Tempus
nos defecit
( Come Orazio e Lidia )
Dice lui, leggero e
tremendo nell’ira:
“ Lidia, è il
tempo, il tempo...
Ma
se qualcosa potesse
Una parola, uno
sguardo, un canto
Io certo Venere aiuterei...”
Lo guarda lei, s’accende:
“ Se potessi, anch’io lo farei
E tornare vorrei a quel tempo
Che
tu reggevi il mio cuore
Più felice del re
di Persia.”
Dicono, e in cuore
pensano:
“ Sed tempus nos
defecit...”
Il poeta ha la voce
rotta:
“ Eppure, Lidia, questo è il tempo
Quest’oggi non
posso aiutare
ora son qui, e il mio
cuore può poco.
Stanco, non penso
che a viver tranquillo”
E lei risponde lontana:
“ Davvero, poeta,
adesso stimiamo
Il viver tranquillo
bene più del terribile Amore?
Già siamo stanchi, già siamo vecchi?
Lui per me è una
vita, ma io con te morirei”
Non sperano troppo.
Pensano stanchi:
“ Sed tempus nos
defecit “
Ecco, vedi?
Ti narro una storia
antica, adesso.
Quasi volessi dirti
qualcosa.
A me questi due
paiono stanchi.
E noi siamo giovani, belli, immortali.
Lascia la vita
tranquilla
Per noi là non c’è amore.
È l’attimo sacro,
l’attimo del non ritorno.
Viviamolo e amiamo,
spuma marina,
Tremendo nell’ira.
Ti narro una storia
antica
Perchè non capiti
un giorno
Guardarci negli
occhi e pensare
“ Sed tempus nos defecit “