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Autore: Rasty_    01/12/2010    4 recensioni
Giuliet, è una ragazza normale.
Con amici normali, con una media scolastca normale...
Lei non desiderava ne chiedeva altro, ma quell altro, si intrufolò ugualmente nella sua vita sottoforma di fratellastro...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A LOVE IN FOUR WALLS

PROLOGO

Salve a tutti, questa è la mia seconda ff,
spero che vi piaccia, mi è venuta così di getto
pensando a una mia amica che sta più o meno nella
stessa situazione di Giuliet.

Bè non ho più nient'altro
da dire quindi vi lascio al prologo
BUONA LETTURA RASTY











Scuola. Casa. Amici. Letto.

Questa era tutta la mia vita... una monotona e pallosa vita.
Scuola: la cosa che odiavo di più al mondo.
Casa: è da quando la mamma cia ha lasciato ( due anni fa ) che non faccio altro che litigare con mio padre.
Amici: l'unica cosa che sanno rendere la giornata da noiosa a divertente.
Letto: l'unico fidanzato che è costante nella mia vita.

Come dicevo prima questa era la mia monotona e pallossissima vita.
Finché un giorno mio padre ha la fantastica idea di far trasferire la sua compagna da noi e, fino a qua non ci sono obbiezioni. L'obbiezione arriva quando la stronza si porta dietro anche il suo stronzo, insopportabile, presuntuoso, disordinato, antipatico, strafigo figlio, di cui io, naturalmente non ne ero a conoscenza, dato che sia io che lui ci siamo sempre e categoricamente rifiutati di venire ad ogni tipo di cena organizzata dai nostri rispettivi genitori.

MA, e dico MA, non è finita qui: il giorno del trasferimento, non ero presente a casa, come ogni 16enne sfigata stavo a scuola e penso che voi potiate immaginare la mia faccia quando scopro che il mio futuro fratellastro, oltre che essersi preso la maggior parte della mia povera e dolce stanza, trasformandola in una centrifuga di mutande, poster e calendari di donne mezze nude è Alexander Wall del 5C, praticamente il ragazzo più desiderato in assoluto in tutto il mondo... no, ripensandoci non credo proprio che voi la potiate immaginare.

Scesi di fretta le scale, con lo zaino ancora sulle spalle, con un diavolo per capello, spalanco la porta della cucina e
- mi dici che cazzo ci fa quel parassita schifoso nella mia cameraaa!!!! - Urlai a mio padre, poi aprii gli occhi, che avevo tenuto serrati fino a quel momento per la rabbia, e mi accorsi che il mio dolce papino stava allegramente pomiciando con la sua nuova "ragazza"
- ho interrotto qualcosa? - Chiesi facendo finta di nulla
- in verità si, e poi signorinella, non mi sembra proprio il caso di accogliere la nuova parte della famiglia in questo modo - nuova parte della famiglia?
- primo, non c'è nessuna nuova parte della famiglia, secondo, non mi chiamare signorinella, e terzo quando torno voglio vedere quella specie di coso FUORI DALLA MIA CAMERA! - Urali come una matta, non mi importava niente di quella specie di donna che stava li spiaccicata addosso a mio padre, non i importava di nulla, MIO PADRE NON POTEVA PORTARE LA MIA COTTA DI UN SECOLO A CASA MIA!
- Non credo proprio e poi tu oggi ti scordi di uscire vai in camera tua e di Alexander -
- è camera mia, non di Alexander! - Dissi chiudendomi la porta alle spalle.

Salii di fretta le scale, arrivando al piano di sopra, feci schiantare lo zaino addosso alla poltrona del corridoio e continuai a correre a testa bassa per arrivare alla mia camera finché non mi schiantai addosso a qualcosa di duro
- sono contento di esserti simpatico - se ne uscì il coglione, probabilmente perché aveva sentito la mia scenata di prima - piacere.. Alexander - dice spavaldo, alzai lentamente la testa e mi staccai dal suo petto nudo
- ma sei scemo o cosa? Andiamo a scuola insieme da 3 anni - dissi acida, cercando di non far esplodere il petto che conteneva il mio cuore che stava ballando la macarena
- davvero non mi sono mai accorto di te - disse facendo la faccia da classico figo che non ha tempo per notare le " normali "
- bene, mi chiamo Giuliet, ho 16 anni quella la mia stanza, non invadere il mio spazio, non girare a petto nudo, stacca quei ridicoli poster che già intravedo da qui e... basta, non c'è nient altro da sapere - e feci per andarmene, ma tornai indietro - anzi ti dico solo un'altra cosa: SE VUOI VIVERE STAMMI LONTANO - lui in tutta risposta alzò le mani al cielo e aggiunse un - sei tu che non riuscirai a stare lontano da me -.

NON IMMAGINAVO QUANTO AVESSE RAGIONE.



   
 
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