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Autore: Bella_Cullen_1987    02/12/2010    4 recensioni
Avevo messo fine alla vita di un giovane umano, un bambino, innocente, che con il suo odore di cioccolato e mandorle mi aveva fatto perdere il senso della ragione.
E tutto perché io avevo ceduto, ancora.

Bella è una mezza vampira, ospite a Volterra. Ma un giorno Carlisle Cullen la porta con sè a Forks, dalla sua famiglia.E lì la vita della giovane viene stravolta completamente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Renesmee Cullen, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 1

Capitolo 1 – Come Un Ricordo

<< Bella >>.
Mi rigirai, sentendo la voce di Demetri. << Va via >> biascicai assonnata, stringendomi al cuscino.
<< Andiamo, è arrivato Carlisle Cullen. >> annunciò. Sgranai gli occhi, saltando in piedi.
<< Oh, sono impresentabile! >> esclamai. Lo sentii ridere. << A dir la verità, se andassi da lui così, sebbene sia sposato potresti scatenare in lui certe voglie >> sghignazzò facendomi avvampare e imbufalire.
<< Demetri >> dissi digrignando i denti << Aspettami fuori >>. Fece come detto, uscendo portandosi dietro la sua risatina.
Mi passai una mano tra i capelli, e presi il vestito, rinchiudendomi nel bagno. Spazzolai velocemente e con forza i capelli, cercando di districarli dai nodi.
Infine ci riuscii, ma dovetti dire addio ad alcune – molte – ciocche dei miei capelli. Lavai i denti e il viso, infilandomi il vestito.
Indossai i sandali ed uscii dal bagno. Aprii a Demetri che se ne stava fedelmente davanti alla porta come guardia. << Fantastica >> ridacchiò porgendomi il braccio per scortarmi probabilmente nell’enorme biblioteca dove passavo molte delle ore delle mie giornate.
Procedemmo insieme fino alla porta uguale a quella della sala del trono, facendomi tornare in mente la giornata precedente. Dovetti attirare a me tutte le forze che avevo per non scappare. Demetri bussò, precedendomi.
<< Entrate, entrate pure, ragazzi >> esclamò Aro.
Il mio amico aprì la porta, entrando seguito da me. Adoravo quella sala: i muri erano bianchi, gli enormi scaffali che si sovrapponevano per vari metri sopra la mia testa, il soffitto a volta decorato da affreschi di Michelangelo, i tappeti persiani che coprivano il pavimento di parquet in mogano, ma più di tutto, i libri.
I libri che leggevo erano per lo più classici, storie romantiche e tragedie, come Romeo e Giulietta o Cime Tempestose, il mio preferito.
Al centro dell’enorme stanza, sotto i lampadari in vetro di Murano, c’era il lunghissimo tavolo di quercia e, seduti ad esso, vi erano i tre Volturi ed altre due figure che mi davano le spalle.
<< Quale lieto piacere. Carlisle, Alice, questa è Bella, immagino voi conosciate Demetri. Puoi andare, figliolo >> disse Aro, invitandomi a sedere.
Appena superata la tavolata e scorti i volti dei due vampiri mi sentii come inondata da qualcosa di strano. Non più per entrambi i vampiri, ma per il vampiro.
Colui che probabilmente era Carlisle Cullen mi metteva in… imbarazzo, e non solo. Sentivo come di conoscerlo già. Sapevo di averlo già visto, non potrei dire dove con precisione, ma era solo un ricordo sfocato, il ricordo di un sorriso felice e dolce, paterno e quegli occhi dorati, così diversi da quelli dei comuni vampiri, così familiari.
Mi riscossi dai miei pensieri quando udii la sua voce. << Piacere, Bella, io sono Carlisle e lei è mia figlia, Alice >> ci presentò. Quello sguardo, quell’espressione, perché mi erano così familiari? Deglutii e arrossii quando mi fece il baciamano.
<< Ciao Bella! >> trillò la piccola vampira. Era bassa e molto graziosa. Il viso vispo era incorniciato dai capelli corvini spettinati, ma che le donavano.
<< Ciao >> balbettai imbarazzata. Mi sedetti su una sedia accanto ad Alice, che mi sorrideva ancora. << Allora, Bella, ho saputo che sei una mezza vampira >> iniziò Carlisle, catturandomi con la sua voce. Annuii in imbarazzo. << Si  >> ammisi torturandomi il labbro coi denti.
<< Ma non penso siamo qui per parlare di questo, vero, Aro? >> chiese Carlisle, facendo posare anche il mo sguardo sul diretto interessato.
<< Scusa, amico, ma non le ho potuto dire nulla a causa di uno spiacevole incidente accaduto ieri. E poi, pensavo che avresti dovuto dirglielo tu >> si scusò.
Carlisle mi guardò, ma fu Alice a prendere la parola. << Ho visto che ti unirai per un po’ al nostro clan. Noi Cullen siamo diversi dai Volturi, in fatto di… alimentazione. Ti andrebbe? >>.
Rimasi interdetta.
Davvero mi stavano dicendo che avrei potuto andare con loro? Si fidavano così tanto dei Cullen tanto da riuscire a tenere a bada il mio lato oscuro?
<< Non farti le domandine mentali, Bella. È stato deciso. Io l’ho visto >> disse con un sorriso radioso. Strabuzzai gli occhi, incredula.
<< Ma quando? >> farfugliai. << Diciamo che l’ho previsto un  mesetto fa. O meglio, la decisione di Aro e Carlisle. Non riesco a vederti, sai? È molto frustrante >> sospirò con tono drammatico. Ridacchiai sommessamente. << Se posso, perché vorreste prendermi con voi? >>.
Carlisle si schiarì la voce. << Io e Aro ci teniamo in contatto e ci sentiamo molto spesso. Mi ha parlato di te, dei tuoi poteri e della tua natura. La tua rarità non ha eguali. E beh, oltre alla mia curiosità so anche delle tue difficoltà in fatto di nutrimento. Ho sentito che non vuoi uccidere ma prendi sangue dalle donazioni. È una cosa molto matura, se mi è permesso un piccolo privilegio alla mia dieta. Quindi, vorrei chiederti, se ti piacerebbe venire a stare per un po’ con noi. >> abbassò il tono della voce, come se mi dovesse rivelare un segreto << Ma ti devo avvertire: la piccola Alice sembra molto piccola, ma se dici la parola venerata da lei e dalla sorella, potresti non uscirne viva >>.
La figlia lo fulminò, ricevendo in cambio un sorriso bonario, che mi fece sussultare il cuore. Già andava veloce…
<< Allora, dirai di si, vero? >> fece Alice, riportando l’attenzione su di me. Dischiusi le labbra. << Io… non saprei. >> ammisi mordendomi il labbro.
Ero combattuta: si o no?
Se avessi detto no, sarei rimasta qui a Volterra, in balia della sete, del rimorso, e forse altri episodi come quelli di ieri.
Se però avessi detto loro si… avevano detto che mi avrebbero aiutata a non sentirmi un mostro, a farmi – magari – provare il vero calore di una famiglia, a dare un senso alla mia esistenza.
Quindi…
<< Si! >> trillò Alice stritolandomi nella morsa del suo abbraccio. E dire che sembrava così gracile. Appena mollò la presa guardai Carlisle, disorientata.
<< Ma fa sempre così? >> balbettai scossa. Era un po’ troppo euforica, Alice. Carlisle sorrise bonario. << No, è anche peggio. >> ridacchiò.
<< Gentile, papà, a mettermi in cattiva luce davanti ai tuoi amici >> lo rimbeccò lei, incrociando le braccia al petto. Quando Carlisle le sorrise provai un moto di gelosia verso Alice.
Forse  perché io non avevo mai avuto un padre, di certo.
<< Bella >> mi richiamò Aro << Perché non vai a fare le valige? Purtroppo Carlisle non può fermarsi che per un’altra ora prima dell’aereo per il suo lavoro che lo richiama sempre al nido. Non è vero, amico? >>.
Carlisle annuì ridendo. Quella risata era fin troppo familiare. Che ruolo aveva Carlisle nei miei ricordi?
<< Potrei aiutarla? >> si intromise Alice, guardando supplichevole Aro. Lui annuì, al che mi alzai, sorridendo a Carlisle.
<< Ci vediamo dopo e ancora grazie. Aro, Caius, Marcus, Carlisle >> sussurrai arrossendo lievemente. Anche la piccola vampira si alzò e, dopo un cenno del capo, voltò lo sguardo verso di me, prendendomi a braccetto.
Divertita, uscii dall’enorme porta con Alice. La portai nella mia stanza, illuminata dal sole che molte volte restavo a fissare finché non spariva dietro le colline, lasciando spazio alla luna.
<< Ti trattano bene >> mormorò lei, guardandosi attorno. Affondai i denti nel labbro ormai torturato molte volte. << Si, molto. Non l’ho mai capito. Aro si sa, è un collezionista, ma non fa mai qualcosa che mi possa fare male, come costringermi ad uccidere >>.
Lei mi guardò di sottecchi. << Beh, sei una persona speciale >>. La sua constatazione mi fece arrossire. Entrai nel bagno, indossando, dopo essermi tolta il vestito, un paio di jeans neri e una camicia blu.
Quando uscii, Alice mi fissò scandalizzata, per poi sbattersi una mano sulla fronte. << Avrò molto da lavorare! >> sospirò aprendo l’armadio e sgranando gli occhi.
<< Q-questi s-sono t-tutti tuoi? >>.
Annuii. << Sono regali di Aro >>.
Lei fece una smorfia, prendendo alcuni dei più recenti. Io intanto tirai fuori il mio borsone e l’aiutai. Dentro vi misi anche alcune scarpe e la mia spazzola, unico ricordo di mio padre, oltre al ciondolo da cui non mi separavo mai.
Era lo Yin, la parte femminile di ogni cosa per la cultura cinese. Aro mi aveva detto che me lo donato mio padre prima di morire. Si passava di padre in figlio quando essi trovavano l’amore.
Questo voleva dire che mio padre si era innamorato di me, nel modo più assoluto che vi potesse essere. Mi amava in modo paterno, ovvio, e di sicuro, da lassù, nel cielo stellato o assolato ad alternarsi, vegliava su di me.
Mi riscossi e, sorridendo come una stupida, vi misi dentro anche qualche libro, tra cui non potevano mancare i miei preferiti.
<< Pronta. Ma, Alice, come faremo ad arrivare all’aeroporto in pieno giorno? E poi, non c’è un aeroporto a Volterra! >>.
Lei rise. << Andremo fuori della città per i sotterranei e poi, con discrezione, ci imbarcheremo. >>
Annuii, prendendo il borsone e issandomelo in spalla. Uscimmo e percorremmo il lungo corridoio che portava alla biblioteca al cui esterno vi erano i quattro vampiri e le due mogli. << Mi dispiace dirti addio, piccola Bella, ma ho raccomandato Carlisle di trattarti bene, anche se non serve >> ridacchiò Aro, baciandomi l capo.
Fecero lo stesso anche Caius e Marcus, mentre le mie due “zie” mi abbracciarono dolcemente.
Demetri ci scortò giù nei sotterranei, dove, alla nostra velocità arrivammo al di fuori delle mura di Volterra. Qui la nostra guida ci salutò, abbracciandomi dolcemente.
Appena salimmo in superficie ci trovammo in uno dei vicoli bui e stretti. << Vieni, Bella >> mi disse Alice, portandomi verso una Porsche 911 Turbo giallo canarino.
<< Questa è tua? >> balbettai col fiato corto. Lei rise. << Non proprio, Edward me la regalerà per… un favore che gli farò >>. Salì al posto guida, mentre io presi posto dietro, accanto a Carlisle.
E così, con un ultimo sguardo ad una Volterra illuminata dal sole del mezzodì, iniziava la mia avventura che mi avrebbe cambiato la vita.

Continua...


Eccomi con il primo capitolo. Sono sconcertata, però, solo una recensione?
Spero di averne un po'di più con questo capitolo... come dice Carlisle fanno avere moooooolte sorprese ;D
Per l'immagine come sfondo ho scelto una biblioteca, una parte, almeno. Poi ci sono Carlisle, Alice e Bella che ha accanto al volto lo Yin. Accanto ci sono i volt dei tre Volturi e con questo ho finito.
Anzi, spero di vedere un po' più recensioni =)
Baci, Bella
  
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