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Autore: amy_m88    02/12/2010    1 recensioni
Lei, 22 anni; Lui, anni 24..
Lei, crede nel vero amore; Lui, vive d'avventure..
Lei, è single; Lui, è stato lasciato, abbandonato..
Lei, io, Amy; Lui, lui, lui!
Amy è a Parigi; Lui è a Parigi..
Quando il passato bussa alla porta lei risponderà. Risponderà perchè deve rispondere, o no?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '..Così Lontani..'
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Buongiorno, ecco a voi un capitolo fresco fresco. Prima di lasciarvi alla lettura vorrei ricordarvi un Missing Moment raccontato da Luca.. Buon viaggio, zia! Si saprà a cosa Amy ha dovuto rinunciare...

Buona lettura!

 

Capitolo 28 – Arrivi e Partenze

 

Milano C.le! Prossima fermata Milano C.le! Si avvisano i signori viaggiatori che è vietato aprire le porte prima del completo arresto del treno.

La voce metallica robotica mi fa aprire gli occhi. Non ricordo quando mi sono addormentata, probabilmente poco dopo Peschiera! Quasi subito, quindi. E l’i-pod mi ha aiutato a prendere sonno. Il treno, come la macchina, ha quel certo non so che di rilassante.

Grazie per aver scelto di viaggiare con Trenitalia.

La voce metallica ringrazia per una scelta non possibile. Ci sono altre compagnie? ( Probabilmente una tedesca) Siamo obbligati a scegliere la nostra. Trenitalia, la compagnia che i Florent amano più di loro stessi. Se non voglio rimanere qui dovrei prendere la valigia: non ha le gambe, devo muovere le mie. Non c’è Luca, devo prendere io il mio bagaglio, privo di marmo. Luca, marmo...

L’ultima volta che ho preso un treno ero con Luca. L’ultima volta che ho preso un treno, Robert era ancora nella mia vita.

L’ultima volta che ho preso un treno era Maggio, tornavo dalla Calabria, e avevo appena perso mio padre.

Oggi, ciò che successe a Maggio, il mese del Taurus, rimane un lontano ricordo. Come un sogno. Sembra, ma non è ( no, quale talco). Maggio è stato vissuto. E’ stato realtà. Dalla creperie allo sguardo di papà; da Robert a Thomas fino a Pattinson; dal marmo al legno di pino. Tutto! Maggio è stato realtà. 

Oggi, torno da Padova. Io credo nelle coincidenze che coincidenze non sono. Non può essere un caso che, in questi giorni, abbia visitato la città di Sant’Antonio. La città in cui morì Sant’Antonio, perché Antonio era portoghese, di Lisbona.

Antonio, nome molto comune nella mia famiglia. E nelle persone con cui sono entrata in contatto durante questi ventidue anni. Ultimi anni.

Oggi, torno da Padova. Ieri nonna è andata a porgere i suoi saluti alla sorella. Io purtroppo non ci sono riuscita. Sono sicura però che Luca lo abbia fatto per entrambi consegnandole il biglietto. E sono altrettanto sicura che Marta gli sia stata vicino anche per me.

Oggi non ho preso il treno con Luca. Non c’è marmo né legno nella mia valigia. Robert non c’è, di papà nessuna notizia.

Non c’è Luca a prendere le valigie oggi. Oggi, è Luca l’unico grande uomo presente nella mia vita.

Dal mio binario intravedo un TGV. Tra pochi minuti partirà verso la capitale francese. E’ simpatico! Se penso al vero motivo per cui arrivai nella città della Senna, se penso all’espressione che feci poco prima di poggiare il piede in una stazione quasi deserta; se penso che... Mi viene solo da ridere.

Ho visitato Parigi sotto ricatto. Un ricatto a dir poco vergognoso di papà. Ma avrei creduto che quel ricatto avrebbe segnato l’inizio di una grande e misteriosa avventura. Mai avrei creduto che quel ricatto sarebbe stato l’ultimo discorso avuto con papà; o che Olivier Florent avrebbe seguito suo padre.

Ho visitato Parigi sotto ricatto.

Non sopporto le code per un taxi! Sono qui da venti minuti e ancora nessun segno di vita. Alessio, il nostro tassista di fiducia, non è ancora arrivato. Alessio, lo Stregatto!

E’ lui che riaccompagnò me e Luca quel giorno di Maggio. E’ lui che Luca fulminò perché mi sorrise.

Ale! Come Alessia! Alessia! Come me!

 

“Ehilà!  Bentornata!” saluta aiutandomi con l’unico bagaglio che ho portato. “Ultima settimana?” si informa, aprendomi la portiera.

Annuisco sorridendo. “Fortunatamente! Non ne potevo più!” certo, è solo la mia prima settimana. Mi è costata un saluto però. “Tre giorni infiniti Ale!”

“Immagino Amy! Posso solo immaginare!” forse. “Non sai quanto mi dispiace!”

“Beh dai, tra arrivi e partenze, voi guadagnate!” ribatto sorridendo, sperando di far cadere il discorso.

 

Alessio mi osserva dallo specchietto retrovisore. Accende il motore, immergendoci così per le vie di Milano.

Durante il viaggio parliamo di cronaca, di serie televisive, di diete, di lavoro. Scopro così che è sposato con una donna non proprio slanciata; che è lui il domestico; e che poche sere fa ha mangiato zucchine con dado vegetale. Cena che non consiglia ( e non voglio) provare.

E’ una delle migliori conversazioni che ho avuto con un tassista: NON abbiamo parlato del tempo. Non abbiamo parlato della pioggia che visita da giorni queste zone. Forse qualcuno è triste. Mi viene da pensare inconsciamente. Forse qualcuno è triste. Non parlo con El da tre giorni. Forse sono guarita dalla follia. Forse qualcuno è triste. Piove, perché qualcuno è triste.

 

“Hai detto qualcosa?” si informa sorpreso Alessio.

“Io? No, assolutamente!” rispondo cercando i quaranta euro della corsa.

“Per te faccio trentacinque!” con un tono che non vuole discussioni, e restituendomi cinque euro spegne il motore.

“Salutami Luca!” conclude, prima di restituirmi anche la valigia.

“Sarà fatto!” gli sorrido, ricordando il loro non-discorso di un pomeriggio di mezzo Maggio.

 

Oggi, non c’è Wenth all’ingresso. Eppure è il mio vicino. Abita ad un palazzo di distanza. Maggio non è mai stato così lontano. Un tempo passato, sorrido.

Bentornata nella realtà, Florent!

Bentornata a casa, El!

 

Dopo aver abbandonato la valigia nell’anticamera e aver lavato le mani con abbondante sapone; immergo la testa  nel frigo alla ricerca di qualche stuzzichino: i viaggi in treno mettono fame. Sulla penisola marmorea c’è un biglietto, lo leggo mentre preparo un toast al volo.

 

13 Novembre

Bentornata a casa sorellina! Padova cosa racconta?

Nel  frigo della dispensa c’è il miglior ingrediente per rendere un toast fantastico. I viaggi in treno mettono fame. E uno stuzzicante toast è un ottimo spuntino. Mc non può vivere solo grazie a noi.

Buon pranzo, Marika!

A stasera o domani!

Marco

Ps: missione compiuta!

 

Frigo dispensa: mi illumino alla vista di quel vasetto pieno di condimento. Adoro i gemelli!

Il suono della piastra mi avvisa che il panino è pronto, aggiungo il farci toast, vassoio, tovaglioli, ed e può essere servito. Bicchiere di aranciata e lo spuntino è completo. Ha ragione: non di solo Mc si può vivere. Anche se è lui il primo a proporre.

Dopo aver ordinato la cucina, decido che, forse, è il caso di svuotare la valigia. E’ stata l’ultima settimana a Padova, non posso lasciarla sotto il letto.

In camera, sul mio letto, trovo un altro biglietto. Sembra stia vivendo i tre giorni del biglietto giusto cielo!

 

13 Novembre

Sorellina! Padova cosa dice?

Hai rivisto Francesco? Beh comunque...

Vado da George! Avrei dovuto partire tre giorni fa per il weekend ma... vabbè comunque... non starò lontana un anno stavolta! Stammi bene sorellina!

Lau

Ps: Pensi che Luca si sposerà entro i prossimi anni? Sai, a volte vorrei che non fosse nostro fratello! Sospiro sognante!

P.PS: sapendo che concordi e condividi, meglio che chiuda qui. Non vorrei che George possa pensar male...

Besitos!

 

Come se George potesse leggere questo biglietto Lau, e rido da sola!

A volte invidio Marta con tutta me stessa. Chissà se si rende conto della fortuna che ha avuto. E’ la migliore cognata che avessi potuto chiedere, anche se Luca non si sposerà entro i prossimi anni.

A volte invidio mia cognata. Sana invidia, ma sempre invidia.

Perché sto pensando da sola, senza contraddizioni? El?

Luca è fantastico Amy! Se non ci fosse Edduccio...

Ehi, calmati! Fermati! Non puoi parlare così di mio fratello!

Ehi calmati! Non sei Marta: non puoi essere gelosa!

El 1 Amy 0 ! Palla al centro. E la camera è diventata uno splendore: Luca fa più effetto dello zucchero. Amy Florent, quando non sai cosa dire... Supercalifragistichespiralidoso! AMY FLORENT, torniamo serie!

Okay! Mercury Power! E cerco concentrazione come una Miko davanti al fuoco. Amy, la Miko di un santuario, protetta da Mercurio. E’ una contraddizione ma... Concentrazione!

La camera è diventata uno splendore grazie a me! E ora, relax!

 

Uno shampoo dopo qualcuno citofona. Qualcuno suona alla porta. Questa volta, prima di aprire controllo dall’occhio magico. Le esperienze serviranno pur a qualcosa, no?

 

“Ciao!” saluta, entrando senza aspettare l’invito. “Disturbo?”

“No! Accomodati pure in salotto! Arrivo subito!” mi allontano velocemente sperando che non noti come sono vestita. “Dammi cinque minuti!” continuo, gesticolando in preda alla confusione.

Ride di gusto. Si toglie il capotto nero continuando a fissarmi. “Ti aspetto in sala! A dopo!” e sempre ridendo prende posto sul divano. Si tuffa sul divano. Rimango immobile, in mezzo al corridoio per due minuti, prima di riprendermi. Cosa ci fa qui? Cosa ci fa qui, lui?

L’orologio della cucina indica le sei. L’orologio della camera segna le cinque e un quarto. Il mio orologio è convinto siano le due del pomeriggio da tre giorni.

Benevenuti a casa Florent! Troverete tanti orologi quanto sono i fuso orari. In casa Florent saprete le ore di New York e Buenos Aires, rimanendo in Italia. Stop!

Torno in sala con un vassoio e due tazzine di caffè. Mi accoglie con un sorriso. Quel sorriso, così...

 

“Buongiorno! Come va?” come va? Mi chiede come sto! Sempre sorridendo, conosce il mio punto debole.

“Bene!” rispondo senza guardarlo. “Zucchero?” domando.

“Due!” annuisce ringraziando.

Quanto è bello! E’ migliore di quanto ricordassi!

Indossa un maglione verde e una camicia viola. Da quando questi colori possono stare insieme? Sarò io a non sapermi vestire?

I capelli oggi sono domati da qualche kilo di gel, i ricci sono definiti in modo fantastico ( riuscissi a definirli io in quel modo). Continua a fissarmi come se fosse sorpreso di qualcosa.

“Amy! Stai bene?”

“Sì!” se mi guardi in questo modo non posso stare male. Fingo un brindisi e sorseggio il liquido scuro.

 

Parliamo di tutto e di niente. Di niente e di tutto.

Il vassoio è in equilibro instabile, colgo l’occasione per riportarlo in cucina; distogliendo così l’attenzione da quegli occhi profondi. Mi alzo ed esco dalla sala. Sotto il suo sguardo attento.

Lavo le tazze cercando di allontanare la sua immagine.

Sento due mani cingermi i fianchi e il suo respiro tra i capelli. Mi volta verso di lui: il suo sguardo è nuovamente su di me.

E io mi lascio osservare da quegli occhi!

 

Color cielo!

 

 

 

 

 

 

  

   
 
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