Capitolo V
She always belonged to someone else
-Bravi! Complimenti, siete riusciti a litigare anche con
Herm, che vi sopporta sempre e non dice mai nulla! –sibilò Ginny. La situazione
nella Sala Comune di Grifondoro era abbastanza tesa: Hermione, Ron e Harry
avevano litigato, e ora la ragazza era accovacciata su una poltrona rossa
cremisi, di fronte al fuoco, da sola, e i due ragazzi erano su un divanetto, a
testa bassa, ascoltandosi il rimprovero di Ginny.
-Ora voi due alzate il sederino e le andate a chiedere
scusa! –sussurrò inviperita la rossa. –Lo sapete benissimo che lei odia quando
la chiamate secchiona e tirate fuori quel repertorio di battutine vecchio come
il mondo!! E tu, Ron, dovresti saperlo meglio di tutti, perché se non sbaglio
sei tu quello che l’ha difesa a costo di beccarti una punizione, quando Piton
l’ha chiamata “insopportabile miss so-tutto”!
Ron osservò la sorellina, imbarazzato: sua sorella gli stava
dando una lezione di vita… Sì, suonava bene, “Come non offendere la ragazza di
cui siete innamorati da tre anni in 10 semplici lezioni, impartite niente popò
di meno che dalla vostra sorellina, più bassa di voi di almeno tutta la testa,
che si è appena presa la sua prima cotta”.
Harry rimase a testa bassa, ascoltando la ragazza e riconoscendo
che aveva ragione: non poté però non pensare che era proprio questa sua
capacità di spiegare i sentimenti delle persone così facilmente, e fare sempre
da “paciere”, che lo aveva fatto innamorare di lei.
Ginny, vedendo che i due ragazzi non avevano intenzione di
chiedere scusa a Hermione, orgogliosi com’erano, si alzò e si diresse verso la
poltrona rossa: anche lei aveva un conto in sospeso con l’amica…
Guardo lo schienale della poltrona, troppo grande per
Hermione, che non si vedeva per niente, né la testa, né una minima parte: un
braccio, il ginocchio, un piede che spuntasse fuori, freddoloso come la
padrona… Niente. Hermione era stata totalmente ingoiata da quella calda
poltrona. Ginny si sedette sul bracciolo, ma Hermione non si voltò: continuò a
fissare il fuoco, con i capelli ricci che le coprivano il viso.
-Ma che fai anche l’offesa? –si lasciò scappare Ginny, e si
mise subito le mani sulla bocca, come se potessero riportare indietro le parole
sarcastiche che aveva lanciato.
Hermione si voltò sorpresa, e quando vide la rossa scoppiò a
ridere, scuotendo i capelli e portandoseli dietro l’orecchio.
-Pensavo fossi uno di quegli scemi! –sorrise.
-Ah ecco, qua l’offesa dovrei essere io! –ribattè ironica
l’amica. Le due si guardarono, scoppiarono a ridere e si abbracciarono.
-Mi dispiace davvero, Gin. Sai… Non è una cosa semplice da
sentire! Io… Io non intendo, che so, che stiate male insieme, ma che… Insomma…
Le vostre famiglie sono “avverse”! Per lui sei come un sangue “sporco”, quasi
quanto me! Pensi che… Che sia vero quello che ti ha detto? –chiese Hermione,
prima di riuscirsi a fermare. Sospirò: ormai l’aveva detto.
-Pensi che io non me lo chieda? Eppure… Ѐ strano, non so come dire: lo sai
che tipo è! Quando ci vede, fa sempre quella faccia schifata, e giù battutine
su lavoro di papà, su casa, su mamma… E invece…
Senza rendersene conto, Ginny si ritrovò a raccontare tutto
quello che era successo durante l’estate, compreso l’incontro a Diagon Alley e
l’incontro del giorno prima sul treno. Si ritrovò a raccontare anche di Adam
Warrington, che sembrava essere l’unico che la potesse capire.
-Ma… Ginny! Hai detto tutte quelle cose a Adam? Il migliore
amico di Draco! Entro due giorni Draco lo saprà di sicuro!! -esclamò Hermione,
sentendo una punta di gelosia dentro di sé: insomma, lei era la migliore amica
di Ginny, e lei a chi andava a spifferare tutto? Al migliore amico del suo
“principe azzurro”, un Serpeverde, ad Adam Warrington! Si riprese, dopotutto,
durante il primo innamoramento, tutto era concesso! Si ricordò di quando lei si
era innamorata… Al terzo, più o meno, quando aveva litigato con Ron, e ne
sentiva tremendamente la mancanza, e ogni giorno piangeva da Hagrid,
trascurando anche lo studio, e quando aveva saltato Incantesimi perché si era
addormentata in Sala Comune, sognando dolcemente lei e Ron… Eh già, era proprio
il fratellone della sua migliore amica il suo “principe azzurro”…! E lei ne era
davvero innamorata. Si riscosse dai suoi sogni: c’era una nuova “cotta” che
aleggiava dolcemente sulle teste di Grifondoro e Serpeverde, unendo le due case
rivali in un amore fatto di attimi nascosti e parole non dette, un amore oltre
ogni punteggio e oltre ogni coppa a fine anno.
Ma… C’era una nota stonata in quella dolce canzone
silenziosa: Harry. “L’eroe dei due mondi”, come lo prendevano in giro gli
amici, era di troppo. C’era un terzo incomodo in quella storia.
-Chissà come ci rimarrà male –pensò Hermione. –Con chi lo
sistemiamo, Harry? –si disse tra sé: non valutò nemmeno lontanamente l’ipotesi
che forse la storia d’amore tra Harry e Ginny potesse anche solo continuare.
Ginny e Draco stavano troppo bene insieme, erano la coppia perfetta: ghiaccio e
fuoco, insomma, giorno e notte…
-Ehi, a che pensi? –chiese di colpo Ginny. Hermione
sobbalzò: come sempre, si era immersa nei suoi pensieri, e aveva lasciato
perdere il mondo intorno.
-Come al solito ho cominciato a pensare una cosa e sono
arrivata a pensarne una completamente diversa! –sospirò.
-Cioè? –chiese curiosa la rossa.
-Che tu e Draco sembrate ghiaccio e fuoco, notte e giorno…
Insomma, opposti in tutti i sensi! Però, se ci pensi bene, la notte senza il
giorno non ha senso! Insomma, per me siete la coppia perfetta… Mi dispiace per
Harry, però…
-Hermione! Non ci pensare neanche! Harry mi… Vuole bene
davvero, e io non posso… Lasciarlo così, solo perché ora vado di moda per Draco
Malfoy, che potrebbe lasciarmi tra due settimane quando Pansy Pankinson sarà di
nuovo il top del top! –sussurrò Ginny, perché sapeva che se non si fosse
controllata, avrebbe di sicuro urlato. Draco riusciva a sortirle sempre
quell’effetto… Oh, stupido Serpeverde presuntuoso!!
-Lui ti ama, non ti
vuole semplicemente bene, e lo sai anche tu che non sei giusto che tu stia con
lui, quando sei tu quella che gli vuole “solo” bene!
-Herm, ti prego, non sono in vena di ramanzina e lezione di
vita… -disse stancamente Ginny.
-D’accordo, d’accordo! Però ne parliamo domani, ok? –si
arrese Hermione, vedendo l’amica stanca. Doveva esser stato un primo giorno
davvero tremendo, anche se non si poteva dire che non fosse stato fruttuoso.
Ginny annuì, sorridendo, e si alzò. –E detto questo, me ne
vado a nanna! –esclamò, dando un bacio sulla guancia all’amica.
-Io arrivo tra poco –rispose Hermione, osservandola
dirigersi verso il divanetto dove erano seduti il fratello e il ragazzo, e
augurare la buonanotte a tutti e due. Poi la rossa sussurrò furiosamente
qualcosa nell’orecchio del fratello, e questo di risposta la guardò con gli
occhi spalancati. Harry si voltò verso l’amico, e gli chiese qualcosa, e Ron
scosse la testa, ancora con gli occhi sbarrati. Hermione si ritrovò a invidiare
l’amica, per il bellissimo rapporto che aveva con il fratello.
-Ciao, Herm.
La ragazza sobbalzò di nuovo: era troppo distratta, in quel
periodo! Sempre a pensare a Ron di qua e Ron di là… Ecco, si stava distraendo
di nuovo!! Si voltò, e vide Harry seduto esattamente dove prima si trovava la
sua ragazza.
-Ciao. –disse lei, cercando di sembrare più fredda e
distaccata possibile. Harry la osservò, e vedendola così distante, si
scoraggiò: era partito con le migliori intenzioni, ma Hermione, in questi casi,
aveva il potere di far sentire in colpa chiunque, anche le persone più orgogliose
come Ron.
-Al tuo amico pesa? –domandò aspra, vedendo che Ron non si
degnava di avvicinarsi, ma che rimaneva davanti al fuoco, con lo sguardo
vitreo.
-Pesa cosa? –domandò confuso l’amico. Hermione si voltò
verso di lui.
-Hai capito benissimo di cosa parlo! –sussurrò infuriata,
non voleva che Ron la sentisse arrabbiarsi per lui: ogni indizio poteva portare
alla scoperta della verità… Che era innamorata di quello… Sgorbio antipatico e
presuntuoso che la chiamava secchiona, e con cui lei amava litigare.
-Ho capito che sei troppo arrabbiata con Ron per prendere
anche solo in considerazione l’idea di fare pace con me… -sospirò Harry,
aspettando la reazione di Hermione. Si divertiva troppo a farla incavolare,
perché faceva morire dal ridere quando si arrabbiava per Ron: diventava tutta
rossa, non solo per l’ira, e cominciava a balbettare, a toccarsi i capelli
ricci e ad aggiustarseli, e parlava sottovoce, perché non voleva urlare per
Ron, e non per non “urtarlo”, ma non voleva che lui pensasse che per lei valeva
talmente tanto da farla sbraitare.
-Ma no… Ѐ che… Lo
sapete che odio quando mi chiamate secchiona, specie il tuo amico, e tu vai
dietro a lui!
-Mi dispiace… Davvero! –si scusò Harry, a testa bassa.
-Guarda la gente negli occhi quando ti scusi! –ribattè aspra
Hermione. Harry la guardò confuso.
-Cosa?
-Ti stavo dando una lezione una lezione di galateo, zotico
che non sei altro –rise Hermione, e abbracciò l’amico. –Ѐ l’ultima volta che ti voglio
sentire chiamarmi secchiona, hai capito?
-E per quanto riguarda “il mio amico”? –domandò Harry.
Hermione arrossì, e Harry la guardò. I due sguardi si incrociarono, e Hermione
capì: Harry sapeva tutto. Sapeva che lei era innamorata del suo amico, sapeva
che era cominciato tutto tre anni fa, sapeva che era la sua prima cotta,
sapeva… Sapeva.
-Buonanotte, Herm –disse a voce alta, e dopo averle
scompigliato i capelli sparì nel dormitorio maschile.
-Ѐ anche l’ultima volta che ti voglio
vedere scompigliarmi i capelli! –gli urlò dietro, poi si guardò intorno. La
sala comune era deserta, c’era solo lei su quella poltrona scarlatta a sinistra
del fuoco, e Ron, seduto sul divanetto dalla parte opposta del camino.
Hermione si acciambellò come un gatto nella poltrona, pronta
ad aspettare finchè Ron non le avesse chiesto scusa. Ma non intendeva corrergli
dietro. E se si fosse alzato e avesse fatto per andare nel dormitorio? Lei che
avrebbe fatto? L’avrebbe fermato?
Poggiò la testa sul bracciolo, ancora caldo dal corpo di
Ginny e Harry. Senza rendersene conto, scivolò nel sonno, tra le braccia dei
sogni. E si risvegliò tra un altro paia di braccia. Aprì lentamente gli occhi,
era ancora notte? Sì, i suoi occhi guizzarono subito verso il fuoco, che era
l’unica fonte di luce nella stanza deserta, poi cercarono subito il viso della
persona che la stava tenendo tra le braccia: si voltò e vide Ron, che dormiva
su quella piccola parte di poltrona che lei aveva lasciato, stringendola tra le
braccia, come se dovesse scappare, e lui la volesse tenere, la volesse tenere
con sé.
-Io non scappo… -sussurrò lei, accarezzandogli il viso con
le piccole mani. Ron aprì gli occhi azzurri, e le sorrise.
-Cosa dicevi? –le chiese sottovoce.
-Che io non scapperò mai, sarò sempre con te… -rispose piano
la ragazza, abbassando il viso. Non riusciva a reggere lo sguardo di quei due
occhi azzurri. Ron le prese il viso tra le mani, e glielo sollevò.
-E io non ti lascerò mai andare… Perché io senza di te non
vivo… -mormorò il ragazzo, prima di baciarla dolcemente.
-E meno male che arrivavi tra poco! Scusa, ma hai passato la
notte in Sala Comune? Sei salita su solo alle sette per vestirti! –esclamò
Ginny, mentre lei e Hermione scendevano le scale del quinto piano.
-Senti, facciamo finta di non conoscerci, per piacere!
–esclamò in fretta Hermione.
-Ancora con questa storia? Te l’ho detto, ad Erbologia,
ieri, mi si è macchiata, e mi sono dimenticata di metterla davanti al fuoco
dopo averla lavata!
Ginny vestiva con una versione “alternativa” della divisa,
alquanto variopinta: indossava una gonna a pieghe identica alla solita, ma era
rosa scuro, poi una camicetta rosa, e un maglioncino aperto a righe rosa e
bianche. Per rimanere in tema, le calze erano a righe rosa e fucsia e aveva
trovato un paio di ballerine rosa. Era come se nel suo armadio fossero
scoppiati dei barattoli di vernice. Inoltre, si era fatta due codine alte.
Hermione, dopo averla vista, era andata via facendo finta di non conoscerla.
-D’accordo… -sospirò Hermione.
-Ok! –sorrise allegramente Ginny, poi ricominciò a
tempestarla di domande. –Allora, hai fatto pace con Harry? E
con Ron? Hai dormito nella Sala Comune? Come mai? Eri con Ron?
Hermione la fissò con gli occhi spalancati.
-Ok, capito. Troppe domande. Almeno mi dici se hai fatto
pace con Ron e Harry? –disse subito Ginny.
-Mh… Sì –sorrise Hermione, facendole l’occhiolino. Ginny la
fissò, scombussolata.
-Certo che sei proprio strana!
-Cercherò di prenderlo come un
complimento- sospirò Hermione, scendendo le scale a testa alta.
Pensò a quello che aveva detto all’amica: sì, con Harry
aveva fatto pace, ma con Ron? Quel bacio, per lui cosa aveva significato? Per
lei, davvero molto. Tutti i sogni che aveva fatto a
occhi aperti per ore nella sua camera durante l’estate, da tre anni a quella
parte erano forse diventati realtà? Lei e Ron stavano
davvero insieme?
Senza rendersene conto, andò a sbattere contro il portone
della Sala Grande, e cadde a terra.
-Herm… Pfff… -esclamò Ginny, correndo verso l’amica e
cercando di non ridere. La aiutò a rialzarsi.
-Sono solo distratta in questo
periodo –biascicò
la ragazza, con una voce impastata. Si ravviò confusamente i capelli ricci, che
ricaddero a ciuffi scomposti sul viso, ed entrò nella Sala Grande, dirigendosi
verso il tavolo Grifondoro. Poi vide dei capelli rossi troppo conosciuti. Ron! Spalancò gli occhi, e si sedette al
posto libero accanto a lui.
-Emh… Ciao –fece lui, imbarazzato, quando la vide sedersi
accanto a lui, sistemarsi la gonna a pieghe e ravviarsi i capelli dietro le
piccole orecchie.
Lei si voltò, sorpresa, e arrossì:-Ciao
–gli sorrise, con un sorriso dolcissimo, il sorriso di una ragazza innamorata,
poi si servì di torta di mele e succo d’arancia.
Ron, non sapendo che fare, si girò indeciso verso Harry,
Dean e Seamus, informati degli avvenimenti della notte.
-Insomma, la baci e poi le dici solo ‘ciao’? –sussurrò
Seamus, che ormai in fatto di ragazze si
auto-considerava un esperto.
-State insieme? –incalzò Dean.
-Lei che ne pensa? –domandò a bassa voce Harry. Ron
indietreggiò lievemente, spiazzato da tutte quelle domande.
-Ѐ proprio questo! Non so se stiamo
insieme, non so cosa pensi lei… -sospirò sconsolato il
rosso.
-Insomma, vorresti stare insieme a
lei??
-Certo! –rispose subito Ron alla domanda di Harry.
-E allora falle vedere chi sei!
–ribattè Seamus.
-Capisci al volo –gli ammiccò Dean, facendo un cenno con la testa
verso Hermione.
Ron sentì il cuore battere forte. Baciarla un’altra volta…
Non chiedeva altro, i ragazzi di Grifondoro non sarebbero stati un problema,
anzi: voleva far capire a tutti, lei per prima, che l’amava così tanto da non
vergognarsi di niente e di nessuno. Ron si voltò, e Hermione alzò lo sguardo in
fretta, arrossendo. Gli sorrise di nuovo, un po’
spaventata, imbarazzata e tanto innamorata.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Ron la bloccò, e la baciò.
L’intero tavolo di Grifondoro scoppiò in un’ovazione: tutti applaudirono,
urlarono e fischiarono. I Serpeverde, Corvonero e Tassorosso si voltarono, per
vedere cosa succedeva, e questi ultimi due si unirono all’ovazione. Solo i
Serpeverde rimasero interdetti, e tornarono subito a mangiare, una coppia di
stupidi fidanzatini Grifondoro non era certo loro affare. Draco vide con la
coda dell’occhio Ginny, raggiante in viso, che rideva applaudendo, abbracciata
a Potter. Si voltò, non voleva che lo vedessero guardare quella coppietta
Grifondoro, e poi non riusciva a guardare Ginny e Harry insieme, lo uccideva…
I Grifondoro cominciarono a battere le mani, intonando un
coro: “Bacio, bacio!”
Hermione si voltò seccata verso i compagni. –Ma non vedete
che ce lo stiamo già dando?
Tutti risero, e i due ragazzi si sorrisero timidamente. Ron,
vincendo l’imbarazzo, prese Hermione per mano. Hermione, che aveva abbassato lo
sguardo per controllare i suoi libri nella borsa di pelle, lo guardò sorpresa,
e lui le diede un bacio sulla guancia.
Intanto tutti si erano alzati, e Harry e Ginny avevano
raggiunto i due ragazzi.
-Dai, abbiamo Cura delle Creature Magiche!
–esclamò Harry, facendoli alzare in piedi. Ron teneva sempre la mano di
Hermione.
-Io ho Aritmanzia… E mi sento fiacca… Uffa, non ho proprio
voglia… -si lamentò Ginny.
-Non provare a bigiare, eh? –la ammonì Hermione. Ginny rise,
anche se effettivamente gli occhi erano un po’ stanchi e lucidi, “occhi da
febbre”.
-Ci vediamo a pranzo! –sorrise Ginny, quando uscirono dalla
Sala Grande, e si diresse verso la scala di marmo. I tre ragazzi, invece,
uscirono in giardino, attraversarono i prati e arrivarono di fronte alla
capanna di Hagrid. L’omone era già pronto, anche se ogni tanto levitava di
mezzo metro dal suolo, reduce della puntura del Billywig.
-Speriamo bene… -sospirò Ron.
-Quindi, per la prossima volta, voglio semplicemente la
storia delle Arti Oscure, se avete preso appunti non dovrebbe
essere difficile. Aiutatevi anche con il libro, se volete, pagina
12, riporta semplicemente quello che vi ho detto io, con qualche
dettaglio in meno! A mercoledì.
I ragazzi del sesto anno di Grifondoro uscirono dall’aula di
Difesa Contro le Arti Oscure, e Harry, Ron e Hermione uscirono per ultimi,
insieme a Tonks.
-E ora ti dobbiamo chiamare
professoressa? –stava ridendo Hermione, che era di nuovo per mano a Ron. Tonks
lanciò una fugace occhiata alle due mani intrecciate, ma non disse niente e
sorrise solo.
-Ma quando mai, io per voi sarò sempre
Tonks! –rise di risposta la ragazza dai capelli rosa acceso.
-Andiamo, Ginny ci starà aspettando –incalzò Harry.
-Ginny credo sia in infermeria, ha avuto un po’ di febbre
durante Aritmanzia. –intervenne Tonks. –L’ho sentito mentre salivo su alle
nove.
-Andiamo a trovarla! –esclamò Ron.
-Non si potrebbe andare a mangiare? –sospirò Harry. Ron e
Hermione, che stavano già correndo verso il quarto piano, sempre per mano, si
voltarono e lo fulminarono con lo sguardo.
-D’accordo, d’accordo! Messi insieme fate quasi paura.
Arrivarono ansimanti all’infermeria, dove Ginny giaceva
sotto tre strati di coperte in un letto accanto alla finestra, e stava
osservando il panorama.
-Gin! –esclamarono Ron e Hermione insieme. Ginny si voltò
sorpresa, e gli sorrise.
-Ciao –sorrise, mentre il fratello le dava un bacio sulla
fronte, Harry le accarezzava i capelli e Hermione si sedeva sul letto accanto a
lei.
-Non ci fare più questi scherzi, eh? –esclamò Ron.
-Ma chi vi ha detto che ero in
infermeria? –chiese confusa la ragazza.
-Tonks, abbiamo avuto due ore con lei, è simpaticissima come
al solito. Non si smentisce mai! –rispose Hermione,
posando a terra la borsa.
-Io l’ho avuta ieri, per un’ora. Mi è anche venuta a
trovare, prima! Infatti, dopo che se n’è andata, ho pensato che poteva dirvi
che ero qua, ma madama Chips non mi ha fatto uscire
–si lamentò Ginny, abbassando la voce, perché la donna era nei paraggi.
-Nono, tu rimani qua! –disse subito Ron.
-Ron, uffa, non ti ci mettere anche te! –sbuffò Ginny. –Ho
avuto solo un po’ di febbre, ho chiesto a una mia
amica se poteva sentirmi la fronte e scottavo, quindi sono venuta qua! Ma è solo qualche linea di febbre…
-Quanto? –chiese Ron, conoscendo benissimo la sorella.
-Se ti dico trentotto mi credi?
–domandò timidamente Ginny.
-No.
-Va bene, ho quaranta e mezzo. –si arrese la
sorellina.
-Ginny, non provare a muoverti da qua! –tuonò il rosso.
-Dai, Ron! La passiamo a trovare dopo –lo
interruppe Harry, salvando la ragazza da una ramanzina. Andarono a
mangiare, dopo aver salutato Ginny, con la promessa di tornare prima di cena.
Ginny rimase sola, anche madama Chips era
andata a sbrigare una breve commissione. Ginny tornò a
guardare il panorama, le nuvole in cielo si stavano addensando. Le
osservò, nella loro tavolozza di colori. Grigio, azzurro, rosa, giallo, blu… E
in quelle nubi, improvvisamente, comparve il viso di Draco. Ginny trattenne
bruscamente il fiato. Da quel famoso bacio, avvenuto solo due giorni prima, la
ragazza vedeva in ogni nuvola, in ogni curiosa foglia dalla forma strana, in
ogni gruppetto di sassolini i lineamenti del ragazzo. Non poteva negarlo a sé
stessa, eppure doveva provarci. Harry non lo meritava.
-A che pensi?
Ginny si voltò di scatto, e vide con piacere Adam
Warrington.
-Che ti prende, eh? –disse
scherzosamente il ragazzo.
“Già, che mi prende… “pensò la ragazza, ma tenne per sé
questo suo pensiero.
-Quaranta e mezzo, mi prende una bella febbre
–sorrise la ragazza, continuando a chiacchierare normalmente.
Adam, osservando la ragazza parlare, pensò a come Draco aveva perso la testa per quella ragazzina dai capelli rossi
fiammanti e dai grandi occhi verdi, che, notò, quando rideva assumevano una
forma “ad arcobaleno”, e pensò alla conversazione della sera prima.
-L’hai vista con
Potter? L’hai vista?? Arghhhh…
-Draco.
-Sì, devo calmarmi.
Pansy, allontanati!... Perché??
-Perché cosa?
-Perché?? Lei è
l’unica che mi piaccia sul serio...
-Ma chi, Pansy?
-Ma quale Pansy, Adam! Parlo di Ginny!
No… Non devo pensarla. E invece non ci riesco!! Lei mi ignora e io la penso, ti rendi conto?
-….
-Dì qualcosa!
-Che ti devo dire, Draco? Perché ti fai tanti problemi?
-Perché lei è tanto felice con Potter, e
io…
-Mh…
-Cos’era quel “mh”?
-Cos’era?
-Adam, me lo devi dire
tu. Oh… Lasciamo stare. Il discorso era che lei è
l’unica che mi piaccia davvero… E deve sempre appartenere a qualcun altro.
-Adam, lui che pensa?
Adam sobbalzò, si era perso nei
suoi pensieri.
-Chi? –domandò confuso.
-Draco… -rispose timidamente la rossa. Non voleva far sapere
che gli importava ciò che pensasse quel Serpeverde, anche se gli importava
davvero.
-Come io non dico a Draco quello che mi dici tu, io non dico
a te quello che mi dice Draco!
-Uffi –si imbronciò Ginny, facendo
finta di essere offesa.
-Dai, non te la prendere! Forse vengo stasera. Sai che ho
dovuto bigiare Incantesimi per te? –rise Adam, alzandosi e prendendo la borsa
dei libri. Scompigliò i capelli a Ginny e fece per uscire.
-Adam? –disse Ginny appena il ragazzo mise piede sulla
porta.
-Sì? –il Serpeverde si voltò.
-Grazie… Di tutto.
Lui sorrise semplicemente, come a
dire “di niente” e uscì dall’infermeria. Ginny lo guardò uscire tristemente, e si voltò di
nuovo verso la finestra, ammirando il panorama d’autunno in cui il profilo di
Draco si stagliava in ogni strana fessura delle cortecce degli alberi spogli.
E rieccomi qua, è.é Muahahahaha,
Torna The Exorcism of Emily Anna(mi chiamano così a scuola, visto che Anna è il mio secondo nome e Emily il mio
primo), vi sono venuta a tirare per i piedi stanotte? No?? Sono troppo buona,
ora me lo segno e stanotte arrivo… Muahahaha… Basta così. Come avrete capito,
oggi sono esorcizzata XD Dunque, ecco il quinto capitolo^^ Credo sia uno dei miei capitoli migliori, su otto +
prologo che ho scritto. Rispondo a chi mi ha commentato^^
Ginny88: Ma niente, tesora ^^ Che te ne pare di questo nuovo capitolino? Adam e
Ginny… Eh, bella roba… Ops, non devo dire nulla! Don’t worry, comunque, nulla di scandaloso! In questo capitolo mi
piacciono molto i due(premetto che sono una credente e praticante nell’amicizia
tra maschi e femmine, e si capisce molto bene da questa ff). La nostra Ginny è
pensierosa e triste… Vedrai più avanti ^.-
Baci
Terry: Come ho detto l’altra volta, la ragazza è indecisa XD Il rapporto tra i
due si è evoluto, che te ne sembra in questo capitolino? Bacioni!
Hachi: Grazie teso^^ Aggiorna
presto la tua storiella! Che
ne pensi di come procedono le cose tra Adam e Ginny? Bacini
Romen Evans: La curiosità si è sciolta? Credo proprio di no, perché Ginny è sempre
più confusa… Sempre più mooooolto confusa!
E anche per questa volta è andata! Ci vediamo tra una settimana. Ciauuuuuu ^_____^