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Autore: itsmemarss    08/12/2010    1 recensioni
(…) Quando ti risvegli nella devastazione, quando aspetti sul bordo del nulla, con il caos che piove giù come fuoco, l’unica cosa che ti resta da fare è piangere, invocare aiuto. Perché sei solo, perché hai paura, e non puoi fare altro. Fu l’unica cosa che mi riuscì, quando con mani tremanti raggiunsi il suo corpo inerme. La gamba sinistra era piegata in una posizione innaturale, mentre le mani si stringevano convulsamente intorno alla ferita al fianco. (...)
Ellie, Gale, Liam e Joleen. Quattro destini collegati tra loro. Un piano che cambierà totalmente il loro mondo e quello di tutti gli altri abitanti della Terra. Ma tra intrighi e bugie, nessuno di loro è immune al caos. Soprattutto quando a crollare è il muro di certezze che uno si è costruito intorno a sè. Nessuno può fidarsi più di nessuno. Non più.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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04
(helium)


Ben presto l’aquila abbandonò la sfida e slittò verso il basso, fendendo l’aria con le grandi ali. Dopo pochi minuti, era già scomparsa dalla mia vista.
Mi staccai dal vetro e sospirai: era venuto il momento delle domande. Mio padre lo capì senza nemmeno che ci fosse bisogno di dirglielo. Sorrise mesto e mi fece cenno di sedermi sul letto, mentre lui prendeva posto sulla sedia. Gale rimase in disparte, appoggiato al muro della cella.
Rimanemmo tutti in silenzio per un po’, prima che papà prendesse un bel respiro e si decidesse a parlare.
<< Vedi Ellie… conosci le storie che girano sul Mondo Passato? >> mi chiese e annuii.
<< Ecco, come ben sai, tremila anni fa la Terra si ritrovò sull’orlo della fine: guerre nucleari e piogge acide avevano ridotto la popolazione a meno di un milione in pochi anni, la crisi finanziaria aveva gettato i governi nella bancarotta e le malattie imperversavano laddove i cataclismi avevano risparmiato i pochi. Ci ritrovammo tutti sull’orlo di un precipizio senza fine – quello del caos – ed era stata solo colpa nostra: l’indifferenza verso i segnali che la Natura ci aveva dato, l’avidità dei ricchi nei confronti dei poveri. Ma nessuno era pronto a morire, di chiunque fosse la colpa, e così migliaia di persone si misero a pregare per una salvezza divina, convinti che qualunque Dio potesse esistere ci avrebbe risparmiati. Al contrario, arrivò il Consiglio, guidato dal Presidente Snow con la promessa di aiutarci. In poco tempo costruirono città enormi, laboratori dove l’uomo potesse imparare a sconfiggere qualunque virus esistente, persino la loro tecnologia, sviluppata al limite del possibile. Quando ci dissero che in cambio di tutto avremmo dovuto sacrificare la nostra libertà… beh, nessuno si oppose, sapendo che facendolo tutto sarebbe tornato come prima. Fu allora che cominciò il loro dominio, così come lo conosciamo oggi. Sotto il quale i poveri non hanno diritti e i più deboli sono condannati a morte certa. Mentre i più forti riescono a sopravvivere e ad arricchire il proprio potere a discolpa degli altri… >> una smorfia accompagnò quelle parole di accusa, prima di scomparire in un’espressione impassibile: solo gli occhi sembravano vivi, persi in quel racconto.
<< Ma in qualcosa il Consiglio sbagliò, pur perfetto che fosse. Anche quasi tre millenni fa, qualcuno si oppose: un gruppo di famiglie decise di rifiutarsi di appoggiare un potere che non tollerava. Il Consiglio, convinto che ben presto sarebbero morti senza il loro aiuto e sostegno, li lasciò liberi di fare quello che volevano della loro vita. E così fecero >>
<< Portandosi dietro le loro cose – mobili, ricordi e tutto ciò a cui tenevano e pensavano che fosse importante – trovarono rifugio fuori le Mura, sottoterra, in alcune caverne naturali >>
<< Fu proprio lì che, tre anni fa, incappammo noi: la nuova Resistenza, convinta di potersi ribellare al potere del Consiglio e di quel sadico di Snow. Fui io a radunare altre persone che la pensassero come me, compresi i genitori di Gale… >> si voltò verso di lui, sorridendogli riconoscente.
<< Ma qualcosa andò storto, forse una spia, forse perché troppo pochi. Fatto sta che ci presero, dal primo all’ultimo, e ci sbatterono in prigione come assassini, sebbene il nostro unico errore fosse solo quello di pensarla diversamente dal nostro governo >>
<< Qualche giorno dopo ci attese il nostro processo. Nessun avvocato fu tanto coraggioso da prendere in mano la nostra causa, spaventato dalla possibilità di venire punito anche lui, e fummo riconosciuti colpevoli dal Tribunale Superiore >>
<< Spediti fuori dalle Mura, girovagammo in tondo per ore, senza capire molto della nostra posizione e situazione. Non avevamo cibo, né acqua. Sicuramente saremmo morti nel giro di pochi giorni. Poi incappammo in Loro >>
<< Era all’incirca una quindicina, tutti armati con strane armi. Quello che sembrava il loro capo, ci guardò attentamente, prima di decidersi a fidarsi di noi. Alla fine, però, ci sorrise e si presentò come Kato, capo della guardia di Helium. Non sapevamo cosa pensare di loro, ma non potevamo far altro che fidarci e seguirli >>
<< Ci portarono sottoterra e ci fecero percorrere diversi labirinti di cunicoli stretti e bassi, prima di arrivare finalmente a un grosso dirupo. Sopra di noi non c’era che il vuoto per migliaia di metri, prima del soffitto di rocce, mentre sotto ci aspettava sicuramente il vuoto totale. Ma sbagliavamo a pensarla così, perché non appena tentammo di chiedere spiegazioni, avvenne il miracolo >>
<< Kato emise un suono prolungato dalla bocca, quasi un fischio, ma molto più modulato e complesso. Era un segnale. Qualche minuto dopo, una luce fortissima accecò i nostri occhi ormai abituati all’oscurità. Quando ci riprendemmo, davanti a noi appariva Helium, la città Sotteranea >>
<< Dovevano viverci all’incirca un migliaio di persone, vista la moltitudine di tetti. Le strade, illuminate da tanti lampioni, erano gremite di gente. Nessun grattacielo, solo costruzioni e abitazioni di massimo due piani >> non riuscivo a staccare gli occhi da mio padre, presa com’ero da quella storia, il resoconto della sua vita dopo la condanna.
<< Scendemmo, percorrendo una piccola scala attaccata al muro di pietre. Arrivati in fondo, notammo come Helium fosse diversa da qualunque città aliena che potessimo aver visto. L’uso dell’acciaio non era stato necessario: più frequenti i mattoni, la pietra e il legno. Anche il ferro >>
<< La gente poi era totalmente diversa: tutti sorridenti e felici. Nessun Invisibile ai lati delle strade, abbandonati come rifiuti. No, li sembravano conoscersi tutti, tanto che si salutavano per strada dandosi pacche affettuose sulle spalle, come fossero vecchi amici. Niente di tutto ciò sarebbe accaduto a Pandora >>
<< La tecnologia, pur non essendo aliena, era comunque molto avanti: un esempio, erano i lampioni. Funzionavano senza bisogno di cavi elettrici. Così come la scienza. C’erano ospedali gratuiti, senza bisogno che si pagasse per venire curati; drogherie, dove poter acquistare qualunque cosa a prezzi ragionevoli; librerie, dove i libri non erano sottoposti a censure e controlli. C’erano persino dei giornali, distribuiti qua e là ai margini delle strade. Li riconoscemmo per via delle leggende che circolavano, ma nessuno di noi aveva mai visto la carta. Soltanto le pagine elettroniche dei libri o gli schermi digitali per informare la popolazione di quello che accadeva ogni giorno >>
<< Dopo un breve giro per la cittò, Kato decise che fosse il momento d’incontrare colui che stava al vertice di Helium, che governava senza opprimere, che faceva in modo che tutti fossero contenti. Così ci guidò lungo la via principale, un largo vialone in salita, che portava a un maestoso palazzo in stile vittoriano. Era in mattorni rossi, con le finestre bianche. Non ci fu bisogno di bussare, perché la porta venne aperta da due paggetti non appena salimmo un paio di gradini. All’interno il palazzo era ancora più maestoso. I soffitti erano finemente lavorati e ovunque splendeva una piccola luce artificiale. C’era però qualcosa che la rendeva poco aliena e molto calda. O forse era solo una nostra impressione. Quando Kato ci lasciò davanti a un’altra porta, dopo aver salito le scale, bussammo con timore. Avevamo paura di esserci sbagliati, che avremmo trovato un altro dittatore e che quelle persone che avevamo incontrato, in realtà stavano solo recitando un copione. Ma ci sbagliavamo, soprattutto sul pensare che a capo di Helium ci fosse un lui >>
<< Perché ad accoglierci nel suo ufficio, fu una donna. Doveva avere sui cinquantacinque anni, ma manteneva ancora una certa bellezza. I capelli biondi erano tagliati in un caschetto morbido e gli occhi blu erano leggermente truccati di nero. Indossava un abito non troppo attillato, con le maniche a mezzo braccio e lungo fino alle ginocchia. Sembrava quasi che fosse fatto di piccoli fiocchi di neve, sebbene in realtà fosse solo semplice stoffa color crema. Ci sorrise gentile e ci fece segno di accomodarci. Si presentò come Sarro Withfield, responsabile di tutte le decisioni di Helium. Scoprimmo più tardi, sempre da Kato, che era anche pro, pro, pro eccetera nipote del primo capofamiglia della vecchia Resistenza. Naturalmente era solo un dettaglio irrilevante >>
<< Ci chiese chi fossimo e perché eravamo lì, così gli raccontammo quello che era accaduto, non dimenticandoci di parlare del Consiglio e di quello che aveva fatto negli ultimi tremila anni. Lei ci ascoltò attentamente, annuendo e aggiungendo commenti di critica qua e là. Quando ebbi finito – fui infatti io a prendere la parola – non si preoccupò di dire quello che pensava sul Consiglio e sullo stesso Snow – che definì ‘volgare essere verde’ – procurando l’ilarità di tutti. Finalmente si era accesa una speranza in tutti noi >>
<< Ci offrì asilo e ufficializzò la nostra appartenenza al gruppo della Resistenza di Helium, che non era certo scomparsa dopo l’arrivo nelle grotte. Anzi, aveva avuto modo, in tutto questo tempo, di crescere e sviluppare un piano. L’unica cosa che mancava era una dettagliata descrizione di Pandora e del Palazzo di Giustizia, che avevamo fornito noi >>
<< In questi tre anni, non abbiamo fatto che progetti su progetti e alla fine siamo arrivati a un piano perfetto. E in questo piano siete compresi anche te, Ellie, e Gale >> terminò così il suo monologo e ci guardò entrambi, sorridente e pieno di speranze.
Gale rispose con un cenno della testa e ricambiò il sorriso. Io d’altra parte, ero rimasta sconvolta da tutte quelle novità. Chi l’avrebbe mai pensato che sottoterra ci fosse un’altra città, per di più pronta a lanciare guerra contro il Consiglio. Erano un bel po’ di cose da digerire tutte in una volta sola, ma non potevo dire di no. Papà aveva riposto così tanto in me – riuscivo a vederlo soprattutto dal suo sguardo – che non riuscii a dire di no.
<< Va bene… >> biascicai, guardando prima mio padre e poi Gale, il quale mi sorrise di conforto.
Papà scattò in piedi subito dopo, allungando un pugno verso l’alto e parlando al soffitto della cella. << Ottimo! Finalmente il Consiglio avrà quello che si merita. Sentirà tutta la disapprovazione e la rabbia di Pandora in una volta sola >> esclamò, contento come non lo avevo mai visto. Beh, eccetto quando tornava a casa e il suo sguardo si posava su mia madre. Era lo stesso.
Nel vederlo così, non potei fare a meno di sorridere anch’io: finalmente realizzai che ci fosse la possibilità di cambiare veramente le cose.
Ma prima che potessi dire o fare altro – ovvero abbracciare sia lui, che Gale – qualcuno entrò veloce nel corridoio dell’aereo e ci raggiunse a grandi passi, sbattendo qualunque porta che incontrasse.
Qualche secondo dopo, mi ritrovai a fissare una faccia sconosciuta.

   
 
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