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Autore: Ramiza    03/12/2010    2 recensioni
Questa è la storia di Isotta, di Hilbert, di Edward e di Arwon.
Questa è la storia di un gruppo di ragazzi che avrebbero voluto tutto, tranne che essere eroi.
Questa è la storia di un gruppo di ragazzi costretti a diventare eroi, è la storia di un grande amore, di odio e di rabbia, è la storia di un'amicizia e del legame più improbabile e assurdo.
Questa è la storia di un regno da salvare, di un assassino, di un guerriero imbattibile, di un ladro illogico, di un necromante, di un demone vampiro, di un uomo dal carisma straordinario...è la loro storia così come noi l'abbiamo scritta in anni di gioco di ruolo (STORIA SCRITTA A 4 MANI DA RAMIZA E RAUKATH)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una creatura dei tempi antichi

Una creatura dai tempi antichi


Quando raccontai a Jerkie l’accaduto, ebbi la sensazione che improvvisamente fosse diventato davvero reale.
Forse fu per via del fatto che lui conosceva così bene mio padre Peter, o semplicemente per quella prima risposta che mi diede

Ora capisco”.
Era vero.
Mio padre aveva conosciuto Albert quando ancora portava il nome di Julian Esyscoll, poi si era innamorato di sua moglie Eleonor. Aveva taciuto quel sentimento con tutti e aveva continuato la sua vita e i suoi viaggi tra i mondi. Dopo aver incontrato Jerkie, per un certo periodo e per motivi sconosciuti, aveva ripreso l'avventura con Julian, ormai diventato Albert, ma aveva cominciato a discutere con lui quando aveva intuito la sua intenzione di abbandonare Eleonor e i suoi figli. Poi se n'era andato.
Per un certo periodo, probabilmente di nascosto da tutti, aveva continuato a frequentare Eleonor e l'aveva aiutata come poteva, finché lei non aveva deciso di abbandonarmi e lui non mi aveva preso con sé, tornandosene definitivamente nel suo mondo.
Questa fu la ricostruzione che mi propose Jerkie, poi mi fissò e mi disse

So che sei sconvolta da quello che hai scoperto. Ma credimi, per quanto la realtà possa essere scioccante o terribile, è comunque preferibile all'ignoranza”.
Così, improvvisamente, anch'io capii molte cose.
Mi fu chiaro il motivo per cui avevo rivelato ad Albert la verità, per esempio. Fino a quel momento avevo creduto di aver sbagliato, di aver commesso uno sciocco errore dettato dallo sconvolgimento che avevo provato. Poi Hilbert mi aveva proposto una soluzione utilitaristica, illustrandomi il vantaggio di averlo messo a parte dei fatti. Adesso mi rendevo conto che non avrebbe avuto alcun senso tacergli la verità, poiché la sua reazione, per quanto assurda, immotivata e illogica, era comunque parte dei fatti, di ciò che lui era e forse, in parte, persino di ciò che era stato. Niente avrebbe cambiato la realtà.

Sai Isy – aggiunse – forse qualcuno potrebbe dirti che la realtà è solo quella che noi rendiamo tale, e che dunque se tu non avessi saputo di Albert, se tutti aveste continuato a ignorare, avresti potuto vivere come se ciò non fosse vero. Non posso dire che sia irragionevole. Per quanto mi riguarda, tuttavia, la realtà esiste a prescindere dalle nostre percezioni e dai nostri desideri, e io preferisco esserne a conoscenza nella maniera più obiettiva possibile, perché solo così posso prendere decisioni veramente coscienti e razionali”.
Sorrisi.

Non devi aver timore di ciò che accadrà” disse poi e tacque un istante.
Sono parole assurde, pronunciate dalla bocca di un assassino – proseguì accarezzandomi il volto – ma io sono accanto a te, per proteggerti, e lo farò fino alla fine. Fino a quando non ti avrò riportata a casa, tra le braccia di Peter. Isotta, io ti vedo e mi sento nascere di nuovo. Rivivo l'incontro con tuo padre e la salvezza che lui mi ha offerto, capisco, e finalmente depongo l'odio che ho coltivato dentro per tutti questi anni. La rabbia. Il rancore. Tutto ciò che ha avvelenato la mia vita. È bastato un nome, il tuo nome udito a un processo” si fermò di nuovo.
Non è vero. Sto mentendo. È la possibilità che tu mi hai offerto, tu e i tuoi amici, nonostante ciò che sono e ciò che ho fatto. È il tuo sguardo che si posa su di me senza sospetto, senza paura, pur sapendo chi sono. È la fiducia che mi stai offrendo, proprio come allora me la offrì Peter” parlò con un filo di voce che mi penetrò nel cuore, profonda come un coltello.

Hilbert entrò nella mia stanza senza bussare, come gli era abitudine.
Ben arrivato Jerkie” salutò allegramente.
Ti trovo di ottimo umore” gli rispose.
Non dovrei forse? - ribatté sorridendo – ho appena scoperto di essere figlio di un re! E di un re pazzo, per giunta”.
Non capisco se la notizia ti rallegri veramente” obiettai.
Vuoi scherzare, sorellina? È ovvio che mi rallegra - rispose – oh, so che tu non capisci. Per te è tutto o bianco o nero, mentre per me esistono milioni di sfumature. Ma nostro padre è un re! O lo sarà quantomeno. E noi siamo in guerra contro di lui”.
Continuo a non capire dove si trovi la buona notizia” sbottai cominciando a spazientirmi.
Tuo fratello pensa a molte possibilità, Isotta. E in ogni strada che percorre vi vede sempre una fine positiva” interloquì pacatamente Jerkie.
Siamo di opinioni differenti allora – proseguì allibita – non pensi a Eleonor?”
Sì, questo è un problema in effetti, e dovremo affrontarlo. Ma non è da escludersi che anche lei vi vedrà del buono. E dovresti vedercelo anche tu. Le sorti di una guerra già persa si sono improvvisamente ribaltate, Silen, questo non ti rende almeno un po' allegra? Dopotutto era la tua battaglia assai più di quanto non fosse la mia”.
Beh, non dico che la vittoria sia nostra. C'è ancora molto lavoro da fare, ma siamo sulla strada buona. Dobbiamo solo... - riprese, interropendosi poi a riflettere – dobbiamo solo scoprire qualcosa di più sull'amabile padre. Arrivare preparati all'incontro, diciamo”.
Preparati a cosa?” chiesi sempre più sorpresa.
A fotterlo” rispose sorridente.
Mi portai una mano alla testa. Mio fratello era una sorpresa senza fine.

Hilbert ha ragione – disse Jerkie – se sei ancora dell'idea di combattere questa guerra...”.
Lo sono” lo interruppi.
Allora dovrete prepararvi. Accumulare informazioni. Conoscere il vostro nemico” proseguì.
Bene Jerkie, vedo che ci capiamo – disse Hilbert – allora, facendo il punto, direi che abbiamo due preziose fonti di informazioni: nostra madre e te”.
Ne stai dimenticando una, Hilbert” rispose lui.
Di chi stiamo parlando?” chiesi.
Di una persona che sa molto di lui e che l'ha già affrontato in passato. Della sola persona che io conosca che abbia saputo affrontarlo, in effetti” proseguì.
Stiamo giocando agli indovinelli, Jerkie? Potrebbe essere divertente, ma...” cominciò mio fratello, interropendosi improvvisamente e allargando la bocca in un largo sorriso.
Stai pensando di portare qui Peter Greenwood!” esclamò poi improvvisamente.
Mio padre?” balbettai.
Affrontare Albert non sarà uno scherzo, Isotta. Proverà a portarvi dalla sua parte, e se non ci riuscirà... non ho la minima idea di quello che succederebbe. È un uomo totalmente imprevedibile. Adesso avete un vantaggio, ma potrebbe decidere di assediare Essembra domani, o stanotte persino. E non è solo. Al suo fianco cammina uno dei guerrieri più potenti che il Sidhe abbia mai conosciuto, un uomo disposto ad eseguire qualunque ordine pur di compiacere il suo signore” rispose Jerkie strappandomi una smorfia di disgusto.
E poi ci sono i non morti - riprese dopo un attimo di silenzio – non sappiamo chi li comanda, ma sappiamo che non può essere Albert. Non possiede tali poteri. È un uomo di spada e non pratica l'arte”.
La chierica?” suggerì Hilbert con poca convinzione.
No – rispose – l'Ombra non concede tali poteri. Si tratta di una magia ancora più oscura, di una magia di morte. Solo alcune creature la governano”.
I Necromanti? Non credevo esistessero davvero” disse mio fratello quasi distrattamente.
Sono assai rari, giovane Hilbert, ma esistono, e la loro presenza è foriera di disgrazia più di quella di chiunque altro. Sono esseri che hanno votato la propria esistenza a carpire i segreti della morte, essi conoscono ciò che accade quando l'ultimo respiro viene esalato e sanno piegare la volontà di ogni creatura”.
Mentre parlava, la sua voce si fece cupa e profonda. Un brivido percorse l'aria intorno a noi.

Tu credi che tuo padre sia ancora in grado di combattere?” mi chiese mio fratello rompendo la tensione che si era creata nella stanza.
Esitai un istante, richiamando alla memoria l'uomo che mi aveva insegnato a schermare, a cavalcare, a nuotare, a scalare e fare qualunque altra cosa fossi adesso in grado di fare. Richiamai alla memoria i suoi occhi verdi, il suo volto stanco, la sua espressione troppo spesso assente e, soprattutto, le storie che mi narrava quando ero bambina. Mi chiesi cosa mai avrebbe potuto fare trovandosi di fronte Albert Esiscoll e il mio volto si lasciò sfuggire un sorriso pensando a tutto ciò che mi aveva nascosto.

Puoi esserne sicuro” risposi poi.

Partimmo la mattina successiva, protetti dalla più genuina inconsapevolezza.
Non sapevamo, nessuno di noi, che quel viaggio avrebbe cambiato ogni cosa, e ciò sarebbe stato per sempre.
Camminavamo rassicurati dalla presenza di Jerkie che, sapevo bene perché potevo leggerlo nei suoi occhi, tranquillizzava persino mio fratello. Ormai avevo smesso persino di interrogarmi sull'ironia della sorte: se chi ci faceva questo effetto era stato uno dei più letali assassini del Sidhe non aveva importanza, la sola cosa importante era che lui
camminasse con noi, adesso, e che il nostro viaggio ci stesse conducendo da mio padre.
Essembra sbiadì lentamente alle nostre spalle, come sabbia che scorre nella clessidra e per un attimo avvertii nel petto un dolore lieve, ma profondo. Le verdeggianti pianure che circondavano la città erano uno spettacolo meraviglioso, trafitte dai primi raggi del sole.
Sapevamo che in un paio d’ore di marcia avremmo potuto scorgere in lontananza i fuochi del campo di Albert, lo sapevamo e aspettavamo. Quando le colonne di fumo si levarono all’orizzonte Hilbert sorrise

Che festeggi fin che può” scandì con la solita allegria.
Quando scese la sera eravamo già lontani dal mondo che conoscevamo.
Jerkie aveva previsto di raggiungere la Stella di Fanathir il quinto giorno. Era la Stella un crocevia di fate e folletti, il più potente che si fosse mai conosciuto nel Sidhe e il solo che consentisse un passaggio perenne nel Mondo Altro; nessuno ne conosceva l’esatta locazione, poiché viveva tra il mondo del Sidhe e il Mondo Altro, tra la realtà dei due mondi e qualcosa che realtà non era, né di qua, né di là, vi era perciò un solo modo per raggiungerlo: una bussola magica, incantata dagli gnomi molti secoli or sono, e la benevolenza del popolo basso.
Senza di essa, ci disse Jerkie, neppure la bussola avrebbe potuto aiutarci. Avevamo dunque rifiutato qualunque trasporto magico perché fate e folletti ci avrebbero accolto con più simpatia se avessimo portato addosso l’odore dei boschi e della terra bagnata.

Il primo giorno di viaggio volò via senza lasciarci addosso alcun segno.

Fu poco dopo il tramonto del secondo giorno che Jerkie si fermò.
Qualcosa non va” sussurrò.
Ci stanno osservando, non è vero?” bisbigliò Hilbert di rimando.
Jerkie annuì, Arwon portò la mano alla spada.

Non ti servirà a nulla” lo schernì una voce fredda e sottile, poco distante.
Un brivido di gelo e paura ci penetrò la pelle e le ossa, ed esterrefatti e increduli osservammo le tre creature comparse improvvisamente davanti a noi.
La loro pelle era bianca come la neve, d'un pallore innaturale e malato, i loro occhi rossi come una fiamma ardente. I capelli corvini scendevano sulle spalle a incorniciare tre volti aguzzi e taglienti, belli d'una bellezza oscena.
Si assomigliavano tra loro, ma colui che aveva parlato troneggiava nel mezzo, potente e crudele.
Due immonde ali incorniciavano la sua figura demoniaca.
Questo è ciò che vedremo” rispose Arwon.
Al mio fianco Speranza scintillò d'una luce calda e confortante.

I due ragazzi: vivi – ordinò lui ruggendo – con gli altri pasteggeremo più tardi”.
Almeno siamo fuori dal menù” commentò mio fratello scrollando le spalle.
Jerkie li fissava in silenzio.
Non aveva ancora allungato la mano a brandire il suo piccolo stocco.

Io sono Ezequiel – tuonò quindi la creatura più grossa - ricordate il mio nome, ridicoli umani, perché è l'ultimo che sentirete”.
Hilbert sbuffò.

Ma quanta teatralità” boffonchiò tra sé.
Ho udito raccontare di te e delle tue gesta - scandì Jerkie, inclinando lievemente il capo – lascia dunque che anch’io mi presenti, poiché suppongo che anche voi abbiate udito il mio nome prima. Sono Jerkie della Valle perduta e sarò il tuo avversario, Ezequiel della Runa infuocata”.
Il vampiro lo guardò impassibile, ma il tono della sua voce tradì la sorpresa che lo aveva travolto nell’udire il suo nome.

Sono una creatura del buio e del profondo, e vengo da tempi antichi. Pensi di potermi affrontare da solo, per quanto sia grande la fama che ti accompagna? – insinuò – Non so cosa tu faccia con questi ragazzi, ma lasciare il campo è la sola cosa saggia che potresti fare”.
Eppure ho udito narrare di qualcuno che ti ha sconfitto” gli rispose.
Il volto dei nostri nemici, allora, si distorse in un ghigno rabbioso. Ezequiel ruggì ed estraendo l’enorme falchion che pendeva al suo fianco, gli si scagliò addosso furente, imitato dalle due creature che lo accompagnavano.

Mi occuperò di lui – mi sussurrò Jerkie – ma vattene se il combattimento dovesse volgere a suo vantaggio”, quindi saettò nell'aria, leggero come una farfalla, evitando i loro fendenti; Arwon si lanciò su di loro intercettandone i colpi.
In quel momento avvertii nella mia mente un sussurro lieve e seppi che Speranza mi stava chiamando, la impugnai e avanzai verso i nemici. Il combattimento avvampò furioso come una fiamma assetata di distruzione. L'aria vibrava al clangore delle spade, che cozzavano le une contro le altre senza sosta. Mi lasciai guidare dal solo istinto, mentre ogni azione accelerava in un turbinoso vortice si parate, schivate, affondi. Mentre combattevo volgevo l’occhio a cercare i miei compagni: Jerkie era impegnato a schivare i potenti colpi di Ezequiel, Arwon si stava misurando con l’altro vampiro, mentre non v’era più alcuna traccia di mio fratello. Poi qualcosa mi sconvolse e mi terrorizzò. Fu la visione di Edward, completamente immobile, le mani giunte e gli occhi socchiusi, assente a tutto quello che gli stava accadendo intorno. Provai a chiamarlo, ma le sue labbra vibravano mosse da sconosciute parole. Anche il vampiro che mi affrontava si rese conto della situazione e, approfittando della mia distrazione, si mosse rapido verso di lui, scansandomi con un pericoloso fendente. Gridai per avvertirlo con quanto fiato avevo in gola, inseguendo disperatamente il nemico, senza speranza di raggiungerlo in tempo. Improvvisamente il simbolo sacro di Edward illuminò la notte, investendo il buio con un fulgido raggio di splendente luce turchese, che colpì in pieno il vampiro e lo polverizzò in un istante. Un urlo, il suo urlo di dolore, esplose nell'aria con tale intensità da mozzarmi il respiro e da bloccare ogni altra azione. Ed crollò svenuto al suolo. I nostri avversari parvero come noi tutti travolti dallo stupore. Solo Jerkie sembrò mantenere il controllo di sé e, con sovrannaturale rapidità, lanciò tre coltelli che colpirono in pieno petto il vampiro che combatteva contro Arwon, poi gli gridò di colpirlo alla testa.
E fu rapido il giovane ranger a reciderla incrociando le spade all'altezza del collo.

Sei rimasto solo ora” disse poi l'assassino al vampiro demoniaco.
Potrei bastare lo stesso per voi pezzenti - rispose sprezzante, ma riponendo il falchion – Quello scontro è stato segnato del caso, non dalla sua superiorità. Ma per oggi basta così. Ci sarà tempo. Tempo per tutto – sentenziò - anche per noi due” concluse gettandomi un'occhiata lasciva e perversa, prima di svanire dalla nostra vista.
Ce la siamo vista brutta!” commentò Arwon, strappandomi un sorriso che subito si tramutò in una smorfia di preoccupazione vedendo le molte ferite che aveva riportato.
Non preoccuparti, sto bene” mi rassicurò ancora prima che potessi parlare. “Edward piuttosto”
È solo svenuto - ci tranquillizzò Jerkie, sul cui braccio destro si apriva una larga ferita a cui lui sembrava non dare alcun peso - si riprenderà in fretta. È stato attraversato da un potere ancora troppo grande per lui da gestire”.
Poi la voce di mio fratello ci interruppe

Troppo fervido nella fede il ragazzo”.
Dove diavolo eri finito?” gli gridai contro, accecata dalla rabbia e ancora scossa dall’adrenalina del combattimento.
Mi sono distratto a vedere la vegetazione. Quella è una rara rosa...” rispose sorridendo.
Avremmo potuto morire e tu non hai fatto nulla per aiutarci” ribadii.
Non avevo alcun dubbio che ve la sareste cavata. E infatti così è andata. Cattivoni sconfitti e nessun danno per noi.” mi rispose pacato e stupito che non ci arrivassi da sola.
Mentre cercavo invano le parole adatte a rispondergli, Arwon mi chiamò per avvertirmi del risveglio di Edward.


La sera, accoccolati intorno al fuoco, il combattimento e la paura provata parevano solo un ricordo distante e irreale. Le ferite sembravano esserne le uniche, solitarie testimoni.
Torneranno - disse poi Jerkie con voce sommessa, come se temesse di rompere quell’incanto – e dovremo essere pronti”.
Oh, già. A quanto pare qualcun’altro, oltre al caro papà, tiene molto alla nostra compagnia” chiosò Hilbert, poi, ai nostri sguardi interrogativi, proseguì spazientito come sempre
Ovviamente non l’avrete notato, ma questo Ezequies o come si chiama, non aveva idea della presenza di Jerkie tra noi. Ne deduco che non sia venuto qui per ordine del dolce genitore”.
Forse non lo abbiamo notato perché eravamo troppo impegnati a combattere, cosa che a quanto pare non ha coinvolto te” risposi.
Già. Beh, qualcuno deve pur continuare a pensare, non credi? - ribatté tranquillamente –e, a proposito Jerkie, perché non ci dici chi ha sconfitto Ezequiet, prima di oggi” aggiunse poi.
Vosg’na – mi intromisi quasi senza volerlo – è stato lui, non è vero?”.
Uno scontro che molti bardi hanno narrato, mia piccola Isotta” annuì Jerkie.
Non disse altro. Le parole e i ricordi rimasero ad aleggiare nell’aria fino a quando non ci colse il sonno.

angolo autori:

Eccoci di nuovo tornati! Ci scusiamo con tutti quanti per l'enorme ritardo! Ci faremo perdonare entrando nel cuore della storia...i prossimi capitoli saranno estremamente ricchi da ogni punto di vista. Come sempre ringraziamo di cuore tutti quelli che ci seguono, recensiscono e preferiscono. I nostri personaggi abbiamo piacere che diventino anche i vostri e ci riempie di gioia vedere che vi piace quello che stiamo scrivendo e creando.

Un grazie di cuore a tutti quanti!

a presto!






  
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