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Autore: Ginnever    03/12/2010    6 recensioni
Hermione stette in silenzio.
“Cosa vuoi da me Malfoy?”
“Quello che vuoi tu da me, Granger. Non credere di essere diversa.”
“Io non sono come te.”
“Come vuoi, non mi importa tanto."
Hermione guardò in basso.
Malfoy si avvicinò e con una mano le sfiorò il mento.
“Puoi provare a convincerti quanto ti pare, ma alla fine, dopotutto, noi due non siamo poi così diversi.”
*Salve a tutti! Spero d avervi incuriosito almeno un po'^^ spero che chi leggerà recensirà.. è la mia prima long fic con questo pairing e mi servirebbero consigli!^^ Grazie, Gin
Genere: Romantico, Suspence, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!

Questo capitolo sarà un po’ più lungo degli altri ^^
Non vi spaventate dell’inizio, nessuno ci rimetterà le penne… ^^’ so che è un po’ forte, ma se ritenete che lo sia esageratamente sappiatemelo dire, non sono convintissima che così vada bene.

Grazie mille a chi leggerà e commenterà!

Ginnever
 
Come lo scorso capitolo, ho risposto per emssaggio privato ad ogni commento. Vi va bene così? Se no ritorno al metodo classico! Fatemelo sapere, grazie.


Buona lettura!!






























Roba da elfi









































Qualcosa scattò.

Nella sua mente perversa - riconosceva infatti che fosse tale - Malfoy sentì un nervo cedere, nel suo stomaco un mostro ruggire e prendere coraggio.

Una luce terribile balenò negli occhi grigi del principe delle Serpi, che, senza pensarci due volte, si scagliò contro Ron Weasley a pochi metri da lui.

Hermione, gli occhi sbarrati per la sorpresa, si accorse in poco tempo di Draco Malfoy a poca distanza da loro, mentre Ron era ignaro e intento a godersi il bacio.

Successe tutto molto rapidamente.

Nell’attimo in cui Malfoy tentò di aggredire Ron con un pugno levato, Hermione si staccò dal rosso e si posizionò davanti a lui, una luce coraggiosa negli occhi, le labbra serrate.


Draco, accecato dalla rabbia, non riuscì a fermarsi in tempo, anche perché non si sarebbe MAI aspettato una situazione simile, e accadde il fattaccio.

Il biondo colpì in pieno volto Hermione, che in pochi secondi cadde a terra, svenuta, mentre un Ron terrorizzato e ancora non in grado di capire cosa fosse successo, guardava la sua Hermione a terra sanguinante.

La mora cadde come al rallentatore e gli occhi grigi di Draco la seguirono toccare terra con un tonfo sordo. Erano fuori dalle orbite.

Cosa - aveva - fatto?


Passarono alcuni secondi di terribile silenzio in cui i due ragazzi guardarono Hermione inerte a terra.

Ron respirava a fatica, Draco non si sforzava nemmeno più.

Quello che successe dopo poi, fu tutto molto lento e calibrato, teso e pesante, pesantissimo. Almeno per il Serpeverde.

Ron si inginocchiò vicino a Hermione per soccorrerla e nel frattempo urlava aiuto, le lacrime agli occhi e la rabbia montante ogni volta che incrociava quelli di Malfoy, completamente pietrificato.

Si ammassarono studenti di tutta la scuola e presto giunsero anche gli insegnanti.

La McGranitt arrivò, tutta trafelata, bloccandosi poi davanti al trio pietrificato.

Faticò a respirare anche lei vedendo Hermione priva di sensi e il sangue che le colava dalla bocca.

“Cosa… cosa è successo?”




































Harry Potter, come al solito esiliato dalla consueta gita nella cittadina vicina al castello, si stiracchiò, la frutta e il pane sulle ginocchia, seduto sugli scalini d’ingresso.

Si chiese perché dovesse essere sempre lui lo sfigato che si perdeva tutto quello che di divertente succedeva a scuola, ma un grido femminile proveniente dall’interno del castello gli fece cambiare idea.

Non era l’unico sfigato, quel giorno.

Pansy Parkinson uscì imbestialita dal castello, un’aria truce in volto e i capelli tutti scompigliati.

Si sedette sugli scalini anche lei, senza notare probabilmente la presenza del Grifondoro poco distante da lei; poi prese una pergamena apparentemente bianca dalla tasca, la guardò per un secondo e scoppiò in un mare di lacrime con un urlo terrificante.


Harry la guardò allucinato, la mela a mezz’aria nell’atto di mangiarla, rimanendo a bocca aperta.

La scena patetica continuò per parecchi minuti, finchè Harry non decise di levare le tende prima che lei accorgesse della sua presenza e facesse scoppiare la terza guerra mondiale.
Ma… troppo tardi.

Pansy tirò sul col naso e nell’atto si voltò, notando Harry per la prima volta che stava per alzarsi.

Spalancò gli occhi e lo fulminò con lo sguardo.
Harry avrebbe voluto sparire esattamente in quel momento, ma sapeva che sarebbe stata la decisione meno saggia che avrebbe potuto prendere. Attese la decisione della Serpeverde, che si alzò e con passo lesto gli si avvicinò, il naso a un palmo da quello del Grifondoro.

“Potter, tu non hai visto niente, ca-capito?”

Harry osservò i suoi occhi lucidi e le guance rosse e bagnate. Sarebbe stato un vero scoop raccontare di quella bella scenetta patetica.

Decise di divertirsi un po’.

“Dipende, Parkinson, e io cosa ci guadagno?”
“Una faccia pulita e senza lividi, Potter.”
“Per quello non mi serve il tuo aiuto, ma grazie del pensiero.”

La bella mora grugnì e battè un piede a terra.

“Cosa vuoi che faccia per non farti parlare, Principe degli Sfigati?”

Ci pensò un po’ su. Sapeva che la Parkinson era un po’ strana - lo sapevano tutti - ma secondo lui aveva delle qualità, oltre a essere decisamente bella.

Infine ghignò degno di un serpeverde.

“Potresti dirmi il motivo di tanta disperazione.”
Pansy strinse le labbra, gli occhi infuocati.

“Cosa te ne frega?!”
Harry alzò le spalle e fece per alzarsi.

“Bene, se non ti interessa l’offerta, tieniti pronta a giorni d’inferno.”
Pansy lo spinse a sedere e imprecò.

“Delle persone si sono arrabbiate perché non sono andata a Hogsmeade oggi.”
“Mmh, interessante. Chi, esattamente?”
“Ti ho già risposto.”
“Ok…”, Harry di nuovo finse di alzarsi, ma Pansy continuò.

“Dei miei… amici che vedo ogni visita che faccio.”
Harry sogghignò, poi le offrì una mano.
Pansy lo guardò con tanto di occhi.

Il moro le fece cenno di prendere la sua mano e la mora fece una faccia schifata. L’espressione di Harry però fu parecchio eloquente, tanto da convincerla.

Una volta stretta, Harry la tirò a sé, e Pansy si sedette quasi cadendo accanto al ragazzo, con due occhi da pesce lesso.

“Cosa diavolo..?”
“Mangia qualcosa, Parkinson.”
Le offrì una delle sue mele immacolate, che lei guardò per qualche attimo in silenzio.

“Avanti, non sono avvelenate. Ti ricordo che la tua reputazione è tutta in questa mela, perciò ti consiglio di mangiarla.”



Pansy l’addentò con rabbia, sicura che prima o poi l’avrebbe fatta pagare a Potter.
Una volta finito il suo pranzo, Harry si alzò.



“Bene, io ho ancora fame. Ti va di farti un pranzo coi fiocchi?”
“No, grazie, Potter, sono a dieta.”

Harry sorrise.

“Non sai cosa ti perdi, Parkinson.”

La Serpeverde lo vide allontanarsi tutto impettito. Che palle, avrebbe dovuto passare un’altra giornata da sola? Mise il broncio e guardò il lago. Passarono pochi secondi, poi la bella mora si alzò, al seguito del giovane Grifone.

























Intanto, a Hogsmeade.

“Blaise, posso chiederti del biglietto?”
Il moro, una ciambella zuccherata in mano, annuì con un sorriso.
“Volevo solo portarti fuori. Te l’ho detto che ti avrei fatto innamorare di me.”

Ginny rise.
“Non credere di averla già vinta con me, Zabini. Ci vuole ben altro. E poi nessuno può dirmi di chi devo innamorarmi.”
“Già. Ma nessuno ti costringe a passare il pomeriggio con me, no?”

La rossa ghignò.

“Sai, quando non si ha di meglio da fare, ci si accontenta.”
“Fai tanto la preziosa, ma alla fine sei convinta che io sia innamorato di te.”
Ginny rise. In verità, un po’ istericamente.

“Figuriamoci, sarò una delle tante che ti sei portato a letto. Non penso proprio che tu sia diverso da qualunque altro maschio sulla terra.”

“Ah sì?”, disse lui, avvicinandosi di più al viso della rossa, “credi che sia uno stronzo?”
“Sì, ci sono buone probabilità.”
“Quindi, se mai provassi a baciarti, un domani, tu non ci staresti mai, perché sai che sono uno stronzo, giusto?”
“Beh, chi ha detto che anch’io non voglia divertirmi?”
“Non sai a cosa andresti incontro, Ginevra…”

Ginny alzò un sopracciglio.

“Che vorresti dire?”
“Che se mai mi bacerai, sarai già bella che innamorata e quando ti accorgerai che io farò sul serio, come te, mi ringrazierai di non essere uno stronzo.”

Ginny lo guardò un momento, poi scoppiò a ridere.

“Andiamo, ho bisogno di un po’ d’acqua.”, lo prese per mano e lo tirò verso il centro di Hogsmeade, un sorriso fantastico sulle labbra.






















Harry si guardò intorno in cerca di Gazza, ma di lui neanche l’ombra.

Sollevò il quadro con la pera rovesciata e creò un varco nel muro.
“Potter, aspettami. Non ho voglia di annoiarmi anche oggi.”
Il moro rise sentendo la voce della Serpeverde alle sue spalle.
“Andiamo.”

L’aiutò a salire e passare il buco. Poi fece lo stesso e richiuse il varco.

Quello che Pansy si trovò davanti una volta uscita dal buco per la parte opposta, fu qualcosa di… grandioso.

Una cucina enorme, cosparsa di elfi indaffarati a preparare la cena, illuminata di luce soffusa e piena di dolci, primi e secondi di ogni genere, le si parò davanti agli occhi facendola sorridere.

“Ma che posto è…?”
Da elfo, Parkinson.”

Le afferrò un braccio e la condusse tra i tavoli ad assaggiare torte, paste prosciutti di ogni tipo e nazione.

“E’ tutto buonissimo.”
“Lo so.”

Harry la fissò un momento e notò una macchia sul naso della moretta.
“Aspetta, sei sporca qui…”
La pulì con l’indice e Pansy al suo tocco non si mosse. Lo guardò in modo strano e Harry ritirò la mano.

Pansy non rispose, ma un elfo piccolo e calvo le si avvicinò, strattonandole la gonna insistentemente.

“Padroncina amica di padroncino! E’ lei, giusto? E’ lei?”

I due ragazzi guardarono il piccolo essere con aria interrogativa senza riconoscerlo.

“Tu chi diavolo sei?!”, sbottò la Serpeverde, allontanandosi dal piccolo essere dagli occhi enormi.

Harry si abbassò all’altezza dell’elfo, notando lo spavento di Pansy e il suo notevole ‘disgusto’ per quelle creature innocue.

“Chi sei? Chi è il tuo padrone?”

L’elfo evidentemente riconobbe subito Harry e indietreggiò.

“Io non avere il diritto di parlare con lei, Signor Potter. Io non potere guardare lei e dire a lei chi essere io e chi essere mio padroncino Serpeverde.”

Pansy strinse gli occhi per osservarlo meglio e le venne un’idea.

“Sei Lyian..?”
L’elfo la guardò rivolgendo un grande sorriso.
“Sì, padroncina!”
“Io non sono la tua padrona. Blaise non è qui. Che cosa vuoi da lui?”

Harry la guardò stupefatto.

“Blaise ha un elfo domestico?”
Pansy annuì.
“Io volere avvisare il padroncino della rabbia del suo padrone. Lui essere molto arrabbiato con padron Blaise!”
“Perché, Lyian? Che cosa è successo?”

L’elfo guardò Harry, poi alzò gli occhi al cielo.

“Io potere parlare, ma le condizioni non lo permettono, adesso.”
Pansy sbuffò e diede una spinta a Harry, che indietreggiò.
“Ci vediamo fuori, Potter.”



Harry uscì da dove era entrato, un mezzo sorriso sul viso e una mano sul petto dove l’aveva toccato Pansy.





Attese una manciata di minuti e la Parkinson uscì dal quadro. Stava scendendo dal buco, quando Harry vide Mrs Purr avvicinarsi al punto in cui erano loro.


“Cazzo, dai Pansy, c’è la gatta!”
La moretta si affrettò, ma nella fretta incespicò e perse l’equilibrio, cadendo proprio addosso Harry.

Si ritrovarono uno sopra l’altro, il viso a pochi centimetri.
Harry poteva sentire il suo profumo pungente stuzzicargli le narici, Pansy s’immerse nei suoi occhi color dei prati, chiari, lucidi, pieni.

Restarono così per attimi indefinibili, mentre Mrs Purr si affrettava a chiamare il suo padrone per avvisarlo del misfatto dei due giovani studenti.

Il suo miagolio però li destò entrambi, i quali si divisero e in pochi secondi si ritrovarono in piedi. Dopo aver messo il quadro al suo posto, si affrettarono a fuggire, tra le risate e due mani unite in un’ insolita ma salda stretta.


















Corsero fino a scoppiare diretti verso la foresta proibita, sicuri che lì Gazza non li avrebbe di certo scoperti. Si fermarono ai piedi di un albero, le mani ancora strette in una preda salda, tra le risate e gli affanni.

Si staccarono senza rendersene conto e si sedettero per riprendere fiato.

“Wow! Odio Gazza, è l’essere più inutile e stupido di questa terra!”

Pansy alzò le braccia al cielo e teatralmente disegnò un cerchio proprio sopra la sua testa.

Harry rise spostandosi una ciocca di capelli neri all’indietro.
“Già, lo penso anch’io.”

La guardò appoggiare il capo contro l’albero e sorridere, divertita. Era veramente bella. Una goccia di sudore le attraversò la fronte e poi tutto il viso, fino a cadere nell’incavo dei seni.

“Alla fine questa giornata non è stata poi così terri…”
Pansy non riuscì a finire la frase, però, perché le labbra di Harry coprirono le sue, pietrificandola.


All’inizio non sapeva cosa fare, ma poi optò per la decisione meno saggia e si lasciò andare a un bacio sfrenato e decisamente a luci rosse.

Continuarono per parecchi e interminabili minuti, quando delle voci familiari e nelle vicinanze li costrinsero a staccarsi e a guardare cosa stesse succedendo.

La figura di Hagrid con in braccio una ragazza riccia e svenuta, seguito dalla McGranitt, Ron e un ragazzo biondo parecchi metri dopo di loro, si stagliavano al centro del giardino del castello al ritorno da Hogsmeade, facendo trasalire Harry.

Pansy lo guardò, poi la ragazza si alzò.
“Potter…”
“Lo so - la interruppe alzando una mano - sarà come se non fosse successo niente.”

La bella moretta si morse un labbro poi annuì.

Harry però non aveva altro tempo da perdere.
Sapeva che quella ragazza svenuta era Hermione.

“Ci vediamo, Parkinson.”, si limitò a dire, dirigendosi verso il castello, lasciando da sola una Pansy Parkinson stupita di essere snobbata per così poco e un po’ delusa.



















AUTRICE*


Eccoci qui!| Allora, soddisfatti? Dunque, premetto che io adoro la coppia Harry/Pansy, mi sembrava però giusto no lasciarvi troppo tempo con il dubbio della reazione di Draco così ho deciso di cambiare la struttura del capitolo: in origine avrei dovuto incentrarla su Harry e Pansy, ma poi ho deciso di fare una cosa mista, proprio per voi^^ Vi è piaciuto? E’ esagerato? Vi prego ditemelo, non so assolutamente se va bene così com’è. Questo è uno dei capitoli più importanti. Vorrei che vi fosse arrivato^^

Attendo i vostri commenti con ansia!

GINNEVER







   
 
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