Destini intrecciati
Capitolo 12: Inuyasha
(ATTENZIONE: a causa degli
avvenimenti che
succederanno in questo capitolo, da ora in poi tutti i rimanenti
capitoli
saranno dal punto di vista del nostro Hanyou, Inuyasha. Spero non ci
saranno
futuri disaccordi per questa scelta. Buona lettura!)
Oggi
ci siamo rimessi in
marcia molto presto.
Stamattina
Kagome era un poco
strana, direi nervosa anche.
Si
è alzata di fretta e furia
svegliando anche gli altri, che sicuramente in quel momento
desideravano
ardemente ucciderla.
Sì,
un comportamento davvero
insolito da parte sua…
“Inuyasha,
secondo te tra le
due vie quale dovremmo seguire?” chiese Miroku, ridestandomi
dai miei pensieri.
Il
monaco non aveva molto
senso dell’orientamento, e se devo dirla tutta nemmeno le
ragazze.
Analizziamo
un po’ la
situazione: ci sono due sentieri…
Nel
primo ci sono un sacco di
alberi verdi, pieni di frutti, un sole da spaccare le pietre e una
quiete
assurda, tanto da non riuscire a sentire nemmeno il cinguettio di un
uccello.
Un
ambiente surreale, oserei
dire…
Nel
secondo invece c’è
un’atmosfera cupa, tetra. Gli alberi secchi e privi di
foglie, un’oscurità da
farti perdere anche all’entrata del posto e dei rumori
sospetti, seguiti poi
dai versi dei gufi.
Ma
sbaglio o è ancora giorno?
Tsè…
“Allora,
Inuyasha?” insistì
Kagome.
Perfavore, che si calmi un
po’! O farà
innervosire anche me!
Riprendendo
le mie
riflessioni… dove ero arrivato?
Ah
sì… il primo sentiero
porta ad un luogo troppo tranquillo, quasi sospetto…
Ma
il secondo porta ad un
luogo troppo sinistro!
Dannazione,
quale prendere
dei due?!
“Io
dico il secondo” rispondo
infine.
“Allora
prendiamo il primo!”
ironizzò Shippo.
“Ci
siamo decisi oppure siamo
ancora nel pallone più totale?” chiese la giovane
sterminatrice.
Proprio
in quel momento
Kagome, stufa di aspettare oltre, avanzò verso la prima via.
“Siete
d’accordo per prendere
questa?” chiese poi, voltandosi verso di noi.
Visto
che non eravamo ancora
decisi tanto vale darle ascolto…
A
parer mio era orribile,
tutte queste luci, tutti questi colori…
Troppo
per me, a quello che
sono abituato…
Kagome
e Sango sembrano
stranamente a loro agio, mentre Miroku e Shippo sono tesi quanto me.
Non
lo so, c’è qualcosa di
strano.
Nella
realtà un luogo così
non esiste, è impossibile!
Continuando
a camminare
incrociamo poi un ruscello pieno di piccoli pesci.
Come
mai non ho sentito il
rumore dell’acqua che scorre?
“C’è
qualcosa di strano qui…”
dissi infine, volendo condividere i miei pensieri con gli altri.
“Lo
penso anch’io” rispose
Kagome “Tutto troppo calmo”
“Volete
tornare indietro?”
questa volta fu il moccioso a parlare.
“Oramai
è tardi per tornare
indietro!” concluse infine il monaco.
Sango
non proferì parola.
Forse
non era d’accordo con
noi…
Il
luogo intorno a noi poi
improvvisamente mutò.
Gli
alberi verdi e rigogliosi
appassirono all’istante, diventando secchi e senza foglie.
Il
piccolo ruscello si
tramutò in un liquido verde, acido direi
dall’odore che emana.
Era
diventato… proprio come
l’altro!
Solo
un po’ più spettrale.
Tutto
il gruppo rimase in
allerta, sfoderando le proprie armi, in attesa di un eventuale
apparizione…
“Ma
cosa…?”
…
che alla fine arrivò!
“E’
solo un trucchetto da
dilettanti” rispose infine qualcuno.
“Chi
sei? Vieni avanti se hai
il coraggio!” lo provocò Kagome.
“E
così farò, Kagome”
Una
figura dalle sembianze
umane uscì dall’oscurità.
Una
pelliccia di babbuino gli
avvolgeva il corpo mentre indossava sulla testa il volto del medesimo
animale. Il
viso era dunque coperto, nascosto.
“Chi
sei?” ripetei, posizionando
Tessaiga dinanzi a me.
“Gli
esseri umani mi venerano
con il nome di Izrà’il, ma il mio nome
è Naraku e sono l’angelo della morte” le
ultima parole le pronunciò sorridendo maligno.
Se
si aspettava che ci
spaventassimo si sbaglia di grosso!
“L’angelo
della morte?”
ripeté Shippo, incredulo.
“Si
e sono qui per portare a
termine uno dei miei compiti”
“Intralciare
il nostro
cammino?” chiese Sango, sperando che fosse solo quello il
motivo che lo aveva
spinto ad incontrarci.
“Oh
no, devo punire questo
gin ribelle!” urlò, puntando il dito verso Kagome.
Allora
la leggenda era vera…
e io che la ritenevo una cretinaggine!
Maledizione…
cosa vuole
questo da Kagome?
“Sei
proprio un gin indegno,
Kagome” continuò “Proprio i gin che
dovrebbero essere ostili all’uomo… tu gli
sei amica! Verrai punita!” un ghigno si intravide
dall’apertura della bocca
‘della maschera animalesca’.
“Lasciami
in pace! Perché sei
così desideroso di darmi una lezione?” chiese la
ragazza, guardandolo confusa.
“Non
chiuderò un occhio come
ho fatto con tua madre!”
S-sua
madre?
Lui
conosceva la madre di
Kagome?
“Tu
conoscevi mia madre?”
domandò una Kagome totalmente incredula.
“Sì,
anche troppo bene…”
nella voce una nota di amarezza e nostalgia. “Tu verrai con
me”
“E
perché dovrebbe?” rispose
sulla difensiva Sango.
“Perché
altrimenti sarò
costretto ad usare le maniere forti”
“Kagome
non verrà mai con
te!” urlai infine.
Lui
non rispose. Alzò la mano
verso il cielo, le dita che si coloravano di nero mentre creava un
varco nel
nulla. Curvò la schiena, dando vita a bellissime ali nere
demoniache, che gli
perforarono il bianco pelo della veste.
Puntò
poi il dito dell’altra
mano verso Kagome, che venne simultaneamente attirata nel varco nero.
Neanche
un paio di secondi
dopo la raggiunse, scomparendo totalmente.
Aveva
portato via Kagome!
Dannato,
come ha osato?!
“Kagomeeeeeee!”
urlò Shippo,
mentre delle lacrime scendevano dai suoi occhi verdi.
Maledizione!
Maledizione!
Dove
l’aveva portata quel
bastardo?
Persino
i loro odori sono
scomparsi!
“Inuyasha,
seguiamo i loro
odori!” tagliò corto il monaco, che era
evidentemente preoccupato per le sorti
della ragazza.
“Non
li sento, sono scomparsi
con loro” risposi brusco.
“Dividiamoci
e cerchiamoli”
concluse la sterminatrice.
Sì,
forse era la soluzione
migliore…
O
forse era quello a cui
mirava?
Basta
pensare, dobbiamo
trovare Kagome immediatamente!
“No,
non dobbiamo dividerci,
secondo me è quello a cui mira”
“Allora
prima di tutto
usciamo da questo posto, non credo siano ancora qua!”
Diversamente
da quello che
pensavo io, non fu affatto difficile uscire da quel posto oscuro.
Fuori
era giorno… proprio
come prima di imboccare il primo sentiero.
“Aspettate,
sento i loro
odori!” urlai, lasciando trasparire speranza dalla mia voce.
Finalmente,
trovati!
“Andiamo!”
Manca
poco! Lo sento!
Intravedo
già in lontananza
le ali nere e la pelliccia di quell’angelo del cavolo.
Ma
appena arrivati… una scena
orribile si prostra davanti ai nostri occhi.
Quel
Naraku ride maligno,
soddisfatto mentre nota il nostro shock.
E
accanto a lui…Kagome.
Ma…
cosa gli ha fatto?!
Era
lì, gli occhi spalancati,
grandi, rosso sangue. I denti affilati, i canini che sporgevano
leggermente
dalla bocca e gli artigli delle mani che si distinguevano
perfettamente, i
vestiti stracciati.
Sembrava
una bestia.
Il
mio cuore perse un battito
quando lei, dopo averci visto arrivare, ringhiò.
“Cosa
le hai fatto! Dannato
bastardo!” urlai, ormai furente d’ira.
Lui
schioccò semplicemente le
dita e Kagome si inginocchiò, senza distogliere lo sguardo
da noi.
“Ora
è una bestia sanguinaria
ed è quasi totalmente sotto il mio controllo”
disse semplicemente, con voce
divertita.
“Le
colpe di sua madre le
assumerà lei!” continuò.
La
‘nuova’ Kagome ringhiò,
come a dare retta a quello che aveva detto.
Poi
si leccò le labbra.
Sango
cadde a terra,
totalmente sconvolta.
“Falla
tornare normale!
Maledetto!” urlò subito dopo.
“Non
voglio, non posso”
“Come
non puoi?” intervenì
Miroku.
“Io
ho solo accelerato il
processo, primo o poi sarebbe accaduto lo stesso!”
“Cosa
vuoi dire, verme?”
ringhiai.
“Vi
siete dimenticati
l’ultima parte della leggenda?”
…L’ultima
parte della
leggenda?
Maledizione
a me! Ero così
convinto che fosse una cavolata da prestarci attenzione!
“Non
vi sforzate, ve lo dico
io” si voltò verso Kagome “Quando gli
uomini saranno al limite della loro
malvagità, le divinità faranno trasformare i gin
in bestie mostruose che
spazzeranno via la specie umana…e gli
‘anda’ li faranno tornare al loro aspetto
originario, purificandoli”
Ora
ricordo! Basta solo
trovare un anda!
“Allora
non è vero che non
potrà più tornare normale!”
ribatté Shippo, che fino ad ora era rimasto in
silenzio, spaventato dalla nuova Kagome.
“Oramai
non tornerà più
normale” ripeté, sbattendo le ali
“vedete anda in giro?”
“Non
saranno qui, ma basterà
trovarne uno!”
“Sciocchi…
non esiste più un
anda da cinquant’anni!”