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Autore: Capers    30/11/2010    1 recensioni
Introduzione a Cap.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I suoi sogni si erano normalizzati, erano diventati più dormibili da quando aveva parlato con Katherine. Era felice di aver risolto un problema che lo riguardava. Ora si meravigliava di quanto potesse durare quella situazione mentale. Anche se in cuor suo sapeva che non era mai iniziata nessuna tranquillità nei suoi pensieri.

È forse destino dell’uomo trovarsi di fronte a problemi. Quando li risolvi c’è sempre qualcos’altro che ti tormenta. Sempre quel qualcosa che non va nella tua vita. Che cambieresti. Mi viene da chiedermi a questo punto se esista veramente la felicità. Probabilmente esiste eccome. Basta non guardare gli attimi in cui avevi dei problemi, guardare invece gli attimi in cui li avevi risolti. Questo potrebbe creare nel nostro ego un senso di appagamento e autostima che si potrebbe chiamare felicità. Ma è veramente questa la felicità? Siamo veramente felici? Sarebbe bello saperlo. Io di sicuro non lo so. Vita te lo sai?

Era ancora immerso nel suo scrivere, cancellare e riordinare gli appunti del block notes. Quando il campanello suonò.

J: “Chi è?”

E, F: “Jacob! Sorpresa! Siamo mamma e papà! Buon compleanno tesoro!”

Oddio! Può essere vero?! No dai! Non ci credo!

Controllando il calendario di fianco al citofono si sentiva rabbrividire.

Come si fa a dimenticare il proprio compleanno?! Deve essere il mio maledetto pensare. La mia maledetta coscienza con cui parlo in continuazione. Coscienza ci sei te dietro tutto questo vero? Ti ho beccata! Ti sei rubata anche la memoria del mio compleanno! Mi fai schifo!

E: “Tesoro?! Apri la porta o ci vuoi far aspettare ancora molto?”

J: “Ehm, certo! Venite! Venite!”

Non sapeva cosa lo spaventasse di più: il fatto di aver dimenticato il suo compleanno, o il fatto che i suoi genitori avessero viaggiato mezzo mondo per venirlo a trovare. Era sempre spaventato dalle loro visite. Temeva sempre che fossero ottime scuse per farlo tornare al college.

Tornare mi fa quasi ridere. Ci sono andato due settimane. Per poi capire che non volevo più sentire professori che convertivano la mente degli studenti al loro pensiero. Ho sempre pensato che la scuola sia solo un’arma della società per mettere in testa alla gente l’idea che questo mondo funzioni perfettamente. Sono sempre stato più per l’auto educazione. Probabilmente ho torto. Ma magari no. Preferisco seguire il mio pensiero. Mi sento migliore seguendo le mie idee.

E: “Jacob! Quanto tempo è che non ci vediamo! Come stai? Sei dimagrito! Mangi? Come sta il tuo compagno Flett? Dov’e’ ora? Ti sei deciso a cercare un lavoro? Hai fatto nuovi amici?”

J: “Mamma, non pretenderai che io risponda a tutte quelle domande!? Comunque Io sto bene! Sono felice di vedervi! Che mi raccontate?

E: “Oh! Avremo tempo per le chiacchierate di famiglia più tardi! Ora andiamo da Carine!”

J: “Perché da Carine?!”

E: “Puoi non fare domande!? Vieni e basta! Dai!”

J: “Non avrete organizzato una festa a sorpresa!? Voglio dire se fosse così non siete bravissimi con le feste a sorpresa!”

F: “Ecco! Lo sapevo! Vabbeh, ora è solo una festa! Ora che ci hai scoperto vieni alla tua festa?”

J: “Ah ah! Volentieri babbo!”

Elenoire e Frederick erano da sempre genitori felici, anche quando Jacob gli disse di essersi ritirato dal college lo capirono. Sapevano che loro figlio non aveva una mentalità di un ragazzo della sua età. Sapevano che era una mente strana la sua. E preferivano appoggiarlo che creargli altri problemi in testa. Sapevano che si tormentava spesso. Sapevano. Lo conoscevano bene. D’altronde era loro figlio.

Vedendo tutte queste persone che si divertono alla mia festa mi fa sembrare un po’, come dire, quello buono. Forse perché in mezzo a tante persone felici la nostra mente si adatta. O forse perché far felici gli amici, vederli gioire, vederli sorridenti è un ottimo modo per sentirsi felici. Spesso la nostra felicità interiore è fortemente condizionata dal mondo là fuori. E’ probabilmente da questa situazione di equilibrio tra dentro e fuori l’individuo che si creano veramente i legami di felicità tra le persone. Chi vuole essere felice fa felici gli altri.

Pensare che poco più di un’ora fa mi chiedevo se esistesse veramente la felicità. La vita sa darti le risposte. Ma te devi saperti porre le domande.

   
 
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