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Autore: unleashedliebe    06/12/2010    5 recensioni
La vita di Anna cambia nel giro di poco tempo, quando, vincendo un concorso, ha la possibilità di andare in Tour e aprire i concerti della sua band: i Tokio Hotel. In poco tempo la sua vita cambia, quasi non ci crede ma.. “Träume sind wirklich”; realizza uno dei suoi più grandi desideri: conoscerli e diventare loro amica. Istaura bei rapporti con la band, tranne che con il bel chitarrista Tom Kaulitz. Lo etichetta come uno stronzo e presuntuoso, capendo poi d’essersi sbagliata, dietro la facciata si nasconde un ragazzo.. bello. E, contro ogni logica razionale, finisce per innamorarsene; lui è pur sempre il SexGott, una donna vale l’altra, e lei lo sa. Sa anche che probabilmente le spezzerà il cuore, ma non le importa. Leb di Sekunde, giusto?
... Sotto la tua pelle, infinitamente lontano, immerso in te, batte il tuo cuore.}
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '~ Louder love '
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Salve a tutti Leute! Qui è Anna che parla :D 
Salve a tutti belli e brutti! Oggi è una "bellissima" mattina di pioggia accompagnata da un
"allegrissimo" cielo grigio che mette di una felicità che non potete immaginare .-.' 
Si okay, bando alle ciance! xD Ringrazio tutte le ragazze che mi recensiscono e che seguono la storia,
they make me feel happy ! Sorriso 
Genießt  das Kapitel ,,
peace&love
, enjoy!


Il mese pre-tour passò velocemente fra interviste e servizi fotografici. I rapporti con la band erano migliorati: avevo legato moltissimo con Bill, era una persona molto dolce e simpatica, decisamente logorroico a volte. Anche con bassista e batterista avevo un buon rapporto, erano come dei fratelli maggiori. Ciò che non era cambiato era il rapporto con Tom: ci scambiavano sempre frecciatine e prese per il culo.

Due sere prima di partire per i concerti i Tokio Hotel decisero di darsi all’ultima serata di follia. Il luogo scelto per il “misfatto” era un famoso locale di Berlino. Fui obbligata da Bill a vestirmi “carina”, riuscì solo perché mi assillò per due ore e mezza! E in più mi fece gli occhi dolci, da cerbiatto! Così mi ritrovai vestita con un paio di jeans stretti, converse, una t-shirt comunque lunga e nera. Capelli piastrati e mascara sugli occhi. 

Uscimmo alle dieci e mezza dall’hotel in cui alloggiavamo.

«Carotin! Sembri quasi una femmina così!» Disse Tom.

«Anche tu!» Risposi squadrandolo. Anche se non era quello che avevo pensato vedendolo: il primo pensiero fu semplicemente figo. Ma non lo avrei mai ammesso.

«Stronza!»  Lui.

«Idiota!» Io.

«Troia!» Lui.

«Bastardo!» Io.

«Okay ragazzi, abbiamo capito che non riuscite a resistere senza prendervi a complimenti ma è ora di andare!» Ci interruppe Bill, accompagnato dagli altri due.

«Subito Bill!» Rispondemmo contemporaneamente io e Kaulitz provocando le risate degli altri tre. «Che cazzo ridete?» Dicemmo insieme ancora provocando altri sghignazzamenti.

Scossi la testa sconsolata e salì in macchina.

Il locale prescelto era già assalito dalle fan perciò fummo costretti a entrare dalla porta di servizio. Io mi sedetti al bar e ordinai un vodka alla pesca. Dopo aver sorseggiato il mio drink uscì a fumarmi una sigaretta e ne approfittai per chiamare Benedetta.

«Ehi Bene!» Dissi felice di sentirla.

«Anna! È da una settimana che non ci sentiamo! Mi sei mancata tantissimo! Raccontami, che hai fatto in questa settimana?»

«Servizi fotografici e interviste. Ne hai letta qualcuna?»

«Tutte, ovvio! Certo che sono invadenti! Come sono i ragazzi ora che gli conosci meglio?»

«Tutti fantastici, davvero. Ho legato moltissimo con Bill, Gustav e Georg. L’unico con cui non vado d’accordo è Tom» Dissi storcendo il naso.

«Secondo  me è perché siete troppo simili» Spiegò lei.

«Bha, sarà! Tu invece che mi dici?»

«Ho un ragazzo! Si chiama Luca, è davvero carino!» Detto questo cominciò a parlarmi di come si sono conosciuti, di com’era dolce, simpatico, intelligente, servizievole, gentile.

Andò avanti per un’ora e mezza.

Dopo aver concluso la conversazione, misi via il telefono e tirai fuori l’ipod. Non avevo voglia di rientrare nel locale. Rimasi fuori un’altra ora poi decisi di rientrare perché cominciava a fare freddo e avevo già fumato abbastanza.

Nel locale non intravidi nessuno della band, controllai il cellulare per vedere se m’avevano scritto.

Siamo tornati all’Universal perché Bill ha avuto un’illuminazione per una canzone. Probabilmente ne avremo fino a mezzogiorno di domani. Tom è rimasto lì” Messaggio di Gustav.

Fantastico! Ero proprio sola. Tornai al balcone e ordinai un altro bicchiere di vodka alla pesca, cercai con lo sguardo Tom e lo trovai mezzo ubriaco steso su un divanetto.

Abbandonai il bicchiere e andai da Kaulitz.

«Kaulitz, ci sei?» Gli domandai, di risposta mi arrivò un mugolio.

Lo tirai su, camminava barcollando. Non potevo rischiare che i paparazzi lo beccassero così perciò lo trascinai fuori dal locale e chiamai un taxi per farci portare a casa.

Fu una faticaccia, dovetti trattenerlo su io e di certo non avevo molti muscoli per riuscirci.

Arrivati all’hotel lo portai fino alla sua camera dopodiché corse in bagno a vomitare. Restai con lui, dovetti tenergli la testa. Una scena disgustosa si. Lo portai a letto e gli diedi da bere un bicchiere d’acqua. Durante tutto lui si limitava a dire cose senza senso.

Si addormentò dopo un’ora, gli tolsi le scarpe e gli rimboccai le coperte.

Era così bello mentre dormiva, sembrava quasi.. dolce. Mi venne spontaneo sorridere.

Mi misi sul divano vicino al letto, mi svegliò molte volte durante la notte perché non stava bene. Finalmente, la mattina, riuscì ad addormentarmi anche io.

«Carotin? Che cazzo ci fai in camera mia?» Mi domandò un Tom ancora mezzo addormentato.

«Che cavolo urli? Non sono sorda!» Mugugnai io.

«Che mal di testa!» Si lamentò lui.

«Vicino al bicchiere sul comodino c’è un aspirina, prendila» dissi io.

«Ripeto, che ci fai qui?» Fece lui.

«Che ti ricordi di ieri sera?»

«Siamo andati al locale, mi sono fatto una bella bionda poi una mora poi ho bevuto qualche bicchiere e poi..niente» rispose lui pensieroso.

«Ecco, infatti. Ti sei ubriacato, gli altri della band non c’erano. Non potevo lasciarti lì, per questo ti ho riportato in hotel e ti ho “assistito” durante il dopo sbronza» Gli spiegai.

«Mmm okay» Si grattò il collo in imbarazzo. Lo guardai, aspettando qualche ringraziamento che non dava segno però d’arrivare. Sospirai arresa e feci per andarmene quando mi prese delicatamente per il braccio. La sua stretta mi fece venire i brividi.. mi girai di colpo e lo trovai a un soffio dal viso, arrossì vistosamente.

«Si scusa. Ecco, volevo.. ehm.. ringraziarti per quello che.. hai fatto per ieri sera. Non eri obbligata» Sorrisi, faceva tenerezza vederlo così imbarazzato.

«Non potevo lasciarti lì, o no? Di niente comunque. Ora vado in camera mia, devo finire di fare le valigie per il tour» Lui annuì e lentamente mi lasciò il braccio, come ad accarezzarmi. Avvampai e sorrise, un sorriso diverso dal solito. Non ero ironico o sarcastico, era un sorriso vero.

Un sorriso bello da mozzare il fiato.

 


 

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