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Autore: Gwenhwy    07/12/2010    0 recensioni
Mar, si ritrovera` a dover avere a che fare con un passato che verra` scoperto durante la storia, quando inizialmente, e` solo una semplice ragazza che da una parte, cerca di non cadere nella ragnatela affascinante di un ragazzo, e di sopportarne un altro, mentre dall'altra, ha molti pensieri profondi, che si scoprira`, nasconde.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi affacciai alla finestra. Che bel sole splendeva in cielo! Erano le sei di mattina, e io, mattiniera come al solito, ammiravo l’alba ricordandomi del mio ex. Fu il ragazzo che meglio riusci` a ingannarmi, e l’alba mi ricordava lui, che passava le sue notti insonni osservando le stelle ed essa, mandandomi messaggi alle due del mattino. Ora si divertiva con le puttane della sua nuova scuola. Contento lui.

Avevo iniziato a girovagare per la stanza pettinandomi i capelli e spalmandoci sopra un po` di crema.  Posai la spazzola e m’incamminai in bagno per  bagnarmi il volto con l’acqua fresca, misi sulla palbebra inferiore e superiore un po` di matita, e del mascara e ombretto perlato celeste solo su quella superiore. Decisi di mettermi dei jeans aderenti blu scuro, e una canotta attillata rosata. Normale, come al solito. Odiavo mettermi i tacchi, o vestiti troppo provocanti a scuola. Lo facevano solo le ragazze di natura decisamente da troia e quelle in cerca d’attenzione. A me non piaceva particolarmente stare al centro dell’attenzione, nonostante mi sarebbe piaciuto che qualche ragazzo si fosse accorto di me. L’unico ragazzo che avevo avuto era quello stronzo del mio ex. E Mark per me era solo un cretino che “la voleva”. Povero, povero Mark. In ogni caso, gliel’avrei fatta pagare per questo pensiero cretino su di me e su tutte le ragazze.

M’incamminai a piedi, sempre con il mio inseparabile I-pod. Da sola, come sempre. C’era qualcuno in quel mondo che poteva capirmi? Non che non avessi persone che mi volessero bene, ma mi sentivo sola. Nessuno mi poteva capire e stare vicino.

-Beeeh? Salve eh!- Mi urlo` qualcuno da dietro, raggiungendomi e dandomi una pacca sulla spalla. Era Alfred.

-Ehi, sono quattro volte che ti chiamo e non mi senti. Sei sorda per caso? Oh...hai le cuffie-

-Gia`, potra` mai perdonarmi signorino Monthe?-

-Uhm... non saprei signorina Flie-

Stavo ridendo. Mi aveva fatta ridere.

-Allora Mar...cosa stavi ascoltando?-

Mar, Mar, Mar... Tutti mi chiamavano o Mary o Marie. Il suo Mar, mi piace molto. Entrambi amavamo il mare, e per me quello aveva un significato importante.

-Ehm, tanto non ci credi...-

-Non credo a cosa?-

-Stavo ascoltando la canzone che mi avevi mandato tempo fa... Sai, “Anyone”-

-Oh, Anyone could help me now, now that I am alone... La ascolto spesso. Spesso ho l’impressione di essere io a cantarla. E` impressionante-

Abbassai lo sguardo – Si`, impressionante davvero- Lui fece per girare su se stesso, ma si volto` verso di me e si abbasso` per guardarmi dal basso –Okay, dimmi dimmi... Ieri ti ho vista con quel morto di figa di Mark, com’e`? E` lui che ti ha ridotta cosi`?-

-Assolutamente no. E comunque quel “morto di figa” avra` una bella lezione. In ogni caso, anche io ieri ti ho visto...-

-Ah, e sei rimasta abbastanza a lungo da vedere ...-

-Si` si`, ho visto... Ma non mi importa-

-Non sono cosi`-

-Come, scusa?- Dissi sconvolta guardandolo male, le lacrime stavano per venire.

-Eh? –

-Non sono cosi`? Non sono cosi`?!?! Sai, l’ultima volta che l’ho sentito... L’ultima volta che l’ho sentito e` uscito fuori dalla bocca di un bastardo! Lo sai questo? E altre persone che l’hanno affermato sono state troie, teste di cazzo, stronzi e puttanieri!- Silenzio. Lui rimase sconvolto, con lo sguardo dispiaciuto, cercando un modo per scusarsi di “essere cosi`” e cercando di capire cosa avesse potuto farmi reagire in quel modo. Ripresi io a parlare, con gli occhi lucidi, ma senza lacrime –Perdonami, ma quel che ho detto e` vero. Comunque lo so che non sei cosi`, ma e` stato un tasto delicato per me-

-Hai ragione forse. Forse sono davvero cosi`... Ma non sono io. E` quell’ io che esce ogni tanto. Mi dispiace aver toccato questo tasto, e mi dispiace che tu abbia visto ieri sera.-

Eccoci li`. Eravamo arrivati al cancello della scuola ed era appena suonata la campanella. Si avvicino` per salutarmi con un bacio sulla fronte, io ricambiai con un triste sorriso, e ci dirigemmo verso le nostre classi.

Non so. Non lo capiro` mai. Spesso mi chiedo se quel ragazzo non mi capisca piu` di quanto lo faccia io... o forse non ha mai capito un cazzo di me. Non importa. Al momento non importava.

  
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