Il sole era sorto da appena cinque minuti, quando dieci ombre
comparvero nei pressi del Castello.
La sera precedente tutti i
telegiornali avevano trasmesso le immagini del Castello sorto dal nulla in un
battito di ciglia.
La sera precedente la Piccola Lady,
dietro consiglio e suggerimento di Mamoru, aveva confessato d’aver preso lei il
Cristallo d’Argento del XXX secolo.
La bambina si era aspettata una
sonora sgridata, ma solo Setsuna parlò.
“Lo useremo per sconfiggere i
nemici e per salvare la tua mamma…” disse arruffandole i capelli.
“Non… non sei arrabbiata?”
sussurrò la piccola osservando la guerriera di Plutone con occhi sgranati.
“Sono dispiaciuta perché non ti
sei confidata con nessuno… ma no… non sono arrabbiata” disse sorridendole ed
abbracciandola con affetto.
Il cristallo era stato affidato a
Minami in quanto custode.
Ora, a distanza di dieci ore da
quei momenti, le guerriere erano decise più che mai a sconfiggere il nemico.
Intanto al castello…
Usagi osservava la sua stanza:
era completamente bianca, dai muri al pavimento. Un’ampia finestra era alla sua
destra, mentre un ampio specchio copriva quasi tutta la parete infondo alla
camera. La stanza non aveva porte.
Demando comparve all’interno
della stanza osservando la ragazza seduta sul letto.
“Non ci si annuncia più?” chiese
Usagi senza voltarsi.
“Mia Regina… mi stupite… non è
facile annunciarsi, ma in futuro prometto che farò del mio meglio per
assecondarvi… tra due ore ci sposiamo…” le comunicò il principe guardandola
incantato da tanta bellezza.
“Lasciatemi sola…” rispose lei
con voce atona.
“Saprò rendervi felice mia
Regina… talmente felice che vi scorderete di Endimion!” minacciò Demando prima
di scomparire.
“Mamoru… ragazze… aiutatemi…”
sussurrò scoppiando in un pianto inconsolabile.
Una luce fioca comparve nella
stanza, ma Usagi non la notò.
“Non dovresti piangere…” disse
una voce dolcissima alle spalle
“Chi ha parlato?!” chiese
spaventata scrutando la stanza.
“Chi sei?!” chiese la ragazza
osservando la donna che era alle sue spalle.
La donna era alta ed i capelli
erano biondi, legati in due codini che scendevano lunghi fino a toccar terra.
Il vestito era bianco come la neve, mentre sulla sua testa era posata una
corona bellissima, fatta d’oro e di rubini grandi come mandarini.
“Sono te… o meglio… sono la
Serenity del XXX secolo…” le rispose sedendosi sul letto…
“Io e te… siamo la stessa
persona?” chiese la ragazza osservando la donna.
“Già… no… non fare domande…” le
chiese gentilmente, prevenendo le domande che la giovane le voleva fare.
“Non potrei comunque risponderti.
Non dovrei essere qua… ma il tuo scoraggiamento non è d’aiuto alle sorti di
questa battaglia…” la rimproverò gentilmente.
“Tu sei la principessa Serenity…
non devi mai dubitare ne di te, ne di Endimion, ne delle tue amiche… Non farlo
mai…” disse la Regina Serenity svanendo lentamente.
“Mah…!” la chiamò Usagi rimanendo
da sola nella stanza.
“Ricordatelo sempre… Serenity…”
disse
“Non mi perderò d’animo Serenity…
te lo prometto!” disse convinta Usagi.
Chiamò a se il Cristallo d’Argento
e, con molta sorpresa vide che erano due.
“Dev’essere il Cristallo
d’Argento del XXX secolo… allora era qua!” si chiese stupita.
I due cristalli si fusero in un
unico cristallo, diventando ancor più grande.
“Cosa stai combinando?!” chiese
con disgusto Wiseman comparendo nella stanza della giovane.
“Nulla!” disse affrettandosi a
far sparire il cristallo.
“Oggi tu e quello sciocco di
Demando vi sposerete… ma sarò io a governare questo pianeta… Tu e lui non mi
servirete più!” la informò con rabbia.
“Potrei sempre informarlo sui
tuoi progetti…” disse Usagi osservando l’incappucciato.
“Non ne avresti il coraggio…
Muoviti… vestiti… tra un’ora partiamo…” le disse con disprezzo.
Usagi la fissò, non riusciva ad
odiarla completamente. Dopotutto era Minami… La sua amica Minami… Chissà
cos’era capitato per farla passare dalla parte del nemico.
Con quei pensieri la ragazza si
alzò ed iniziò a vestirsi.
Vicino alla cattedrale della
città…
“Setsuna? Sei sicura che verranno
qua? Non era meglio attaccarli al Castello?” chiese Mamoru non del tutto sicuro
del piano elaborato dalla leader delle Outer Senshi.
“Sicura… Ragazze ai vostri posti…
tra un po’ si comincia…”
“Ragazze! Usagi ha chiamato a se
il Cristallo d’Argento del XXX secolo…” disse Minami osservando le presenti.
“Meglio… abbiamo un’alleata in
più” disse Haruka avvicinandosi alla sua leader.
“Haruka!” tuonò Setsuna. Aveva
visto l’occhiata avvilita di Minami.
“Ha detto il vero Setsuna… non
rimproverarla…” disse Minami allontanandosi.
“E’ più sicura se va via…” disse
Haruka bloccando Setsuna.
“Purtroppo hai ragione…” convenne
chinando la testa.
“Sicura che abbiamo fatto bene a
lasciare ChibiUsa a casa?” domandò Hotaru osservando le sue compagne.
“E’ troppo piccola… e poi il
nemico l’avrebbe potuta prendere di mira…” le rispose Rei.
“Meglio prepararci… Arriveranno
tra un po’…” disse Michiru osservando il suo specchio.
“Vi ricordate tutti il piano?”
chiese Setsuna.
Al cenno affermativo tutti si
avviarono verso le loro postazioni.
Non preoccuparti amore mio… noi
ti salveremo… ed impediremo questo matrimonio pensava Mamoru seguendo
le ragazze.
Il corteo arrivò dopo quasi
mezz’ora.
Il primo ad arrivare fu Demando,
che osservò i presenti con malcelato disprezzo.
Alcuni curiosi si erano assiepati
vicino alla cattedrale ed osservavano stupiti il ragazzo dai capelli argentati
e l’incappucciato comparire quasi dal nulla.
Quest’ultimo, dopo aver
accompagnato il suo principe, sparì andando a prendere la principessa.
Poco dopo comparve la sposa
accompagnata dall’onnipresente incappucciato. Lei era bellissima nel vestito
bianco, molto simile a quello che aveva al castello. Un velo leggero ed
impalpabile le copriva il viso di porcellana. Non sembrava felice, ma molti
presenti l’attribuirono all’emozione.
Entrarono in chiesa e le porte si
chiusero dietro di loro.
Il sacerdote giovane e parecchio
imbarazzato osservava gli sposi e le file di banchi vuoti.
“E’ un matrimonio privato?”
chiese osservando i due con molta curiosità.
“Fai il tuo dovere… Sposaci e
basta!” rispose Demando seccato.
“Va bene… va bene…” disse il
reverendo fissando il libricino che aveva tra le mani.
“Non ci sarà nessun matrimonio…”
disse una voce alle spalle dei due.
“Mamoru!” disse Usagi correndogli
incontro.
“Non la fermiamo mio Signore?”
domandò l’incappucciato.
“Quando Endimion sarà agonizzante
ai miei piedi… lei tornerà da me…” rispose, mentre un sorriso maligno gli
deformava i lineamenti.
“Staremo sempre insieme…” le
promise lui, accarezzandole dolcemente il viso.
“Ma che commuoventi che siete…”
disse Demando facendo un passo in avanti.
“Sta lontano da lei…” disse
Tuxedo Kamen proteggendo la sua amata.
“Apri la porta e fai entrare le
ragazze…” sussurrò Tuxedo Kamen.
Usagi fece quello che le era
stato detto ed otto ragazze comparvero sul vano della porta.
“Finalmente potrò uccidervi
tutte… e nel futuro non esisterete più…” disse Demando osservando le nuove
venute.
“Endimion… proteggi Serenity…”
disse Sailor Pluto superando i due innamorati.
“Sailor Pluto…” la chiamò Usagi.
“Non piangere… sappiamo quello
che stiamo facendo…” la rassicurò Sailor Mars sorridendole.
“Sailor Mars…” disse Usagi con
gli occhi lucidi.
“Finito qui andiamo a mangiare un
gelato enorme…” disse Sailor Venus passandole accanto.
“Sailor Venus…” ora dai suoi
occhi cadevano lacrime.
Fuori era rimasta Minami che
osservava la scena senza essere vista.
Aveva un piano in mente ma non
voleva attuarlo se non in caso di necessità.
Tutte le sailor erano schierate
in posizione, pronte a combattere ed a morire se necessario.
“Sciocche…” disse Demando
preparandosi a scagliare un colpo.
“Permette mio Signore?” chiese
l’incappucciato facendosi avanti.
“Certo Wiseman… liberami di
loro…” disse annoiato il giovane.
“Strali oscuri… Azione!” disse
Wiseman, mentre dardi neri scaturivano dalle sue mani e si dirigevano a
velocità sorprendente verso le Sailor.
“Scudo di Saturno, azione!” disse
Sailor Saturn parando il colpo.
“Ben fatto Saturn!” disse Sailor
Venus felice per questo primo successo.
I dardi non avevano ancora
terminato la loro corsa e, dopo l’iniziale arresto, avevano perforato lo scudo,
entrando nella cupola che proteggeva le sailor.
“Attenta!” gridò Sailor Venus
mettendosi davanti a Sailor Saturn.
“Minako!” urlò Usagi dal fondo
della chiesa.
Cinque strali colpirono la
guerriera di Venere che cadde al suolo priva di vita.
Sailor Saturn osservò la
guerriera cadere impotente. Una rabbia incontenibile la invase, aumentando in
modo esponenziale la sua aura.
“Saturn calmati!” disse Sailor
Pluto senza venir minimamente ascoltata.
Una botta in testa le fece
perdere i sensi. “E’ troppo pericolosa… L’avevo detto di lasciarla a casa!”
protestò Sailor Uranus, colei che aveva dato il colpo a Saturn.
“Due guerriere in meno?” chiese
Wiseman pronto a scagliare altri dardi.
“La pagherai…” disse Sailor
Jupiter con gli occhi colmi di lacrime.
“Sono qui…” disse mellifluo
l’incappucciato.
“Fulmine… Azione!” gridò la
ragazza correndo incontro al nemico.
“Sciocca… Spada oscura…” con un
sol colpo fermò il colpo rispedendolo alle compagne della ragazza e trafiggendo
al cuore la guerriera di Giove che prima di spirare sorrise.
“Makoto!” urlò nuovamente Usagi
cercando di liberarsi dall’abbraccio di Tuxedo Kamen.
“Mars… tocca a noi…” disse Sailor
Mercury osservando la sua compagna.
“Proteggete la principessa…”
disse solo Sailor Mars prima di seguire la sua compagna.
“Siete voi due le prossime a
morire?” chiese Wiseman con ironia.
“Non saremo noi a morire… ma tu…”
disse Sailor Mercury.
“Alla sfera…” sussurrò poi
rivolta alla sua compagna.
“Bolle di nebbia… azione!” disse
la guerriera di Mercurio, prima che una coltre di nebbia invadesse la chiesa.
“Cerchi di fuoco… azione!” disse
Sailor Mars.
Ma a perire stavolta fu Sailor
Mercury, che si trovò nella traiettoria del colpo.
“Complimenti… Hai fatto tutto da
sola…” disse Wiseman appena la nebbia si fu diradata.
“Ami!” dissero Sailor Mars ed
Usagi.
Sailor Mars s’inginocchiò accanto
alla compagna morta, dimenticandosi di Wiseman.
“Vuoi andare da lei…? Ti
accontento subito…” disse con malignità “Spada oscura…” disse senza lasciarle
il tempo di muoversi.
“Perdonami…” sussurrò prima di
cadere a terra senza vita.
“Rei!” gridò Usagi ormai in
lacrime.
Minami era sconvolta. Tutti i
ricordi vissuti con le sue amiche le tornarono alla mente.
“Devo fermarlo… Devo fermarmi…”
disse correndo verso il palazzo di fronte alla chiesa.
“Siete rimaste in tre…” disse
Wiseman.
“Le hai sterminate…” convenne
Demando con un sorriso sardonico sul viso.
“Mi stai annoiando principe… Ho
deciso che la mia vendetta si compirà qui… e adesso…” disse mentre una lama
nera trapassava il principe Demando.
“Wiseman…” sussurrò incredulo
l’uomo guardando il suo subordinato.
“Mi sono divertito a sufficienza
con te… Ed ora mi sono stancato…” disse con voce seccata l’incappucciato.
Le tre guerriere osservarono la
scena sconvolte: non pensavano che l’incappucciato arrivasse a tanto.
“Chi è il prossimo?” chiese
guardando le presenti.
“Basta… non posso… ne voglio
continuare a vedere le mie amiche cadere una alla volta per mano tua…” disse
Usagi facendosi avanti.
Tuxedo Kamen la seguì. I due si
strinsero la mano. In un fascio di luce comparvero Endimion e Serenity.
“La coppia reale… quale onore…”
li schermì Wiseman.
“Affinché il male non trionfi…”
iniziò Serenity con in mano il Cristallo d’Argento.
“Affinché il bene prevalga su
tutto” continuò Endimion.
“Cristallo d’Argento… Massima
potenza… Azione!” dissero in coro i due.
“No!” gridarono le tre guerriere
del futuro osservando la scena.
Minami era salita sul tetto del
palazzo. Osservava la cattedrale senza vederla apparentemente.
“Chiedo perdono per tutto il male
che ho commesso… e che commetterò… Grazie di tutto amiche mie…” disse prima di
lasciarsi cadere nel vuoto.
Il rumore della sua caduta fece
voltare Sailor Pluto che non riuscì a trattenere le lacrime.
La luce all’interno della
cattedrale sembrò voler esplodere. Poi, com’era cominciata finì.
La chiesa era intatta ed i corpi
delle Sailor erano lì.
Poco distante Serenity ed
Endimion erano abbracciati: anche stavolta erano morti insieme.
Di Wiseman non c’era traccia.
“Dobbiamo andare…” disse Sailor
Uranus, con gli occhi lucidi, prendendo Sailor Saturn in braccio.
“Ha ragione…” disse Michiru,
asciugandosi furtivamente le lacrime.
“Torniamo nel XXX secolo…” disse
decisa la guerriera di Plutone.
“E la Piccola Lady?” chiese
Michiru sorpresa.
“I suoi genitori sono morti… sarà
sparita…” disse la guerriera dispiaciuta per non essere riuscita a mantenere la
promessa fatta alla sovrana del XXX secolo.
“Mai dare nulla per scontato…
Sailor Pluto” disse una voce dolce alle spalle delle guerriere.
“Serenity?!” domandò la guerriera
osservando la nuova venuta con occhi sgranati.
“Tornate nel XXX secolo, con la
Piccola Lady… A loro ci penso io…” disse Serenity sorridendo dolcemente.
“Come desiderate maestà…” dissero
in coro le tre guerriere tornando nel loro appartamento.
“Chronos… che il suo ultimo
desiderio diventi realtà…” disse sparendo in una luce dorata.
Tokyo, ore 08.25.
Una ragazza bionda correva a
perdifiato per le strade della città.
“Arriverò tardi anche oggi!”
disse ad alta voce, facendo voltare uno o due passanti che la osservarono
stralunati.
“Vuoi un passaggio testolina
buffa?” chiese Mamoru accostando vicino al marciapiede dove la ragazza correva.
“Grazie!” disse salendo in auto.
Si salutarono con un bacio
veloce. Usagi corse veloce verso la sua classe.
“Ce l’ho fatta…” disse sedendosi
pesantemente al suo posto.
“Fatemi indovinare… la sveglia
non ha suonato…?” chiese una ragazza dai corti capelli azzurri.
“Secondo me l’ha spenta…” disse
un’altra ragazza dai capelli castani legati in un’alta coda.
“Certo che voi due siete proprio
simpatiche…” disse Usagi rivolta alle due ragazze che ora se la ridevano “Non vi
annoiate ad essere così ripetitive?” domandò mettendo il broncio.
“Ma anche agli appuntamente con
Mamoru arrivi tardi?” le chiese Minako riflettendo un attimo.
“Non ti ci mettere anche tu…”
borbottò Usagi.
“Arriva la prof…” disse una
ragazza bionda con i capelli legati in una morbida treccia.
Le quattro la osservarono per un
attimo: i ricordi riaffiorarono.
“E’ giusto così…” disse Usagi
sedendosi composta.
La ragazza aprì il suo quaderno e
lesse stupita quelle poche semplici righe, vergate in una calligrafia
bellissima:
Voglio che tutto torni com’era prima…
non voglio più sofferenze…
non voglio più menzogne…
solo la verità…
siamo quello che facciamo…
a volte i desideri si avverano… specie se sono gli
ultimi…
mai perdere la speranza…
Un sorriso dolce le illuminò il
viso… Le dispiaceva d’aver perso un’amica… il suo sguardo corse a Minami…
Questa si voltò e le due si fissarono per un attimo, poi entrambe si sorrisero.
Forse la loro amicizia non era persa per sempre…
Usagi sorrise ancor di più quando
lesse la firma: Serenity.
Fine
Ecco
qua la fine di questa fanfiction, spero che vi sia piaciuta. Ringrazio tutti
coloro che hanno commentato:
Valery,
Veronica85, Dragon85, _Sofia_, _C3R3S_, Sissy, Bunny230589, fra, Strega_Mogana, Wicca87, isilya, xstellaluna.
Grazie
mille, ogni volta che ho letto i vostri commenti mi hanno fatto sempre un’incredibile
piacere.
Anche
per quest’ultimo capitolo vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate. Un bacione
a tutte e GRAZIE.
Kirby
alias Luana80