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Autore: _Y u s h i_    05/12/2010    4 recensioni
Soul si sentiva appagato ma non del tutto soddisfatto: voleva ricominciare gli studi, impegnarsi nuovamente e farsi un nome all’interno della scuola non solo per essere estremamente COOL, ma anche per le sue doti intellettive.
E poi conobbe lei: Maka Albarn.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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[Alla YU, mia dolce metà del nome che ha aspettato un intero e freddo pomeriggio per il centro della città in attesa del mio arrivo che non è mai avvenuto, e che si è anche presa parole per avermi svegliato durante il mio consueto sonnellino pomeridiano. Mi farò perdonare un giorno.. forse.]

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Soul non era stupido, non lo era mai stato.
Fin da piccolo aveva sempre dimostrato una spiccata intelligenza e se solo si impegnava riusciva a raggiungere ottimi risultati.
Il tempo però aveva affievolito il suo entusiasmo e tutto perché crescendo d’età, cresceva anche la sua consapevolezza di essere sempre e comunque il numero due; suo fratello Wes, invece, era sempre il favorito, anche quando non dava il meglio di sé stesso : LUI era il genio della famiglia, LUI era quello talentuoso, LUI era la soddisfazione di casa Evans.
Wes aveva tolto al fratello la determinazione e la voglia di imparare, ecco perché quando scoprì di riuscire a mutare il suo corpo in falce, per una volta ritrovò il sorriso e pensò che i suoi genitori sarebbero stati fieri di lui; invece, ancora una volta, la fama del fratello era più importante di lui.
Insopportabile.
Soul non potè nemmeno obiettare, o meglio non ne ebbe il coraggio, quando la sua famiglia decise su due piedi di spedire il figlio minore a Death City, continuando a ripetergli che la DWMA lo avrebbe trasformato in un’ottima buki ma Soul percepiva solamente il desiderio dei genitori di sbarazzarsi di lui per potersi dedicare interamente al maggiore.
Già dal primo giorno alla Shibusen, Soul pensò che in fondo quella scuola non era così male come invece aveva immaginato; gli insegnanti erano molto disponibili e i ragazzi non lo avvicinavano solo perché “era il fratellino di Wes”.
Si sentiva appagato ma non del tutto soddisfatto: voleva ricominciare gli studi, impegnarsi nuovamente  e farsi un nome all’interno della scuola non solo per essere estremamente COOL, ma anche per le sue doti intellettive.
 
E poi conobbe lei: Maka Albarn.
Le era subito piaciuta, non era esattamente una di quelle ragazze supersexy, dalle forme abbondanti e la fissa per la moda, anzi era piuttosto discreta ed insolita, a partire da due buffi e infantili codini che si ostinava a portare.
Ma era determinata e combattiva, nei suoi atteggiamenti si intravvedevano la testardaggine e la sicurezza di chi pensa di essere già grande e di saper affrontare qualunque problema, eppure per un pubblico esterno anche la sua presunzione nel definirsi già “Donna” sembrava uno dei suoi migliori pregi. Non era una ragazzina bisognosa di un partner per poter difendersi, ma di un compagno con cui combattere per poter dimostrare la sua forza d’animo.
Non ebbe dubbi a sceglierla come sua Meister, e più la conosceva, più si autoconvinceva che insieme avrebbero potuto fare grandi cose, inoltre lei avrebbe dovuto aiutare la Buki a trasformarlo nel numero Uno della Shibusen.
 
Tutto questo, ovviamente, prima di scoprire che Maka era anche una irrimediabile secchiona.

Così dopo l’ennesimo ostacolo, esasperato, Soul iniziò a tenere sempre un comportamento apatico e distaccato verso qualunque cosa o persona e finì per diventare uno dei peggiori del corso.
E per quanto si sentisse spesso ripetere di essere un tipo in gamba, lui si sentiva incompleto, si sentiva… il numero Due.
Un po’ alla volta però si fa l’abitudine a tutto.

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Maka era una ragazza abitudinaria.
Fin dal primo giorno di convivenza con la sua Buki aveva stabilito orari, turni e faccende e dopo tre anni ancora si ostinava a mandare avanti quella routine automaticamente.
Come ogni mattina stava cucinando per lei e Soul, e come ogni mattina avrebbe successivamente mangiato da sola in silenzio ripassando gli argomenti per le lezioni del giorno fino all'arrivo del partner che, altrettanto in silenzio, avrebbe ingurgitato la sua colazione per poi incitare la ragazza di muoversi, nel falso interesse di non arrivare in ritardo a scuola.
Eppure quella mattina c'era qualcosa di insolito: uno strano silenzio, ancora più pesante del solito: non si sentivano le ante degli armadi sbattere sotto la mano pesante di Soul, né i suoi passi che rimbombavano dalla sua camera; si percepiva a malapena il brusio dell'orologio che segnava le 7.05 .
Le 7.05 e Soul non era ancora sceso al piano inferiore.
Maka con uno scattò si alzò rischiando di rovesciare le tazze di caffè e afferrò libri e borsa, precipitandosi su per le scale verso la camera del ragazzo.

- Ma.. sei.. sei scemo?! - Spalancò la porta con l'intento di urlare ma il fiatone le fece uscire solo qualche parola singhiozzata. - Se non ti alzi subito non faremo mai in tempo ad arriva.. Soul? -
Era scomparso.
Soul non era nel suo letto come si aspettava la ragazza, e le lenzuola trascinate malamente a terra aumentarono il senso di panico di Maka che rimase a bocca aperta.. quando vide un fagotto azzurro, della stessa tinta della coperta del letto, da cui spuntavano vari ciuffi bianchi.
Maka sbuffò, si avvicinò a Soul immaginandosi già la discussione che avrebbero tenuto nei quindici minuti successivi.
A confermare le sue ipotesi lo sguardo sofferente dell'amico:
- Non sto molto bene oggi, non penso di venire a scuola. - Soul aveva un tono decisamente neutrale e indifferente.
- Come non stavi bene durante l'ultimo compito di scienze? O come non stavi bene durante la precedente verifica di dissezione? Aspetta! Forse stai male come ogni giorno in cui abbiamo un compito in classe? - Soul perse per un momento la sua finta serietà e si fece scappare un sorriso che confermò le supposizioni della ragazza.
Maka si sedette sul letto cercando di farlo ragionare una volta per tutte:
- Non puoi saltare scuola perchè hai paura di un compito, non sarebbe giusto! Io ieri ho passato il pomeriggio sui libri, ed è praticamente una settimana che mi preparo per questo test! Tu ieri non hai fatto altro che startene davanti al televisore a guardare programmi scadenti, avresti potuto almeno provare a studiare un po'! -
Soul la guardò risoluto:
- Senti, Maka.. - Fece una pausa. - è inutile! Non serve a niente fare questo test, tanto lo sa tutta la scuola che arriverete primi o te o Ox! -  Maka sollevò un sopracciglio.  - Tu! Volevo dire, lo sa tutta la scuola che sarai tu ad arrivare prima al test! -
- Il problema è che non capisco perchè tu non riesca ad affrontare i compiti in classe con più tranquillità, cioè se studiassi non pensi che sarebbe più semplice prendere voti alti? Dopotutto è solo un semplice .. -
- NON DIRLO! Non dire che è un semplice test! Lo sai benissimo che oggi verranno classificati i ragazzi con il Q.I. più alto a scuola, e per quanto mi possa impegnare non riuscirei mai ad arrivare primo! Non ci sono mai riuscito. -
Soul riprese la sua triste espressione per poi abbozzare un sorriso incerto:
- Non è che oltre la più carina vuoi aggiudicarti il titolo anche della più comprensiva Meister di Death City? - Maka sorrise.
- Mi dispiace Evans, ma con me i complimenti non attaccano, io me ne vado a scuola tu pensa a cosa sia più giusto fare! -

Soul si ritrovò da solo in casa, riflettendo sulle parole della partner, la conosceva troppo bene per non capire il vero significato delle sue parole: “Alza il culo e vieni a scuola”; sapeva anche lui che era la cosa migliore da fare eppure non si mosse dal pavimento.
 
 

Le domande erano tantissime.
Sembravano non finire mai ed erano scritte tanto piccole da aver bisogno di avvicinarsi al foglio per leggerle correttamente.
Maka continuava a scrivere senza interruzione per paura di non riuscire a completare interamente il test, non aveva neanche il tempo di riflettere sulle risposte, il tempo a disposizione era troppo poco.
Continuava a ripetersi di concentrarsi maggiormente, che tra non meno di trenta minuti sarebbe finito tutto e avrebbe potuto rilassarsi.
Eppure sapeva che non sarebbe riuscita a dare il massimo: in primo luogo perché era arrivata in classe con sette minuti di ritardo (i quali avevano fatto infuriare il povero Kid che si era messo a blaterare su come i ritardi asimmetrici portassero sfortuna), a compito già iniziato a causa del tempo perso a parlare con Soul e poi perché quest’ultimo non si era ancora presentato in classe.
Cercava di convincersi che ormai era inutile che l’arma sostenesse l’esame dato il largo ritardo, già lei era in difficoltà, immaginarsi uno studente quale Soul!
Ma in fondo ci sperava ancora di vederlo entrare dalla grande porta dell’aula, e non riusciva a capirne il perché.
Tanto presa dalle risposte e dai suoi pensieri non si accorse che qualcuno aveva bussato e che ora stava entrando a passo strascicato verso la cattedra dove il dott. Stein leggeva pigramente un libro sugli animali in via di estinzione.
- Mi scuso per il ritardo ma ho avuto un certo imprevisto. -
A Maka cadde la penna di mano, alzò lo sguardo in contemporanea con Stein sullo studente che se ne stava al centro dell’aula sfoggiando un’indifferenza plateale.
Il prof riposò con calma il segnalibro all’interno del volume e si rivolse alla Buki:
- Posso esserti utile Evans? –
- In effetti sì, sono venuto per sostenere il test! – Soul si voltò verso gli altri studenti cercando gli occhi della partner e quando la riconobbe le sorrise facendole l’occhiolino.
- Non è un po’ tardi per presentarsi? Questo compito è calibrato per un’ora e a te avanzano solamente 25 minuti. – Concluse Stein alzando un sopracciglio.
- Gliel’ho detto, voglio sostenere il test! Non mi interessa quanto tempo manca. -
Detto ciò Soul afferrò un questionario e si diresse verso il posto vuoto vicino a Maka, le rivolse un ultimo sguardo e le bisbigliò: - Ti prometto che farò il culo a tutti quanti questa volta! -

La mano di Soul cominciò a muoversi insieme agli occhi, Maka rimase incantata: come era possibile che sapesse le risposte se non aveva mai studiato?
Eppure la penna continuava a scrivere, veloce.

Incredibilmente veloce.

 

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NOTE:
Dunque, a partire dal fatto che l’aver già precedentemente pubblicato una Fanfiction mi faccia sentire una scrittrice professionista volevo aggiungere che è tutto uno schifo! Non uno schifo tipo:  “Oh, scriviamo che la ff non mi piace anche se in realtà sono superfiera di me stessa, perché sennò sembra che me la tiro!” Ma uno schifo nel senso che non mi soddisfa, non riesco a capire se mi piace o no e probabilmente pubblicarla è solo un capriccio da narcisista quale sono io!
Forse perché la Fic è stata concepita durante una conferenza sui barboni durante l’occupazione a scuola (ragazze non prendete esempio, non sono cose che si devono fare!) e non riuscivo a concentrarmi o forse perché dovrei semplicemente darmi all’ippica però vabbè, alla fine non è così importante.. o forse si?
Scrivendola ho dovuto immagine l’appartamento di Soul e Maka. Appunto l’APPARTAMENTO! Niente per quanto cercassi di autoconvincermi che un modesto appartamento affittato da due studenti non sia così splendido e attrezzato, continuavo a volerci inserire il secondo piano. Inoltre non ho ancora immaginato per intero la trama e sto scrivendo un po’ in base a quello che mi viene in mente al momento (forse questo non lo dovevo dire) ma di una cosa sono sicura: Non voglio scrivere di un rapporto tra Soul e Maka somigliante a quello di uno Shojo manga, spero di riuscire a scrivere di qualcosa di più profondo. Ora basta che le note sono diventate più lunghe della Fic.

_Y u s h i_
 
  
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