Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Jerry93    29/11/2010    12 recensioni
Lunga è la via per la redenzione. Sofferenza, dubbi, odio. Gioia, certezze, amore. Hermione e Draco. You and Me.
"Lo Slytherin alzò un sopracciglio. Lei arrossì.
-Posso baciarti?-
Il sorriso che si aprì sulla sua bocca fu il più bello che Hermione avesse mai visto.
Gioioso, gentile, grato.
-Accomodati- le rispose, come ad invitarla ad entrare in una casa in cui, da tempo, aveva lasciato le sue valige.
Soddisfatto, solare, semplice.
Lei si alzò sulle punta dei piedi, così da poter essere alla sua altezza.
Dolce, desideroso, destabilizzato.
Cercò, improvvisamente spaesata, il contatto con le sue mani. Lui gliele fece trovare subito.
Le loro dita si intrecciarono in un nodo indissolubile.
Afrodisiaco, ansioso, attratto.
Hermione si sporse, instabile sul suo appoggio improvvisato.
Posò la sua bocca su quella di lui.
Indeciso, impressionato, innamorato."

[Chapter 12, Abstinence and Satisfy]
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Becoming Us'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter ten, After the Attack

Malfoy aveva lasciato il suo tavolo, seguito subito dal suo fidanzato.

Aveva visto qualcosa di strano nello sguardo di Harry e, dopo un paio di minuti, spinta da una strana sensazione che le aveva attagliato lo stomaco, aveva deciso di seguirlo.

Appena aveva varcato la soglia della Sala Grande, aveva preso a correre, sperando di riuscire a raggiungere il prima possibile i due ragazzi. Purtroppo, i pochi istanti che aveva atteso erano stati sufficienti affinché i due riuscissero a darle un buon distacco. Così, si era ritrovata senza metà e con una crescente paura che la tormentava.

Doveva trovarli.

Se fosse stata diligente come Hermione, forse, avrebbe potuto scagliare un qualche incantesimo in grado di farle stabilire quale fosse la loro posizione in quell’immenso castello, ma quella Gryffindor, mentre lei correva a perdifiato, probabilmente stava dando una mano a qualche ragazzino del primo anno con alcuni incantesimi di Trasfigurazione. Dannazione!

Cercò di ragionare lucidamente, isolando la mente da quella bruciante preoccupazione. Harry si era alzato subito dopo che Malfoy si era richiuso la porta della Sala Grande alle spalle senza attirare l’attenzione di tutti i presenti. Sicuramente voleva seguirlo.

Le restava solamente da capire dove fosse diretto quel maledetto di uno Slytherin.

Indubbiamente, Harry, visto che aveva deciso di lanciarsi in una missione di spionaggio, doveva sapere qualcosa di cui lei non era a conoscenza.

Più tardi, se tutto fosse andato nel verso giusto, avrebbe fatto a Potter un’infinita ramanzina che avrebbe potuto far spaventare persino una furiosa Molly Weasley.

Continuò a correre, svoltando a volte a destra e a volte a sinistra, fino a quando il rumore di un’esplosione non la fece fermare.

Ebbe solo il tempo per maledire Merlino, Morgana e tutta la loro magica progenie, prima di cominciare a scendere una doppia rampa di scale, diretta al luogo da cui riteneva provenisse quel trambusto.

Percorsi rapidamente gli scalini e il corridoio che si apriva alla fine di questi, vide una porta aperta e, grazie alla pallida e tremula luce che illuminava la stanza, due figure, una di fronte all’altra.

Per prima riconobbe quella che le dava le spalle: era Harry.

A pochi metri da questo, più pallido del solito, stava Draco Malfoy. Era visibilmente sconvolto e stringeva saldamente la bacchetta con la mano destra. Sull’avambraccio sinistro, invece, visibile grazie alla manica arrotolata della camicia, vi era un tatuaggio. Ginny non riuscì a distinguere bene cosa questo rappresentasse, ma, ricordando le parole di Lupin al funerale dei genitori di Hermione e collegando l’austera figura di Lucius Malfoy a quella di un crudele Mangiamorte, non ebbe dubbi.

Eppure, c’era qualcosa di strano nel comportamento dello Slytherin. Non era quello di qualcuno che teme che il proprio segreto possa essere svelato, ma quello di un uomo deciso a vendere cara la pelle.

Quei due idioti stavano duellando.

La rossa cercò di avvicinarsi silenziosamente e decise di ascoltare quello che i due si stavano dicendo, pronta ad intervenire con un incantesimo di Disarmo, nell’eventualità in cui questo fosse stato necessario.

-Avresti potuto evitare tutto questo, ragazzo. Mi hai voltato le spalle solo per una stupida Mezzosangue-

Percepì nella voce di Harry una strana cadenza quasi strascicata, accompagnata da un viscido tono di superiorità completamente estraneo al ragazzo.

Poi, riconobbe quella seducente affabilità e quella gentile cordialità che già una volta l’avevano ingannata. Riconobbe, nelle spoglie del suo fidanzato, Tom Riddle.

-Tua zia mi ha implorato di ucciderti facendoti provare le più oscure sofferenze, sai?- aveva continuato Harry.

No, quell’essere non era Harry.

-Comunque, non ti preoccupare. La tua amichetta ti raggiungerà prestò, visti i molteplici problemi che mi ha causato-

Ginny sentì il peso del rimorso che le stava attanagliando l’anima. Quell’amichetta, quella stupida Mezzosangue era Hermione e Tom Riddle stava promettendo a Malfoy che presto lei lo avrebbe raggiunto.

Dove?

-SECTUMSEMPRA!-

La ragazza guardò all’interno della stanza.

Draco Malfoy stava cadendo come un peso morto, alzando alcuni schizzi d’acqua e insozzando quella restante e sparsa sul pavimento con l’acceso colore del suo sangue.

Capì di aver appena assistito ad una condanna a morte e ad un’esecuzione.

Hermione, presto, sarebbe morta.

No.

 

***

 

Gli mancava l’aria e la profonda ferita del petto sembrava non voler smettere di bruciare.

Doveva trovare un modo per avvisare qualcuno che Hermione era in pericolo.

E, maledizione alla sua stupidità, doveva trovare un modo per salvarsi la pelle! Possibile che per Hermione tutto il suo innato spirito di conservazione e sopravvivenza andasse a farsi benedire da Mago Merlino? Possibile. Dannazione.

Ciò che avvenne dopo fu molto confuso.

Vide il corpo di Harry Potter venir scaraventato contro una delle pareti del bagno e percepì una sonora sberla sulla guancia. Poi, la vista gli si offuscò e perse i sensi.

 

***

 

Merda.

Doveva intervenire. Doveva colpire il corpo del suo fidanzato, sperando di riuscire a sopravvivere agli attacchi del Signore Oscuro.

Merda.

-STUPEFICIUM!- aveva gridato, sperando di aumentare la potenza della sua magia con quell’urlo disumano.

L’incantesimo, fortunatamente, era andato a buon segno e, dopo aver colpito la schiena di Harry, lo aveva spinto contro una parete facendogli perdere i sensi.

La bacchetta di agrifoglio rotolò lungo il pavimento.

La ragazza l’Appellò e, immediatamente dopo, la Esiliò, cercando di farla arrivare tra le braccia di Hermione. Se ci fosse riuscita, infatti, la ragazza, probabilmente già insospettita dall’abbandono da parte sua e dei due ragazzi della Sala Grande, avrebbe cominciato a preoccuparsi e avrebbe messo in allarme i professori.

Ginny guardò il corpo inerte di Harry. Non sapeva in che modo, non sapeva per quale motivo, ma il Signore Oscuro, o Tom Riddle che dir si voglia, era entrato nel suo corpo.

Agì a malincuore, ripromettendosi di posticipare quella terribile sfuriata alla Molly che il ragazzo meritava.

- Incarceramus – sussurrò e robuste corde si strinsero attorno al corpo di lui.

Dopo pochi istanti, Ginny pronunciò un altro incantesimo.

- Petrificus Totalus –

Perché dalla sua spiacevole esperienza aveva capito che con Lord Voldemort non si era mai troppo previdenti e lei, questa volta, non intendeva farsi fregare. Era una bambina fragile, quando Riddle era riuscito ad insinuarsi nel suo cuore con quelle pagine ingiallite dal tempo.

Ora non lo era più e, soprattutto, ora aveva Harry.

Scusandosi mentalmente con il Ragazzo Sopravissuto, si voltò rapidamente verso Malfoy.

Capì all’istante che aveva perso troppo tempo.

Gli si inginocchiò di fianco.

Stava perdendo i sensi. Sfogando una piccola dose della sua rabbia repressa, gli tirò uno schiaffo, cercando di non fargli perdere coscienza.

Non ottenne l’effetto desiderato.

Agitando la bacchetta rapida, gli aprì la camicia. Constatò che, se a prima vista la situazione poteva sembrare tragica, in realtà essa era di gran lunga peggiore. Un profondo squarcio, che iniziava nella spalla sinistra e scendeva lungo il torace fino al fianco destro, pulsava al ritmo del cuore, riversando sul pavimento una quantità eccessiva di sangue.

Tentò di curargli la ferita con i pochi incantesimi di Guarigione che conosceva, ma, ben presto, quando vide tutti i suoi tentativi vanificarsi, decise che quella era un’inutile perdita di tempo.

Merda.

- Malfoy non puoi morire!- esclamò la rossa rivolta al pallido biondino - Mi hai capita? Non puoi morire! Non dopo aver illuso Hermione!-

Come era facilmente intuibile, le sue parole furono riversate nel nulla.

Dannazione, Malfoy!

Doveva chiedere aiuto, ma non poteva lasciarlo in quello stato.

-Ferula!-

Alcune bende si legarono strette attorno al corpo del ragazzo, coprendo la lesione e macchiandosi immediatamente di rosso.

Dopo aver ordinato al ragazzo di resistere fino a quando lei non avesse trovato qualcuno, uscì dalla stanza e riprese a correre.

Sperò di incontrare la professoressa McGranitt, il Preside in persona o quel Kennan di cui Hermione ed Harry avevano tessuto infiniti elogi.

Svoltò l’ennesimo angolo alla fine di un corridoio e andò a scontrarsi contro qualcuno, cadendo a terra.

Incrociò le dita, augurandosi che fosse qualcuno che la potesse aiutare.

Alzò lo sguardo fino ad incrociare due piccoli occhi neri ridotti quasi a fessure.

Tra tutta la popolazione di Hogwarts lui, Severus Piton, l’Impeccabile Doppiogiochista di cui solo Silente non aveva dubbi, era l’ultima persona che si augurava di incontrare.

-Cinque punti in meno a Gryffindor!- esclamò soddisfatto.

Idiota.

- Malfoy è gravemente ferito- cominciò a spiegarsi lei, annaspando per la corsa -Nel bagno di Mirtilla Malcontenta-

L’uomo sbiancò alla notizia e, muovendosi rapidamente nella sua lunga e lugubre veste nera, si diresse verso il luogo da lei indicato.

Ginny lo seguì, solo per essere fermata da un’occhiata truce da parte del professore di Pozioni.

Voltandosi di scatto, infatti, le aveva chiesto chi aveva osato colpire Malfoy.

- Harry, ma non credo fosse veramente lui – rispose lei vaga.

Lo sguardo indagatore di Piton si fece più insistente.

-Non ho bisogno di te, Weasley. Va ad avvisare il professor Silente dell’accaduto-

Lei, sebbene temesse che Piton potesse fare qualcosa ad Harry, come per esempio liberarlo e permettere a Voldemort di finire ciò che aveva cominciato, non se lo fece ripetere due volte e, mettendo a dura prova il suo fisico atletico, corse verso la Sala Grande.

Quando spalancò le due ante della porta tutti i presenti si concentrarono sulla sua figura.

In fondo alla sala, Hermione, evidentemente agitata, stava parlando con Silente, il quale, non appena aveva visto la bacchetta di Harry tra le sue mani, sembrava aver cominciato a condividerne la preoccupazione.

Fu proprio l’anziano uomo il primo a venirle incontro, tallonato da Hermione e dalla McGranitt.

Ginny non aveva atteso che qualcuno le ponesse qualche domanda per incominciare a parlare, ansiosa di condividere quel peso che le gravava sul petto.

- Harry ha ferito Draco Malfoy – cominciò la rossa.

Lo sguardo del Preside, nascosto dietro i suoi piccoli occhiali a mezzaluna, si incupì e, immediatamente, la professoressa di Trasfigurazioni la incalzò.

-Andiamo, signorina Weasley, il signor Potter non può essere stato così avventato!-

Hermione era rimasta in silenzio, sebbene le sue mani avessero cominciato a tremare in modo spasmodico. Fissava un punto indefinito davanti a sé. Probabilmente, come spesso accadeva, la ragazza stava collegando alcune nozioni immagazzinate e memorizzate molto tempo prima.

Pochi istanti di silenzio, seguiti da una domanda, permisero alla Weasley di calmare il respiro.

- Ginevra,- cominciò Hermione, -Ti è forse sembrato che Harry si stesse comportando in modo strano?-

L’uso del nome di battesimo e non del solito nomignolo, spinse la rossa a vuotare il sacco.

Forse, dopo aver risposto a quella domanda, la sua reputazione avrebbe raggiunto minimi storici e insuperabili, ma la domanda dell’amica era stata troppo precisa per non farle capire che doveva rispondere in tutta sincerità.

-Quello non era Harry – rispose – Quello era Tom Riddle -.

Lungo il tavolo degli Slytherin cadde il silenzio. Nessun componente di quella Casa poteva permettersi di non sapere che quello era il vero nome del Signore Oscuro. Blaise e Daphne, già piuttosto agitati, si alzarono in piedi e si avvicinarono alla ragazza.

Ben presto, anche la restante parte degli studenti si zittì, vogliosa di sapere quale era la nuova catastrofe che aveva colpito la scuola di Magie e Stregonerie di Hogwarts.

Silente aveva impugnato prontamente la bacchetta e, pronunciato l’incantesimo, una lucente fenice era uscita dalla sua bacchetta. Consegnato un messaggio a questa, le disse di raggiungere il più rapidamente possibile Drew.

La magica missiva diceva: “Voldemort ha colpito. Fate attenzione”.

-Minerva,- iniziò tranquillo Silente – contatta Malocchio e avvertilo che i Mangiamorte potrebbero avere in serbo per noi qualcos’altro. Digli di informare dell’accaduto tutti i membri dell’Ordine- aveva ordinato l’uomo, rivolgendosi alla Direttrice della Casa di Gryffindor – Noi, intanto, andremo in infermeria- continuò, invitando i due Slytherin e le due Gryffindor, a cui si era aggiunto anche Ron, a seguirlo.

 

***

 

Quando arrivarono in quel luogo, impregnato dell’odore di disinfettante, lo trovarono ancora vuoto, sebbene Madama Chips corresse trafelata da una parte all’altra della stanza, frugando ansiosa nelle vetrine in cerca di medicinali di cui solo lei conosceva l’esatta ubicazione. Hermione, seduta su una scomoda sedia di legno vicino ad una delle finestre dell’infermeria, ne riconobbe alcuni in base al colore delle sostanze che le boccette di vetro contenevano. Fu certa di aver visto della Pozione Soporifera e, con suo estremo dispiacere, dell’essenza di Dittamo. Sapeva quali erano gli usi di quella sostanza e, per la prima volta, si rimproverò per aver letto quel maledetto volume di Medicina Magica che Drew le aveva dato.

Presto, dalla porta di quella stanza, sarebbe entrato qualcuno con qualche grave ferita.

- Poppy, credi di poter preparare un po’ di Bevanda della Pace per tutti i presenti?- domandò il Preside alla donna, la quale annuì distrattamente, mentre afferrava l’ennesimo farmaco.

-Non preoccupatevi, ragazzi, arriveranno subito- li aveva tranquillizzati l’anziano, posando la mano sinistra sulla spalla di Ginny. Fu in quell’istante che Hermione, grazie a quel gesto così innaturale da parte dell’anziano, aveva notato lo stato del braccio destro. La pelle era annerita e raggrinzita, come se fosse stata bruciata.

Non ebbe dubbi: quella era magia oscura. La ragazza si guardò attorno e, dagli sguardi consapevoli dei suoi coetanei, comprese di non essere stata l’unica ad essere arrivata a quella deduzione.

Improvvisamente, la porta si spalancò.

Nella penombra, Minerva McGranitt brandiva la sua bacchetta, con cui stava facendo levitare il corpo di Harry, ancora imprigionato dalle catene magiche di Ginny. Alle sue spalle, il professor Piton stava facendo la stessa cosa su Draco Malfoy, accompagnando quel gesto con una lunga e borbottata litania.

Madama Chips aveva invitato i due ad appoggiare i ragazzi su due letti adiacenti, nei cui pressi, aveva preparato un carrellino con tutte le medicine di cui poteva aver bisogno.

Quando il corpo dello Slytherin gli fu a meno di un metro, Hermione poté notare sul suo petto una ferita non perfettamente richiusa.

Sectumsempra.

 

***

 

Silente aveva deciso di far cadere Harry in un sonno magico e, dopo che Madama Chips aveva servito a tutti i presenti, alunni e professori, una tazza di Bevanda della Pace, il Preside aveva cominciato a porre alcune domande alla Weasley. Inizialmente, questa, volendo evitare di essere presa nuovamente per pazza, aveva dato solo rapide risposte stringate e, spesso, queste altro non erano che monosillabi.

Da sotto quegli occhiali a mezzaluna, i vispi occhi azzurro chiaro dell’anziano seguivano ogni suo movimento. La pacatezza con cui quell’uomo la invitava a parlare, le fece pensare, per un solo istante, che, in fondo, non aveva sofferto poi molto, quando tutti gli studenti di Hogwarts parlavano di lei sottolineando che era in grado di parlare con i diari. Ovviamente, quest’idea sparì dalla sua testa con la stessa rapidità con cui i suoi neuroni l’avevano formulata.

Aveva impiegato molto tempo per ripulire la propria fedina penale e, ora che era riuscita a renderla linda come un tempo, non intendeva infangarla nuovamente. Ginny Weasley preferiva non rubare ancora il titolo di “Pazza a piede libero di Hogwarts” a Mirtilla Malcontenta.

Silente, intanto, continuava a sorriderle gentile.

Probabilmente, pensò Ginny, sta decidendo in quale zona del reparto psichiatrico del San Mungo rinchiudermi. Speriamo che nella stanza ci sia almeno una finestra …

-Parleremo più tardi o, vista l’ora, domani, quando avrà avuto il tempo di rielaborare ciò che è successo- concluse l’anziano accondiscendente, prima di alzarsi e di dirigersi verso Piton e Madama Chips, che parlavano fittamente su quale fosse il metodo migliore per curare la profonda ferita di Draco.

Il professore di Pozioni, infatti, aveva continuato per quasi una trentina di minuti a ripetere lo stesso incantesimo, mentre la donna spargeva gocce d’essenza di Dittamo sui lembi recisi di netto della pelle. I due, sebbene fosse risaputo che non andassero d’amore e d’accordo, riuscirono a lavorare in perfetta sintonia, ottenendo meritatamente un risultato quasi ottimale. Quasi, perché, nascosta sotto ad alcune bende e ad  uno strato di pomata Ricucente, una lunga cicatrice interrompeva l’armonia del corpo pallido del ragazzo.

Il Preside, intanto, aveva chiesto a Piton come fosse la situazione quando lui era entrato nel bagno di Mirtilla Malcontenta e questo, dopo un sintetico ma esaustivo riassunto, non aveva potuto esimersi dall’esprimere un commento strettamente personale.

-È indubbio che, se la signorina Weasley fosse venuta subito a chiedere aiuto, ora non saremmo costretti a somministrare a Draco tutta quella Pozione Rimpolpasangue … -

-Ed è altrettanto indubbio che, se la signorina Weasley non fosse intervenuta, ora starebbe fingendo di essere dispiaciuto per la morte del suo figlioccio. A mio parere, poi, credo che si possa affermare con certezza che, se lei non avesse svelato alcuni dei segreti dell’Ordine al suo padrone Oscuro, ora ognuno di noi potrebbe essere nel proprio letto- aveva detto qualcuno, fermo sulla soglia dell’Infermeria – Appurato questo, professor Piton, la pregherei di non dare inutilmente fiato alla tua bocca-

Molti sguardi sconvolti si voltarono verso quella figura nascosta nella penombra e Daphne Greengrass dovette afferrarsi al maglione di Blaise Zabini per non correre incontro a quell’affascinante ragazzo misterioso.

Due occhi blu furiosi perlustrarono rapidi la stanza.

Fecero una breve pausa su Harry Potter ancora Impastoiato e su Draco Malfoy, addormentato a causa degli effetti della Pozione Soporifera. Infine, si fermarono su Hermione, che, seduta in angolo, reggeva tra le mani una tazza di Bevanda della Pace oramai vuota. Lì vicino, i due Weasley la guardavano preoccupata.

Drew Kennan non era affatto contento.

 

***

 

Drew indossava una larga felpa grigia con il cappuccio di almeno una taglia più grande della sua e un comodo paio di jeans sdruciti in più punti. Abiti Babbani.

Il ragazzo prese il silenzio dei presenti come un gentile invito a farsi avanti. Lui lo accettò immediatamente e lei fu la prima persona a cui si avvicinò.

Per tutto il tragitto, Drew continuò a sorriderle. Ad ogni passo che mosse si aggrappò a qualcosa e, quando non trovò alcun appiglio a cui reggersi, fece una muta richiesta a Ron, che immediatamente gli si avvicinò, prendendogli un braccio e portandoselo dietro le spalle.

-Si appoggi a me- gli disse il rosso, caricandosi anche del peso di Drew.

Sulla gamba sinistra del professore vi era uno squarcio pulsante, evidenziato da una bruciatura sulla stoffa dei pantaloni.

Sectumsempra.

Hermione percepì un fastidioso bruciore lungo la gola e sentì la testa girare. Non ancora, non di nuovo.

Credette di non avere più la forza nelle mani per reggere il peso della tazza.

Credette di essere in un incubo da cui non riusciva a svegliarsi.

Credette di dover indossare di nuovo quel tetro vestito nero.

E volle morire.

Non aveva la forza per piangere ancora, non aveva la voglia di piangere ancora.

Lei voleva solo un po’ di silenzio.

Lei voleva solo svegliarsi, magari madida di sudore e ansante, ma libera da quelle catene che le bruciavano la carne dei polsi.

-Non è nulla di che, Hermione.- le aveva detto Drew, accarezzandole gentile una guancia – In questa stanza non morirà nessuno-

Non morirà nessuno.

 

***

 

Silente aveva invitato tutti gli studenti presenti nell’infermeria a ritornare nei proprie dormitori. Daphne e Blaise, ancora leggermente storditi dall’eccessiva quantità di alcol che circolava nelle loro vene da quel lungo pomeriggio passato con quell’improbabile compagnia, sbraitarono per un paio di minuti contro il loro Direttore di Casa per convincerlo a lasciarli con il giovane Malfoy, ma Piton, che non aveva ancora digerito le parole poco gentili che Drew gli aveva rivolto, li mise a tacere con uno sguardo a dir poco inquietante. La professoressa McGranitt, invece, sembrò essere più accondiscendente e permise ai tre Gryffindor di fermarsi per altri cinque minuti.

Infine, Ron e Ginny abbandonarono la stanza, lasciando sola Hermione su precisa richiesta di questa.

-Andate pure, io vi raggiungo- aveva detto la ragazza, che, durante tutta la serata, non si era mossa da quella sedia scomoda su cui si era seduta.

Non voleva alzarsi.

Non voleva andarsene.

Non voleva lasciarli soli.

- Hermione, puoi fermarti quanto vuoi- la rassicurò Drew, ottenendo immediatamente delle occhiatacce dai suoi colleghi e da Madama Chips.

-Anche i miei ragazzi volevano rimanere, ciononostante, visto il preciso ordine del Preside, non è stato loro concessa la possibilità di farlo- disse Piton indignato.

Drew squadrò per alcuni istanti l’uomo dal naso adunco con un’irrispettosa aria schifata, per poi voltarsi senza degnarlo di una risposta.

-Professor Silente devo parlarle- aveva detto poco dopo Drew – Possibilmente, preferirei che la nostra conservazione non arrivasse nel giro di cinque minuti all’orecchio del caro Voldemort – continuò lui, guardando palesemente nella direzione del professore di Pozioni.

- Fammi strada, Drew – acconsentì benevolo l’anziano Preside.

-Professor Kennan, prego – gli rispose freddo il ragazzo.

-Come preferisce, professor Kennan – disse serio Silente.

In seguito, rivolse la sua attenzione a Piton e lo invitò a ritirarsi nelle sue camere.

-E possibilmente, professor Piton, la pregherei di rimanervi per tutta la nottata. Se non le reca disturbo, poi, sarei molto più tranquillo sapendola freddo, disteso e pallido. Ovviamente, più del solito- si intromise Drew, dando fondo alla sua sagace maleducazione.

Il diretto interessato, alzato il suo regale e scosceso profilo verso l’alto, uscì indignato dall’infermeria, portando con sé l’olezzo dei suoi capelli unti e permettendo a tutti i presenti di tirare un respiro di sollievo.

-Sa vero, professor Kennan, che così facendo ha attirato sulla sua persona un’innumerevole quantità di maledizioni?- gli chiese Silente, palesando una raffinata buona educazione.

Drew sorrise.

-Non ho paura delle fatture da quattro soldi di quel ciarlatano di Piton – gli rispose il ragazzo, il quale aveva abbandonato quei suoi toni affabili, che utilizzava in presenza del professore di Pozioni, per ritornare al suo solito modo di parlare.

Dopo quest’ultima affermazione, il ragazzo era uscito dalla stanza, seguito dal Preside e dalla professoressa McGranitt, invitata dallo stesso Drew.

La ferita alla gamba non gli permise di camminare a lungo e, per questo motivo, si infilò nella prima aula che incontrò. Alcuni cuscini sgualciti erano ammucchiati in un angolo, dove qualcuno, probabilmente il professor Vitious stesso, legittimo proprietario di quella classe, li aveva Esiliati.

Drew formulò alcuni incantesimi per assicurarsi che non vi fosse alcuna anima viva o morta e che, quindi, la loro conversazione potesse rimanere privata.

-Mi sembra chiaro- aveva cominciato il ragazzo non appena aveva concluso di pronunciare i suoi incanti – che nell’Ordine vi sia qualche spia-

Silente si incupì.

-Purtroppo, temo che lei abbia ragione-

-E non è la prima volta, vero professor Silente?- gli chiese Drew – Se mi avesse dato ascolto, Draco non si troverebbe in infermeria-

-Il suo metodo per chiudere il condotto mentale tra Harry e Voldemort era una misura troppo estrema e, comunque, il signor Malfoy è fuori pericolo- gli rispose l’anziano.

- Il mio metodo, a differenza del suo sigillo, è infallibile e, comunque, non è merito suo se domani non dovremo assistere all’ennesimo funerale causato da Voldemort. Ritengo che la signorina Weasley si meriti almeno 50 punti, non crede?-

Minerva McGranitt, ammutolita, continuava a spostare lo sguardo dall’uno all’altro ad intervalli regolari.

-Ho già provveduto a riempire con altri cento rubini la clessidra dei Gryffindor, non si preoccupi- disse Silente.

Drew sembrò soddisfatto, ma questo non gli permise di restare in silenzio per più di qualche secondo.

-Resta il fatto che, come ho già precedentemente consigliato, dobbiamo imporre l’Incanto Fidelius sulla mente di Harry -

L’anziano Preside scosse il capo lentamente.

-Io non farò mai una tale barbarie –

-Non si preoccupi, so benissimo che lei è eccessivamente attaccato a quel ragazzo. Lo farò io stesso – si offrì Drew.

-Sappia, allora, che io userò tutto ciò che è in mio possesso per impedirglielo. Ritengo giusto sottolineare, professor Kennan, che il suo affetto nei confronti della signorina Granger va ben oltre al rapporto studente-professore, visto che, se non sbaglio, è riuscito persino ad affermare il falso pur di proteggerla, sebbene tutti i suoi studenti potessero testimoniare di aver visto la stessa lanciare una Maledizione Senza Perdono contro Draco Malfoy, e che, quindi, lei è l’ultima persona a potersi permettere di accusarmi di favoritismi nei confronti di uno studente. Vorrei, inoltre, che lei non toccasse più questo argomento, visto che per le lezioni private che impartisce all’alunna non ha chiesto il mio beneplacito-

Drew abbassò lo sguardo.

Colpito.

Ma non affondato.

-Sa bene i miei diritti nei confronti del signor Potter e credo che lei non sia nella posizione adatta per cercare di impedirmi di rivendicarli-

Silente sorrise.

Sapeva quali erano le coordinate per poterlo colpire.

­-I suoi diritti non hanno alcun valore, visto che lei stesso ha deciso di non metterne a conoscenza il ragazzo-

Colpito.

Ma aveva ancora un ultimo tentativo. L’Asso nella manica.

-Bene, allora chiederemo al ragazzo stesso se vuole evitare che qualche altro innocente venga colpito da Voldemort per sua mano- disse Drew, sorridendo. Aveva vinto lui.

Il Preside dovette acconsentire a malincuore.

-Bene, io ritorno in infermeria ad assicurarmi che i miei pupilli stiano bene- continuò lo stesso Drew soddisfatto -Buonanotte-.

Il ragazzo aprì la porta e, prima di superare la soglia, venne richiamato dalla voce della McGranitt.

- Drew, riflettici. Sai meglio di noi che usare quella magia in quel modo è sbagliato. Non puoi davvero credere che questo sia il metodo migliore per proteggere Harry! -

-Io ragiono come un Ravenclaw. Le cose che piacciono a voi Gryffindor, quali la morale e la correttezza, sono aspetti secondari, ciò che conta realmente è la realizzazione del fine- le rispose Drew tranquillo – E, comunque, il mio unico interesse è che Draco sia al sicuro e questo metodo è il migliore per farlo- concluse, chiudendosi la porta alle spalle.

-Non mi ha ancora perdonato per quell’intromissione- dedusse Silente, cercando lo sguardo della professoressa di Trasfigurazioni.

Questa tese le labbra in un sorriso appena accennato. Aveva gli occhi lucidi.

-Non credo ti scuserà mai per questo, Albus. Ma, in fondo, solo i più grandi Gryffindor non sono disposti ad accettare che venga fatto un torto nei loro confronti, no?-

 

***

 

Madama Chips tese le tendine e nascose il corpo di Harry, fatto cadere in un profondo sonno magico dallo stesso Silente. Infine, raccattate le sue cose, si rifugiò nel suo ufficio, lasciandoli soli.

Lei e Draco.

L’aveva studiata a lungo. Quella ferita, arrossata e ricoperta da un sottile strato di pomata Ricucente, cominciava nella spalla e terminava alcuni centimetri più in basso dell’orlo dei pantaloni, che l’infermiera aveva scostato leggermente sul fianco destro. Era un squarcio preciso e, come aveva potuto constatare, la pelle era stata tagliata di netto.

Sectumsempra.

Con quella magia erano morti i suoi genitori.

Con quella magia erano stati feriti Drew e Draco.

Evidentemente, Voldemort voleva farle arrivare un messaggio.

E lei, stando ferma e zitta in un angolo, alla fine, lo aveva ricevuto.

Con quella magia lei sarebbe morta, se non avesse accettato di entrare a far parte della schiera dell’Oscuro Signore.

 

Per salvarsi, avrebbe dovuto rinnegare tutto ciò in cui credeva.

Per salvarsi, avrebbe dovuto voltare le spalle ad Harry, Ron e Ginny.

Per salvarsi, avrebbe dovuto abbandonare Draco, dopo tutto quello che lui le aveva detto durante quel pomeriggio.

Non aveva dubbi.

Meglio la Morte.

 

***

 

-Andiamo, meglio non lasciare un gruppo di Gryffindor con uno di Slytherin – aveva detto, porgendo una mano a Draco, che si era lasciato cadere per terra, strusciando contro l’albero a cui Hermione lo aveva fatto appoggiare. Sperava che lui gliel’afferrasse, continuando a sorridere. Sperava di non vedere più sul suo viso quella crudeltà che per molti anni l’aveva fatta soffrire.

Non lo fece. Fece di meglio.

-Non possiamo restare qui?- le chiese lui. Quell’espressione speranzosa tingeva di tinte particolari, che mai aveva potuto vedere prima, il suo volto aristocratico.

-Soli in una boscaglia?- gli domandò lei, alzando un sopracciglio sospettosa.

-Sei hai paura di me, puoi andartene- le disse lui. La stava sfidando, temendo che lei lo lasciasse lì come un idiota.

-Io sono una Gryffindor, non ho paura di niente- gli rispose, girandosi di spalle e cominciando ad abbassarsi per sedersi al suo fianco.

Lui le posò gentilmente le mani sui fianchi, guidandola fino a farla sedere sulle sue gambe.

Hermione lo guardò con una silenziosa domanda nascosta nei suoi occhi nocciola.

-Non vorrei mai che la tua giacca si sporcasse- sembrò scusarsi lui.

La situazione, per la ragazza, era stata fin da subito alquanto imbarazzante, tanto che, non sapendo come comportarsi, si era raggomitolata ben distante dal volto e dal petto di lui, facendo attenzione a non pesare troppo sulle sue gambe.

La posizione della Gryffindor, tutt’altro che comoda per entrambi, ben presto stancò lo Slytherin che l’attirò a sé e la costrinse ad appoggiarsi al suo petto, accarezzandole ogni tanto i capelli.

Poi, avevano cominciato a parlare di sua madre e lui, dopo averla scostata di qualche centimetro, si era acceso una sigaretta. Lei lo aveva ascoltato, ponendo alcune domande per saziare la sete della sua curiosità.

Infine, quando della cicca non era rimasto che un mozzicone stropicciato sulla terra e fatto Evanescere con un colpo di bacchetta, lui l’aveva riavvicinata.

Lei sapeva cosa lui provasse nei suoi confronti.

Glielo aveva letto nei suoi pensieri con un incantesimo di Legilimanzia e ne aveva avuto la conferma da lui stesso più volte.

E lei? Lei lo stava sfruttando. Lei si beava di quell’affetto gratuito.

Il suo maledetto senso dell’onore la spinse a parlare.

Stupida natura di Gryffindor!

- Draco io non –

-Lo so-

La interruppe prima che lei riuscisse a pronunciare quelle parole.

-Preferirei, però, non sentirtelo dire. Credi che io sia così stupido da pretenderti dopo così poco tempo? Ovviamente so cosa provi, per questo motivo, amore, ti do ancora un’ora per cadere ai miei piedi. Scaduta questa ti rapirò e ti porterò nella mia caverna- scherzò lui, sdrammatizzando la situazione – Nella mie più rosee speranze sognavo di incrociare il tuo sguardo e di non vedere più quell’odio nei miei confronti che io stesso avevo causato- la strinse più forte – Questo vale molto di più, non credi? Se questa sera dovessi morire sarei il ragazzo più felice di tutta la comunità magica!-

Non era morto, ma c’era andato vicino.

-Che poi io non intenda morire prima di aver assistito al matrimonio dei nostri cinque o sei poppanti e d’essere diventato almeno trisnonno, questo è solo un particolare-

Hermione rise, pensando che lui stesse scherzando.

-Non ti preoccupare, Hermione, per ora basto io per entrambi.- la rassicurò lui -Per ora-

-E se io mi innamorassi perdutamente di qualcun altro?- chiese lei sarcastica.

-Non ti preoccupare, non ci sarà quest’evenienza, visto che intendo rendere sterile qualsiasi umano di genere maschile che osi guardarti troppo a lungo-

Di nuovo, lei rise, convinta che quelle parole fossero una divertente esagerazione.

Poi, una domanda le era sorta spontanea.

Decise di osare.

-Da quanto – cominciò, venendo subito interrotta da Draco.

-Da circa due mesi prima che mio padre mi promettesse di uccidermi se avessi osato portare a casa una Sanguesporco – rispose freddo.

-Perché adesso hai deciso di andare contro il volere di tuo padre?-

Lui si prese alcuni istanti per riflettere.

-Perché tu hai scoperto cosa provo per te, perché tu mi hai dato una via di fuga, perché grazie a te non ho più paura di mio padre e di Voldemort e perché passare un mese con te è stato più divertente che trascorrere cinque anni senza di te. Ti basta?-

Aveva annuito.

Le bastava.

Le bastava lui.

 

***

 

Ora aveva capito veramente.

Dicono che per apprezzare qualcuno prima lo si debba perdere. Arrivare ad un passo da quella solitudine le aveva aperto gli occhi.

Aveva bisogno di quel ragazzo, delle sue carezze, della sua preoccupazione, del suo essere bastardo. Aveva bisogno di Draco Malfoy e capirlo senza dover celebrare alcun funerale le dava uno strano senso di onnipotenza.

Spesso la salvezza è ad un passo e per poterla afferrare l’unica cosa da fare è aprire gli occhi. E lei, questa volta, gli aveva spalancati. Vedeva solo una luce accecante, la fine di quel tunnel in cui si era rifugiata con la morte dei suoi genitori.

Ora aveva un nuovo obbiettivo.

 

***

 

Percepiva le bende che gli stringevano la cassa toracica, percepiva l’aria gelida che accarezzava la sua pelle nuda, percepiva un sentore di vaniglia. Il suo profumo.

Aprì gli occhi. Ringraziò la luce soffusa che gli permise di distinguere subito il suo viso e che, quindi, gli permise di lasciarsi andare in un grosso respiro di sollievo.

Era ancora viva.

Erano ancora vivi.

Cercò di chiamarla, di farla smettere di preoccuparsi inutilmente, ma il rantolo che la sua voce impastata compose non assomigliava nemmeno lontanamente al suo nome.

Bastò, però, ad attirare la sua attenzione.

Lo chiamò e la dolce ansia nella sua voce ebbe quasi l’effetto di un potente anestetico. Percepì un’innaturale leggerezza propagarsi in ogni cellula del suo corpo e, dopo aver accarezzato l’illusione di poter volare, le rispose.

- Hey –

Quel suono, evidentemente così innaturale se pronunciato da lui, fece distendere le labbra del suo angelo in un sorriso un po’ meno teso.

Tentò di alzare la mano destra per accarezzarle il viso, ma una fitta lancinante della ferita non gli permise di alzare il braccio per più di un paio di centimetri. Subito lei gliela strinse tra le sue. Erano gelide.

-Non sforzarti Draco – gli disse lei.

-Non ti preoccupare, noi Slytherin abbiamo la pelle dura- la rassicurò subito lui – Ora io e Potter condividiamo anche una cicatrice-

Hermione rise piano.

-Il primo che osa chiamarmi Sfregiato lo ammazzo- continuò lui.

Fu in quell’istante che la porta dell’infermeria si aprì.

Era Drew che, finalmente, sembrava aver deciso di farsi curare quella brutta ferita da Madama Chips, la quale uscì ben presto dal suo ufficio, stretta in uno scialle viola.

Il ragazzo salutò entrambi, chiese informazioni a Draco sull’accaduto, lo informò che lui e sua madre erano stati attaccati da un gruppo di Mangiamorte e concluse rassicurandolo che Narcissa era uscita incolume dallo scontro.

-Non avevo dubbi a riguardo- gli disse Draco.

Drew sorrise, fiero della fiducia che il ragazzo nutriva nei suoi confronti.

Il professore, infine, si era allontanato, scortato da Poppy verso un letto su cui la donna lo aiutò ad adagiarsi.

I due ragazzi rimasero nuovamente soli.

Hermione e Draco.

Erano proprio una coppia assurda.

- Hermione devi andare a dormire- le disse il ragazzo, preoccupato a causa del suo pallore, sempre più marcato nelle ultime settimane.

-Sto bene, resto a farti compagnia- lo rassicurò lei.

-Sono meno preoccupato se so che sei nel tuo letto, possibilmente sola, e che domani non condivideremo il soggiorno in quest’infermeria- insistette Draco.

-Quando io stavo male tu mi sei stato vicino- cominciò Hermione con un tono che non ammetteva repliche – Voglio ricambiare il favore-

Lui si beò dell’attenzione che la ragazza riversava nei suoi confronti.

-Lo hai già fatto, ora vai a dormire- rispose perentorio lo Slytherin.

Lei sbuffò. Evidentemente aveva deciso di accontentarlo.

Lui sorrise, mentre la vide alzarsi dalla sedia accostata al suo letto. Constatò che la ragazza aveva deciso di stare vicino a lui, sebbene anche Harry fosse presente nella stanza. Che poi lo Sfregiato fosse solo addormento, a lui non importava.

-Bene, vado allora- disse lei, allontanandosi di un passo dal suo letto.

Lui le rivolse uno sguardo truce.

- Granger, esigo il bacio della buonanotte!- esclamò Draco realmente sconvolto del fatto che la ragazza non avesse ben pensato di darglielo di sua spontanea volontà.

Scuotendo la testa affranta, la Gryffindor si chinò sul suo viso, sistemando dietro l’orecchio un ricciolo ribelle. Draco fu quasi sul punto di maledire quella sua premura che gli aveva impedito di percepire la morbida consistenza dei suoi boccoli sulla propria pelle.

Avrò altre opportunità, in futuro pensò, godendo di quella prospettiva felice.

Per l’avvenire, con la sua coraggiosa Gryffindor, oramai, aveva solo ottime aspettative.

Hermione posò le sue labbra sulla sua fronte.

Il desiderio di alzare la testa e percepire la morbida consistenza delle sue labbra sulle proprie gli attanagliò lo stomaco. Dio, quanto la voleva …

Resistette.

Avrò altre opportunità, in futuro

Dannazione, quel futuro cominciava ad essere un po’ troppo lontano.

-Buonanotte, Draco – gli sussurrò Hermione, dopo aver accostato la bocca al suo orecchio.

Lui non riuscì più a trattenersi.

Il suo crescente desiderio si manifestò, sebbene il ragazzo, all’ultimo istante, fosse riuscito a veicolarlo in qualcosa di non troppo estremo.

Le aveva promesso del tempo, glielo avrebbe concesso.

Alzò la mano, ignorando il dolore al petto, e con questa l’afferrò dietro la nuca, immergendo le dita nei suoi ricci ribelli.

La costrinse ad avvicinarsi, a sentire il calore della sua pelle.

-Buonanotte, Hermione – le sussurrò lui a sua volta.

Quando la lasciò, vide un leggero rossore che tingeva le sue gote.

Era bellissima.

Poi, aveva aspettato che salutasse i presenti, che uscisse dalla stanza e che il silenzio della notte coprisse il rumore dei suoi passi.

- Drew, devo parlarti – disse, richiamando l’attenzione del professore ancora alla prese, assieme a Madama Chips, della sua ferita.

 

***

 

Vi era stato un tempo in cui muoversi durante la notte non le faceva alcun effetto.

Molti eventi poco piacevoli erano accaduti nel frattempo e in molte disavventure era rimasta invischiata.

Camminava rapida, la bacchetta stretta nella mano destra, dentro la tasca dei pantaloni.

La luce delle candele ai muri, sebbene il fuoco fosse magico, riempiva il corridoio di riflessi tetri.

Svoltò l’angolo.

Urtò contro qualcuno.

Cadde all’indietro e perse la bacchetta, che vide rotolare sul pavimento per quasi un metro. Troppo distante.

Alzò lo sguardo.

Vide colui con cui si era scontrata.

Molto più alto e molto più robusto di lei. La bacchetta puntata contro la sua figura.

Fu tutto molto improvviso e rapido.

Se lo ritrovò addosso.

 

L’aiuto ad alzarsi, posandole gentilmente le mani sui fianchi.

-Scusa Hermione, non ti ho proprio vista-

Riconobbe quella voce e quel viso.

Aveva un anno in più di lei, lo aveva incontrato ad uno di quei boriosi incontri del Lumaclub.

Quello era Marcus Belby.

 

 

Note dell’Autore

Lo so, lo so. Vi ho fatto aspettare parecchio.

Vi ho lasciato con Draco mezzo morto per dissanguamento e un Voldy/Harry sghignazzante.

Mi rendo conto di essere stato crudele, ma gli impegni scolastici e la mancanza di voglia hanno sconfitto il mio desiderio di mettermi a scrivere.

Perdono. Perdono. Perdono.

Spero almeno che questo capitolo vi sia piaciuto!!! Comunque, la parte lunga in corsivo, per chi non l’avesse capito, è un flashback, che racconta la seconda parte del discorso tra Hermione e Draco nella foresta. Come avete potuto vedere, la relazione tra i due ha avuto una smossa non da poco e, il triste evento che ha quasi causato la morte dello Slytherin, non ha fatto altro che riavvicinarli.

Il Draco romantico, gentile e coccoloso sparirà già dal prossimo capitolo. 1) Ora tocca ad Hermione fare il passo verso di lui, 2) sono veramente stanco di scrivere cose eccessivamente smielate e romantiche (che come avrete capito dalle cialtronerie e baggianate varie che ho scritto non sono proprio il mio forte …  ed ecco a voi la Dramione meno romantica e più infantile dell’universo di Efp = ) à rido per non piangere, sia chiaro). Drew era veramente arrabbiato. L’ho censurato parecchio, anche perché secondo il mio progetto iniziale avrebbe dovuto insultare la McGranitt.

Nel prossimo capitolo, probabilmente, capirete meglio sia tutto ciò che riguarda Harry/Voldy sia il fatto di Narcissa. E, ovviamente, scoprirete che Draco ha trovato un degno avversario in quel tizio che non so manco si chiama Ravenclaw (su consiglio di mia cugina ho deciso di inserirci un bel triangolo -.-“).

Ho ancora una cosa da dirvi.

Sebbene io trovi fantastico il fatto che venga concessa l’opportunità di rispondere alle recensioni attraverso la casella di posta, credo che continuerò ad utilizzare questo spazio alla fine del capitolo. Mi sembra più intimo e, al momento, mi è più comodo … Utilizzerò la casella di posta solo per le risposte a recensioni di eventuali One-Shot o per l’ultimo capitolo di storie a lungo termine (come questa).

Un grazie sentito a tutte le donzelle che mi hanno recensito anche per lo scorso capitolo! (non sarebbe male superare le 8 recensioni …  io ve la butto lì …)

 

Ora, com’è d’uso, passo alle risposte ad personam:

 

Hollina: hai ragione, Hermione, specialmente la mia, non può essere costretta a diventare una Weasley. Probabilmente avrai già letto il seguito quindi … che ne pensi??? Grazie per la recensione e per tutte quelle ai precedenti capitoli!!!

 

dramy96123:  intanto … ben venuta, nuova lettrice!!! Seconda cosa … scusa, credo di averti fatto aspettare un po’ troppo per l’aggiornamento, ma devo dirti, purtroppo, che questi sono i tempi, usualmente (l’ultima volta ho aggiornato nel giro di una settimana perché, essendo andato in gita, ho avuto pomeriggi liberi dai compiti e dallo studio). Infine, grazie per i complimenti, spero di ricevere un commentino anche questa volta! Ed ora, a me l’arduo compito, dramy … sono un ragazzo. E la mia virilità cerca inutilmente di resistere a questi continui contraccolpi … Scherzo ovviamente!!!

 

Books: ce l’ho!!!! Oh Sorriso d’Essere Superno, ben ritrovata!!! (ok, fa un po’ pena … ammetto di essermelo appena inventato) Innanzitutto … GRAZIE!!! Per tutti i complimenti e per aver sempre recensito la mia storia. Cooomunque, addirittura (cito te) “esplosivo”???? Grazie, grazie, grazie! Comunque, no. Io non ho cuore, o, meglio, ce l’ho ma è solo un muscolo. Ergo, non è sede di alcun sentimento svenevole. Mi dispiace!!! Alla prossima recensione (quella a questo capitolo, ovviamente!)!!!

 

Lady_free: hey! Grazie per il bentornato e, comunque, si, in gita mi sono divertito! Peccato che i miei compagni di classe non mi abbiano lasciato neanche un goccio di Baileys (l’unico vero amore della mia vita) … Oh, mi fa proprio piacere far parte del Lato Oscuro. Ti informo che noi cattivi conquisteremo il mondo. Comunque, non sei la prima a dirmi che dovevo andare al Classico, sai? Quindi, ti rispondo come rispondo a tutti quelli che mi dicono una cosa del genere. Hai ragione, se potessi tornare indietro (ma ahimè non posso farlo), non andrei al Liceo Scientifico. Andrei ad un avviamento al lavoro a fare il pasticcere. Tre anni di duro lavoro a memorizzare gli ingredienti dei vari dolci e poi via a lavorare. Invece, ora, mi si prospetta un futuro sui libri. La cosa peggiore è che quando lo dico, visto la mia media (8,09 l’anno scorso) ottenuta cominciando a studiare alle 5 e mezza di sera, tutti mi ridono in faccia. Destino di m … Ma passiamo alla storia che è meglio!!! Innanzitutto, assolutamente NO! Non mi sono offeso per il link, anzi mi fa piacere che una parte della mia storia ti sia piaciuta a tal punto. Spero che il rapporto tra i piccioncini ti sia, almeno in parte, diventato un po’ più chiaro. Lo so, l’aver saltato il flashback che ho riportato in questo capitolo, ha confuso un po’ le idee, ma è stata una scelta sofferta e dovuta. In realtà, ora, è il turno di Hermione di avvicinarsi al Malfoy, visto che lui ha deciso di sconvolgere la sua vita per lei (e, diciamocela tutta, perché così poteva evitarsi i tanti casini che Voldy gli avrebbe causato). Per quanto riguarda il fatto che i ragazzi vadano picchiati, ti informo che l’altro ieri sono stato causato di essere misogino, quindi evidentemente non posso condividere il tuo pensiero. Draco può essere picchiato solo perché è un idiota e perché Hermione (vedi sotto -> gnocca) lo degna già della sua presenza e questo dovrebbe bastargli. Tra le altre cose, circa una settimana fa, sono andato nelle “Storie Scelte” in cerca di qualche Dramione con cui confrontare la mia storia (il risultato mi ha demoralizzato parecchio) e sono inciampato in “La Bellezza del Demonio”, leggendola mi sono ritrovato proprio la tua citazione "Regina Bianca, Re Nero". Hai ragione è veramente un bel paragone (come del resto è molto bella anche la storia). Infine, come avrai potuto vedere, Draco è vivo. Per ora (se mi tocca ancora Hermione dovrò trovare un modo per fargli saltare la testa). E si, se te lo stai chiedendo, non ho tutte le rotelle al loro posto. Concludo dicendo che il confine tra genio e pazzia è da sempre molto poco definito, nel tentativo di riscattare la mia reputazione. Ciao, Lady!!!

 

Paula: quando ho letto la tua recensione ho tirato un sospiro di sollievo. Non so se sai cosa vuol dire temere di essere la causa della fuga dei propri lettori, ma, credimi, prima o poi questo mi farà diventare pazzo. E non parlo tanto dello scrivere cose che al lettore non piacciono, ma quanto il farlo smettere di commentare o leggere un racconto a causa della propria maleducazione. Prima o poi, mi chiuderanno in un manicomio, lo so … comunque, grazie davvero per aver commentato anche lo scorso capitolo in quest’ultima tua recensione! Sono felice che l’avvicinamento dei due ti sembri realistico, anche perché, se così non fosse starei scrivendo una schifezza. O meglio, una cosa più schifosa di quanto immagino. Quindi, nel caso io diventi troppo surreale, ti incarico ufficialmente di riportarmi con i piedi per terra con una bella strigliata! Gli amici avranno un ruolo importante nel futuro (Ginny, per esempio, è stata fondamentale già in questo), soprattutto i due Slytherin. Come ha i potuto vedere, Draco è in salvo, per ora. Grazie ancora.

barbarak: non so chi non apprezza il tuo modo di recensire ma, posso dirtelo con certezza quasi assoluta (quasi in quanto il mio credo filosofico parte dal fatto che nulla è perfetto e quindi parole come “sempre”, “niente” o “assoluto” non hanno valore), lasciali perdere. Sono degli idioti. Io, qui a casa mia, sto ergendo un tempio a te dedicato, dove ogni sera, appena lo avrò costruito, farò una preghierina alla mia musa ispiratrice affinché mi dia idee che tu non possa dedurre nel giro di due secondi. Bene, ho letto con particolare attenzione tutte le cose che ti sono piaciute della storia e, come mi capita spesso leggendo le recensioni che ricevo, mi sono augurato di non aver distrutto completamente l’idea che avevi in mente di Hermione. Sicuramente lei non sarà mai la damigella indifesa (a breve Drew finalmente incomincerà ad insegnarle la magia Oscura come si deve), ma in questo capitolo la si vede estremamente fragile. Del resto io credo che la persona più forte su questo mondo sarebbe un po’ scossa dopo un periodo poco felice come quello che la mia Herm sta passando (come vedi mi sto arrampicando sugli specchi). Non lo so, spero di non aver fatto qualche danno troppo immenso. Comunque, l’ematoma è stato causato dai Berretti Rossi e, quindi, solo a causa della punizione degli Hufflepuff. Mi dispiace infrangere così crudelmente ogni tua possibile immaginazione a riguardo. E, infine, non ti preoccupare, nella tua recensione non c’è alcuna oscenità (scrivessi io così bene quando butto giù la prima cosa di botto, avrei già pubblicato un paio o due di libri). Grazie ancora, Barbarak!!!

sarahoara: intanto, benvenuta nuova lettrice! Grazie di tutto e, si, Hermione cederà ben presto al fascino del Malfoy … Grazia ancora (mi raccomando lascia un commentino anche sta volta)!!!

Agathe: sei l’ultima a cui rispondo, oggi, per fortuna! A dire il vero comincio a sentire la stanchezza causata dai ritmi scolastici (sebbene io li prende sempre molto alla leggera), ma Natale è vicino, facciamoci forza!!! Ebbene, l’hai chiesta? Ecco la discussione, se così si può definire, tra i due! A proposito, a quale ti riferivi? A quella tra Hermione e Draco, vero? Perché se non è questa, tutto ciò che ho detto sulla discussione precedentemente non vale. Si, lo so, sono un sadico. Ognuno ha le sue pecche e i suoi punti di forza, no? Comunque, Hermione stessa lo dice. Lei sta (stava) sfruttando Draco e il suo affetto gratuito. E, comunque, si è spuntato Voldy, ma era dentro il corpo di Harry, quindi non so se vale come un’apparizione del Signore Oscuro, vedi tu. L’ultimo pensiero va ad Hermione, ma in questo capitolo si scende più nei particolari e si scopre che Draco non è proprio felice che il suo primo pensiero sia Hermione e non la sopravivenza, ma del resto, con una come Hermione, queste cose non contano … Grazie di tutto!!!

AVVISO IMPORTANTE: da idiota quale sono ho deciso di partecipare ad un progetto della mia scuola e, se mi prenderanno (in totale ci sono 5 posti), mediamente mi ritroverò con un’ora in meno di tempo libero fino alla fine dell’anno scolastico e per i primi tre mesi del prossimo. Mi dispiace dunque dirvi che, se tale eventualità dovesse portare riscontri positivi, avrò ancora un altro impegno e, quindi, meno tempo per scrivere. Farò il possibile, comunque, per mantenere i ritmi che ho tenuto fino ad ora.

Or dunque, non mi resta che ringraziare le 17 persone che hanno messo la storia tra le Preferite, le 9 che l’hanno messa tra le Ricordate e le 65 (guardando la lunghezza dell’elenco mi è venuto quasi un infarto) che l’hanno messa tra le Seguite. Un sentito ringraziamento alle 8 persone che hanno perso del tempo per commentarla!!!

Alla prossima,

Jerry

P.S: puntiamo a battere il record di recensioni, mi raccomando J

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Jerry93