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Autore: Rasty_    05/12/2010    5 recensioni
Giuliet, è una ragazza normale.
Con amici normali, con una media scolastca normale...
Lei non desiderava ne chiedeva altro, ma quell altro, si intrufolò ugualmente nella sua vita sottoforma di fratellastro...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E2







ASCENSORE










Respira.... e... inspira..... Respira..... e..... inspira... ecco, brava, così, ora cerca di non far scoppiare il cuore. Questo era ciò che pensavo mentre Alexander continuava ad avvicinarsi PERICOLOSAMENTE a me.

- I-io... n-no... che caldo è? - Dissi, scuotendo la mano e scivolando dalla trappola di lui e di uno dei quattro angoli dell'ascensore, mettendomi in un altro spazietto troppo stretto dell'ascensore.
Alexander alzò un sopracciglio e sorrise maligno
- dai, su, lo so che non puoi resistermi - deglutii di nuovo, senza dare risposta.
Si avvicinò ancora, fino ad arrivarmi a un soffio dalle labbra, non sapevo cosa fare, quindi mi limitai a tenere il suo sguardo e a restare immobile.
Purtroppo lui diede una conferma alla sua domanda sottintesa e, incominciò a baciarmi il collo, per poi scendere e, slacciarmi la camicetta.
Si tirò su e mise la sua bocca a un millimetro dalla mia
- Giuliet? - Si fammi tua, si scappiamo insieme, si cazzo! Baciami
-
dimmi - risposi con un soffio di fiatone
- vuoi che io ti baci? - si, si, si, si
- n-no - era la cosa giusta da dire no?
Ma, come mi aspettavo non si arrese, mi prese in braccio e, io per non cadere ( o almeno era la scusa che mi ero imposta per il mio gesto ) allacciai le mie gambe al suo bacino, poi mise la sua testa nei miei seni, con una mano si insinuò sotto la mia camicetta e mi slacciò il reggiseno, che poi butto con un gesto secco a terra, infine iniziò una piacevole tortura, che mi fece uscire un gemito.
A quel punto si stacco da me mi rimise giù, si girò e spinse il tasto stop
- Stop?... Ma se siamo bloccati - ansimai mentre cercavo di riacchiappare il mio reggiseno, senza svenire
ghigno - non siamo bloccati per un guasto - lo guardai sottecchi, poi guardai il tasto, che, in effetti era  messo " in dentro " rispetto agli altri tasti, era stato lui a bloccarlo
- perché? - Chiesi confusa perché mi non mi ha fatto sua? Perché non mi aveva baciato? Perché aveva bloccato l'ascensore?
-
nessuno mi rifiuta -
- brutto stronzo! Come cazzo ti se... - non feci in tempo ad incazzarmi che l'ascensore fece il suo tin segno, che eravamo arrivati.
Decisi di rimandare a più tardi la discussione, mi sistemai i capelli e suonai al portone di casa mia.

Aprì mio padre, fece per salutarmi, ma si arrestò, fissando il suo sguardo sulla mia camicetta, incuriosita abbassai anch'io lo sguardo e... cazzo! Bottone rotto
- papà posso spie... - ma non feci in tempo a finire, che Alexander fece capolino dietro di me e, i suoi capelli arruffati non aiutavano la situazione.
- Ora entrate... e poi mi spiegate - disse mio padre apparentemente calmo per una persona sconosciuta, ma io, che lo conoscevo bene, sapevo che stava aspettando il momento giusto per scoppiare.

Entrammo e, senza parlare mio padre ci fece sedere in cucina, si mise davanti a noi e accese la luce, secondo me si vede troppi polizieschi, pensai  nonostante la situazione
- cos'è allora? Devo comprare un test di gravidanza? - Alexander si sporse in avanti e gli caddero gli occhi a terra
- papà sei forse matto? Eravamo rimasti chiusi in ascensore, punto - dissi, con una faccia da poker
- si, come no, e per sbaglio lui ti ha strappato la camicetta? - rispose poggiando violentemente le mani sul tavolo
- primo non è strappata, c'è solo un bottone rotto, secondo mi si è rotto a scuola - cercai di giustificarmi
- per questa volta lascio passare... - e si girò - ...ma... - si girò di nuovo verso di noi - ... vi tengo d'occhio e, soprattutto, ti tengo d'occhio - finì guardando serio Alexander
- si, certo, ciao - e lo liquidai salendo in camera seguita da Alexander.

- Ti rendi conto in che casino ci stavi per mettere?? - Lo sgridai con rabbia
- e perché? Cosa abbiamo fatto? - Chiese pacato mentre si sdraiava sul letto accanto al mio
- cosa abbiamo? Cosa hai fatto - gli puntai il dito addosso
- è qui che ti sbagli, io non ho fatto proprio niente... o almeno non ho fatto niente di ciò che non volevi, non volevi che ti baciavo? E infatti non ti ho baciato - cazzo ha ragione.
La situazione stava andando a mio sfavore, quindi decisi di andare via... questa sera avrei ripreso a parlargli della questione.


Decisi di andare da Lu che, tra le tante amiche era quella che forse poteva essermi più di aiuto.

 - frena, frena... fammi capire: tu hai un fratellastro strafigo, che ti provoca, ti " usa " solo per dimostrare che non gli si puo' resistere e poi ti ignora? - Disse la mia amica portandosi le dita sulle tempie, massaggiandole
- esatto -
- perfetto, fallo anche tu! - Disse, con faccia di chi la sa lunga
- cioè? - Chiesi confusa
- oddio Giuliet, VENDETTA, provoca anche tu, fallo arrivare allo stremo e poi... - trattenni per un attimo il respiro
- ...poi? - La incitai a continuare
- lo molli -
- ah.. giusto - sarà, ma il finale non mi piace affatto.
Il pomeriggio continuò normalmente.
Lu che continuava a parlare dei cavoli suoi e io che pensavo al mio piano.
- Oh... guarda quanto è tardi! - Esordii guardandomi il polso... anche se privo di orologio
- ma... -
- ciao tesoro ti voglio bene - e uscii prima di farla finire... conoscendola mi avrebbe costretto a restare un'altra ora.



Venerdì sera, come tutte le sere, Lore e Alexander uscivano a ballare e, io avevo tutto il tempo per organizzare quello che era solo l'inizio della mia " vendetta ".
Cenai e mi fiondai il camera.
Presi il perizoma di capodanno ( usato solo nelle occasioni speciali ) e il mio push-up di pizzo e andai a farmi la doccia... ma il brutto delle questione doveva ancora arrivare: mi spogliai e mi guardai allo specchio e
- Porca vacca - le mie gambe erano una foresta, mi guardai intorno terrorizzata all'idea che mio padre non avesse ricomprato le lamette..e infatti... tadan.. mi ritrovai seduta sulla tazza del cesso a farmi la ceretta giuro su quanto è vero che mi chiamo Giuliet che se non cade nella mia provocazione lo cancello dall'anagrafe!
Superato il momento doccia & peli, mi ritrovai davanti a un armadio a scegliere il vestito adatto... alla fine optai per dei pantaloncini corti, ma comunque sexy e, presi una sua camicia, ora mi toccava solo aspettare...
aspettare...
aspettare...
....
Il mattino seguente mi svegliai con un peso addosso, così aprii gli occhi e vidi una mano forte che mi teneva stretta la vita, sorrisi tra me e me convinta che fosse Alexander, mi girai e
- LORE! -



* RISPOSTE

DontJumpMelanie: Ciao^^ GRAZIE TANTE per la recensione.
GRAZIE MILLE per aver aggiunto la mia storia tra i preferiti*.*.
E GRAZIE DI CUORE per i complimenti, sono felice che ti piaccia così tanto la mia storia.
Spero di non deluderti con questo e con i prossimi capitoli e, se accade spero tu me lo dica ^^.
Alla prossima bacioni Rasty.

maka_chan: Ciao^^ grazie dinuovo per la tua recensione.
Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo precedente.
In questo capitolo entriamo nel "vivo" della storia, dove ci saranno un po' di tira e molla, ma credo che lla storia finirà bene... credo xD.
Alla prossima bacioni Rasty.

love_today_the_world: Ciao, grazie mille per la recensione^^.
Anche io me lo chiedo sempre, per esempio una mia amica si è conosciuta con il ragazzo su un ascensore, io al massimo ho due scalini >. Bè, la ninfomane, naturalmente era solo di passaggio... una delle tante, e poi più che di lei ci dobbiamo preoccupare di Giuliet che ha avuto un risveglio inaspettato... chissà? XD
Si, sono cattivissima, comunque la nostra amichetta, ha rifiutato il bacio di Alexander che, come hai letto, dopo aver ottenuto ciò che voleva l alasciata stare, ma ogni cosa a suo tempo ;D.
Alla prossima bacioni Rasty.

   
 
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