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Autore: Selenite    08/12/2010    13 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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CAPITOLO 12
Il motivo per cui combattere


Mahel teneva stretti gli occhi chiusi, implorando Lagharta, nel suo cuore, di perdonarla.
Stringeva Saluss forte al petto, nel tentativo di proteggerla dall'attacco della Lilith.
Non aveva paura.
Sentì uno schianto pazzesco, delle dita toccarle sul volto e una voce preoccupata parlarle -Ehi principessina...tutto bene?-
Mahel aprì un occhio, poco covinta, vedendo sfocato davanti a sé il volto di Lagharta -Non richiudere gli occhi Mahel, sveglia Saluss, ho bisogno di lei-
Mahel borbottò qualcosa, non riuscì a far uscire dalla bocca nessun suono di senso compiuto, Lagharta si voltò verso la Lilith continuando ad urlare -Saluss, presto-
Mahel scosse la fatina, mentre i suoi occhi pian piano tornavano lucidi, le dita fredde della ragazza la scuotevano piano nel tentativo di vederle aprire gli occhi.
-Non riesco a svegliarla, Lagharta...-
-Tu continua a provarci!- le rispondeva lui, ansimando, come se stesse spostando un peso enorme. Mahel si decise a guardare davanti a lei.

Ora aveva paura.
La Lilith guardava Lagharta con sguardo astioso, le mani incurvate in una strana posizione inumana, cariche di lampi elettrici e di una minacciosa aura rossa.
Fluttuava nell'aria, muovendo sinuosamente le ali da pipistrello, ogni tanto cozzando le dita velenose contro la lama della spada di Lagharta, che per via del veleno ancora non si muoveva bene.
-Sei totalmente immune ai veleni, ragazzino...- sibiliò lei acida -Un vero fastidio...-
-Spiacente, bellezza- rispose lui parando un colpo della Lilith, che cercava di metterlo fuori combattimento di nuovo con il suo veleno -Ma se mi faccio uccidere c'è una persona che piangerà per me così disperatamente che non avrò mai più il coraggio di parlarle...-
Mahel guardò la piccola Saluss, sorridendo, prendendo nuovamente a scuoterla mentre Lagharta combatteva.
C'era, alla fine lo aveva trovato, qualcosa che per Lagharta valesse la pena combattere.

Saluss aprì gli occhietti, sforzandosi di non richiuderli subito alla luce del sole.
Lo sguardo rasserenato di Mahel la fece sorridere, stanca -Mahel...-
-Shh...non ti preoccupare di niente, Saluss, è tutto ok. Devi aiutare Lagharta, la Lilith è...-
Saluss si alzò in volo, le ali che ancora vibravano languide, nel tentativo di riprendersi. Guardò verso Lagharta e la Lilith, soffocando un gemito di preoccupazione.
-Che cosa è?- chiese confusa.
-La Lilith. Il suo potere- rispose Mahel, preoccupata -Io non...-
-Quello non è un potere di una Lilith- si sbrigò ad aggiungere Saluss, scuotendo la testa -L'unico potere magico di cui sono dotate, e questo lo sa anche Lagharta, è la magia evocativa non elementale...- borbottò lei.
Mahel la guardava senza capire, voltandosi a tratti verso la Lilith, che era tutto fuorchè umana al momento, a tratti verso Saluss, che la osservava piena di domande.
-Mahel...vado ad aiutare Lagharta. Ma presto avremo bisogno di te- e sparì, sfumando nella solita aura rosata.
Mahel non capiva, si sentiva confusa. Le Lilith avevano il potere di evocare? Era l'unico potere magico di cui erano capaci? E allora, non si dava risposte, che cos'era quell'essere dall'aspetto diabolico che le era davanti?

La forza di quella femmina era ciò che di più strano avesse mai affrontato.
I suoi occhi lugubri e spenti, come in trance, pervasi da quelle pagliuzze argentate come gli occhi divini di Mahel, erano oscurati da un'ombra malvagia.
L'essenza di Saluss aveva preso a brillare non appena questa era rientrata dentro la spada, sollevando Lagharta di un poco sulle sorti di quella battaglia.
Doveva farlo, non c'era altra possibilità.
Alzando la spada furioso, urlando per lo sforzo nel movimento, si lanciò con tutta la spinta che aveva verso la Lilith, con l'intenzione di ucciderla.
I suoi occhi andarono per un istante, incosciamente, verso Mahel, che lo guardava con sguardo confuso, come se la scena che stava guardando non la riguardasse affatto.

Che cos'era quella sensazione strana che provava?
Rimorso? Rabbia? Pena?
Perchè, anche se aveva rischiato di essere uccisa, non riusciva a “odiare” quell'essere davanti ai suoi occhi, non più umano?
I suoi occhi...mentre parlava della sua razza, di sé stessa, erano tristi. Malinconici. Era un dolore profondo, quello che provava, l'essere rifiutati, l'essere odiati.
La diversità...qualcosa che lei conosceva bene, in quel corpo che più era il suo.
Si sforzò di trovare qualcosa in quella ragazza, quel demone, o qualsiasi cosa essa fosse ormai, tale da scatenare odio. Ma non ne trovava.
Era semplicemente umana. Imperfetta.
Cercò di trovare allora una motivazione, un perchè al suo comportamento, di sicuro c'era. La rabbia non viene mai sola, questo aveva capito da Lagharta, perciò non era solo il trattamento riservato alle Lilith il problema. C'era qualcos'altro di fondo.
Qualcosa di importante, ne era sicura. Quella tristezza...doveva nascondere qualcosa di molto più personale che una sorta di perverso razzismo.
Mahel si toccò la testa, dove la Lilith le aveva strappato la ciocca, ricordando la tenue luce che avevano irradiato prima di cadere a terra, privi di ogni sorta di potere.
Aveva un'idea.
Ma per attuarla doveva avere l'aiuto di Lagharta. E non era sicura che il ragazzo, orgoglioso com'era, sarebbe stato disposto a dargliene.

-Lagharta!- urlò Mahel da lontano, guardandolo -Ho un'idea!-
-Ne ho abbastanza delle tue stupide idee- ribadì lui, cercando di trattenere la Lilith -Per poco non ci lasci le penne, stai zitta e lascia che me ne occupi io-
-Non la uccidere!- urlò di nuovo Mahel, disperata, le mani raccolte come in segno di preghiera -Ti prego Lagharta, non la uccidere-
-Che cosa diamine dici?! È pericolosa!- urlò lui di nuovo, senza voltare lo sguardo -Guardala, è un mostro!- asserì con astio.
La Lilith alla parola “mostro” ebbe un sussulto, una morsa dolorosa al cuore, i suoi occhi si socchiusero a fessura.
I suoi occhi presero a piangere sangue.

Mostro...essere maledetto...sciagura...
Per tutta la vita chiunque l'avesse incontrata le aveva rivolto epiteti cattivi e immeritati. Lei, che era gentile di natura e dolce di cuore, era finita per cadere nelle tenebre oscure che avvolgevano Gaia, diventando un mostro.
Un demone. Una divinità oscura.
Le Lilith avevano la straordinaria capacità di evocazione, che solitamente apparteneva alle semidee elementali o agli esseri magici antropomorfi, come le ninfe o gli spiritelli della foresta. Ma lei, seppur “umana”, era capace di utilizzare la magia nera e di evocare creature demoniache. La gente la temeva, non riusciva a vedere in lei qualcosa di buono.
Coloro che evocano gli spiriti maligni sono esseri malvagi...mostri della peggior specie.
Alla fine se n'era convinta anche lei.
Scappata dalla casa di suo padre, che l'aveva ripudiata, aveva cercato il villaggio nascosto delle Lilith e aveva dato inizio al suo addestramento.
Aveva rinunciato a tutto, tutto ciò che poteva, per diventare qualcosa per qualcuno. Ma le Lilith, in generazioni di odio, avevano sviluppato un egoismo ed un'indifferenza che le portava ad amare solo una persona per tutta la vita, loro stesse.
Alvexia non era così. Non era come loro.
Lei aveva amato sua madre, una Lilith, con tutte le sue forze. Aveva amato suo padre, fin quando lui non le aveva negato il suo cuore, mandandola via. Li aveva amati fin quanto aveva potuto, non aveva mai provato rimorso per quel sentimento soffice e caldo.
Amore...
Amava Gaia, nonostante questo non ricambiasse il sentimento. Più lei cercava nel suo mondo un luogo a cui appartenere, più questo l'allontanava, la rifiutava, la odiava. E al villaggio delle Lilith, dopo anni interminabili di dolore e di pianto, era stata messa di fronte al monito della sua razza con violenza e amarezza.
Ama solo te stessa.
Ma, per quanto si sforzasse, nascondeva nel suo cuore un terribile segreto. L'amore nascosto per qualcuno che dipendeva da lei e da cui lei dipendeva, che sarebbe morto senza di lei, che l'avrebbe uccisa l'avesse perso.
Non poteva rinunciare all'amore, anche se avrebbe dovuto farlo. Ma questo dimostrava, senza ombra di dubbio, che non era un mostro. Lei ne era convinta.
Forse fu per questo che cedette al pianto.
Finché non sentì quella voce parlare di lei con dolcezza...

-Se pensi questo, Lagharta, anche tu sei un mostro!- urlò lei, vedendo le guance della Lilith percorse da due strisce rosse sangue -L'ho detto ad Alvexia e lo dico a te, brutto scemo. La razza di una persona è una cosa di testa, non di aspetto-
-Sei ammattita?! Ti voleva ammazzare. Guardala bene- continuava ad urlare lui, mentre teneva la spada tratta a tenerla lontano -Dove è la sua umanità?-
Mahel si avvicinò a Lagharta, con sguardo basso, borbottando -Proprio nei suoi occhi...-

Mi sta...proteggendo?” si chiese la Lilith, stupita “Mi sta...giudicando...umana?” si ripetè ancora, aprendo gli occhi verso quella ragazzina umana, senza poteri, che le si stava avvicinando.
Lagharta si frapponeva fra di loro, pronto ad ucciderla se si fosse reso necessario. Non le importava, non adesso. Qualcosa, in quella ragazza...il suo volto, forse, oppure i suoi occhi. Divini, anzi no, umani.
Semplici.
Caldi.
La ferivano.
La rabbia crebbe dentro il suo cuore con violenza, offuscandole il cervello, portandola in pochi secondi ad uno stato di pazzia fulminante.
-Menti!- gracchiò la sua voce, metallica e profonda, rivolgendosi a Mahel -Sciocca ragazzina umana! Cosa ne sai tu dell'umanità, non vedi il tuo aspetto divino? Non hai idea di cosa voglia dire essere guardata in modo diverso per il proprio aspetto. Essere odiati per ciò che si è, anche se non se ne ha alcuna colpa...- sibilò grave, la voce rotta da un sentimento che pian piano la stava uccidendo -Morite, tutti e due!-
Il suo corpo fu avvolto come da fiamme, fredde come il ghiaccio, violacee e rosse, che si espandevano fino a Lagharta, costretto a fare un salto indietro.
La Lilith sorrise acida pensando che, dopo averli uccisi, quel dolore dal petto sarebbe scomparso. Magari per sempre.

-No, fermati, non lo fare!- urlò Mahel facendo due passi verso Alvexia, porgendole la mano -Io posso capirti, voglio capirti...Alvexia!-
Lagharta la prese per un braccio, furioso -Che diavolo tenti di fare? È impazzita, il suo potere deve essere troppo instabile per poterlo controllare a lungo. Rischiamo di mettere in pericolo anche il villaggio-
-Lei ha bisogno solo di qualcuno che l'accetti e la capisca, come te- lo guardò lei, sentendo il freddo pungerle le dita -Per favore, Lagharta...aiutami-
-Aiutarti? A morire?- urlò lui, violento, spingendola indietro e parando di nuovo la spada in avanti -Non posso far altro che ucciderla, è troppo pericolosa-
-No!- Mahel afferrò il braccio di Lagharta, mentre il freddo di quelle strane fiamme iniziavano a farle sbattere i denti -Lagharta, ascolta almeno quello che voglio fare!-
-Lasciami stupida, moriremo- continuava ad urlare Lagharta -Lasciami-
-Saluss, ti prego- sussurrò Mahel immersa nel freddo, con voce implorante -Salviamo Exitio...Laherte...e salviamo anche Alvexia, te ne prego...-
L'essenza della spada iniziò a brillare, Saluss fuoriuscì dalla spada guardando Mahel con occhi dolci -Anche tu...sei proprio come Lagharta...- biascicò sorridendo, scuotendo la testa -Tu mi hai protetto. Ti devo la vita. Farò ciò che mi dici-
-Sono io il tuo padrone, Saluss- disse Lagharta, guardandola torvo -Vuoi dar retta a questa stupida anziché a me?!-
Saluss guardò Lagharta e scoppiò in risa, trattenendo dentro di sé la sgradevole sensazione del freddo che le intorpidiva il corpo -A volte anche gli stupidi hanno ragione. E tu dovresti capire meglio di chiunque altro. Non è vero Lagharta...?-
Lagharta guardò prima la fatina e poi Mahel, pensando la stessa cosa di quando vide per la prima volta le ninfe del Lago del Cielo.
-Femmine...siete tutte uguali. Tutte eroine dei nostri giorni- sbottò lui, tenendo sotto d'occhio le fiamme che Alvexia stava espandendo -Sbrigatemi a dire cosa avete in mente, o ci ritroveremo completamente coperti di ghiaccio-
Mahel sorrise, soddisfatta.
Era una stupida umana, inutile e priva di poteri. Ma c'era qualcosa che solo lei poteva fare e lo avrebbe fatto a costo della vita.

-Tu sei pazza- le sussurrò Lagharta, guardandola con occhi sgranati -Potremmo morire-
-Moriremmo in ogni caso, cos'hai da perdere?- chiese lei, porgendosi davanti a Lagharta e porgendogli i capelli -Per una volta facciamo come voglio io-
-Temo che questa non sarà la prima e unica volta in cui lo sentirò detto, vero?-
Mahel si voltò e lo guardò, limitandosi a sorridere.

Mancava un attimo. Un solo istante e tutto sarebbe finito.
Non appena le fiamme li avessero completamente avvolti, la temperatura sarebbe scesa immediatamente a condizioni impossibili per degli esseri umani.
Fredda morte istantanea. Rapida ed indolore.
Anche troppa clemenza.
Ma la visione della ragazzina che le si avvicinava, saltava scoordinatamente verso di lei e l'abbracciava la distrasse. Sentì il caldo contatto del corpo di Mahel, che rabbrividì per il gelo del suo corpo, eppure continuava ad abbracciarla.
-Adesso Lagharta!- urlò Mahel al ragazzo che l'aveva seguita, tenendo stretti i suoi capelli tra le mani.
Tutto ciò che la Lilith ricordò di aver visto, fu la spada di Lagharta tagliare di netto i capelli di Mahel. Poi tutto venne avvolto da una luce.
E da un piacevole tepore.

Quando la luce scomparve, Mahel e la Lilith erano a terra.
Alvexia aveva ripreso le sue sembianze, stesa a terra con l'espressione corrucciata e gli occhi chiusi, la sua splendida figura umana in posizione composta. Mahel, sopra di lei, era stretta con gli occhi chiusi, in attesa.
No, non era morta. Non le sembrava di essere morta.
Aprì gli occhi e la vide, sotto di lei, il respiro regolare che le increspava il petto a tratti. Si tranquillizzò, abbracciandola di nuovo forte e baciandola sulla fronte.
-Meno male che stai bene...- disse dolce, carezzandole i capelli -Non sei sola-
Lagharta la guardava a pochi passi, borbottando qualcosa a Saluss, con ammirazione -Avrebbe potuto ucciderci tutti, o morire lei, eppure non ha esitato un attimo-
Saluss annuì ridacchiando -L'hai detto tu stesso, è solo stupida. Gli stupidi non hanno paura di qualcosa come la morte-
-Hai ragione- asserì lui, infoderando la spada e accogliendo Saluss sulle sue ciocche di capelli -Sono contento tu stia bene-
Saluss gli afferrò forte le ciocche, annuendo -Si, anche io-

Mahel provò a rialzarsi, si sentiva stranamente debole. Ma riusciva a reggersi in piedi e tanto le bastava.
Prima di alzarsi completamente notò al collo di Alvexia, nascosto parzialmente dai vestiti, un ciondolo abbastanza grande. Un medaglione.
Prendendolo tra le dita lo sentì scattare, il medaglione si era aperto in due. Guardò all'interno e vide una piccola immagine, tonda e sgualcita, di Alvexia ed un ragazzino, entrambi gli occhi rossi.
Non era una foto, forse non esistevano neanche su Gaia, era un piccolo e curato ritratto. Ma era bellissimo e mostrava un sorriso di entrambi, spontaneo e sincero.
Eccola la sua motivazione.
Ridacchiò soddisfatta, facendo cenno a Lagharta di avvicinarlesi -Ho trovato ciò che cercavo. Avevo ragione- annuì lei.
-Che cosa avresti trovato?- borbottò lui avvicinandosi, guardando curioso il medaglione che Mahel teneva a portata d'occhio -Che cos'è?-
-La sua umanità-

Riaprì gli occhi stancamente, portandosi una mano alla testa.
Che confusione...non riusciva a ricordare. Che cosa era successo? Ricordava solo pochi frammenti. Mahel che...l'abbracciava...poi quella luce...e poi il nulla.
Non era morta, si sentiva ben che viva, eppure non riusciva a capacitarsi della situazione. Era su un letto, o almeno così sembrava dalla morbidezza del materiale sotto di lei, delle coperte le avvolgevano la vita.
Voltando lo sguardo di lato la vide, Mahel, il sorriso stampato su quella faccia che non potè che definire idiota, i capelli cortissimi e una mano stretta alla sua -Come ti senti?-
-Oddio che cosa è successo? Che mi hai fatto?- l'accusò Alvexia, scostando la mano bruscamente -Che diamine...-
-I miei capelli sprigionano potere solo se li tagli di netto, non se li strappi- annuì Mahel, un po' delusa del fatto che Alvexia si fosse ritratta così da lei -Per il resto sei solo svenuta, fortunatamente-
-Hai cercato di ucciderci tutti quanti?- ribadì acida, incattivita -Non potevi lasciare che il tuo amico lì mi uccidesse con la spada?-
-Non volevo che tu morissi. Non sapevo neanche che i miei capelli fossero effettivamente magici- rise Mahel, cercando di mantenere un atteggiamento positivo.
Alvexia chiuse gli occhi, sbuffando -Sei irritante-
-Lo so- disse Mahel, abbassando lo sguardo -Però volevo salvarti-
-E perchè mai?- continuava ad aggredirla con la voce, sperava che se ne andasse e la lasciasse sola, la abbandonasse, dandole del mostro -Cosa ti dà il diritto di preoccuparti di una come me?-
-Ciò che hai al collo è una buona motivazione- rispose Mahel guardandola negli occhi, aspettando un incontro che avvenne immediatamente.
Alvexia spalancò gli occhi, terrorizzata -L'hai...l'hai vista?-
-Si- annuì Mahel, riempiendosi di dolcezza -Chi è quel ragazzino?-
-Niente che ti riguardi!- rispose Alvexia sbrigativa, alzandosi di scatto a sedere e prendendola per la maglia -Non dovevi permetterti-
-Mi dispiace- chiese Mahel abbassando di nuovo lo sguardo, triste -Io volevo solo...capirti. I tuoi occhi sono molto più umani di quanto non lo siano i miei...- aggiunse, guardandola dispiaciuta -Pensavo che doveva esserci un perchè. E c'era. Ma non erano affari miei-
-Già, non lo erano. Ma dopotutto tu pensi di capire qualsiasi cosa di Gaia e di me, non è così?- prese a urlare Alvexia, scuotendola -Cosa ne sai tu di me?-
-So cosa vuol dire...essere odiati per il proprio aspetto. I miei primi giorni con Lagharta sono stati all'insegna dell'odio, proprio perchè non ero “umana”- rispose Mahel, ridacchiando, come se la cosa non la riguardasse più -Ma visto che potrei anche non essere ciò che pensa Lagharta, ho iniziato a combattere. E non mi arrenderò finchè lui non vedrà in me ciò che sono realmente-
Alvexia lasciò la presa sulla maglia della ragazza. I suoi occhi erano così...così belli. Limpidi e cosparsi di pagliuzze argentate, un simbolo di sopraelevatezza alla razza umana, lei le possedeva in forma di demone. Ne parlava con amarezza, come se non fosse contenta di quella situazione -Ti adorano come una divinità protettrice. Nessuno ti odia, perchè non sei soddisfatta-
-Perchè non sono io- rispose Mahel, seria -Il mio aspetto non rappresenta ciò che sono. Non voglio venire amata per il mio aspetto, ma per ciò che si cela nel mio cuore. Non è questo ciò che vogliono tutti? Essere amati per ciò che si è?- le chiese Mahel.

Era proprio...ciò che aveva sempre pensato.
Lasciare da parte l'aspetto fisico e mantenere solo il suo nome, Alvexia, che nell'antica lingua di Gaia significava “rubino prezioso”. Sua madre le aveva dato quel nome non appena i suoi occhi si erano colorati di rosso, condannandola ad una vita come Lilith.
Alvexia aveva sempre amato quel nome, quel gesto dolce che sua madre aveva fatto per lei. L'unico gesto d'amore che avesse mai ricevuto, lo doveva a sua madre.
E adesso, davanti a lei, c'era chi le offriva una seconda occasione...

-Io...- borbottò Alvexia, un occhio nascosto dal ciuffo che ora le ricadeva davanti gli occhi -Io non...non sono umana. Sono una Lilith. Hai visto ciò che posso fare-
-Ho visto. E va bene così- ribadì la giovane, alzandosi in piedi -Senti...non so le tue motivazioni, e tu non vuoi dirmele. Mi sta bene. Ma io sono disposta a...darti il mio aiuto, se vuoi, a capirti. Se me lo permetti. Basta solo che tu dica di si-
Alvexia guardò verso Mahel, che si era avviata verso la porta -Alvexia...vorrei che accompagnassi me e Lagharta al Tempio di Vie. Vorrei che mi spiegassi le tue ragioni. Vorrei che tenessi di più alla tua vita di quanto non vi abbia tenuto fino ad ora. Se verrai con noi, Lagharta ha promesso di non ucciderti. In caso contrario, prima di ripartire per il nostro viaggio ti inseguirà e ti ucciderà. Sono conscia che lo farà- sbuffò, ansiosa -Vorrei che decidessi se vale la pena...approfittare di questa seconda occasione, oppure buttare la tua vita. Pensaci. Aspetteremo 10 minuti davanti alla locanda. Se non arriverai Lagharta...- non finì la frase, guardando la Lilith con sguardo implorante -Vieni con noi-
La Lilith voltò il capo dalla parte opposta, senza proferire parola. Mahel abbassò lo sguardo triste, come se sapesse come sarebbe andata a fine, chiuse la porta.
La lasciò sola a decidere. Fidarsi di lei...o morire.

Uscita dalla locanda, Mahel guardò Lagharta con occhi imploranti -Anche se ti chiedessi di non farlo, tu non mi ascolterai, vero?-
-No- rispose secco lui -Abbiamo un patto-
-Si...- rispose lei abbassando lo sguardo, dirigendosi verso la staccionata di legno dove aveva lasciato sfogare Saluss.
La fatina la seguì, rassicurandola -Andrà tutto bene-
-Se non mi avesse dimostrato umanità, non avrei mai...chiesto a Lagharta niente- sbuffò Mahel toccandosi i capelli -Mi dispiace Saluss, niente più pranzo-
-Ti ricresceranno in meno di 3 giorni, tranquilla- disse tranquilla lei, toccandole il collo con le manine piccole -Se i tuoi occhi han visto bene, lei arriverà-
-Si...- borbottò di rimando la giovane, dondolando le gambe, amareggiata -Spero tanto di aver visto bene...-

-Mahel, andiamo- la esortò Lagharta dopo neanche 5 minuti, sbrigativo.
Mahel voltò la testa verso di lui, come volesse chiedere una proroga, vedendo la Lilith accanto al giovane con lo sguardo poco convinto. Il suo volto si illuminò di un sorriso.
-Non assicuro niente. Mi riservo di pensarci per un pò- rispose questa, arrossendo, comportandosi finalmente come una ragazza normale.
Mahel annuì, trotterellando verso di lei, inciampando e ridendo. Felice.
La Lilith e Lagharta si guardarono, Lagharta scoppiò a ridere. La Lilith invece abbozzò un sorriso timido, scuotendo la testa. Si avvicinò a Mahel e le prese la mano, aiutandola a rialzarsi.

Sarebbe stata dura, avrebbe dovuto sforzarsi.
Ma quello sguardo rivolto verso di lei era puro e innocente, e voleva accettarlo.
Avrebbe combattuto per essere accettata. Perchè anche lei, dopotutto, non era nient'altro che un essere umano.



***

Stavolta niente dediche particolari, è tardissimo e sto cercando di aggiornare presa da un raptus maniacale. Provvedo subito ai RINGRAZIAMENTI, spero di non diventare troppo brusca xD
Genis: nii-nii, ecco qua. La Lilith è una trota, ma non proprio trota. Dopotutto l'umanità è imperfetta e imprevedibile, e come vedi non c'è niente di più imprevedibile della scelta di Mahel di portarla con sè. Come si comporterà la trota? Vedremo. Per adesso ti mando un bacio, grazie di essere sempre con me a sostenermi =*
fruttina89: Mahel un pò di fiducia in se stessa ce l'ha, deve solo trovare il coraggio di tirarla fuori. E si, anche io ero un pò arrabbiata con Lagharta, ma in questo capitolo si è fatto perdonare, dai. Ha dato retta a Mahel anche se poteva fare come voleva, il ghiaccio si scioglie. Chissà cosa farà la nostra adorata pulzella dagli occhi divini e dalla testa volante xD e dalla scoordinazione pazzesca, oserei dire. E cosa farà la Lilith? Beh, spero che rimarrai con me abbastanza da scoprirlo. Ti mando un bacione grande grande e grazie per le tue sempre DOLCISSIME parole =*
Lete: sono contenta che la dedica ti sia piaciuta ^-^ e come vedi si, qualche potere, anche se piccolo, lo ha anche Mahel. Non è proprio del tutto incapace, deve solo...come dire...mettersi d'impegno un pò più degli altri. E poi è impedita, diciamocelo, inciampa più lei che uno con i lacci delle scarpe a terra. Povera Mahel. Probabile che nel prossimo capitolo dia il meglio di sè in altri atteggiamenti da anti-eroina da storia fantasy. Non so dove mi porterà scrivere di lei, ho perso polso su quella ragazza .__. troppo indisciplinata da controllare. Grazie delle belle parole ^-^ spero di rivederti al prossimo capitolo. In attesa, un grande grande bacio anche a te =*
Milou_: spero che non sia troppo tardi, ho aggiornato il prima che ho potuto ^-^ come vedi stanno tutti bene, per adesso, vedremo se la Lilith combinerà qualche scherzo d'ora in avanti. Come ripeto sempre, non ho forza sui miei personaggi, loro fanno ciò che vogliono ed io scrivo. Bah .__. se prima Mahel mi avesse chiesto il permesso per la Lilith, magari...avrebbe dovuto, nell'idea originale, aggiungersi al gruppo taaanto tempo dopo. Ma a quanto pare è così che va, quando i tuoi figli sono troppo testardi per darti ragione. Io mi limito a scrivere, e sarà come sarà. Anche a te rinnovo i ringraziamenti per le parole bellissime, ti mando un bacione e di nuovo tanti auguri (le vacanze ormai ci sono eh!!!) e ti aspetto al prossimo capitolo =*
Lirin Lawliet: carissima!!! Contenta di vederti ancora qua, alle prese con questa piccola storia. Le scene di combattimento non sono mai state il mio forte, anche qua si nota: tendo a interrompere il momento dell'azione, è perchè sono poco abituata. Ma ci sto mettendo la testa, spero di migliorare. Perché quando arriverà la Guerra, sennò, sarò in serie difficoltà °-° ma ci sono ancora un pò di capitoli, spero di arrivarci con un buon tempismo. Grazie delle sempre belle parole, sii spietata quando vuoi (ebbene si, son anche masochista, ma le tue precisazioni mi han fatto comodo alla fine e sto cercando di farci attenzione, per quanto sia possibile farlo all'una di notte xD) che io sono un tipo coriaceo. Spero di rivederti al prossimo capitolo. E, nel frattempo, ti meriti un bacione =*
Fairy_chan88: oddio xD ormai l'hai tarchiata come befana, povera Alvexia. Dì la verità, qua hai cambiato un pò idea su di lei, dai dai >.< è così carina! E comunque si, ci sono tanti aspetti di lei che conosceremo con il tempo, quanto tempo dipende da lei e Mahel. Più si aprirà con Mahel, più le racconterà di ciò che sente il suo cuore, più ci farà partecipi della sua vita. E scopriremo tutto quanto. Comunque tu qualcosina di lei in più sai, perciò...acqua in bocca! Mi dilungo poco, sai a che ora sto postando, quindi ti abbraccio *strizz* e ti rimando al prossimo cap =*
Dust_and_Diesel: uuuh grazie di aver trovato il tempo!!! Questo aggiornamento ancora più veloce dovrebbe esserti gradito, prima o poi so che riuscirai a leggerlo ^-^ e mi dirai cosa ne pensi. Un qualcosa lo dico, nel senso che son state le ninfe del Lago del Cielo (e se ti ricordi, dicevo che Lagharta ha di loro uno spaventoso ricordo) ed è legato al fatto dei veleni. Ma essendo il prescelto di Saluss è stata una tappa obbligatoria del suo allenamento, che si è composto di prove atroci da superare. Neanche lui ha avuto vita facile u.u comunque sia, grazie. In realtà la scena di combattimento è quella che mi ha portato via più tempo, per il semplice fatto che SO di esserci negata. Che poi sia riuscito è tutto di guadagnato, anche se rimango legata agli aspetti psicologici dei miei personaggi, più che l'azione. Difetto di fabbricazione, che ci vuoi fare. Aspetto con ansia un tuo parere e novità per tutto ^-^ è sempre un piacere parlare con te, lo sai. Intanto ti abbraccio forte e ci vediamo al prossimo cap (o ci sentiamo prima su msn xD) un bacione =*
Grazie speciale a Luca, che legge Lagharta per farmi un piacere ma che, ormai, ha affettuosamente cresciuto un sentimento d'affetto per Mahel. Grazie per aver permesso di far parte della tua vita la mia figlioccia imperfetta e, naturalmente, me. Grazie di essere ancora al mio fianco, nonostante le brutte parole e le discussioni. Grazie di non avere ancora lasciato la mia mano <3
Grazie alle 16 persone che hanno aggiunto la storia alle preferite, le 15 che l'hanno nelle seguite e la persona che l'ha in quelle da ricordare.
Siete tutti meravigliosi e meravigliose ed io vi adoro dal più profondo del mio cuore <3
Alla prossima, Selenite
  
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