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Capitolo 22
Il grande cortile
iniziava ad inondarsi di gente. C'erano tanti tipi di persone, ognuno con un
suo stile che conseguiva uno musicale. Però nessuno si
scannava, no, andavano tutti d'accordo. Si divertivano insieme, in attesa che i gruppi iniziassero a suonare. Ce n'erano in programma cinque, per ben cinque ore di divertimento. Le
scalette iniziavano già a girare fra il pubblico e i grandi cartelloni
informativi erano circondati di gente. Sul palco iniziava la prova luci e il check sound. Il primo gruppo già
iniziava a trafficare e a sonnecchiare qualcosa di veloce, tanto per provare
l'audio. Rumiko, che aveva avuto un pass grazie a
Roxy, si era diretta dietro al palco, dove gli artisti chiacchieravano fra
loro, si preparavano e facevano quello che volevano fare, insomma. Avevano
improvvisato dei mini camerini dove le loro star della
scuola potessero prepararsi a dovere. Si guardò un po' in giro, in cerca
dell'amica dai capelli azzurri o di un qualche componente
del suo gruppo. Poco lontano vide Akito e Yamato che
trafficavano con i fili di due amplificatori. Da quel giorno non aveva più
parlato con Yamato, e a dirla tutta non ne aveva
nemmeno voglia. Ma lui ormai l'aveva vista, fare finta
di nulla sarebbe stato scortese. Si avvicinò ai due, sorridendo incerta.
- Ciao... -, farfugliò imbarazzata. - Bella
giornata, eh...?-, chiese, indicando il soffitto con
un dito. Si diede mentalmente della stupida.
Yamato e Akito le sorrisero nervosamente.
Entrambi avevano avuto qualche divergenza con la
piccola Rumiko e la cosa non era il massimo.
- Ciao Rumiko...
- Sì, ciao Rumiko!
La moretta avvertì il loro tono scocciato e sentì
la rabbia salirle. Lei li salutava educatamente e loro le facevano capire che
era di troppo? Bene. Proprio bene. Si appuntò mentalmente di
non far più entrare Akito in casa sua, ben gli stava. E
riguardo a Yamato... beh lui... poteva anche andarsene al diavolo! Gli avrebbe
fatto vedere cosa si era perso!
- Ma che
gentili... -, osservò lei, prima di sentire una mano posarsi sulla sua spalla.
Si girò, incontrando lo sguardo bruno di Shigure Ichinose.
- Oh... Ichinose... ah-ehm... ma che
sorpresa... che ci fai dietro le quinte?-, chiese,
infastidita. Yamato e Akito guardarono il bruno. Akito
aveva trovato, quella mattina, un sms
sul telefonino che diceva "Attenti al ragazzo che segue Rumiko ovunque, un
certo Ichinose. E' un pervertito, e si sospetta faccia parte di una setta
satanica...". Il messaggio ovviamente era anonimo, magari era solo uno
scherzo di qualche buon tempone, ma era meglio stare
allerta.
- Ti cercavo... sai, un gruppo che suona lo conosco, sono amici miei. Sono il gruppo metal...
eheh! Trovo sia stata un'ottima idea scegliere un
gruppo per ogni genere di musica, almeno si accontenta un po'
tutti, non trovi? -, sorrise alla moretta, senza lasciarle il tempo
materiale di rispondere, - Vieni con me, te li faccio conoscere!
La ragazza si divincolò gentilmente dalla
presa.
- Ehm.. perdonami,
Ichinose...
- Chiamami Shigure.
- Si... ehm... Shigure...
-, la ragazza si diede una grattatina alla testa. - Io non posso
venire, ora... vedi questi ragazzi... loro sono del gruppo punk, sono
miei amici... e... beh... devo andare dalla loro cantante, Matsumoto Ritsuko,
perché dovevo aiutarla a prepararsi... -, spiegò guardando speranzosa Akito e
Yamato, perché l'aiutassero.
- Ah capisco... posso contare che tu venga a conoscerli dopo?
Yamato prese parola, mentre le parole
di quel messaggio ancora gli rimbombavano nella testa.
- Roxy è laggiù... -, disse indicando una porta con su scritto a caratteri cubitali "camerini".
Akito annuì, mentre iniziava a strimpellare
qualcosa con il basso.
- Yamato, tu nel frattempo dovresti andare a
verificare se la batteria ha tutti i piatti che ti
servono per i nostri pezzi. Non perdere tempo qui a cianciare.
Yamato annuì.
Rumiko fece un piccolo sorriso in segno di
scuse a Ichinose, e il ragazzo assunse un'aria un po'
delusa. Si abbassò verso di lei, dandole un bacio casto a fior di labbra, prima
che lei potesse fermarlo o scostarsi. Akito e Yamato impallidirono.
Rumiko salutò i tre con un gesto meccanico e si
avviò irrigidita in direzione di Ritsuko.
- Uno a zero per me... -, bofonchiò Ichinose
sorridendo maleficamente ai due musicisti.
Akito e Yamato si guardarono perplessi, pensando
entrambi la stessa cosa.
Ichinose si allontanò e Akito diede una
pacca sulla spalla al biondino.
- Ok... so che
non è il momento adatto... ma cerca di marcare il tuo
territorio... devi strappare Rumiko a quel tizio, prima che accada
l'irreparabile... quello non è come i Nishikado... é tremila volte peggio!-,
sussurrò sudando freddo. Yamato sembrava tranquillo, ma la sua espressione
tradiva cioè che voleva dare a vedere. In realtà era
arrabbiato nero.
- Akito... quello gira
voce faccia parte di una setta... ho paura che possa far del male a Rumiko, ma
io non posso starle vicino... sai com'è... non è che tu potresti...
Si sentì un verme a domandare ciò al suo leader, ma sapeva che con la sua vicinanza la moretta
avrebbe sofferto sicuramente il doppio.
Akito scosse il capo.
- Io non posso avvicinarmi a Rumiko.. mi odia... e poi... -, si guardò in giro, prudente. -
Ecco... non vorrei scoprisse che sono stato a letto
con sua madre... -, terminò la frase allontanandosi da Yamato, schivando il suo
pugno.
- Che diavolo hai
fatto?! -, si ritrovò ad urlare. - Sei un animale! Vuoi proprio farla soffrire?
Con tutte le donne che te la danno perchè proprio sua madre?!
Provò a mollargli un altro pugno, che Akito
schivò nuovamente.
- Perché la amo!-, fu la risposta
tempestiva di Akito, che fece fermare a mezz'aria
l'ennesimo colpo di Yamato.
L'amava. E lui lo
capiva. E' impossibile stare lontano dalla persona che si ama, lui questo lo sapeva bene.
- Ti giuro che non farò soffrire Rumiko...
lei per ora non sa niente... non lo sospetta minimamente...
però ti prego, non farmi stare con lei troppo tempo... se ne
accorgerebbe... devi proteggerla tu!-, lo pregò, affranto.
Yamato scosse la testa, passandosi una mano fra i
capelli.
- Amico mio... quanto ti detesto in certi
momenti... -, sorrise, facendogli capire che l'avrebbe aiutato.
Era giusto così in fin dei conti. Ancora soffriva
per Aya e sicuramente la figlia di Azuki per lui, ma
non l'avrebbe mai abbandonata. No, questo mai.
***
- Ritsuko... hai visto Nishikado?-, chiese
la moretta entrando nel camerino ormai vuoto, dove l'ultima rimasta era
Ritsuko, essendo la cantante e chitarrista dell'ultima band
che si sarebbe esibita quella sera.
- Oh Rumi... come faccio ad averlo visto? Sono
stata fino ad adesso qui dietro e Nishikado non ha un
pass, deduco.
La ragazza si alzò dalla sedia dove era seduta,
rivelando il suo look. La moretta rimase altamente perplessa era... era... troppo provocante!
I capelli erano stati agghindati da tante extension color rosso. Al collo portava un collarino
piuttosto semplice. Il seno era avvolto da una fascia nera e la maglietta nera che indossava, ovviamente che lasciava scoperto il
ventre, era a maniche lunghe, certo, ma era fatta tutta a rete. La gonna a pieghe che indossava era decisamente TROPPO corta e la cintura che portava aveva due
file di borchie assurde. Erano dei veri e propri proiettili. Indossava delle
calze che le arrivavano poco sotto la gonna e che erano tenute su da un
reggicalze. Ai piedi indossava degli anfibi, che completavano il suo look perennemente nero. E, per
completare l'opera, era ancor più truccata del solito. L'azzurrina le sorrise,
prendendo in mano un sacchetto pieno di abiti.
- Ti stavo giusto attendendo, ora tocca a te!
Rumiko alzò un sopracciglio.
- Tocca a me fare cosa, scusa?-, chiese,
ingenuamente, guardando la pila di vestiti tirata fuori dalla
busta. Erano tanti top mini, pantaloni inguinali e
gonnelline giropassera. Si sentì mancare. Che diavolo erano quegli stracci?
L'amica sorrise beffarda.
- Devi rimodernare il tuo look, non puoi seguire un nostro concerto così vestita, sembri una santarellina! È
una brutta pubblicità, no? Dunque vediamo...
Ritsuko prese dalla pigna di abiti
un delizioso top rosso a fantasia scozzese e una microscopica gonnellina a
pieghe, comunque più lunga della sua.
- Sì, per iniziare direi
che questi sono perfetti!
Rumiko spalancò gli occhi
così tanto che dovette richiuderli in fretta, per paura che le pupille
potessero rotolare fuori.
- SEI IMPAZZITA? NON MI VESTIRÒ
Le sembrò che gli occhi di Roxy si inondassero di lacrime, mentre abbassava lo sguardo.
- Allora... tu... mi consideri una di quelle...
In quel momento la odiava, sapeva che lo faceva
per convincerla. Era la sua tecnica più studiata: far sentire in colpa tutti
per ottenere ciò che voleva.
- No, ma che dici? Rovinerebbe il look! E poi con le gambe che ti ritrovi ci vuole! Pensa a come ci rimarrà di sasso Nishikado! Ghgh... secondo me ci farà affondare nella sua saliva! E poi, in ogni caso, non ne ho più lunghe!
Iniziò a levare la maglia da nonna dell'amica,
infilandole il microscopico top. La fermò appena in
tempo, posandole il dito indice sulle labbra.
- Non dire nulla, all'inizio di sentirai a
disagio, ma ti ci abituerai! Ah, inoltre daremo una rimodernatina
anche ai tuoi capelli, al tuo trucco al momento
inesistente e faremo sparire quegli occhiali! Sarai una bomba!
Rumiko si allontanò di scatto.
- NON OSERAI TOCCARE I MIEI OCCHIALI!!! TE LO IMPEDIRÒ! DOVRAI PASSARE SUL MIO CADAVERE!!
Ritsuko fece spallucce. Non l'aveva neanche
realmente ascoltata. Avrebbe fatto tutto quello che voleva lei, alla fine. Lo
sapeva che sotto, sotto Rumiko voleva essere così affascinante da far mangiare
i gomiti a Yamato. D'altronde... chi non l'avrebbe voluto?
Una mezzoretta dopo,
finalmente, Roxy aveva finito di rimodernare l'amica. Le aveva
fatto indossare gli abiti da lei scelti, le aveva regolato a suo
piacimento la frangia e fatto indossare le lenti a contatto.
- Peeeeeeeeeeeerfetto!
-, commentò entusiasta.
Rumiko strabuzzò un paio di volte gli
occhi, senza la minima intenzione di guardarsi allo specchio. Per sua sfortuna
una spinta da parte dell'amica la fece arrivare
proprio di fronte all'anta di un armadietto, dove era appeso il suo peggior
nemico. Dopo un attimo di incertezza, si osservò.
- ... non male... -, si meravigliò lei
stessa nel dirlo. E lo pensava davvero. Si sentiva...
carina... non bella... ma almeno desiderabile. Beh, una nota di sensualità
avrebbe ritoccato il tutto, peccato le fosse una frana
in atteggiamento sexy. Ma dopotutto andava bene così.
Meglio una cosa per volta. Guardò Ritsuko, commossa.
- Grazie...-, fu tutto ciò che disse,
mentre tratteneva le lacrime per evitare che la matita sotto gli occhi
sbavasse.
- E di che? Io mi sono
divertita un pacco! Se stasera non attiri almeno una ventina di
uomini vuol dire che sono proprio ciechi, credimi! -, rise contenta,
guardando l'orologio appeso ad una parete dello stanzino. - Che
ne dici se raggiungiamo gli altri? Fra una ventina di minuti iniziano a
suonare... Sono curiosa di vedere che sanno fare gli
altri!
La moretta annuì. Barcollando un po' sui
suoi passi, imbarazzata nei panni della nuova se stessa, uscì dal camerino al
fianco dell'amica.
***
- Ma dove si é cacciata quella benedetta
ragazza?-, fu il commento acido di Akito. Senza
Ritsuko non potevano ripassare i cambiamenti dell'ultimo minuto negli accordi di alcune canzoni.
Cacciò un urlo due secondi dopo, sorpreso alle
spalle da due mani gelide, infilate sotto la maglietta.
- Sono benedetta? -, domandò
mentre una falsa aureola le si formava sulla nuca.
Akito la spinse 'gentilmente' via.
- DANNATA A...r...pi...a... -, il suo urlo
si sfiatò nel guardare la ragazza accanto a Ritsuko, identica ad Azuki con la
differenza che i suoi capelli erano neri. - Ehm... ehm... chi sei tu?-, chiese perplesso alla moretta.
Nobu e Yamato si girarono ad osservare la
scena.
Roxy prese parola, mentre i
suoi occhi, ora illuminati da una luce orgogliosa, sembrarono dire
tutto.
- Pensi che io arrivi in ritardo ad un
avvenimento del genere per qualcosa di irrilevante? Diciamo che... ho dato una rimodernatina
alla nostra Rumi!
Nobu sputacchiò la birra che stava bevendo
su alcuni cavi, che fecero delle scintille, spaventandolo. Yamato dal canto suo
ignorò l'amico e si avvicinò al trio, senza staccare gli occhi di dosso a
Rumiko. La trovava semplicemente splendida.
La moretta arrossì come un bel pomodoro
maturo, ma l'euforia del momento fu troncata da una mano poco rassicurante
appoggiatasi su una sua spalla. Non si girò neanche, sapeva già chi fosse.
- Ciao, Ichinose...-, bofonchiò abbattuta.
Possibile che ogni volta che stava per parlare con Yamato, arrivava quel
guastafeste???
- Come siamo stupende, Rumi cara! Finalmente il
fiore è sbocciato... -, le baciò una mano, come i
galantuomini, - Le andrebbe di seguirmi?
Rumiko ritirò la mano velocemente.
- Ora ho da fare... -, rispose
meccanicamente, evitando il suo sguardo. Quando si
voltò da un'altra parte, vide l'espressione curiosa di Yamato e le venne un
colpo al cuore. Perché nessuno faceva nulla per
mandarlo via?
Ichinose sembrava perdere la pazienza. Possibile
che la moretta volesse sempre e solo stare con quegli sfigati?
No, non poteva continuare così, stava mandando tutto a rotoli.
- Non mi sembra tu abbia da fare, ti stanno tutti
deliberatamente ignorando, dato che stai parlando con
me. Bah, ci vediamo dopo Rumiko.
Si avvicinò al gruppo che era composto da suoi amici, iniziando a bisbigliare qualcosa ed a
indicare la ragazza. Avevano un'aria lugubre, per niente rassicurante.
- Io l'ho sempre detto... -,
s'intromise Roxy, - Quello lì non la conta giusta, è falso.
Le gambe di Rumiko presero a tremare. Le
sentì cedere sotto il suo peso, e cadde a terra priva di forze. Cosa stava succedendo? Ichinose era sempre stato gentile,
perché ora si comportava in quel modo losco? Ce l'aveva
con lei per ciò che era accaduto a casa sua, questo era certo. Si strinse nelle
spalle, tremando come una foglia. Ritsuko si inginocchiò
accanto a lei e Akito la imitò, posando una mano sulla spalla della moretta.
Rumiko guardò i due e sorrise flebilmente. Qualunque cosa avesse in mente
Ichinose non le importava, perché lei aveva i suoi
amici dalla sua parte. O almeno li avrebbe avuti
finché nessuno avesse saputo di ciò che era accaduto. D'improvviso qualcosa
scattò nel suo cervello. Si alzò e si guardò intorno. Voleva
vedere Nishikado... Voleva vedere Daisuke Nishikado.
Ignorò i richiami degli amici, dirigendosi fuori dai camerini.
***
- Sono preoccupata... -, buttò fuori d'un fiato Roxy, avendo l'assenso del suo gruppo.
Yamato prese in mano il cellulare, cercando il
messaggio anonimo che aveva ricevuto.
- Io non volevo dirtelo, sapendo come ti saresti
scaldata, ma ora credo sia importante.
Fece passare ai tre amici l'oggetto, in modo che
tutti potessero leggere.
Akito iniziò a camminare nervosamente in cerchio,
una mano portata al mento. Non era ben in chiaro su quella storia, ma se Azuki
avesse saputo una cosa simile sarebbe morta di paura.
Dopo l'articolo di giornale che gli aveva fatto leggere, quella voce non era di
certo una rassicurazione. Fu Nobu, però, a citarlo.
- Io... stavo pensando all'articolo uscito
su un quotidiano questa settimana... riguardante una certa setta satanica di
Kyoto... non so... magari non c'entra nulla... questo SMS potrebbe essere un
semplice scherzo, anche piuttosto stupido... ma se non lo fosse sono
preoccupato... le vittime di quella setta vengono
sempre violentate, per poi essere uccise... vengono strappati via gli occhi e i
cadaveri gettati in burroni o torrenti... -, spiegò guardando uno ad uno i suoi
amici. Ritsuko dovette sedersi, conscia che probabilmente sarebbe svenuta da un
momento all'altro per lo shock.
- Mio dio... Rumiko... -, borbottò
mentre le lacrime le pizzicavano gli occhi.
Nobu si sedette accanto a lei, passandole un
braccio sulle spalle e una mano fra i capelli, per rassicurarla.
- Qualcuno deve starle vicino per tutta la durata
del concerto. -, s'intromise Yamato, - C'è qualcuno di cui vi fidate
ciecamente? Noi purtroppo abbiamo il buco dove suoniamo e al concerto non
possiamo rinunciare.
Fu Akito a parlare.
- Nishikado. -, fu tutto ciò che disse, e
nello sconcerto generale se ne andò, per cercare il
più piccolo dei fratelli diabolici, che tutto sommato non erano poi così
diabolici.
- Nishikado? E' impazzito?-, chiese Nobu,
strabuzzando gli occhi verso Ritsuko e Yamato.
Roxy alzò lo sguardo verso il suo ragazzo.
- No. -, disse
semplicemente, - Forse è l'unica persona che può veramente proteggere Rumiko.
Yamato strinse i pugni e annuì silenzioso. Se
c'era qualcuno che poteva stare vicino alla ragazza e sottrarla alle grinfie di Ichinose, quello era proprio Nishikado.
Si sorprese però nel constatare di aver
provato un vago senso di rabbia nell'udire quel nome. L'idea che Nishikado stesse accanto a Rumiko gli dava abbastanza fastidio, e
inoltre sapeva che questo fastidio era provocato da qualcosa che andava ben
oltre la preoccupazione che Nishikado potesse farle qualche scherzetto come
accadeva fino a pochi giorni prima. No, non era questo ciò che più lo
spaventava.
… continua…
Hello gente, scusate se non abbiamo aggiornato in questi giorni come
promesso… e nemmeno abbiamo avuto occasione di scrivere, né per questa fic, né per Endless
Love (Due gemelle scatenate II),
ma purtroppo abbiamo avuto entrambe dei gravi problemi a livello
personale e famigliare e ci è risultato impossibile. Oggi, però, abbiamo deciso
di darci una mossa ad aggiornare almeno Truly Madly Deeply, ma non sappiamo quando sarà il prossimo, nemmeno per l’altra fic. Ci scusiamo ancora e speriamo abbiate pazienza di
sopportare la nostra lentezza ancora un po’… ci faremo perdonare! :D
Shaida Black: Mhhhh… tu cosa pensi che voglia
Ichinose? :D
Al prossimo chappo!
San&Rachel Dickinson
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