo elogio delle sue qualità -…e mi piacerebbe che tu diventassi il mio ragazzo!- Buttò lei in fine, fuori tutto d’un fiato.

   
 
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