Si guardarono
un po’ negli occhi, ma nessuno dei due al momento aveva voglia di parlare,
godendosi quell’attimo di silenzio “calmo” voluto…nonostante la situazione. Ma
almeno gran parte del nervoso era passato ad entrambi.
Chuck controllò
l’orologio Swatch che aveva al polso e osservo l’ora che si era fatta.
04:59:57…58…59…erano le 05:00
del mattino.
31
Dicembre, ore 05:07 a.m. Bar dell’Empire.
-Versamelo un altro Fred- gli disse Serena mostrando il bicchiere vuoto in mano. Nate la guardò perplesso avvicinandosi alla sua ragazza. -Non ti sembra di esagerare- chiese alquanto preoccupato.
-Non penso…è acqua tonica con limone- chiarì lei, cominciando poi a ridere alla vista della faccia completamente stupita di N. alla notizia…per quel che poteva vedere con le candele che avevano accesso sul bancone e un po’ dappertutto nell’hotel.
Incamerando la notizia che Serena non stava bevendo alcolici…fatto alquanto strano…riprese un po’ di contegno.
-Piantala di ridere- la rimbeccò lui fintamente offeso.
-Dovresti vederti- continuò lei, tra una risata e l’altra.
-Che succede?- chiese Dan avvicinandosi.
-Di a tua sorella di smetterla di ridere di me- gli disse Nate, sperando in un appoggio maschile, prima di girarsi verso il bancone. -Fred!!! Almeno te piantala- inveì contro il barman che se la stava ridendo anche lui sotto i baffi. “Allucinante” pensò sconsolato, mettendosi a sedere su uno sgabello.
-L’impresa è dura…- valutò Dan, osservando i due. -…credo che dovrai rassegnarti ad aspettare che l’ilarità cessi-
-Fantastico- concluse N. allagando le braccia. -A me un Whisky con ghiaccio- disse a Fred che ormai si era calmato.
-Povero Fred, ma come fai a sopportarli questi tre, contando Bass- chiese Dan, mettendosi nello sgabello di fianco ad Archibald.
-Con un po’ di pazienza…ed un bicchierino ogni tanto- scherzò lui, mentre versava il Whisky nel bicchiere, aggiungendoci del ghiaccio.
-Terapia eccellente…comincio subito. Mi da un Gin?-
-Certo- e prese la bottiglia dietro di se.
-Siete perfidi voi due- piagnucolò Serena, mettendo il broncio.
-Non perfidi…realisti- puntualizzò Dan sorridendo sornione.
-Sorvoliamo…cosa manca ancora da fare su quella lista Serena?- chiese accennando al blocco di appunti che aveva appoggiato accanto al suo bicchiere.
-Direi non molto…le candele sono state piazzate, in modo da consentire un minimo di visuale ai clienti ed al personale, le camere sono state controllate e nessuno ha avuto problemi, per fortuna. Poi…- riguardò l’elenco che si era scritta prima alla Reception. -…non credo che ci sia altro che noi possiamo fare, dato che il resto è stato gia spuntato o stanno controllando ora-
-Quindi dobbiamo aspettare-
-Direi di si-
Così tutti e tre rilassandosi tornarono al loro bicchiere, per poi girarsi alla esclamazione:
-Siamo nei guai!-
Jenny aveva fatto di corsa le scale ed ora si trovava col fiatone dietro di loro.
-Che è successo?- chiese D.
-Papà ha chiamato ed è infuriato perché non sa dove siamo e il mio Sidekick è morto prima che glielo potessi dire e il tuo…- indicando il fratello -…è morto nel Taxi, ricordi?!-
-Ci penso io- affermò Serena prendendo il suo e componendo il numero di casa Humphrey. Suonò un poco prima che potesse rispondere qualcuno al telefono.
-Pronto? Mamma sono io, Serena…ecco…non ti agitare! Sono qui con noi…come dove? All’Empire…Mamma ascolta…ma, certo che stanno bene. Si, rimarranno da me, tranquilla…ok…ciao- chiuse la telefonata.
-Arrabbiata?-
-Lei no, ma vostro padre di sottofondo direi…alquanto alterato-
-Grandioso…il bis grazie- espresse Dan alzando il bicchiere. -Quando albeggia?- chiese poi a Nate.
-Tra un paio d’ore o poco più- rispose.
-Approfitterò della vostra compagnia ancora per un po’-
-Il solito codardo- commentò Jenny nell’orecchio di Serena facendola ridere sotto i baffi.
-Che avete da bisbigliare voi due?- chiese Humphrey sospettoso.
-Niente, niente. Pensa al tuo bicchiere- lo rimbeccò la sorella.
-Voi come pensate che stia andando dentro quell’ascensore?- chiese Nate a bruciapelo.
-L’unica cosa che spero è che quando si apriranno quelle porte non ci sia una scena stile Shining con fiumi di sangue che escono dall’ascensore-
-Ma anche no- si lamentò Serena, per poi ridere tutti all’idea che si erano fatta in testa, grazie a Dan.
31
Dicembre, ore 05:32 a.m. Ascensore dell’Empire.
Gli occhi si
erano fatti pesanti e la stanchezza aveva dato il via ad un principio di mal di
testa, considerando anche che il riscaldamento non era in funzione per via del
blackout da circa un quarto d’ora e il freddo cominciava a farsi sentire, soprattutto
perché il naso era stato il primo a congelarsi…aumentando il mal di testa, ora
non più appena accennato.
Ripensò al
breve dialogo che aveva avuto con Serena al telefono poco prima. Naturalmente
le aveva chiesto se aveva parlato con Chuck, e lei aveva risposto con un “ancora
no”, omettendo lo schiaffo che c’era stato e per il quale sentiva ancora un
lieve formicolio alle mani.
Si lasciò
scivolare giù lungo la parete, mettendosi a sedere e ricominciò a pensare a
quale formula usare per iniziare l’agognato discorso.
Nella sua
testa vennero fuori mille espressioni diverse per cominciare e nessuna di
queste andava bene e ciò la faceva rodere interiormente.
Cosa dirgli?
Come fare?
-Cosa hai
fatto in questi due anni?- si sentì chiedere a bruciapelo, fatto che la fece
sobbalzare, prima di osservare che anche lui si era messo giù a sedere. Per
fortuna che l’ascensore era abbastanza grande per stare entrambi seduti “quasi”
comodamente; non potendo evitare però il fatto che le gambe si sfiorassero tra
di loro provocando ad entrambi dei leggeri brividi al contatto, che prontamente
scambiarono con il freddo…anche se nessuno dei due era convinto di tale teoria.
-Pensavo che
lo avessi letto su Gossip Girl- affermò lei con un leggero sorriso che
intendeva tutto tranne che essere allegro.
-Si…ho letto
qualcosa- mentì, perché in realtà aveva seguito con fervore passo passo quello
che scriveva su di Blair, grazie alle sue spie europee. “La CIA ha senz’altro
meno contatti” pensò con un velo di ammirazione, dimenticandosi per un poco il
sentimento omicida nei riguardi del suo PC.
-Ho lavorato…tutto
qui. Mi sono dedicata anima e corpo a gestire la Casa di Moda di mia madre a
Parigi, senza mai avere il tempo di pensare ad altro- “…perché non volevo
pensare” aggiunse poi nella sua mente.
C. la guardò
con attenzione…qualunque cosa gli volesse dire, non ci riusciva. Ma saper
estorcere le cose era una delle tante “qualità” di Chuck Bass e sapeva bene che
prendendo un discorso alla larga, prima o poi si incappa in ciò che vuoi…volente
o nolente.
-Ho saputo che
hai avuto delle sto…-
-Stronzate!!!!-
lo interruppe lei con voce decisa, prima di abbassare lo sguardo sulle pieghe
dell’abito. -Sono solo dicerie. Gli unici uomini che incontravo erano avvocati,
commercialisti o modelli da ingaggiare, oltre ai “collaboratori” che incontravo
tutti i giorni- spiegò tornando a guardarlo, sperando di non averlo alterato.
Chuck infatti
la stava guardando molto seriamente, ma non sembrava arrabbiato, casomai era
indispettito dal fatto che loro avevano avuto dei contatti con lei in due anni
e lui neanche uno.
Questo era un
fatto che C. si costrinse ad ingoiare a malincuore. “Respira Chuck o qui un
altro schiaffo non te lo toglie nessuno” ripete mentalmente come una preghiera.
-Non sei mai
uscita con nessuno?- chiese comunque, fingendo indifferenza alla frase
precedente…tra un respiro e l’altro.
Lei rimase un
attimo in silenzio, come a pensarci. Cosa che lo irrigidì un pochino, ma poi gli
rispose:
-No, anche
perché non ne avevo voglia!- esclamò come se fosse una cosa assolutamente
ovvia. -Quelli che mi facevano la corte erano terribilmente noiosi, ed io non
avevo nessuna intenzione di perdere il mio tempo con damerini che non sanno
parlare altro che di loro stessi o di quanto siano facoltosi…persone che non
capivano assolutamente cosa fosse l’ironia o il sarcasmo-
-Però…gente
così deve essere deprimente solo ad osservarla- commentò lui, con malcelato
disgusto. Senza dubbio avevano ancora una cosa in comune…gli stessi gusti in
quanto a compagnie da frequentare.
-Già…ed alcuni
neanche ci arrivavano a capire che non li volevo intorno e naturalmente non
desideravo le loro attenzioni- rispose lei, prima che lui continuasse con le
domande. “La cosa sa tanto di interrogatorio” pensò lei, riflettendo.
-Mentre con
quelli a lavoro?-
-La maggior
parte o erano sposati o fidanzati o erano gay e quest’ultimi erano senz’altro i
miei preferiti, anche perché con loro fare battute era facile, ma con gli altri
no. Sapendo che Gossip Girl, in un qualche modo mi teneva d’occhio- sospirò
infine, pensando ai momenti in cui al telefono con Serena si lamentava dei post
della blogger.
-A te ha
dedicato un intero argomento del suo blog- “…da quando sei partita”.
-Anche a te se
è per questo, ma con me si è divertita a seguirmi come con Carter dopo la
partenza-
-Ricordo a
mala pena- mentì nuovamente Chuck, ricordando i fatti che erano successi al
seguito del ritorno di Carter al fatidico Ballo delle Debuttanti. E più recentemente
quella sera stessa, cosa che lo fece nuovamente ribollire.
Restarono in
silenzio.
-Stasera…-
cominciò Blair, attirando tutta l’attenzione di C. su di se. -…quello che è
successo a “quel” bar…- prese un bel respiro. -…è stato un equivoco- concluse
guardandolo negli occhi, facendo uno sforzo disumano per non abbassarli.
Lui rimase in
silenzio, aspettando che andasse avanti. Dopo una manciata di secondi
interminabili lei continuò:
-Il fatto che
Carter fosse lì è stato casuale e chiunque abbia scattato la foto…beh, ha
frainteso la faccenda-
-Perché “allora”
quando ci siamo trovati di fronte faccia a faccia “tu” non hai proferito nulla
al riguardo-
-Io…non ce l’ho
fatta- rispose lei colpevole. Non le piaceva la piega che aveva preso il
discorso, ma sapeva che in ogni caso lo avrebbero affrontato. Il problema era
ora cercare la forza di non tirarsi indietro ancora una volta.
-Blair
guardami- disse lui, tirandole il mento su, in modo che i suoi occhi tornassero
a guardarlo. -Sapevi che ero furioso, ma non hai detto niente al riguardo.
Perché?- chiese.
Silenzio.
-Perché?!- le
chiese esasperato a voce alta.
-Non lo so!-
La sua
risposta fu quasi urlata, ma lo stress che c’erano in quelle tre parole si
tagliava con il coltello, dando il via ad un pianto silenzioso.
“Ancora una
volta sei riuscito a farla piangere. Bravo!!! Complimenti Bass!! Ti meriti la
medaglia d’oro all’Idiozia” pensò tra se. “…mantieni il distacco Chuck. Devi
mantenere le distanze” poi la vide…mentre cercava disperatamente di asciugarsi
le lacrime dagli occhi con il fazzoletto che aveva nella borsetta.
“Oh, al
Diavolo!” esclamò mentalmente, mentre in pochi secondi si metteva in ginocchio
e afferrandole un braccio la tirava contro il suo petto abbracciandola come da
anni non faceva…come solo durante la notte sognava, svegliandosi sempre agitato
e con la sensazione di averla ancora fra le braccia, ma con la delusione di
vedere il letto sempre vuoto accanto a se e non avere neanche il conforto di
vederla dormire, di stare a guardarla di nascosto come faceva prima per ore,
senza annoiarsi, studiando ogni suo piccolo particolare, ogni sua piccola
espressione del viso mentre dormiva serena o come a volte capitava, quando
aveva degli incubi.
Ma quelli
sembravano essere diventati ormai vaghi ricordi e tutto ciò che gli rimaneva
era chiudere gli occhi e concentrarsi fino a che con la memoria tattile delle
sue mani non la risentiva fra le braccia, mentre immergeva le dita fra i suoi
capelli.
Inspirò a
fondo con il naso, sentendo i polmoni riempirsi del suo profumo, che adorava più
di qualunque altra fragranza che avesse mai sentito al mondo. Aprì gli occhi e
la vide, mentre da un primo momento di rigidità dovuto alla sorpresa si
rilassava e si stringeva a lui continuando in un silenzioso pianto, seguito da
qualche singhiozzo.
Ancora
faticava a credere che fosse realmente lì con lui, in quell’ascensore, isolati
dal mondo e abbracciati…soprattutto quello. La strinse un po’ di più a se,
avendo la paura che fosse davvero un sogno e che come tutti gli altri si
volatilizzasse dalle sue braccia diventando nebbia fitta e inconsistente, senza
sapore ne niente.
Rimasero così
in silenzio.
Forse…al
momento era tutto ciò di cui avevano bisogno.
Lo schermo
dello Swatch si illuminò, erano le 06:00 del mattino dell’ultimo dell’anno.
Ringraziamenti:
Grazie a tutti
coloro che con pazienza e dedizione seguono la mia fanfiction. Spero di non
aver deluso nessuno con questo capitolo.
Comunque
devo fare un piccolo comunicato a tutti coloro che leggono la storia:
Io uso un “Font”
particolare…l’AURIOL ed ho notato in
altri computer che non hanno questo font il casino che c’è aprendo una delle
pagine della mia storia. Caratteri di varie grandezze ed altro…e per questo mi
scuso con voi.
Purtroppo non
ricordo come sono entrata in possesso di questo font. So solo che guardando su
internet lo si trova a pagamento…quindi non ho idea di come farvelo reperire.
Perdonatemi.
Spero che
continuerete a leggere nonostante il casino.
Per le
recensioni ringrazio:
Korinne:
Sorellina, hai ragione. Uno
spintone con un “dai, diglielo, diglielo, diglielo” ci sta bene. Ogni tanto
glielo dico anche io davanti al monitor, ricordandomi solo dopo che se non
scrivo non ci arriverà mai. Comunque stai tranquilla, ben presto riprendere la
grinta della Blair Waldorf che tutti noi conosciamo…ha solo bisogno di sfogarsi
un pochinino. Per “orgoglio” è vero sono perfetti…e per Gossip Girl, chissà,
sarà uscita da un libro di Asimov, ahah. Continua a seguirmi, comunque ci sono
sempre io a ricordartelo per telefono, eheh. Bax
MyPassion:
Oh, non puoi capire quanto
sia felice che ti sia piaciuta la mia storia, spero di aver soddisfatto le tue
aspettative questa volta. Tranquilla, non sei l’unica che si è fatta certe idee
su di loro in ascensore…è normale. Ho fatto del mio meglio per non ammalarmi
stavolta e forse ci sono riuscita, evvai!!! In ogni caso, visto il clima…meglio
avvolgerci una sciarpa intorno al collo. Continua a seguirmi e per favore…recensciscimi,
che la tua recensione mi ha messo davvero di buon umore. Grazie. Bax
ele_06:
sono felice che tu
addirittura “ami” questa storia…io la odio, perché mi sto scervellando per
mettere in ordine la valanga di idee che mi sono venute in testa da far accadere…aiuto.
Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Mi impegnerò per farli uscire da lì
dentro al prossimo. Alla prossima recensione, spero. Bax
__gIuLiNa__:
devo ammettere che ho
provato ad immaginarti mentre facevi i quintupli salti mortali davanti al pc…ma
tutte le volte finivi contro il soffitto e l’atterraggio non era dei migliori…ahah…lo
so…le camomille non le devo bere io, ma iniettarmele per endovena. Lasciando
stare la mia mente deviata…sono commossa che tu mi abbia definito un “genio”.
Spero che non abbia deluso le tue aspettative con questo capitolo, ho fatto del
mio meglio. La cara GG è nera per via del computer e si vendicherà presto, come
sa fare solo lei. Spero che questo capitolo raggiunga i risultati sperati nella
tua gamma di giudizio. Non farmi aspettare molto, please. Bax
Ringrazio
tutti coloro che seguono la storia e mi scuso con tutti coloro che hanno
ricevuto la mia e-mail al precedente cap…mi schiaffeggio da sola per avervi
dato solo un poco oggetto di disturbo.
Chiedo perdono
in ginocchio e spero che questo capitolo piaccia come spero siano piaciuti
anche i precedenti.
Gossip Girl
ritornerà nel prossimo capitolo, quindi potrete godere ancora dei suoi tremendi
commenti sui nostri preferiti. Come dice sempre…you know
you love me.
XOXO
oOBlackRavenOo