Lascia che ti guardi Perché ritorni, figlio tu, disertore di te stesso, soldato caduto. In una notte straniera hai bussato alla mia porta, in questo paese d’ombre ove non ti aspettavo più. Eco di guerra lontana ravviva i dolorosi ricordi in un tempo cristallizzato, che è pena e conforto. Errante solitario, perché non mi parli? Sento voci nel pensiero vorticare come frangenti di mare nel vento. Ti ritrovo, bianco di luna e con tributo di pianto mi concedo all’inganno di un ritorno che sa di partenza. Cerco la tua mano, il sentore di un calore perso nell’ oscurità.