L’enorme albero di fronte alla Tana aveva lasciato cadere i suoi fiori, per far posti a nuovi frutti succosi.
Quel giorno di mezza estate, James fu il primo a svegliarsi. Non vedeva l’ora di iniziare l’ennesima partita di Quidditch. Corse giù dalle scale e si avvicinò alla finestra per vedere il tempo fuori. Era una splendida giornata e il sole brillava più che mai.
- Sveglia! – urlò James mentre correva da un piano all’altro. Si fermò nella stanza dei genitori e saltò sul letto, facendo svegliare Ginny.
- Jamie, che succede? – chiese Ginny al figlio con voce assonnata.
- Si può giocare a Quidditch! – rispose allegro James. –
- Ma stai giocando da quando è finita la scuola. Non ti sarai stancato? –
- Assolutamente no! – ribadì il figlio.
- Jamie, almeno la domenica. – provò a convincerlo la madre.
- Per favore. – supplicò James.
- Va bene, prima fammi alzare e sveglia tuo padre, che oggi si fa una bella partita di Quidditch. – disse Ginny sorridendo.
 
L’esuberanza di James aveva contagiato il resto della famiglia e due squadre erano presto pronte: Ron, Ginny, Hugo e James contro Hermione, Harry, Lily e Albus. Mancava solo Rose, che aveva preferito studiare nella stanza del padre, proprio come Hermione faceva anni prima.
Come scope, avevano delle Stelle Cadenti e non veniva usata la Firebolt, poiché questa era molto più veloce dei vecchi manici di scopa dei Weasley.
James era un ottimo cercatore come del resto suo padre e suo nonno; Lily giocava come cercatrice e si dimostrava molto brava come la madre, nonostante i suoi nove anni; Hugo, invece, era il portiere della squadra di famiglia e aveva preso tutto da Ron: era insicuro e non si considerava all’altezza, ma era molto bravo. In pratica, le squadre erano equilibrate.
 
La partita finì dopo due ore e mezzo, quando Harry afferrò il Boccino, che svolazzava intorno a lui, dopo aver visto che tutti avevano una certa fame.
In realtà non era un vero Boccino d’Oro, perché Hermione aveva stregato quello che Silente aveva lasciato a Harry dopo la sua morte. Non andava molto veloce e aveva la tendenza a stare vicino a Harry, ma ai piccoli Potter e Weasley questo bastava eccome. Non esistevano neanche gli anelli, poiché si sarebbero notati dal villaggio lì vicino, e al loro posto, avevano dipinto di vari colori i rami degli alberi intorno alla casa per segnare i tre anelli. Per ultima cosa, i genitori avevano proibito ai figli di volare troppo alto altrimenti potevano vederli gli abitanti del villaggio vicino.
 
Dopo un abbondante pranzo della signora Weasley, i piccoli, stanchi morti, si abbandonarono per un pisolino all’ombra dell’enorme albero di fronte alla Tana.
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NdA: Voilà! Ho finito questa raccolta di one-shot. L’ispirazione mi è venuta una sera, quando non aveva sonno; allora ho preso un quaderno e ho iniziato a scrivere. Mi divertiva immaginarmi la famiglia Potter e Weasley che trascorrevano le vacanze alla Tana, proprio come facevano prima. Il grosso problema era quello degli anni dei vari personaggi! Così dopo vari calcoli mi sono fatta una bella lista delle età e ho dovuto immaginarmi quelle delle figlie di Percy, George e Bille (tranne Victoire). Spero solo di non aver fatto errori!
Infine, ringrazio tutti chi ha recensito, ovvero  Lugxi e Le3Funkazziste, e tutti quelli che in silenzio hanno letto questa raccolta :D