Le voci giravano rapide,a Camelot, come una brezza leggera che passava dai vestiti e ti pungeva, arrivando persino alle ossa. E alle volte ti porta ad ammalarti di una delle strane malattie chiamata GELOSIA.
“Di un po’… Secondo te il Principe…”
Merlino, come ogni mattina, portava il vassoio della colazione al suo sposo e signore; sapeva che a quell’ora non era raro trovare altri servitori che s’accingevano a consumare la propria. Mentre passava, la voce di Stan, il cuoco, gli sfiorò il timpano. Seguita da quella dell’aiuto cuoco, Penny.
“Ma cosa vai blaterando! Artù è pazzo di Merlino. Non potrebbe MAI fare una cosa del genere. Il Principe è un ragazzo con la testa sulle spalle, dai sani principi, e non si abbasserebbe mai a cose di questo genere. Hai visto anche tu com’è andata a finire con quella là, no?”
Lui sospirò.
“Quella stregaccia di Viviana! Mi domando perché vogliano sempre vendicarsi tutti quanti di quei due adorabili ragazzi! Ma un po’ di pace per i due piccioncini mai?!”
Penny assentì.
“Purtroppo non hanno molto tempo per loro. Tra gli allenamenti, le riunioni del Consiglio a cui Uther costringe Artù sempre più frequentemente, e il resto… Quei due hanno la pazienza di due martiri, te lo dico io. Anche se… Che sia chiaro: ciò che ho detto poco fa su Artù lo penso e ne sono convintissima. Però, c’è da dire che il modo in cui Patrick gira attorno al Principe ... Beh, lo capirebbe pure un bambino…”
Il cuore di Merlino ebbe un balzo.
Co..Cosa
stanno … Patrick gira intorno a …
La mente di Merlino vagò improvvisamente ai ricordi di qualche
giorno prima quando, durante gli allenamenti, Patrick si era avvicinato ad Artù
per chiedergli un consiglio su di una certa postura da combattimento. E Artù
,col sorriso sulle labbra, lo aveva portato a pochi metri dagli altri per
insegnargliela. Lì per lì non ci aveva fatto molto caso. Ma dopo ciò che aveva
appena sentito …
Non dubitava dell’amore di Artù. Questo MAI. Ma sapeva quanto i
suoi ormoni fossero “vaganti” in certi periodi… E in
effetti non stavano insieme in quel senso da qualche tempo…
Strinse forte il vassoio, prese un mazzo di fiorellini di campo
che posò sopra, e con un sorriso benché tirato entrò nel Castello, salì le
scale, ed entrò in camera.
“Buongiorno amore! Ti ho portato la colazione. Spero sia di tuo gradime…”
“Sarebbe di mio gradimento…una
spiegazione.”, lo interruppe Artù, “Anzi, per la precisione…che
tu mi tolga un dubbio.”
Merlino si voltò verso il letto: Artù indossava la sua maglia
bianca leggera, ed era seduto sul bordo del letto stringendo le lenzuola nelle
mani, strette a pugno. Lo guardò con sguardo tra l’interrogativo ed il perplesso, e posò il vassoio sul tavolo.
“Dimmi pure. Sai che sono sempre felice di aiutarti, quando posso e come posso.”
Artù alzò lo sguardo, e lo puntò dritto nel suo.
“Quella ragazza...che abbiamo salvato da quell’uomo.. Quella con
la maledizione, com’è che si chiama..?”
“Freya.”
“Ecco, sì. FREYA.”, sospirò, “Merlino. Voglio che tu sia sincero
con me. Che cosa..c’è tra te e lei? Che tipo di..legame? Ti..ti piace?”, chiese
quasi balbettando.
Lo sguardo di Merlino si fece di puro sbalordimento: non ci poteva
assolutamente credere. Artù gli aveva appena chiesto se…
Se… Come poteva anche soltanto remotamente pensare ad
una cosa simile?!
Dei, se…se gli piace...potrei impazzire…
L’espressione di Merlino si addolcì appena vide quella di Artù:
tentava di tenere i tratti induriti, ma gli riusciva male, e il suo sguardo
rasentava quasi la disperazione. La sua espressione un misto tra la furia cieca
e l’ansia. Era così tenero!! Sorrise. E avvicinatosi al letto si chinò davanti
a lui, spostandogli un ciuffetto ribelle dagli occhi. E incrociò il suo sguardo
blu mare con quello blu cielo del biondo.
“Sei… uno stupido asino reale. Io TI
AMO. Amo TE. Voglio TE. Desidero TE. Non ho occhi che per voi, mio Signore.
Solamente per voi. Mai potrei amare qualcun altro. Vi appartengo interamente.
Mente, cuore, anima…e corpo. Tutto di me è solo e
soltanto vostro.”
Artù lo guardò. Uno sguardo pieno d’Amore. E lo strinse forte a
sé.
“Perdonami. Non intendevo dubitare di te, amore mio.”, disse
baciandogli i capelli con tenerezza.
“Hey. Non domandarmi perdono.”, disse lui sorridendo, “Ricorda:
‘Amare significa non dover mai dire –mi dispiace-‘..”
Artù sorrise, carezzandogli il viso dolcemente come solo lui sapeva fare.
“Ti amo”
E il moro sorrise di rimando, si alzò e, con un valido aiuto da
parte del biondo, lo tirò su in piedi.
“Ti amo anche io.” lo baciò “Su. Hai gli allenamenti tra dieci
minuti. Prima cominci, prima concludi…e torni da me.”
Il Principe gli prese il viso tra le mani e lo baciò di nuovo.
Una. Due. Tre volte. Adorava baciarlo a
quel modo. Dopodiché si staccò, e s’affrettò a cambiarsi dietro il paravento. Mentre
Merlino prendeva la maglia bianca, per andarla poi a lavare. Qualcuno bussò
alla porta.
“Sì?”
“Mio Principe. I Cavalieri vi attendono giù al campo.”
Il sangue di Merlino ribollì nelle vene come l’acqua messa a
bollire: cosa faceva lì Patrick? E perché proprio in quel momento? Poteva
perfettamente immaginare che Artù in quel momento sarebbe potuto essere a
cambiarsi, e che lo avrebbe potuto trovare a petto nudo e magari, anzi, proprio
nudo del tutto… E POI.. Come osava chiamarlo “Mio
Principe” con un tono tanto… tanto…
SDOLCINATO?!?! E poi.. MIO??
Artù fece capolino da dietro al paravento.
“Grazie mille, Patrick. Dì loro che arrivo.”
Lui sorridendo fece un inchino e uscì, lasciando la porta
semi-aperta. Merlino la fissò a lungo, finché le iridi non si tinsero di oro, e
con un pizzico di Magia la chiuse. Anzi,
per la precisione, la sbatté, così forte che per poco non poteva uscire
addirittura dai cardini.
Artù si sporse di nuovo.
“Amore, non c’era bisogno di sbatt…ei.
Che hai?”
Lo sguardo del moro era adesso un misto di cieca rabbia (per non
dire gelosia pura) e perplessità. E adesso era rivolto verso di lui. Lo
fissava. Ma non parlava.
L’ho sentito soltanto io il tono SDOLCINATO con cui ha pronunciato
“Mio Principe”? Oppure…è solo frutto della mia immaginazione? E comunque.. MIO!?
Artù lo guardò per qualche secondo. Poi scoppiò a ridere.
“Merlino, Merlino … Sei geloso! Dei.. Da non credersi!”
Sono lieto che ciò la diverta… SIRE.
Artù allora smise di ridere. E sorrise.
“Andiamo, Merlino…” sospirò “Dei, é …
Patrick. E’ uno dei miei Cavalieri più giovani. È inesperto. E”
“E ti fa la corte spudoratamente!!”, sbraitò lui, “Lo hanno notato
TUTTI, Artù. Tutti quanti a Corte se ne sono accorti. Dai servitori a… Tutti! Soltanto io non me ne ero ancora accorto.”
Artù uscì da dietro il paravento, senza ancora la maglia addosso.
“Guarda che lo so. Ma non ci ho mai dato peso, e continuerò a non
darglielo. E sai perché?”
Merlino sbuffò.
“Perché tanto è soltanto uno dei numerosi Cavalieri che vi fa il
filo, e uno vale l’altro..per divertirsi?”
Il biondo sorrise, guardandolo con amore e avvicinandosi. Dei, quel suo broncio lo aveva
ancora una volta intenerito. Il suo maghetto geloso!
Gli prese il viso tra le mani e lo baciò a stampo.
“NO. Perché amo TE. Merlino di Eldor. Il
più grande Mago di tutti i tempi. TE.
Non desidero altri che TE. Voglio soltanto TE. Posso e voglio amare solo TE.
Nessun altro. TE.”
Merlino sorrise, il cuore gli scoppiava di gioia, e lo strinse.
E fin da subito il loro bacio si colmò sia d’amore..che di
passione.
“A..Artù, devi…”
Lui gli baciò la guancia con dolcezza.
“Dei..ti voglio…”, sussurrò con voce
calda al suo orecchio.
Merlino gettò per terra la maglia sporca di Artù, e attrasse a sé
il suo viso. Baciandolo con passione. Ma anche con amore e dolcezza. A cui Artù
corrispose appieno, scendendo poi sul suo collo,e sciogliere in un istante la
bandana che lo ricopriva. E scese ancora giù, sino all’incavo. Che mordicchiò
con tenerezza,per poi baciarlo. Per ogni morso un bacio. Come a chiedere scusa
d’averlo morso.
Il moro gemette stringendosi a lui, alle sue spalle, attirandolo a
sé e avvicinando i loro bacini.
Dei, fosse stato per entrambi avrebbero chiuso la porta a chiave e
non sarebbero usciti di lì per un paio di giorni!
Amore… Sai che fosse per me ti prenderei ora e subito, ma…
Artù sospirò e si staccò.
“Lo so… Gli allenamenti.”, posò la
fronte contro la sua, “Dei… Quando avremo un po’ di
tempo per noi due, Merlino? Mi manchi da morire.”
Merlino si strinse a lui.
“Mi manchi da morire anche tu, Artù.”, lo guardò sorridendo, “Sono
ottimista. Vedrai che più tardi riusciremo a stare insieme un po’. Anche se per
poco, mi basterà … Mi manca da impazzire stare tra le tue braccia.”
Artù lo baciò con amore, poi lo strinse forte a Sé.
Giuro che non
permetterò che mi sia sottratto del tempo con Merlino.. MAI.
Il mago lo baciò con tenerezza. La sua solita e conosciuta
Tenerezza. E gli sorrise accarezzandogli il viso. Poi si chinò raccogliendo la
maglia bianca sporca.
“Vado. Ho dei doveri da svolgere.. E anche tu,tesoro. Vai.”
Artù sospirò. E uscì andando al campo.
Passò mezz’ora, Merlino andava su e giù per il Castello svolgendo
i suoi soliti doveri, senza contare che alcune persone gli chiedevano di poter
parlare con Artù, oramai il moro era il tramite tra gli altri e il suo giovane
sposo! E così si fermava gentilmente a parlare con loro. Ma dopo quasi un’ora
riuscì a concludere tutto quanto, sia doveri “domestici” che il resto, e
raggiunse Artù al campo.
“Merlino!”
Il Mago riconobbe subito quella voce e, arrivato a bordo campo, si
voltò con un sorriso.
“Ei! Ciao Freya! Come stai,oggi?”
La ragazza gli sorrise raggiante, e lo abbracciò affettuosamente,
abbraccio al quale lui corrispose.
“Oh, benone! E lo devo a te, Artù, Gaius e gli altri. Mille
grazie, davvero.”
“E di che!”, rispose lui, “Lo abbiamo fatto volentieri!”
Due occhi blu cielo si voltarono dietro di sé quando sentì il Suo
nome, e la sua voce. E quando li vide abbracciati, sebbene in realtà non era
che un innocuo abbraccio da amici, il suo cuore venne stretto in una morsa
chiamata GELOSIA.
Freya!! E la sta
abbracciando! Artù. Calmo. E’ un abbraccio da AMICI. E lo sai anche tu. ,ma
l’espressione era infuriata,Dei, ma come fa a
non notare lo sguardo di lei?!?!
“Principe Artù? Artù, tutto bene?”
Il biondo tornò con lo sguardo sui Cavalieri, notando che Patrick
si era avvicinato e gli aveva posato una mano sul braccio guardandolo
sorridendo ma con apprensione. E gli sorrise di rimando,cordialmente.
“Oh, sìsì. Mi scuso. Ero assorto nei miei pensieri.”
“Mio signore”, fece lui, “Se posso permettermi, vorrei… chiedervi un favore.”
“Chiedi pure.”
“Ecco… Potreste insegnarmi ad usare la
mazza ferrata, signore? Non…mi sento molto sicuro
riguardo alla mia tecnica.”
Artù annuì sorridendo.
“Ovvio. Prendi la mazza ferrata. La tua,e anche la mia. Ti insegno
subito”
I due si misero da una parte, mentre Carot sostituiva Artù nel
controllare l’operato degli altri Cavalieri di Camelot.
Freya guardò verso il campo.
“M..Merlino non…è Patrick quello con
Artù?”
Quel nome causò una forte fitta di gelosia nel suo cuore. Proprio
al centro del cuore. Prese un respiro profondo,perché in caso fosse stato
veramente Patrick, avrebbe dovuto mantenere l’autocontrollo. O perlomeno
provarci!
Si voltò. E li vide. Da una parte, Patrick in posizione d’attacco
con la mazza ferrata, e Artù dietro che gli mostrava la posizione più
appropriata.
Non … I miei
occhi non..stanno vedendo ciò che vedono. E’ solo un’illusione. Forse.. Forse è
opera di Viviana. Vuol farmi arrabbiare!
Freya notò il suo nervosismo. E cercò di porvi rimedio.
“Non è come sembra,Merlino. Lo sai che Artù ti adora, ti venera … ti
ama da morire. Più di qualsiasi altra cosa al mondo! Non ti potrebbe mai
tradire. Questo lo sai perfettamente.”
Merlino rise sarcastico.
“Ah no? Ma guarda.. sembra proprio che, al contrario, si diverta
anche a farlo!”, sbraitò alludendo al fatto che ora il Principe rideva assieme
al giovane cavaliere.
Ti stai divertendo, a quanto posso notare.
Artù alzò in quel momento lo sguardo, e vide l’occhiata furiosa
che Merlino gli mandò. Inizialmente pensò bene di avvicinarlo e spiegargli
com’è che stavano le cose, poi però prese sopravvento l’orgoglio Pendragon. Ben
riconosciuto e ‘rinomato” da tutti quanti.
Beh, posso dire lo stesso di TE. Merlino.
Merlino spalancò la bocca dalla sorpresa. E mandò al diavolo la
Telepatia. Senza accorgersene,quasi..
“Che cosa vorresti insinuare?”
E anche Artù non fu da meno.
“Oh, non fare il povero ragazzo inconsapevole e ingenuo. Sai
PERFETTAMENTE a cosa mi riferisco. Anzi, a CHI mi riferisco.”
La ragazza a quel punto rimase scandalizzata, oltre che sconvolta:
stavano litigando PER CAUSA SUA? Ma perché? Poi la rivelazione: che Artù
pensasse che tra lei e Merlino…?
“NO!!”, esclamò.
Merlino, Artù, Patrick e anche il resto dei Cavalieri adesso la
guardavano perplessi. E lei guardava attonita Merlino e soprattutto Artù.
“Non starete litigando per … Mio Principe.”, disse ad Artù, “Non
penserà che tra me e Merlino … ? Non è affatto così! Niente mi lega a lui più
di una forte e profonda, e solida amicizia.”
Merlino guardò lei sorridendo, poi si voltò verso di lui.
“Ecco, visto? IO non ho niente da nascondere. Perché IO non potrei
mai amare nessun altro. Né flirtarci!!”, sbraitò irato.
Alché fu Patrick a restare a occhi
spalancati di sorpresa.
“Co… Non starai mica insinuando..che
Artù flirta con ME.. VERO??!” scoppiò a ridere, “No, Merlino ti prego. Dimmi
che non sei geloso di ME! Non avrebbe alcun senso. Se sono tanto gentile, è per
puro e semplice rispetto. Perché vorrei..essergli amico. Ma niente di più! A me
piacciono le ragazze! In particolare…”
Arrossì come un pomodoro. E così fece…
anche Freya.
No. Non ci credo
…!!, pensò Merlino.
Artù era altrettanto scioccato. In senso buono, ovviamente. E il
suo sguardo si spostò per tre- quattro volte da Freya a Patrick.
Loro… Loro due si sono …
“Vi siete innamorati…”, sussurrò poi
I due sorrisero anche se oramai erano due pomodori maturi, e
annuirono in silenzio guardandosi negli occhi.
A quel punto, Merlino scoppiò a ridere. Una risata più che altro
liberatoria.
E Artù gli andò dietro.
Dei, siamo stati veramente due …
Due idioti.
Carot li guardò, sorridendo, e si avvicinò a Artù.
“Ei, Artù. Vai.”, gli disse, “Per la prossima ora ci penso io a
loro. Vai pure. Ve lo meritate.”
Il Principe si voltò e gli strinse la mano in segno d’amicizia.
Sorridendo.
“Ti ringrazio,amico mio. Grazie di cuore.”
Merlino sorridendo allungò il braccio in direzione d’Artù,
porgendogli la mano. E lui, guardandolo
con amore immenso, la afferrò e la strinse forte. Per poi baciarla teneramente.
Facendo avvampare l’altro come un peperone oramai maturo.
E si diressero verso la loro camera, chiudendo la porta.
“Devo chiederti perdono, Merlino.”, fece Artù sospirando, più di
mezz’ora dopo.
I due erano stesi sotto le coperte, stretti l’uno all’altro.
“Ei.” rispose lui,guardandolo “Sono stato in torto anche io. La
colpa è tua soltanto al 50%.”
Si scambiarono un dolce bacio.
Poi Artù lo strinse a sé attirandolo al suo petto, contro il quale
Merlino con un sorriso felice e soddisfatto si accoccolò. E baciò i capelli
corvini del suo Mago.
“Ti amo, Artù.”
“Ti amo, piccolo mio.”