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Autore: Sognatrice85    05/12/2010    4 recensioni
Quando sogni ad occhi aperti corri il rischio di rimanere intrappolata nelle fantasie che, giorno dopo giorno, la tua mente ricama. Divertita, contenta, segue il ritmo che tu vuoi dargli, ma il problema più grande è che quando ci mescoli il cuore, i giochi si fanno più duri. Non è facile uscirne, quando ci sono di mezzo i sentimenti, sottrarsi a quella fantasia è complicato…ma se i sogni dovessero diventare realtà? Se un giorno tu dovessi svegliarti e scoprire di vivere la favola che tanto desideravi?
Un Twilight un po' diverso, senza Bella...una nuova ragazza, un'altra dimensione e...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Paura, amore e desiderio Buon giorno e buona domenica :).
Ho mantenuto la mia promessa ed eccomi qui a postarvi il nuovo capitolo.
Prima di farlo, ringrazio Dindy e Lady Jadis per le recensioni: mi ha fatto piacere notare che qualcuno ancora mi segue e tiene a questa storia.
Ringrazio anche i lettori silenziosi :).
Dovrei postare il capitolo successivo venerdì, se non dovessi, mi spiace ma dovete aspettare due settimane, perchè non ci sarò per un pò di giorni.
Il capitolo è già bello e pronto...mi spiace solo che ora con questo vi lasci un pò in sospeso :p.
Buona lettura!
Aspetto di conoscere le vostre opinioni!





Capitolo 29 “Paura, amore e desiderio”

 

Mi girava la testa.
Dopo quelle terribili rivelazioni uscite dalla bocca di Kabkaiti, ero rimasta impietrita. L’unico segno di vita tangibile in me, erano le lacrime che mute, scivolavano lungo il mio visto, cadendo rovinosamente sulle mie mani.
Il vecchio saggio a sua volta, non aveva aggiunto altro.
Sentivo i suoi occhi addosso. Forse attendeva il momento buono per poter parlare, o semplicemente aspettava che fossi io a farlo.
Ma cosa avrei potuto dire?
Come una valanga il peso del mio ruolo in quel mondo, mi era caduto addosso. Io sarei stata la causa di ogni problema per i Cullen.
La punizione peggiore per tutto questo era la perdita di Edward.
Non lo potevo sopportare.
Perché doveva succedermi tutto quello, meritavo di soffrire così tanto?
In quel momento, volevo soltanto fuggire via e non vedere più nessuno. Però mi decisi ad alzare la testa e a fissare Kabkaiti.
Incosciamente stavo attribuendo a lui tutte le colpe. La mia rabbia voleva riversarsi su di lui, eppure non riuscivo a fiatare.
Poi ci fu un gesto che mi aiutò.
Kabkaiti per un solo istante distolse lo sguardo da me, sospirando. Così compresi quanto fosse dispiaciuto e quanto, forse, si sentisse in colpa.
“Non ti dispiacere per me” dissi con voce rauca.
Il saggio tornò a guardarmi.
“E’…destino” pronunciai quella parola tra i denti “che vada così. Non possiamo farci niente” conclusi con amarezza.
“Ti farai vincere da Destino?” domandò Kabkaiti, leggermente alterato.
Scossi il capo.
“Certo che no!” esclmai con vigore.
“Non proverò mai odio per i Cullen, anzi combatterò al loro fianco e insieme sconfiggeremo Destino. Non ho alcuna intenzione di dargliela vinta!” proferii rabbiosa.
“Bene” Kabkaiti sorrideva mellifluo “Io ti insegnerò come respingere i suoi attacchi mentali. Ti torturerà, Meredith! Non mollerà fino a quando non ti piegherà al suo volere, quindi devi essere pronta a tutto e soprattutto, devi imparare a usare il tuo scudo nel modo giusto. Potremmo allenarci insieme” propose.
“Si, è un’ottima idea” affermai decisa.
“Ne dovrai parlare anche con i Cullen” mi suggerì, guardandomi di sbieco.
“Lo so. Lo farò senz’altro”.
Kabkaiti annuì.
 

Uscita dal rifugio del saggio, non avevo grande voglia di vedere gente, così mi misi a girovagare per il bosco sprezzante del pericolo.
Ero nel territorio dei lupi, ma non ci pensai troppo. In realtà non me ne importò. Se un vampiro nomade in quel momento, mi avesse fatto fuori, gli sarei stata grata a vita.
Pioveva e ne ero lieta. Le mie lacrime si confondevano con le gocce di pioggia che scendevano violentemente su di me, inzuppandomi completamente.
Buttai a terra lo zaino e mi distesi tra l’erba, chiusi gli occhi e mi lasciai andare al dolore, mettendomi in posizione fetale come a volermi proteggermi.
Udii la suoneria del mio cellulare invadere lo spazio circostante e riaprii gli occhi sconvolta.
Mi ero addormentata.
Mi misi a sedere e lentamente, molto lentamente lo afferrai e leggendo il nome sul display sorrisi, ricominciando a piangere.
“Pronto?” sussurrai flebile e ancora mezza assonnata.
“Meredith dove sei?!?” chiese Edward allarmato, risi istericamente.
“In giro per il bosco, nel territorio dei lupi, non ti conviene venire!” mormorai con un tono strano, ero fuori di me.
“Ma che diavolo ti prende! Ti sto aspettando in auto al confine, mi stai facendo morire di preoccupazione!” esclamò esasperato. “Non puoi morire. Sei un vampiro” gli ricordai con una punta di ironia nella voce. “Meredith!” tuonò “Cos’è successo? Se quel saggio da strapazzo ti ha fatto qualcosa, giuro che io…”
“No!” ringhiai “Non ha fatto niente, se non illuminarmi su quello che accadrà!” urlai alzandomi in piedi.
“Ti prego Meredith calmati! Raggiungimi ne discuteremo insieme” disse dolce.
Chiusi gli occhi e mi massaggiai le palpebre.
“Ho bisogno di stare un po’ da sola, se non ti spiace. Va a casa, torno presto. Prima che faccia buio, promesso” sussurrai sagace cercando di convincerlo.
“Non dire stupidate!” gridò “Vengo a prenderti!”.
“No!!!” sbraitai “Ho detto che voglio restare sola! Non lo capisci proprio! Vattene Edward, vattene!!!”, dall’altro cavo del telefono, piombò un silenzio doloroso e inquietante.
Ansimavo per la fatica.
Poi un balbettato “Ok” mi fece sbarrare gli occhi. Edward aveva messo giù il telefono.
Restai col cellulare in mano, in balia del pianto “Perdonami Edward…” tirai su col naso “Perdonami amore mio…ma…devi allontanarti da me” soffiai cadendo sulle mie ginocchia.
“Meredith!” mi voltai di scatto e vidi Jake fissarmi sconvolto.
“Che è successo?” chiese preoccupato avvicinandosi “Non dirmi che Edward…” non finì la frase che scossi il capo.
“No, lui non centra nulla. Anzi…” una lacrima rotolò giù impregnandosi nel terreno. “Sono io che lo sto facendo star male”, Jacob si accomodò al mio fianco, guardandomi e aspettando di sapere.
“Come ben sai, sono stata dal saggio” iniziai.
Lui annuì “E cosa ti ha detto?” domandò, chiusi gli occhi ricordandomi esattamente le sue parole: “Meredith il motivo per cui sei qui è che l’ombra ha visto in te un potenziale incredibile. In te confluiscono tutti i sentimenti: odio, amore, delusione, felicità, amarezza. Sei come una spugna, li incameri, li fai tuoi e li vivi, forse anche incosciamente e lui punta, soprattutto, al tuo lato maligno, ti vuole dalla sua parte, perché solo così saresti  in grado di risucchiare i poteri di quei vampiri, lasciandoli privi di ogni forza e quando l’Ombra sarà in grado di impossessarsi di te, sarà la fine per loro.

Isabella arriverà. Un’umana speciale dallo scudo naturale, porterà in grembo il  figlio di Edward. Il suo sangue canterà per lui e tu non potrai fare niente per fermare l’inevitabile attrazione che si scatenerà tra loro. E sarà questo ad alimentare il tuo odio verso quella famiglia. Combatterai a fianco dell’ombra, distruggendo tutti coloro che si metteranno sul tuo cammino”
“Impossibile!” esclamò Jake sconvolto.
“Già…ora so che devo fare: combatterò a fianco dei Cullen, Kabkaiti mi insegnerà a usare i miei poteri, ma poi…andrò via. Sparirò” soffiai, conscia di aver preso quella decisione non appena avevo sentito la profezia.
“Cosa?” domandò il lupo prendendomi una mano e stringendola. “Sei sicura di stare facendo la scelta giusta?” scossi il capo in segno di diniego.
“Per niente. Non posso immaginarmi senza Edward, ma allo stesso tempo non voglio essere un peso per lui e poi sono so che la sua eternità è con Isabella” mormorai afflitta.
“E ti arrendi così?” mi voltai stupita verso Jacob. “Non fraintendermi! Non ti spingerei mai tra le braccia di quel succhiasangue, ma tu con lui sei felice, non ti ho mai visto sorridere come quando sei accanto a lui” ammise amaro, scrutando l’orizzonte.
“Jake…” sussurrai, allungando una mano per afferrare la sua.
“Tranquilla, non dirò a nessuno della nostra discussione. Credo che tu debba spiegare ai Cullen di quest’Ombra che li minaccia “ annuii.
“Si, devono essere tutti pronti per questa lotta. Non posso permettere a questo nemico di impossessarsi di me, della mia mente. Non vorrei mai che succedesse qualcosa ai Cullen” dissi abbassando la testa e stringendo la mano a pugno, mentre l’altra era ancora compressa in quella di Jake.
“Io ti aiuterò” soffiò osservandomi.
“Grazie…sei un vero amico” sorrisi, lo fece anche lui.
“Ti accompagno a casa”.
“No, non preoccuparti. Mi basta che mi aiuti ad arrivare al confine, da lì conosco la strada” annuì.
 

Arrivati al limitare, sentii Jake al mio fianco irrigidirsi e quando alzai la testa ne capii il motivo: la Volvo di Edward era ferma davanti a noi.
Non mi aveva dato ascolto, come al solito.
Testardo di un vampiro.
Sospirai, scuotendo il campo. Poi mi voltai verso il mio amico.
“Grazie” dissi arrossendo sotto il suo sguardo emozionato “Di tutto” mi prese nuovamente le mani, ma non disse niente, mi guardò semplicemente.
“Ora devo andare…” sussurrai, lui annuì “A presto Jake”.
“A presto Meredith!” e corsi verso la macchina.
Aprii la portiera leggermente spaventata, cosa mi avrebbe detto?
Mi sedetti non riuscendo a guardare Edward.
Restammo fermi lì per un po’, nonostante l’agitazione non mi mossi troppo, stringendo le mani in grembo.
“Ti porto a casa tua!” esclamò lui d’improvviso, facendomi sobbalzare e per la prima volta, puntai i miei occhi su di lui: aveva il viso contratto per la rabbia, il dolore.
“Ok…” mormorai “Charlie stasera è fuori” dissi piano “Tornerà domani mattina. Gli avevo detto che probabilmente mi sarei fermata a casa tua, ma non è un problema” sorrisi amara.
“Forse è meglio così” soffiai, conscia che stessi piangendo di nuovo.
“Mi hai detto tu che volevi stare da sola!” sibilò lui, stringendo le mani sul volante “Si, lo so” risposi
“E invece ti fai vedere con quel…Jake” sputò amaro.
Sbarrai gli occhi per la sorpresa, ma durò poco.
“Mi ha trovata nel bosco e gli ho chiesto di farmi strada fino al confine, niente di che” mormorai dura
“Lui però non lo hai cacciato, non gli hai detto di andarsene, mentre io…” mi guardò furente “Io dovevo lasciarti in pace!” urlò dolorante.
Ma che cavolo avevo fatto?
Strinsi una mano a pugno e ne sferrai uno sul cruscotto sotto lo sguardo scioccato di Edward.
“Meredith, ma…” cercò di dire, trovando un po’ di calma.
“Scusami. Non faccio che farti del male, ma…non è facile. Il saggio mi ha detto…” mi fermai. Dirlo era doloroso.
“Cosa?” insisté lui in modo persuasivo.
“L’Ombra punta a voi, usa me per sconfiggere voi. È i vostri poteri che desidera e io…” mi bloccai per il pianto che mi impediva di parlare.
“Non importa, Meredith! Ne parliamo domani, ora hai bisogno di riposare, si sta facendo tardi!”.
Scossi il capo “No, no, devi sapere. Io ho un potere. Il mio scudo…è in grado di imprigionare i vostri poteri, privandovene” esclamai, Edward sussultò, spalancando gli occhi sorpreso.
“A quanto pare è per questo che l’Ombra, o meglio Destino, mi ha scelto. Sono l’unico essere umano di entrambe le dimensioni parallele a possedere un dono simile. Un dono non coltivato”.
Edward non fiatava facendomi avvertire maggiormente il peso di quel silenzio.
Io sarei stata responsabile delle loro vite.
Io. Un’insulsa essere umana.
Strinsi gli occhi “Meredith!” Edward mi richiamò “Non accadrà niente” disse sicuro. “Noi ti saremo vicini, faremo in modo di far uscire allo scoperto quest’Omb…Destino” si corresse “e lo sconfiggeremo, ma non permetterò a nessuno di controllarti. Tu sei…” e si fermò.
Lo scrutai ammaliata, deglutendo aria “So…Sono?” chiesi titubante.
“Sei mia!” sibilò tra i denti, poi si avventò sulle mie labbra, facendo vacillare ogni mia volontà di allontanarlo.

 
Alla fine ero rimasta a casa sua.
Durante il tragitto verso la villa, gli avevo raccontato ogni cosa, tranne di Bella.
Era chiaro quanto fosse colpito da tutta quella vicenda, ma non lo disse.
Giunti a casa sua, riferimmo tutto alla sua famiglia.
Mi sentii ancora di più un peso, ma loro erano troppo gentili per farmelo notare.
Tutta la notte non avevo fatto altro che ripetermi mentalmente che dovevo metterlo in guardia, fargli capire che qualsiasi cosa fosse successa lui avrebbe dovuto amare Bella.
La mattina seguente, mi svegliai più stanca di prima e Edward se ne accorse.
“Ti sei agitata per tutto il tempo” constatò.
“Neanche stringerti tra le mie braccia è servito per calmarti, una volta ci riuscivo” affermò deluso, gli accarezza il viso.
“Non è colpa tua. Avrò fatto uno dei miei soliti incubi, forse quello che è successo ieri ha solo contribuito a farmi agitare di più” feci spallucce, mentendo abilmente. “Ti va di fare colazione?” chiese dolce, annuii.
Mi prese per mano e mi portò in cucina in braccio.
Non mi meritavo quel trattamento da regina, sapendo dentro che lo avrei lasciato. Mi si mozzava il fiato in gola solo a pensarci, ma infondo io non ero così convinta.
In realtà volevo rimanere con lui.
Sospirai e mi dissi che avrei preso una decisione definitiva dopo la battaglia, perché solo all’ora avrei avuto la lucidità di fare la scelta giusta.
Ora dovevo vivermi quello che mi aspettava e prepararmi alla lotta.
Finita la colazione, mi accinsi a farmi una doccia, quando uno strano sibilo nelle orecchie mi costrinse a chiudere gli occhi e a chinarmi su me stessa dolorante.

“Ti prenderò e ti costringerò a ribellarti a te stessa” e una risata sadica rintronò nel mio cervello.
“No, ti prego. Lasciami…lasciami stare…” mormorai flebile.

“Sarò io a mandarti Bella lì. Soffrirai al punto tale che sarai costretta a pregarmi di prendermi con te e aiutarti ad uccidere i Cullen” rise ancora.
“Quanto mi divertirò a vederti soffrire”.
“Ma come…?” chiesi.
“Come faccio a sapere tutto? Io vivo nella tua mente e il profeta ha ragione. Hai un potere straordinariamente allettante e potente e sarà mio. Tu sarai mia. Diverrai la mia alleata…lascia che ti aiuti e potrai vendicarti del male che Edward ti farà” “Mai!” sibilai furiosa “Bella arriverà solo dopo che ti avrò sconfitto lurido bastardo! E la decisione spetta a me!” minacciai furiosa.
“Stupida illusa! Pensi che io stia dicendo una bugia? Ti sbagli e lo vedrai…” e sparì.
Rimasi di sasso.
Riaprii gli occhi e mi resi conto di essere seduta nel bagno di Edward.
Mi sollevai a fatica a causa del tremore alle gambe, ma riuscii ad arrivare alla vasca e a farmi una doccia.
Quando rientrai in camera di Edward lo trovai seduto sul divano che guardava fuori come incantato.
“Edward ci sei?” chiesi avvicinandomi, lui non si mosse.
“B…” mormorò tra i denti, debolmente, non capii.
“Cosa, non ho capito?”
“Bella…” soffiò melodioso.

Crack.
Il cuore si spezzò.
Forse avevo sentito male, mi stavo facendo condizionare da tutto quello che era successo.
“Ri…ripeti” balbettai tremante, Edward si voltò verso di me. Gli occhi neri e vacui “Bella, Bella…” annunciò seriamente rapito da quel nome.

“Stupida illusa! Pensi che io stia dicendo una bugia? Ti sbagli e lo vedrai…” le parole di Destino riecheggiarono nella mia mente facendomi indietreggiare.
Diedi le spalle ad Edward il quale continuava ad avere uno sguardo allucinato e corsi via, non badando al fatto che improvvisamente la casa fosse vuota.
Mi immersi nel bosco, tremando e piangendo, giungendo in pochissimo tempo  nel territorio dei Quileute.

Cercando di ricordarmi la strada, riuscii ad arrivare alla casa del saggio profeta. Bussai e lui venne ad aprirmi.
“Oh…come mai sei nuovamente qui?” chiese
“Destino…” farfugliai frastornata “Mi ha parlato”.
Kabkaiti spalancò gli occhi “Come…?”.
“Si, non dormivo. Ero sveglia e…”
Non mi lasciò proseguire “Aspetta” disse avvicinandosi.
Posò una mano sulla mia fronte, socchiusi le palpebre lasciandomi andare tra le sue braccia.
“E’ più potente di quanto potessi immaginare” mormorò poco dopo “Tramite te sta iniziando ad insinuarsi nelle mente dei tuoi amici” tremai
“Destino è pericoloso non solo per i vampiri, ma per l’intera umanità. Con i loro poteri potrebbe distruggere tutti” mi fissò con uno sguardo strano.
“Non hai deciso cosa fare dopo” la sua non era una domanda.
“L’ho letto nel tuo cuore” disse, intuendo la mia muta domanda.
Io abbassai il capo, stringendomi nelle spalle.
“Non è un rimprovero. Non è facile decidere del proprio futuro e hai ancora tempo. Ma devi mettere ribadire ai Cullen il potere di Destino. Lui ti darà parecchio filo da torcere e oggi te ne ha dato la dimostrazione” annuii sconfitta.

 
Dopo quel colloquio, ritornai a casa Cullen.
Quando entrai temetti di trovare Edward ancora in quelle condizioni, invece mi venne incontro alzandomi da terra e stringendomi a lui.
“Che fine hai fatto?” mi sgridò, continuando ad abbracciarmi.
“Scusa…avevo bisogno di una passeggiata”.
“Non mentirmi” mi accusò, saltellai sul posto inquieta.
Alla fine gli raccontai tutto: della profezia di Kabkaiti e di quello che era successo quella mattina.
La notizia di Isabella lo scioccò parecchio, ma a quanto pare voleva tenermelo nascosto e tutta li discussione si incentrò sull’episodio di quella mattina.
“Non è possibile” soffiò “Ricordo che sono venuto a bussare alla porta del bagno, per vedere se stavi bene, ma non c’eri. È assurdo!”
“Già…” sussurrai avvolgendomi nelle mie braccia, seduta sul suo letto.
Dopo un imbarazzante silenzio, decisi di fare qualcosa di cui poi mi sarei pentita. Mi sentivo sconfitta in partenza, sapevo perfettamente che Edward era destinato ad un’altra.
Eppure non volevo arrendermi.
“Edward” lo chiamai, lui mi guardò stranito.
“Devo chiederti di farmi una promessa”, lui annuì appena, non sapendo cosa aspettarsi.
“Qualsiasi cosa dovesse accadermi…” Edward cambiò espressione.
“Tu non smetterai di credere nell’amore” sospirai.
“Mi spiego meglio” dissi “Se dovessi sparire dal tuo mondo, significherà che il mio posto sarà preso dall’unica persona che ha il diritto di essere qui” proferii seria. Edward spalancò gli occhi, capendo dove volevo andare a parare.
“Meredith!” provò a parlare, ma lo fermai.
“No, stammi a sentire!” gridai “Promettimi che se lei arriverà, tu non frenerai i tuoi sentimenti per la paura e l’amerai!”, lui sussultò costernato.
“Ti prego” bisbigliai appena “Promettimi che lo farai!” esclamai.
“Meredith!” mi chiamò lui provando ad afferrarmi per un braccio.
“Ho detto promettimelo!” gridai tra le lacrime, allontanandolo da me.
“Edward promettimi che se io dovessi andarmene tu ti lascerai andare all’amore. Promettilo!” dissi guardandolo, nonostante i miei occhi fossero appannati. “Lo…prometto” sussurrò, stringendo le mani a pugno.
In quell’istante il mio cuore perse un altro battito,  spezzandosi di nuovo.
Accennai un sorriso falso e lasciai poi che le lacrime mi inondassero del tutto…

Era trascorsa un’infinità da quando Edward aveva lasciato la sua camera, correndo via chissà dove, mentre io avevo continuato a piangere abbracciata ad Alice, la quale non capiva perché gli avevo detto quelle cose.
Inizialmente mi aveva lasciato sfogare, rispettando il mio silenzio, poi aveva cercato di indagare com’era nel suo carattere.
“Perché se dovessi sparire…” cercavo di spiegarle.
“Tu non sparirai!” m’interruppe lei, gridando e facendomi spalancare gli occhi pieni di lacrime.
“Basta pensarlo, ok?” addolcì il tono “Vi amate e non capisco il perché tu devi sempre essere così pessimista”.
“Già…” mormorai, lasciando che nuovamente il silenzio si frapponesse tra noi.
Non mi piaceva comportarmi in quel modo, ce l’avevo a morte con me stessa, perché nessuno dei Cullen meritava un trattamento del genere.
Alice era stata più di una sorella, quell’amica del cuore che non avevo mai avuto la fortuna di avere.
Perché doveva accadere proprio a me?
Perché?
Singhiozzai portandomi una mano alla bocca per impedire ad Alice di capire che stessi nuovamente piangendo, ma fu del tutto inutile.
Era un vampiro e il super udito era una delle loro caratteristiche più sviluppate. “Meredith!” mi richiamò poco dopo “Cosa ti ha detto realmente il saggio?” domandò spiazzandomi, tremai visibilmente.
“E’ da quando hai parlato con lui che sei diventata nuovamente triste” mi accarezzò i capelli con fare quasi materno.
“Quello che vi ho riferito è tutto vero, ho omesso un particolare. Bella arriverà” soffiai, l’espressione sul volto di Alice mutò rapidamente.
“Tuo fratello si innamorerà di lei ed io finirò nel dimenticatoio. Poi stamane Destino…”
“Si, so di quello che è accaduto. Ho avuto una visione mentre ero fuori con Jasper”.
“Lui l’ha nominata, capisci? Prima o poi dovrò farmi da parte” ammisi.
“Non è possibile” sussurrò impercettibilmente lei “Lui non si innamorerà di lei, l’avrei visto” negai col capo.
“Non è giunto ancora il tempo e poi so per certo che sarà così” confessai.
“Come fai a saperlo?”.
“Destino farà di tutto per ottenere i vostri poteri, io non faccio che peggiorare la situazione. Mi ha minacciato di far arrivare lui stesso Bella. Non so che fare” vacillai a quel ricordo.
“Resta accanto ad Edward…resta qui con noi. Insieme affronteremo ogni cosa. Non fare sciocchezze” sorrise appena accarezzandomi i capelli.
Annuii.
Alice infine, si alzò “Non starci troppo a pensare e goditi il tuo ragazzo” disse con uno strano tono malizioso nella voce prima di sparire dietro la porta.

Era oramai buio.
Avevo trascorso l’intera giornata chiusa nella camera di Edward, non avendo il coraggio di uscire.
L’unica mia certezza era l’amore che provavo per lui. Era quello che mi faceva desistere dal prendere ogni tipo di decisione.
E quel sentimento cresceva.
Cresceva a dismisura spiazzandomi!
Il mio corpo pulsava in sua presenza e pretendeva un contatto maggiore, più profondo.
Lo desideravo.
Ero convinta che saremmo stati perfetti anche nel fare l’amore.
Arrossii al pensiero di noi due in un letto.
Il cuore iniziò a battere talmente forte che udivo il suo tonfo nelle orecchie.
La sola decisione che avessi preso in quel momento era che ci avrei provato, volevo che mi amasse completamente.
Alzai lo sguardo captando una presenza, infatti incrociai gli occhi tristi e turbati di Edward.
Lui entrò piano, chiudendo la porta alle sue spalle e si fermò lì, indugiando sul da farsi.
Abbassò lo sguardo, puntandolo sul pavimento.
Sembrava impacciato.
Sorrisi appena.
Non capitava spesso di vederlo così a disagio, così umano.
Mi alzai da terra, sentendo i muscoli delle mie gambe indolenziti.
Lentamente mi mossi per raggiungerlo.
Lui sussultò avvertendo la mia presenza.
Ero decisa.
Perderlo sarebbe stato atroce, ma volevo essere sua.
Volevo fargli capire che lo amavo donandogli me stessa.
Alice lo aveva capito, ora comprendevo la sua espressione di poco prima.
La mia mano si posò sulla guancia di Edward e lo accarezzò teneramente,.
Il vampiro chiuse gli occhi muovendosi piano e strofinando il viso sulla mia mano.
“Edward” soffiai rapita
Lui mi fissò famelico.
Mi avvicinai di più e gli cinsi le braccia al collo, di conseguenza Edward mi attirò a sé con forza, sospirando sulla mia pelle già accaldata.
“Io…” iniziai balbettando, non sapendo come dirglielo.
Edward non fiatò, continuava a guardarmi in un modo talmente eccitante e sexy non aiutandomi assolutamente.
Il sangue mi ribolliva nelle vene, il basso ventre mi bruciava chiedendo con un urgenza un contatto fisico che probabilmente non ci sarebbe stato.
Quella consapevolezza mi ferì e ingoiai un fiotto di saliva.
“Non ci riesco” sussurrai allontanandomi da lui e dirigendomi verso l’enorme vetrata della sua stanza.
Sospirai frustrata e mi strinsi nelle spalle avvertendo freddo e uno strano senso di nausea.
“Non allontanarmi. Non ero in me stamane, io non penso assolutamente a questa Isabella. Tu sei l’unica che amo!” disse.
Sussultai.
Lui credeva che non riuscissi a stargli vicino per via di Bella?
Quanto si sbagliava.
Non immaginava quanto invece agognavo di sentirlo sulla mia pelle, dentro di me…
Scossi il capo.
“No, Edward. Non è per questo che…” mi stoppai “Non è per quello che è successo stamane” dissi.
“Perché allora spiegami!” m’intimò posizionandosi alle mie spalle, le sue labbra così vicine al mio corpo.
Chiusi gli occhi fremendo di desiderio.
Non riuscivo a controllarmi.
“Vorrei farti una richiesta” mormorai.
“Non farmi promettere cose che so non riuscirei a mantenere. Stamattina non so neanche perché ho acconsentito” esclamò piccato.
“No…niente promesse” soffiai col fiato corto.
“Guardami Meredith!” e mi fece voltare.
Sostenni il suo sguardo.
“Quello che ti chiederò so che lo riterrai pericoloso, ma…” mi morsi il labbro inferiore, tremante.
“Non temere” bisbigliò stringendomi in vita.
“Edward…” fissai le sue labbra invitanti e mi lasciai andare chiudendo gli occhi “Voglio fare l’amore con te!”

   
 
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