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Autore: sakura2480    05/12/2010    5 recensioni
Nell'Akatsuki può succedere di tutto, e ho pensato di fargliene davvero succedere di tutti i colori a partire dalla coppia di compari che ammiro di più, Kakuzu e Hidan. L'inizio è abbastanza leggero e senza pretese, spero solo di strapparvi un sorriso. Buona lettura. Scusate ma non sono proprio capace di scrivere le introduzioni!!!
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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3 Quella mattina, nel celeberrimo covo, ci fu un fuggi fuggi generale.
A nessuno passava minimamente per l'anticamera del cervello di dare ascolto a Pain e alle idee malsane che ogni tanto gli passavano per il demente ippotalamo resuscitato che aveva.
Si, perchè il Signore Onnipotente si era espresso il giorno prima  a questo modo.
"...e siccome buona parte della vostra esistenza fa rima con nullafacenza, adesso vi do un piccolo lavoretto per ricordarvi che il lavoro nobilita l'uomo. Vedete questo rifugio? Bene, guardatelo attentamente perchè voi...adesso lo restaurerete da cima a fondo."
Ci fu un susseguirsi di tonfi e rinvenimenti che non rispiarmarono nessuno.
Adesso erano tutti e nove lì, con le facce depresse e nella disperazione più totale.
Pain aveva affidato i compiti a casaccio, senza nemmeno guardare le abilità o le possibilità di ognuno, solo Kakuzu venne fregiato col titolo di Grande Ragioniere dell'Akatsuki.
- Deidara, perchè non prendiamo Pain e gli esaminiamo il cervello? Magari gli ci si è infilato qualche piercing di troppo! - suggerì Sasori.
- Io non lo tocco, ho paura che mi schizzino tutti in faccia quei suoi bulloni. - rispose Deidara.
A nulla valsero preghiere, pianti e proteste irritanti in stile bambino derubato delle sue caramelle.
Pain era irremovibile, aveva deciso che quel covo doveva essere rimesso a nuovo e siccome la manodopera c'era e pure a gratis, anche a costo di far sputare sangue a tutti loro, quel posto doveva essere buttato giù e rimesso tutto in ordine.
Da bravo dittatore impartì i Sommi Comandamenti a ciascuno.
L'abbigliamento che i nostri eroi avevano scelto per lavorare da bravi e virtuosi manovali, sfidava le leggi del buongusto e in qualche caso anche della fisica.
Ad esempio Kisame si presentò in cantiere con un cappelletto ricavato da carta di giornale le cui foto stampate sopra erano alquanto compromettenti, pantaloni di un pigiama da buttare via, talmente felpato che avrebbe lessato un pinguino e una maglietta a maniche corte dove vi era scritto la parola "kiss me", cosa che leggerlo su una persona che possedeva la dentatura di uno squalo non invitava propriamente a prendere alla lettera l'invito.
Deidara aveva sciolto i suoi capelli e li aveva raccolti con un mollettone prestato da Konan ma su cui aveva prima scritto "si chiama Pietro".
Il siffatto mollettone rappresentava un enorme fiocco fucsia armato di zanne che oltre a tenere fermi i capelli si infilzavano nel cuoio capelluto provocando sofferenze lancinanti.
Sasori aveva optato per la comodità ma doveva aver sbagliato stagione perchè indossava un paio di pantaloncini corti da mare, ciabatte infradito che facevano tremare dal freddo solo a guardarle e sopra una felpa talmente vecchia che sembrava avesse fatto parte del suo guardaroba quando ancora stava al villaggio della Sabbia.
Itachi e Tobi erano quelli più normali dal momento che indossavano un paio di tute da ginnastica normalissime.
Anche Hidan era semplice, indossava una felpa col cappuccio e un paio di jeans strappati sul ginocchio, il problema era che non si era minimamente accorto che mentre stava chinato per ravanare coi barattolini e barattoloni di vernice, Konan gli si era avvicinata e con un pennello e in maniera leggerissima aveva scritto sulle sue chiappe "I'm sexi, touch me!".
Il povero non riusciva a capire il perchè quella mattina ce l'avevano tutti con lui.
- Bella gnocca? -
- Quand'è che usciamo insieme? -
- Te la fai dare una toccatina? -
Hidan, al limite dell'esasperazione, si voltò all'improvviso.
- Cazzo volete? -
Deidara gli si avvicinò pericolosamente.
- Dammi un bacio, Hidan. Dai, baciami con la lingua! -
Hidan, colto dal ribrezzo più totale, lo spinse via come avrebbe fatto un esorcista con un demonio.
- Perdonami, Deidara, ma a me piace ancora la patata al posto del raviolo. -
- E basta con questi commenti stupidi! - disse Konan il cui aspetto fece quasi caracollare Hidan all'indietro.
- Mamma mia...che...che pezzo di...ma è davvero Konan? -
- Madre! - esordì addirittura Kakuzu.
La bella degli origami aveva adottato un abbigliamento che lei giudicava comodo ma che sarebbe servito anche alla produzione massiccia di testosterone in tutta l'Akatsuki.
Pantaloni attillati che fasciavano il sedere già generosamente ben fatto da madre natura, camicetta che secondo lei era buona solo per lavori domestici ma che era un po' stretta e strizzava le tette con una generosa scollatura.
Con quell'abbigliamento da vero uomo virile di cantiere si prosternò davanti al suo amante pel di carota.
- Insomma, si può sapere io che devo fare? A me non dai un incarico? -
Pain alzò lo sguardo e non appena si accorse di come era bella ed  eccitante la sua amica d'infanzia, gli partirono gli ormoni a mille.
- Mammina bella! - fu l'unica cosa che disse.
Il capo cominciò a cristotonare come un invasato, appena superata la fase delle bestemmie ecco attivarsi quella fisica.
Quel bel Rinnegan che lo faceva sembrare un eterno ipnotizzato fotografò per bene Konan e le sue forme, il tutto senza avere l'autorizzazione del padrone.
L'arte oculare più potente al mondo mandò chiari segnali ed impulsi ad una parte ben determinata che di stare giù tranquilla proprio non ne voleva più sapere.
- Ma che cazz... - disse senza pensare che proprio di quello si trattava.
- Fai quello che vuoi, anche il supervisore che prende tutti a frustate nel culo, basta che... -
L'intento era quello di dire "basta che ti levi dalle palle" ma non finì la frase perchè era troppo impegnato a mantenere buono il Rinnegan.
Cominciò a sudare mentre le immagini della provocatrice gli passavano davanti agli occhi come un film porno e ringraziava il suo dio, praticamente si ringraziava da solo, di avere addosso la bella veste nera dalle appariscenti nuvolette rosse abbastanza larga per salvarlo dalla somma vergogna.
Kakuzu era, forse, quello che l'aveva scampata alla faccia di tutti dal momento che il Capo Arrapato gli aveva dato il compito a lui più congeniale, ossia quello del commerccialista che doveva far tornare i conti.
La palla di pelo ambulante era quindi stato isolato in un angolino, su un banchettino che sembrava rubato da una classe di prima elementare.
A causa delle dimensioni ridotte era più impegnato a lavorare come fermacarte che ha fare colcoli, mentre contava guardava quell'ammasso di fatture fra cui anche qualche "pagherò" e si accorse che questa storia del restauro, Yahiko/Pain doveva avercela in capoccia da parecchio dal momento che c'erano già tutti i materiali e, guardacaso, erano tutti stati ordinatamente sistemati nel magazzino.
- Mica stupido! E io che pensavo che il suo cervello cominciasse ad andare a male! -
Pain lo aveva munito di una calcolatrice assurda.
- Ma dove si accende? - si chiedeva guardando la tastiera che assomigliava al display di un Boeing 747.
E così fare i calcoli e nello stesso tempo capire quale pulsante pigiare richiedeva una forte concentrazione.
Kakuzu si concentrava, ci metteva davvero tutto l'impegno di cui era capace ed eccola la concentrazione!
Concentrazione...concentrazione isaolandosi da tutti...concentrazione...
- Ehi, Kakuzu! -
Tutti sentirono una sorta di "crack" simile ad un rametto spezzato, segno della rottura improvvisa della sua concentrazione nell'udire la fastidiosissima e irritante voce.
Si voltò pian piano verso la fonte della sua deconcentrazione, pensando che siccome niente è eterno poteva trovare benissimo il modo di ammazzare Higlander.
Doveva esserci per forza il sistema di far fuori un immortale per l'eternità.
- Hidan, dammi un buon motivo per non bestemmiare Jashin fino a quando non tramortisci per terra. -
- Facciamo a cambio? Tu scartavetri al posto mio e io faccio i conti. -
Il ragioniere guardò il suo compagno di brigata, già si immaginava l'Akatsuki sull'orlo del collasso e completamente al verde se avesse lasciato le redini dell'amministrazione economica nelle mani di quel sadico.
Se così fosse successo, Pain gli avrebbe strappato tutti e cinque i cuori e lo avrebbe lasciato impiccato con i suoi stessi peli.
Kakuzu lo guardava nella maniera peggiore che poteva.
- Vuoi prendere il mio posto, eh? E va bene! Ma prima devo metterti alla prova. Allora dimmi...4x4? -
Hidan fece una faccia quasi da psicopatico.
- Kakuzu, non sono un deficiente! Ma per chi mi hai preso? -
- Tu rispondi e basta! -
- 16. -
- Hmm...9x9? -
- 81. - rispose Hidan sempre più nervoso.
Kakuzu lo guardava sempre più storto, aveva sperato di potergli far fare una figuraccia ma a quanto pare le tabelline le sapeva, ma non voleva rinunciare.
- Voglio che tu mi dica il Teorema di Pitagora. -
- Ma è facile anche questa, aspetta...se non ricordo male la somma dei lati...no, spetta eh! Ah ecco, adesso ricordo, la somma dei lati assieme all'ipotenusa...no, nemmeno questa, un secondo. Aspetta, Kakuzu, dammi un secondo! - disse vedendo il collega che batteva il piede a terra.
Kakuzu gongolava, a quanto pare si fermava alle tabelline.
Hidan, lo sai o no? Quello che hai recitato sembrava Pitagora dopo una botta in testa! -
Hidan sbroccò.
- MA CHE PRETENDI? IO NON SONO MALATO COME TE PER I CALCOLI E POI...io andavo malissimo in matematica! -
- Si vede! Quindi sloggia! -
Il piccolo Tobi/Madara in incognito, si avvicinò ai due ascoltando il piccolo dibattito culturale.
- Il Teorema di Pitagora? Ma è facilissimo! La somma dell'area dei quadrati costruiti sui cateti equivale all'area del quadrato costruito sull'ipotenusa. Non è difficile, vero? -
- Dammi il tuo sangue! - disse Hidan cominciando ad assumere preoccupanti sfumature bianche e nere.
- Ma insomma, volete levarvi dai piedi, cavolo? Via di qui, sciò! Sto cercando di lavorare per il bene di tutti! - intimò Kakuzu.
Hidan era rimasto con le pive nel sacco, mestamente se ne tornò sul suo trespolo come un gufo a scartavetrare il soffitto rendendo l'aria irrespirabile.
La parete era immensa e tutti aspettavano che finisse perchè:
- Hidan scartavetrava con la velocità di un bradipo quando dormiva, finito il suo lavoro avrebbe passato il testimone a:
- Tobi, l'addetto allo stucco.
- Itachi, l'adetto all'intonaco.
- Deidara, il sistematore della plastica che avrebbe dovuto seguire Hidan nel lavoro sistemando i fogli di plastica sui mobili ma non se lo filava tutto e tutto si stava trasformando nella scenografia di "Bianco Natal".
- Sasori, l'addetto alla scrostatura dei residui lasciati dalla stuccatura di Tobi.
- Kisame che avrebbe ripassato la vernice per la seconda volta.
Naturalmente vi erano alcune figure che non facevano assolutamente un cazzo, come Konan che non faceva che girare attorno a loro rompendo i coglioni a tutti, Kakuzu che faticava sulla calcoltarice mostruosa e Zetsu che, da brava piantina carnivora, con la scusa di tenere d'occhio tutto quello che poteva interessare si era dato alla macchia.
Mentre Hidan era sulla scala, Konan gli passeggiava continuamente sotto.
- Hidan e muoviti! - dicevano tutti mentre guardavano l'immortale bradipo che sembrava morisse dalla voglia di lavorare.
- E non mettetegli fretta altrimenti sbaglia tutto! - li riguardiva Konan.
Deidara diede una gomitata a Sasori.
- Una scusa come un'altra per guardargli il culo il più possibile. -
- Come ti sembra? - chiese Pain a Konan.
- Divino! -
Pain la guardò basito.
- Il muro ti sembra divino? -
Lei si riprese subito-
- No, il culo di Hidan! -
- Ah, ecco! -
Tutti i sentimenti di Pain finirono con l'infilarsi sotto i tacchi senza speranza di resurrezione.
- Io ho finito. - esultò Hidan sentendosi felice come quando malediva qualcuno.
- Bene, tocca a me! - esordì Tobi-
Davanti a lui c'erano un sacco di stucco in polvere e un secchio d'acqua.
- Ehmm...immagino che devo mischiarli? -
Hidan lo guardava.
- Non sei capace? Aspetta che te lo mostro. -
Gasato dal fatto che aveva scartavetrato il muro in sole cinque ore e mezza, ormai Hidan era partito con la convinzione di essere diventato il Capocarpentiere.
Prese un altro secchio vuoto, ci mise dentro un po' di stucco e lo mischiò con un po' d'acqua cominciando a miscelare il tutto.
- Vedi? Fino a quando ti viene fuori questa specie di cremina... -
- E poi ce la mangiamo? - disse Pain-
- ...poi prendi la spatolina... -
- E spatoli sul muro, vero? - continuò il capo.
Pain si era intestardito nel dar fastidio a Hidan, la gelosia causata dalle ammirazioni di Konan verso il suo deretano non gli andava giù.
La cosa più grave era che facendo così smontava lui medesimo la convinzione che lei fosse la sua amante e adesso era chiaro che non gliel'aveva mai data.
Però giravano voci strane, del genere che Nagato avesse usato il corpo del suo migliore amico Yahiko perchè aveva saputo che i due, nei bei tempi andati, si divertissero a giocare a "salta la cavallina" e che quindi Nagato ne avesse approfittato.
Però non sembrava che Nagato sapesse niente.
Però a quanto pare anche Konan sentiva ribrezzo perchè adesso Yahiko era un cadavere che camminava e quindi a Nagato era andata veramente male!
Hidan sclerò alla decima interruzione.
- E allora fallo tu! Per Jashin! -
Pain si alzò dando una scrollata ai suoi rossi capelli, si tirò su le maniche e si avviò verso il luogo della sfida.
- Fatti da parte, sottospecie di zombie che non sei altro! -
- Ha parlato mister Ferramenta! -
- Giuro che ti ammazzo! -
- Ah si? Beccati questo! Shinra... -
La velocità con la quale tutti abbandonarono i loro lavori per andarlo a fermare fu impressionante.
Pain venne bloccato come un animale sul tavolo della vivisezione.
- Deidara, occhio alle mani. -
- Kakuzu! Tappagli la bocca! -
Ma Kakuzu non si regolò poichè dalla sua schiena fuoriuscirono i temibili gomitoli di lana che andarono a ficcarsi nella bocca del malcapitato.
Pain scalciava come un cavallo e tentava di togliersi dalla trachea quello schifo mardonale.
- E...lasciatemi... - cercava di dire boffonchiando.
- Tienilo fermo! - si strillavano gli altri a vicenda.
- Se riesce a pronunciare quella frase è finita. -
Hidan, che si era nascosto dietro un divano, non appena mise il naso fuori venne accalappiato da Konan che gli afferrò un orecchio rischiando di staccarglielo.
- Chiedi scusa! -
- No...ahia! -
- Ho detto chiedi scusa! -
- Piuttosto m'impalo da solo! -
Konan pensò che ci fosse solo una cosa da fare.
Si mise davanti a lui e alzò la maglia all'improvviso, Hidan vide il mondo di Jashin per la prima volta.
- Insomma, chiedi scusa! - disse l'altra con la maglia sulla faccia.
La povera non aveva capito che aveva enormemente sbagliato, perchè Hidan s'indemoniò di brutto e le saltò addosso.
Vedendo quello che stava accadendo dall'altra parte della stanza ecco che Itachi e Kakuzu si staccarono da Pain correndo ad aiutare Konan che graffiava Hidan prendendolo a calci e pugni.
- Hidan, basta! - gli diceva Kakuzu mentre gli assestò un pugno in testa.
Sembrava fatto di ferro e non sentiva nulla mentre era allegramente impegnato in un valzer trivellatore.
- Ma che gli è preso? -
Dopo lunga fatica riuscirono a risolvere il tutto, Hidan venne separato da Konan che non aveva dato propriamente l'impressione di voler essere aiutata in maniera così urgente, all'immortale vennero tirate addosso un paio di secchiate d'acqua gelata che servivano a mosciare i bollenti spiriti e non solo quelli, Pain venne sedato e buttato su un divano a vegetare.
I lavori poterono riprendere allegramente, alla fine toccò a tutti impegnarsi nei propri doveri.
Solo che ad un certo punto sembrò che la luce svanisse.
- Si sta annuvolando fuori? - disse Sasori mentre guardava il punto dove...
- Ma lì non c'era una finestra?-
Kisame si incuriosì e si avvicinò, sgranò gli occhi non appena vide che Itachi, non vedendola, l'aveva allegramente verniciata.
- Itachi! Quello era l'unico pertugio verso l'esterno! La nostra presa d'aria! La nostra strada verso la libertà in caso di diserzione! -
gridò.
- Perchè? Che è successo? - disse l'altro senza essersene minimamente accorto.
- No, davvero, Itachi! Secondo me sei completamente scoppiato! Hai verniciato la finestra! - disse Hidan mentre si strizzava il cappuccio della felpa
Itachi sgranò il suo Sharingan.
- Ops! - fu l'unica cosa che disse.
Ed ecco che dal divano si sentì il suono, prima flebile flebile, ma siccome la certezza della finestra verniciata si era fatta strada nella testa ecco che il Capo cominciò di nuovo a dare segni di vita.
- Itachi...finestra...Shinra Ten... -
Pain venne di nuovo sommerso come in un placcaggio di Football e gli eroi tutti riuscirono a neutralizzare le ultime consonanti e vocali.
- Manco il Valium gli fa effetto a questo? -
- Bhè, considerando che quello è il corpo di Yahiko... -
Konan s'interruppe.
- Dobbiamo essere messi al corrente di qualcosa di importante, Konan? - disse Sasori.
- Bhè...lui...era iperattivo, in più era drogato di caffè, nessun sonnifero faceva effetto... -
Hidan guardava Konan.
- In poche parole lo ammazzavi di seghe? -
La pesantissima dispensa venne sollevata da terra.
- Che hai detto? -
- Seghe mentali! Forse gli rompevi troppo le scatole e lo innervosivi! -
- Io non ho mai stressato nessuno in vita mia e tantomeno il mio Yahi... -
Tutti si voltarono e la ragazza si tappò la bocca.
- Lo sapevo io! Lo sapevo, lo sapevo! Tu te la facevi con lui! -
- Lei abbassò la dispensa morendo quasi dalla vergogna.
- Solo...solo un paio di volte e sempre perchè eravamo ubriachi fradici. Tanto Nagato dormiva! -
Ci fu uno scoppio di risa e dal divano si sentì ancora la flebile vocina e stavolta pigolante.
- Konan...ma che voi due...trombavate...mentre dormivo? -
Pain si sentì alquanto tradito, si alzò di scatto dal divano facendo volare di tutti e si avviò verso la sua futura ex-amica.
Finalmente tutte le voci che giravano presero conferma e il povero Nagato davvero non sapeva nulla.
- Tu adesso mi porti un'altro corpo perchè a questo gli do fuoco! -
I due non si guardarono più per tutto il resto del giorno, ogni volta che si incrociavano quasi si sputavano addosso mentre Pain ogni volta che passava davanti allo specchio si guardava e poi si mandava a fare in culo da solo.
- Ti ci dovevi buttare moooolto prima su quel kunai che tenevo in mano. - diceva come se l'immagine riflessa potesse sentirlo.
Alla fine nessuno li ascoltò più e nel giro di una giornata intera i lavori furono quasi ultimati, mancava solo una parete che Tobi si era scordato di stuccare e Itachi, pirla, vi aveva passato sopra la vernice.
Pain era diventato un sadico dopo la rivelazione del fichi-fichi tra i suoi due compagni fatto alla faccia sua e cominciò a dettare ordini da bravo dittatore maniaco.
Ordinò a Hidan che, salvo diarrea fulminante o incenerimento da parte di Jashin, il giorno dopo avrebbe dovuto riscartavetrare tutta la parete ma siccome lo aveva preso come la causa principale della rivelazione malsana portando Konan alla confessione, avrebbe anche dovuto stuccare e verniciare e il tutto mentre gli altri sarebbero andati a mangiare una bella pizza.
- Naturalmente mi siederò il più lontano possibile da Konan, primo perchè mi fa ribrezzo starle vicino e secondo perchè non vorrei che mi saltasse addosso! -
La giovane fece una faccia disperata.
Tra lei e Hidan sembravano due morti che camminavano.
Ma il peggio doveva ancora arrivare!

Volevo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno inserito questa storia tra i Preferiti, i Seguiti e i Ricordati.

Grazie per le vostre belle recensioni.

Alla prossima.


  
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