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Autore: arwensil    03/12/2010    5 recensioni
Inghilterra
dell'800. Una dama che soffre per un'attesa che sembra non finire mai e
un amore, impossibile, che è destinato a durare in eterno.
Dall'interno
una nota così stridula del violino toccò le sue
corde
più profonde e la fece gemere di dolore. Ora la domanda era:
Sarebbe mai arrivato?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE ETERNAL WAITING

Secondo posto al contest Rain & Baudelaire.


Notte di Ognissanti, Suffolk 1830.


Già s'avvicina l'ora che trepido ogni fiore
come un vaso d'incenso svapora sullo stelo;


Stringeva la rosa rossa fra le sue esili dita, non le importava che le spine si conficcassero sulla sua pelle lattea, quel colore scarlatto le apparteneva.

Era forse per questo che, mentre le persone si avvicinavano al camino, lei non tremava?

Era forse per questo che, seppur ad un ballo mascherato, lei si sentiva l'unica con una maschera che non era abbastanza spessa da celare la sua ansia?


malinconico valzer, delirante languore!
Come un altare immenso è triste e bello il cielo.


Le sfilarono davanti quelli che probabilmente avevano organizzato quel sontuoso ballo; un uomo dalla barba incolta ma portata con fierezza insieme alla moglie, una dama dai capelli ebano e gli occhi di ghiaccio. Un po' come i suoi occhi.

La piccola orchestra di violini, clarinetti ed archi posizionata all'angolo della sala iniziò ad intonare un valzer elegante e paziente. Giovinette con forme da donne, si nascondevano trepidanti dietro le loro maschere, in attesa di giovincelli audaci con cui poter ballare.

Rimasta l'unica non stretta da possenti braccia maschili e fatta volteggiare sul pavimento che somigliava ad uno specchio, uscì verso il portico.

Il cielo stava per piangere, ne conosceva la distratta geometria.


Ogni fiore svapora trepido sullo stelo;
il violino geme come un afflitto cuore;

malinconico valzer, delirante languore!
Come un altare immenso è triste e bello il cielo.


Al riparo dall'imminente temporale era stato allestito quel portico di poco conto, ma abbellito con nastri di seta, rossi.

Quando sarebbe arrivato?

Accompagnato dalla sua misteriosa immortalità e il suo fare gentile.

Quando sarebbe arrivato?

Incantato dalla presenza di lei, che piangeva insieme al cielo.

Dall'interno una nota così stridula del violino toccò le sue corde più profonde e la fece gemere di dolore. Ora la domanda era: Sarebbe mai arrivato?


Il violino geme come un afflitto cuore..


Le sue mani, prima strette alla rosa pungente, la lasciarono andare inermi.

E il cielo pianse prima di lei, con lei e infine dopo di lei; un ticchettio inebetito dai tuoni e dai lampi, inebetito dal rumore sordo di un cuore che si spezza.


Come un altare immenso è triste e bello il cielo;
nel suo sangue rappreso il sole immoto muore.


Era rossa l'idea che aveva di lui, come un vampiro affamato del suo respiro, affamato dei vuoti del mondo e dell'incapacità di amare.

Le aveva stretto la mano in quella breve passeggiata nel bosco, mentre le carrozze preparavano la sua partenza.

'' Ci rivedremo Raizel, ve lo prometto ''

Lei aveva illuminato il suo sguardo ed imporporato le sue gote, fremente e trepidante d'attesa.

Lui le aveva baciato gli occhi come se volesse augurarle una buona notte dolcissima e si era voltato, lasciando dietro di sé mille speranze sussurrate.

Le mani le sanguinavano, le spine pungevano.


Un mite cuore, ch'odia il nulla vasto e gelido,
dei bei giorni che furono raccoglie ogni bagliore;
nel suo sangue rappreso il sole immoto muore....
Il tuo ricordo in me brilla come un cimelio.


La verità era quella che i violini suonavano intimoriti, quella che tutte le persone all'interno di quella reggia conoscevano da anni.

Il loro amore era maledetto, lo era stato dal loro primo incontro.

Indissolubilmente legati alla fine gli amanti. Ma il tempo, le lettere, il coraggio e il desiderio avevano fatto sì che venisse benedetto dalla volontà quell'amore fuggiasco.

Ma lui non era venuto.


Il tuo ricordo in me brilla come un cimelio.


E per quanto Raizel non volesse ricordare, quel lontano ricordo era il suo unico; perché lei sarebbe rimasta un fantasma morto nell'attesa del suo amore e lui, un ignaro concorrente nel gioco del dolore.



Note dell'autrice:

Per adesso la fic rimane una one shot per mancanza di tempo ed ispirazione (anche se qualche barlume c'è). Se vi piace davvero e credete che valga la pena spiegare la storia di Raizel, non esiterò a mobilitarmi per farlo!

Riguardo al testo Raizel in giudaico(yiddish) significa proprio rosa e spero che tutti abbiate capito il finale a sorpresa!

Un abbraccio, Isabella.

  
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