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Autore: RobSten4ever    07/12/2010    1 recensioni
Due protagonisti, due vite che si incrociano.... lui: ventenne simpatico, dolce e amante della fotografia; lei: diciannovenne timida e introversa, dal passato difficile e doloroso, a donato la sua vita alla sua piccolina....
Se volete sapere come andrà a finire, seguitemi.....
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap.13

Dal mio compleanno, passò un giorno, ed ora mi ritrovavo in camera mia nel panico più totale. Perché, vi chiedere.. Ebbene dovevo scegliere cosa indossare per l’appuntamento con Andrea. Il nostro primo, vero appuntamento, il giorno di San Valentino, e già solo a pensarlo mi veniva un groppo in gola per l’ansia.
<< mamma che fai? >> mi domandò la mia piccolina aprendo gli occhietti ancora assonnati, il pomeriggio le piaceva addormentarsi sul mio letto, dicendo che la faceva sentire “ glande “. << sto scegliendo cosa mettermi per stasera >> le risposi, intanto siccome ero seduta con le spalle di fronte a lei, la piccola si aggrappò alle mie spalle, stile zaino. << potto aiutatti? >> chiese con un sorriso che le arrivava alle orecchie.. Come dire di no a quel visino! << con chi devi uscile mamma? >> chiese mentre si infilava dentro il mio armadio << con Andrea, tesoro >> le risposi e mi si imporporarono leggermente le guancie << pe davvelo!! Che belloooo….. Lo sai che ho fatto un sogno? >> disse tutta contenta, gettandosi tra le mie braccia << e quale sogno hai fatto? >> le dissi con la faccia di chi era curiosa << c’elo io, con te, che passeggivamo >> << passeggiavamo, Bea >> la corressi << si, ok.. Ti tenevo la mano.. Poi di flonte a noi ci stava il mio papà che ci sollideva e io >> << Bea ma tu non hai un papà >> le dissi cercando di essere calma << appetta, fammi finile.. >> mi ammonì e io chiusi la bocca << io sono cossa da lui e lui mi plese da sotto le blaccia facendomi volare come un uccellino.. Poi tu sei allivata e siamo andati via.. Io, tu e papà insieme >> finì di raccontare e io curiosa le domandai << Bea ma chi è il tuo papà, lo hai visto in faccia? >> dissi e lei currucciò la fronte << cetto mamma che l'ho vitto.. Ela Andea >> disse e sentii il mio cuore battere più forte << Bea, lo sai che Andrea non è il tuo papà >> le dissi accarezzandola la fronte << si, pelò io voglio che sia lui il mio papà..gli voglio tanto bene >> disse con il faccino triste. E ora che le rispondevo, vedevo come ci teneva ad Andrea ed era anche normale che lei lo vedesse in quel modo, non avendo mai avuto una figura paterna al suo fianco. In più la costante presenza di Andrea nelle nostre giornate, aveva alimentato quella idea in lei, come stava succedendo a me. << lo so, Bea che gli vuoi molto bene e sono sicura che anche lui te ne vuole molto, ma questo non significa che sia il tuo papà >> dissi << e pecchè? >> << perché ci vogliono tanti fattori per diventarlo, come l’amore tra la mamma e il papà >> le risposi, ma lei non si diede per vinta << ecco vedi allola che Andea è il mio papà.. >> esclamò e io non capii cosa volesse dire << ti sbagli, Bea >> << no, mamma.. Invece ho lagione pecchè Andea ama la mia mamma. >> disse e lo stomaco si contrasse, cosa? << che hai detto? >> dissi << ho detto che Andea ti amaaaa >> ripetè lei scocciata << Bea, non puoi dirlo.. L’amore è una cosa seria, non è un gioco. >> le dissi << ma io l’ho sentito dile da lui.. Ha detto ploplio: io Giulia la amo! >> disse Bea e a quel punto non potevo ignorare quelle parole << e-e con chi stava parlando? >> le chiesi << con zia Ilaia e zia Elisa >> ah bene, proprio con loro doveva parlare, chissà cosa avranno pensato con quelle teste perverse. Non seppi più cosa rispondere, ma Bea era troppo sveglia per essere una bambina di soli quattro anni << eh tu mamma, lo ami Andrea? >> mi domandò e mi guardò con i suoi occhioni blu << io.. Cosa vuoi che ti risponda? >> dissi e lei storse leggermente la bocca, pensierosa << che anche tu lo ami >> rispose alla fine aprendosi in un luminoso sorriso. Mia figlia ne sapeva una più del diavolo, in fatto di convincere le persone, me in primis << allora si, Bea lo amo.. >> le dissi e lei mi abbracciò forte. Sapevo di averla fatta felice, ma in cuor mio sapevo di nutrire un profondo e vero sentimento verso Andrea, ormai sapevo che per essere felice e per vederla tale, avevo bisogno della sua presenza costantemente. Quella sera gli avrei detto tutto, avevo ormai deciso.
Dopo la chiacchierata con mia figlia, finalmente trovai qualcosa di adatto da mettere per la serata che mi attendeva.. Purtroppo non sapevo dove mi avrebbe portata e quindi mi dovetti arrangiare con qualcosa di semplice ma allo stesso tempo elegante.
Decisi poi di farmi una bagno caldo per rilassarmi un po’, e anche grazie alla presenza di Bea, ci riuscii.
Dopo il bagno, mi asciugai bene e nel migliore dei modi i capelli, lasciando che alcuni boccoli naturali ricadessero sulle spalle; mi truccai leggermente e poi mi andai a vestire. Erano ormai le otto, e giusto il tempo di mettere il pigiamino a Bea che suonò la porta, e lei corse d aprire urlando come una matta. Quando arrivai all’ingresso, la vidi in braccio a lui, che rideva spensierata e mi ritornò alla mente la chiacchierata del pomeriggio; appena mi videro Bea parlò all’orecchio di Andrea e lui guardandomi mi sorrise << ciao.. Sei bellissima! >> disse e arrossii come un pomodoro << g-grazie >> sussurrai facendo ridere mia figlia, ora mi prendeva anche in giro! << dai su bea, vai di la che noi dobbiamo andare >> le dissi fintamente stizzita, e lei dopo un bacio sulla guancia ad Andrea, scese dalle sue braccia e corse via, ma io la bloccai << Ehi e a me non saluti! >> dissi con le braccia incrociate e lei con la faccia dispiaciuta mi corse incontro << cusa.. >> disse abbracciandomi e baciandomi << miraccomando fai la brava con Maura e Giovanni.. Io non torno tanto tardi.. Ok? >> le dissi e lei annuì << pelò mi plometti che tornate a casa insieme per dammi il bacino della buona notte? >> mi sussurrò all’orecchio e io stupita le presi il viso tra le mani << te lo prometto >> dissi e le baciai la fronte.
Poi salutammo anche Mau e Giò e uscimmo fuori e mi ritrovai di fronte una bellissima Alfa Romeo Giulietta nera lucida e rimasi a bocca aperta << è tua? >> gli domandai allibita e lui mi guardò sorridendo << certo e di chi sennò.. >> mi prese in giro e io gli feci una linguaccia. Scherzare con lui mi veniva semplice e automatico, senza troppi pensieri. << madame, prego da questa parte >> disse con fare gentile porgendomi il braccio  << mercie beaucoup >> risposi e lui mi guardò stupito << che c’è? >> domandai e lui scosse la testa << non credevo sapessi il francese >> rispose << oh, riminiscenze del passato, quando andavo a scuola lo studiavo e mi piaceva anche se l’inglese era la lingua straniera che prediligevo. >> spiegai << allora abbiamo una cosa in comune, ci piacciono le stesse materie.. >> disse e intanto mi aprì la portiera del l’auto da vero cavaliere di altri tempi. << allora, dove mi porti di bello? >> chiesi una volta in macchina << uhm, fammi pensare?.. Ah non te lo dico >> disse << ma così non è giusto.. Non mi piacciono le sorprese mi fanno stare tutto il tempo in agitazione e non mi va.. >> mi lamentai e lui si mise a ridere << sono tanto buffa? >> chiesi fingendo di essere adirata << rido perché quando fai così assomigli moltissimo a Bea >> rispose e io incrociai le braccia al petto << grazie per avermi dato della bambina! >> esclamai e misi su un finto broncio.
<< per quanto tempo credi di tenermi il broncio? >> chiese dopo un po’ di silenzio, io in risposta sbuffai.. << ok, scusa non volevo prenderti in giro.. Ti va bene >> disse << se mi dici dove mi stai portando ti perdonerò >> risposi << ah ok.. Allora poi continuare a non parlarmi, perché dalla mia bocca non uscirà niente >> disse e mi guardò accennando un sorriso. Così per tutto il tempo nell’abitacolo non volò una mosca, si sentiva solo il rumore del motore.
<< bene, siamo arrivati.. >> annunciò lui fermando la macchina, e io curiosa guardai oltre il finestrino, ma non vidi altro che il verde degli alberi e il buio.. Mi aveva fregata! Scese e mi aprì la portiera porgendomi una mano << dai su, Giulia.. Scendi tanto lo saprai a breve dove ti ho portata >> disse e io mi lasciai convincere, tanto non potevo fare altro. Quando mi girai di spalle mi trovai di fronte ad un ristorante tutto illuminato e molto carino, decorato con dei palloncini a cuore rossi per l’occasione. Sulla porte un insegna in legno annunciava il nome del ristorante: “ Il Galeone “ , non l’avevo mai sentito nominare.
<< spero ti piaccia il pesce, perché questo ristorante è una dei migliori e di qualità elevata in tutta Perugia e dintorni >> mi disse e io sembrai una bambina che riceveva un regalo per quanto mi illuminai << oh mio Dio, io amo il pesce! >> esclamai e a quel punto mi prese per mano, facendomi provare la solita sensazione << perfetto, allora entriamo >> disse e aprì la porta.
<< salve, posso esserle utile? >> domandò una cameriera vedendoci entrare, e mi irritò visto che si riferì solo ad Andrea, facendo finta che non esistessi << si, ho prenotato per due a nome Ferrari >> disse e lei lo guardò << Andrea Ferrari, giusto? >> chiese ammiccando e mi salì un calore che non avevo mai provato prima. << si >> rispose lui educato << ok, seguimi ti faccio strada >> disse.. Ehi se non l’avessi notato ci sono anche io, pensai. Andrea mi fissò e io distolsi lo sguardo.
<< ecco qui.. >> disse la cameriera fermandosi ad un tavolino un po’ appartato del locale << grazie >> disse Andrea sorridendole gentile e lei quasi non morì << per qualunque cosa chiamami e io arrivo subito >> sussurrò lei prima di andarsene.. Mi stava per venire da vomitare! << ehi che hai? >> mi domandò una volta seduti, e io cercai in tutti i modi di ignorarlo. << dai, Giù.. Ti sei arrabbiata? >> disse e io lo guardai male << no, non sono arrabbiata.. Mi ha dato fastidio essere ignorata bellamente, e tu.. >> dissi ma mi bloccai << e io cosa? >> chiese guardandomi negli occhi.. A quel punto arrossii e abbassai la testa, non potevo dirgli che non mi era piaciuto il suo comportamento con quella, quel suo sorriso che le aveva rivolto.. Oddio non potevo essere gelosa?!?!? << t-tu, niente.. Non hai fatto proprio niente >> dissi stizzita << sei gelosa?!? >> chiese tra lo stupito e il soddisfatto.. << ma c-che stai dicendo.. Io non sono affatto g-gelosa! >> obiettai, diventando rossa << oh si, che lo sei.. >> mi rimbeccò << no >> << si >> << no >> << si >> era diventata una vera e propria lotta, ma proprio nel momento meno opportuno arrivò la “simpaticissima” cameriera << allora, cosa prendi? >> chiese sempre riferita solo ad Andrea e io sbuffai sonoramente facendo sorridere Andrea che mi guardava << tu cosa voi mangiare? >> mi domandò << non saprei.. Che mi consigli? >> dissi leggendo il menù << bhè, se non hai preferenze di pesce, allora direi due Percorsi Esplorativi di mare >> disse lui e la cameriera annotò tutto sul block notes << ok.. Altro? >> chiese e Andrea rispose cortese di no.. Per tutto il tempo dell’ordinazione non aveva fatto altro che guardarmi, tanto che la cameriera se ne andò stizzita.. Ora capiva c
ome mi ero sentita io prima.
Rimanemmo un po’ in silenzio, fino a quando non iniziarono a portare da mangiare, dire che mi abbuffai era poco.. << oh, ti prego basta.. Il mio stomaco chiede pietà >> dissi dopo aver perso il conto di quante portate avevamo mangiato <<
già sazia.. Deve ancora arrivare il meglio >> mi rispose lui sorridendo e io strabuzzai gli occhi << non ce la faccio più.. Se mangio un’altra piccola cosa giuro che scoppio >> dissi portando una mano sulla pancia gonfia come un cocomero << ok.. Allora la mangerò solo io >> disse e nel medesimo istante si alzò e scomparì dietro l’angolo.. Dove cavolo era andato?
Ritornò poco dopo, con una mano dietro la schiena << cosa hai li dietro? >> domandai curiosa << niente che a te interessi.. >> mi rispose sedendosi << tu non me la conti giusta.. Che stai combinando? >> dissi corrugando la fronte e guardandolo << se ti dico quello che ho tra le mani è una cosa buona, ti fidi di me? >> disse lui annientando la mia forza solo con uno sguardo << si, si mi fido di te >> risposi e lui sorrise << bene, allora chiudi gli occhi >> disse e lo guardai male << dai, non farò niente di male.. Hai detto che ti fidi e in cambio ti prometto che se chiudi gli occhi non te ne pentirai. >> disse riuscendomi a convincere, così mi ritrovai ad occhi chiusi. Ad un certo punto sentii qualcosa di freddo toccare le mie labbra e io di riflesso mi allontanai, nello stesso tempo mi era arrivato al naso un buonissimo profumo di.. << apri la bocca.. Non succederà niente >> disse lui e mi fidai delle sue parole.. La bocca si riempì di un gusto magnifico e sublime che avevo riconosciuto dall’odore << forse l’ho già detto, ma tu sei pazzo.. >> dissi riaprendo gli occhi << me lo dicono in tanti.. Comunque che ne pensi? >> disse << oddio è la miglior mousse al cioccolato che abbia mai assaggiato!! >> esclamai e vidi ciò che aveva tra mani: una grande coppa di mousse che mi tentava.. << sei consapevole del fatto che da domani nessun capo di abbigliamento che è nel mio armadio non mi entrerà più vero.. ? >> dissi guardando ipnotizzata il dolce facendolo ridere << ma se sei così magra.. Domani non avrai neanche un chilo in più e poi sarebbe tutta salute.. Mi piaceresti lo stesso anche con qualche chilo di troppo >> mi disse e arrossii alle sue parole.. Poi presi un cucchiaino e lo immersi nella mousse deliziandomi del gusto del cioccolato.. Intanto sentii Andrea ridere e guardarmi << che c’è? >> chiesi stranita << solo tu riesci a sporcarti mangiando con il cucchiaino.. >> disse sogghignando e si allungò sul tavolo e con la mano mi pulì.. Un brivido mi percorse la schiena mentre delicato passava il pollice sulle mie labbra, ci guardammo negli occhi, mentre il mio cuore non finiva di battere forsennato. Poi mentre la sua mano scivolò sulla mia guancia, arrossata, arrivò la cameriera.. Che tempismo perfetto! 
Diede il conto ad Andrea e un altro bigliettino, sorridendo ammicante e poi si dileguò.. Ma che sfacciata!! << oh, ma che carina.. Anche il suo numero ti ha dato.. Se vuoi me ne vado!! >> dissi sarcastica alzandomi e infilandomi la giacca << ma che dici.. Non mi interessa di quella.. È uno stupido numero che butterò al primo cestino che vedo.. Te lo posso garantire.. >> disse lasciando i soldi sul tavolo e accartocciando il bigliettino.. Io ero troppo incavolata e gelosa per ascoltarlo..ok lo avevo ammesso.. Ero gelosa marcia di lui. Uscii fuori dal ristorante per respirare aria fresca.. Ma mi sentii afferrare per un braccio << aspetta.. Non volevo che la serata andasse a finire così.. Mi dispiace.. Ma ti posso assicurare che di quella non mi interessa niente.. Stasera ho avuto occhi solo per te e così sarà per sempre.. Sei tu quella che mi interessa... però mi piace quando fai la gelosa! >> disse e mi mancò il fiato in gola.. Ero rimasta senza parole << vieni con me.. >> sussurrò e mi prese per mano, diventata fredda per l’agitazione. << dove mi stai portando? >> domandai dopo qualche passo << in un bel posto.. >> mi rispose solamente.. Mannaggia a lui e alle sue sorprese!
Dopo un po’ ci fermammo e siccome avevo la testa bassa, non vidi dove eravamo.. Ma quando l’alzai rimasi a bocca per lo splendore che avevo davanti: eravamo su un piccolo altopiano e davanti a noi si estendeva Perugia in tutta la sua bellezza, tutta illuminata.. << wow.. È bellissima! >> esclamai << si.. È vero >> rispose lui << come facevi a sapere questo posto? >> domandai curiosa << da piccolo ci venivo spesso.. Soprattutto a studiare perché è un posto molto tranquillo e isolato e non ci viene quasi mai nessuno.. >> rispose << anche io a Rimini avevo un posto del genere >> mi lasciai sfuggire.. << ti manca molto la tua città? >> chiese cauto e io ci pensai un po’ prima di rispondere << abbastanza.. Li è dove sono nata e cresciuta.. Dove ho passato gran parte della mia adolescenza.. Ma è anche il posto dove sono morti i miei genitori, un posto pieno di dolorosi ricordi che vorrei tanto dimenticare e di cui sto ancora pagando le conseguenza.. >> dissi con lo sguardo perso nel vuoto….. Era la prima volta che parlavo del mio passato cosi facilmente. << mi dispiace per i tuoi.. Dovevano essere delle persone fantastiche, per come siete usciti fuori voi figli.. >> disse << si, erano dei genitori fantastici..non ci hanno mai fatto mancare nulla e ci hanno amato tanto >> << e credo che lo facciano tutt’ora..anche se non lo dimostrano apertamente.. Loro ci saranno sempre per te, per tuo fratello e Bea >> disse e al nome di mia figlia abbassai il capo.. Non ce la facevo più a mentirgli << Andrea io.. Ti devo dire una cosa >> sussurrai e lui delicato mi prese il mento e mi alzò la testa << anche io ho bisogno di dirti una cosa..perché ormai non riesco più a trattenermi con te.. >> disse e mi stupì << che vuoi dire? >> chiesi << voglio dire che da quando ti ho salvato la vita, al matrimonio di mia sorella e ho incontrato i tuoi occhi, ho sentito il tuo profumo e ho toccato le tue mani…, io.. Io mi sono innamorato di te e per tutto questo tempo ho cercato di reprimere il mio amore per paura di perderti.. Ma ora non ce la faccio più >> disse e pensai per un momento di non avere più un cuore, visto che non lo sentivo più << i-io non so.. Che dire >> sussurrai con le gambe che tremavano << non dire niente.. >> disse e con una mano sulla mia guancia mi avvicinò a se per posare le sue labbra sulle mie.. Quanto avevo aspettato quel momento? Tanto, troppo.. Ed ora che c’ero quasi, ecco che il mio cellulare prese a suonare come non mai.. Cavolo!
Mi staccai velocemente da lui e presi il cellulare leggendo il display: era Maura.
Con voce ancora tremante risposi << ehi Maura.. Come mai mi >> dissi ma venni bloccata << non sono maura.. >> disse e riconobbi la voce di Giovanni << ehi giò.. Come mai hai chiamato è successo qualcosa? >> domandai con la preoccupazione che saliva.. Perché mi aveva chiamata proprio lui << io.. Mi dispiace Giù ma c’è stato un incidente a casa.. Devi venire subito >> e in quel momento mi sentii morire.. Un nome mi popolava la mente: Beatrice << o-ok arrivo subito >> dissi iniziando a correre << ehi Giù che succede..? >> mi domandò Andrea preoccupato del mio cambiamento così repentino << devo tornare a casa.. È successo qualcosa a Bea >> dissi solo.. E a quel punto lui mi prese per mano e mi guidò verso la macchina..
Andò velocissimo, fregandosene dei cartelli stradali.. E per tutto il viaggio non feci altro che pregare che Bea stesse bene, mentre lamia mano era intrecciata con quella di Andrea che cercava di tranquillizzarmi.
In dieci minuti arrivammo e alla vista della mia casa, quasi non svenni dallo shock e dalla paura....

 

 

 

 

 

 gli abiti di Giulia e il pigiamino di Bea

 

macchina di Andrea la cameriera

 

la mousse al cioccolato

il panorama di Perugia di notte

 


  
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