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Autore: Ariadne_Bigsby    07/12/2010    5 recensioni
“Avrei tante cose da dirti, così tante che non saprei neppure da dove cominciare. E non sono sicura che sarebbero le cose che vorrei dirti davvero. Credo che, probabilmente rideresti di me, Quindi devo trovare il modo di fare ordine nel caos della mia testa ed esprimere davvero quello che penso sul serio, perché è importante e te lo voglio dire..o meglio..voglio provare a dirtelo proprio in questo giorno.

Una One shot dedicata a John, a 30 anni dalla sua scomparsa, per ricordare l'uomo, il "little child inside the man" che ha cambiato tutto.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Menlove Avenue

 

 

Liverpool  8 Dicembre 2010

 

How can i go forward

when i don't know which way

i'm, facing?

 

Una pioggerellina leggera, lieve come una piuma, bagnava la strada silenziosa. Non c’erano rumori quella notte, eccezion fatta per il ticchettio continuo della pioggia sull’asfalto bagnato. Per quella strada silenziosa, costeggiata da villette eleganti, tutte con il loro giardinetto curato, non passava anima viva .

 

Gli autobus avevano finito da un bel pezzo di servire quel tratto di strada, e le corse sarebbero ricominciate solo l’indomani mattina , una mattina  che sarebbe stata esattamente uguale a tutte le altre: grigia, fredda e piovosa.

Il sole pareva essersi dimenticato di quella

 

 città, e l’atmosfera pre-natalizia era stata funestata da quell’acqua e dal quel freddo ancora più pungente del solito. Non nevicava, e questo era già un passo avanti, ma gli abitanti di Liverpool avrebbero preferito di gran lunga una bella nevicata, una di quelle nevicate intense, di quelle che fanno arrossare il naso e le guance, quelle che rendono il paesaggio uniforme ma, per qualche motivo, più tranquillo. Almeno ci sarebbe stato qualcosa da fare: si poteva uscire, ingaggiare una lotta a palle di neve, si potevano creare pupazzi di neve tutti sbilenchi sui cigli delle strade e nei giardini e i più audaci avrebbero senz’altro colto l’occasione per gettarsi a peso morto su quel manto bianco, disegnando la forma di angeli.Ma non c’era stata la neve. Solo pioggia e l’unica cosa che aveva spinto gli abitanti ad uscire era stato il”pellegrinaggio” al Mersey, che si era ingrossato.

 

La strada era rischiarata da lampioni: le famiglia se ne stavano ben barricate dentro casa, magari davanti al caminetto acceso, oppure sul divano, magari con una calda coperta di pile addosso.

 

Insomma, quella sera sembrava una comunissima serata invernale. Ad un tratto dei fari illuminarono la strada: era un taxi solitario, che procedeva lentamente a causa dell’acqua, che limitava la visibilità.

 

“Fermi qui.” Disse la passeggera, dando un’occhiata fuori dal finestrino e allungando una mano verso l’ombrello.

Il taxi si fermò lentamente davanti ad un cespuglio.

 

“Menlove Avenue, eh?” disse il tassista girandosi a sinistra, verso la sua cliente.

 

Lei annuì appena, mettendo mano al portafoglio, ma il conducente la fermò.

 

“No, non preoccuparti. Era l’ultima corsa della serata e, diciamo che te la offro io.”

 

La ragazza aprì la bocca per protestare, ma il tassista le fece cenno di tacere “A Natale siamo tutti più buoni.” Disse con un sorrisetto

 

“Veramente non siamo ancora a Natale…”obiettò la ragazza, sorridendo a sua volta.

“Capisci che voglio dire…Ora vai, su.” Le intimò il guidatore, rimettendo le mani sul volante.

 

La ragazza ringraziò ed aprì la portiera: rabbrividì per il freddo che la attanagliò istantaneamente e sentì qualche gocciolina di pioggia bagnarle la testa, tuttavia non aprì l’ombrello.

Osservò il taxi fare inversione di marcia e sparire nel buio, poi si mise in cammino.

 

When the rain comes

they run and hide their heads

they might as well be dead

when the rain comes.....

 

La ragazza si fece strada per quei vialetti erbosi ed umidi, nel silenzio della note, le sue scarpe producevano un suono strano, mentre scivolavano sulla fanghiglia.

“Non deve essere lontana…” pensò, asciugando delle goccioline che le erano finite sul viso. 

 

Non appena lo ebbe pensato vide nel buio una villetta molto familiare: il muro grigio chiaro sembrava ancora più scuro quella notte, e le finestre erano buie. Lei si fermò proprio davanti al cancellino nero e bianco, umido per la pioggia.

 

Era lì. Era proprio lì, in quella notte scura e piovosa, proprio in quel giorno.

 

Sospirò, lisciando con la mano il legno del cancello, domandandosi quante mani lo avessero sfiorato.

 

Si mosse verso destra, dove cominciava un piccolo muretto di mattoni, trapunto da cespugli ben potati e lanciò un’occhiata alle finestre scure, dietro le quali la luce non si accedeva più da molto tempo.  La vista era disturbata da quei cespuglietti e la ragazza si spostò nuovamente verso il cancello.

 

“Took a walk down the street

through the heat whispered tress

i thought i could hear....

somebody call out my name, as it started to rain....

 

La pioggia ora batteva con più intensità, ma la ragazza continuava a non aprire l’ombrello. Non c’era nessuno che passava da quelle parti, ma lei si guardò lo stesso intorno con circospezione. Con un movimento rapido ed agile scavalcò il cancello e si gettò subito dietro ai cespugli, che l’avrebbero riparata.

 

Il suo cuore ora batteva all’impazzata, così forte che lei cominciò a te mere che qualcuno lo avrebbe udito, sopra la pioggia. Si accoccolò sull’erba umida, proprio davanti alla casa silenziosa e vuota: gettò un altro sguardo verso la finestra a sinistra.

 

 

“Chissà…Magari si affacciava da quella stessa finestra, una volta. Magari anche lui osservava la pioggia che cadeva, osservava le persone che passavano e pensava che tutto è così grigio e monotono..”

 

Tirò le gambe verso di sé e le circondò con le braccia: quella era una violazione di domicilio bella e buona ma, in qualche modo, sentiva che non la avrebbero beccata. Sentiva una specie di sicurezza di fondo. Rimase per un po’senza pensare a nulla, ascoltando il suono della pioggia e osservando la finestra buia.

 

Keeping an eye on the world

going by my window

i'm taking my time....

 

Era molto tardi ormai: senza che se ne fosse accorta era già passato un po’di tempo dal suo arrive, ed anche le ultime luci rimaste nelle case si erano spente, una dopo l’altra.

 

“Beh..” pensò lei, spostando un po’ le gambe “sono qui allora. Sono davanti alla casa dove tutto è cambiato. Sono davanti ad un luogo che, una volta era solo una casa come tante. Anzi no: forse non è mai stata una casa come tante.. Una volta questo posto era abitato, una volta queste finestre erano illuminate, una volta c’era della vita là dentro..E’ cresciuto qui. Lui è cresciuto qui.”

 

Ripensò un attimo al ragionamento che aveva appena fatto e proruppe in un risolino nervoso.

 

“Oh, ma che sto dicendo? Sembro una di quelle fan girls che si appostavano qua, sperando di scorgere…” si interruppe.

 

Sapeva benissimo che il suo gesto non era un gesto da fan girl avventata, capace di strapparsi i capelli e di farsi prendere dall’isteria. No, il suo gesto aveva un altro significato, dettato da un sentimento più profondo radicato nel suo cuore, un sentimento tanto grande che la ragazza non era neanche sicura di poter esprimere a parole.

 

Lei prese coraggio, inspirò profondamente ed aprì bocca : le sue parole erano poco più di un sussurro.

 

I feel the sorrow

oh, i feel dreams..

everything is clear in my heart...

 

“Avrei tante cose da dirti, così tante che non saprei neppure da dove cominciare. E non sono sicura che sarebbero le cose che vorrei dirti davvero. Credo che, probabilmente rideresti di me, Quindi devo trovare il modo di fare ordine nel caos della mia testa ed esprimere davvero quello che penso sul serio, perché è importante e te lo voglio dire..o meglio..voglio provare a dirtelo proprio in questo giorno.  Grazie. “Per cosa?” diresti tu…Grazie per tutto: grazie per la musica, quella musica che è stata capace di catturare generazioni, quella musica che ha scosso gli animi, una musica che ha fatto perfino  tremare governi.  Grazie per tutto quello che hai fatto, grazie per aver provato a rendere il mondo un posto migliore, per aver cercato di dimostrare che l’amore  è dentro di noi ed è tutto quello che ci basta e che, se solo riuscissimo a capirlo, il mondo sarebbe senz’altro un posto più bello. Grazie per averci detto che i sogni sono più reali e tangibili di quanto si possa credere, grazie per aver spronato a lottare per quello in cui si crede davvero…”

 

La sua voce si affievolì: aveva il fiatone come se avesse corso, ma quella non era fatica.

 

 

“Grazie per essermi stato vicino in qualche modo, nei momenti difficili, grazie per avermi insegnato tutto quello che ti ho detto prima. Sarebbe sciocco dire che, tutto quello che hai scritto tu lo abbia scritto come in previsione delle mie parole. Sarebbe da sciocchi e da pazzi ed infatti non penso questo…ma penso invece che, in qualche modo la tua musica a volte mi…capisca. Sono venuta qui stanotte per dirti questo, per renderti omaggio, perché posso dire senza vergogna che la tua musica mi ha cambiato la vita e che la porterò sempre con me, come un tesoro prezioso. Sono qui a celebrare non il cantante, sono qui per celebrare l’uomo, quell’uomo che ha convissuto col dolore e che, da quel dolore è riuscito a creare qualcosa di..qualcosa di splendido. Qualcosa di speciale. Grazie John. Grazie per tutto.”

 

All you need is love

all you need is love

all you need is love, love...

love is all you need

 

La ragazza si interruppe e fece un altro grosso sospiro: cacciò la mano nella borsa , alla ricerca di quella cosa che aveva comprato quello stesso pomeriggio in città. Era riuscita a trovare una rosa, una rosa bianca e la aveva riposta con cura nella sua borsa larga e capiente, perché non si sciupasse.

 

Si alzò in piede i si diresse verso il portico, decisa a lasciare il fiore là davanti ma, quello che vide una volta raggiunto il porticato le fece uscire un gemito di sorpresa e la fece indietreggiare spaventata.

 

C’era un bambino accanto al porticato: era vestito in modo strano, con dei pantaloncini neri corti, calzini grigi lunghi fino al ginocchio ed un cappotto grigio, Aveva i capelli biondicci, con un ciuffetto ribelle e riccioluto sulla fronte. Sembrava divertito ed incuriosito da quella strana ragazza che gli stava davanti con una rosa in mano.

 

Si mosse verso di lei, sempre con la curiosità stampata in volto, facendo scricchiolare qualche fgoglia morta sotto i suoi piedi e si piantò davanti a lei.

 

Non dimostrava più di 6 o sette anni e per guardarla negli occhi, essendo più basso di lei, dovette alzare il viso: aveva occhi a mandorla, scuri e vispi, ridenti e luminosi, animati da un luccichio particolare, che non faceva altro che accentuare la sua aria da furbetto.

 

Osservò con attenzione la rosa che la ragazza reggeva e, con un risolino la prese e la contemplò per un attimo aprendo un po’ la bocca. Poi alzò di nuovo gli occhi verso la ragazza “E’ per me? Grazie!” esclamò intono felice, come se lei gli avesse appena dato un sacchetto pieno di caramelle.

 

La ragazza era sconvolta e, con gesto automatico si strofinò gli occhi con decisione, decisa a sincerarsi che quello fosse solo un frutto della sua fervida immaginazione.

Quando riaprì gli occhi, il bambino non c’era più.

 

E nemmeno la rosa bianca.

 

You may say i'm a dreamer

but i'm not the only one

i hope someday, you'll join us

and the world will live as one....

 

 

 

John Lennon 9 Ottobre 1940

8 Dicembre 1980

 

8 Dicembre 2010

John Lennon as child Pictures, Images and Photos

Penny lane:

 

Questo è il mio omaggio a John, a 30 anni dalla sua scomparsa.Avrei voluto pubblicarlo domani, visto che..beh è l'anniversario...Ma per tutta una serie di motivi, domani non potrò usare il computer e quindi, approfitto di questo momento per postare. I discorsi iniziali della protagonista, mentre osserva le finestre di Mendips sono in realtà gli stessi pensieri che ho fatto io quando ho visitato la casa. E’ stata un’emozione fortissima per me (lo so, sono da ricovero…ma è davvero così) e voleva trascriverla,  insieme a tutto quello che penso di John e quello che vorrei dirgli se ne avessi la possibilità.

Ciao a tutti e grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno questo mio….uhm chiamamiamolo brano e a tutti quelli che lasceranno una recensione. Buon Natale (si, anche io sono in anticipo, come il tassista)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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