A Freddie Mercury,
perché la sua musica è semplicemente poesia.
A Fede, semplicemente perché non ha smesso di starmi
accanto,
e a voi tutti che continuate a leggere tutto ciò che
scrivo.
A tribute to
Bohemian Rhapsody
«Is this the real life?
Is this just fantasy? »
Realtà
o fantasia?
Una
striscia sottile che le divide, cristallo fragile sulle dita.
Tutto
crolla sotto il peso di una pistola puntata alla tempia, mille specchi che
s’infrangono nello stesso istante imprigionando la figura di un uomo senza
identità.
Catturare
l’istante esatto in cui il cristallo s’infrange al suolo frantumandosi; quello
sarebbe stato fantastico.
«Mama,
just killed a man,
put a gun against his head
Pulled my trigger, now he's dead, mama»
Una
confessione, un silenzio prolungato, nella quale tutte le parole sembrano
svanire come goccioline d’acqua che evaporano al sole.
L’amore
non dovrebbe essere libero?
Un
fiore in primavera delicato, fragile, un vetro crepato nel mezzo.
Un
uomo che in cuor suo spera di non esser nato quel giorno, di non essere un
altro fragile burattino nelle mani della vita.
Una
confessione, gelo nelle ossa, desolazione che silenziosa si fa largo in un
cuore in silenzio.
“Amo
un uomo” - le tre parole più difficili pronunciate in tutta la sua vita, gocce
di sangue sputate su una superficie trasparente e pulita.
Ma
in fondo cos’è l’amore?
Cos’è
l’amore se non si è liberi di viverlo appieno?
Diventa
semplicemente quell’utopia che vive nel cuore di chi spera in un domani senza
pioggia, senza vetri infranti, senza sangue che cola continuamente e non cessa
il suo lento macchiare un tessuto.
Uno
sparo, silenzio.
Cristallo
che s’infrange fragorosamente, schegge che volano.
Una
maschera che crolla rivelando il volto che speranzoso si celava.
Scappare nella fantasia, annegare nei
pensieri.
«Life had just begun,
but now I've gone and thrown it all away
Mama, oooh»
La
vita è appena iniziata, fiore sbocciato in primavera, vivido e voglioso di vivere,
farfalla colorata che assapora l’aria per la prima volta.
« Anyway the wind blows, doesn't
really matter to me, to me»
Mamma
andiamo avanti, con il sole puntato in faccia, un microfono per poter cantare,
un cuore per poter amare, non abbiamo bisogno di nient’altro, da qualsiasi
parte andrà il vento noi la seguiremo, perché siamo liberi e persi in questa
immensità che lentamente ci avvolge o ci schiaccia.
« Never let you go - Let
me go, never let me go, oooh»
Suoni
di tamburi, una batteria.
Sono
le porte del paradiso?
« Open your eyes,
look up to the skies and see»
Una
confessione, apri gli occhi e vieni a vedere com’è il mondo fuori da qui, in
alto o in basso, non importa cosa faremo.
Vetri
che s’infrangono sulla pelle, incidendo ferite indelebili.
Ferite
che pungono più delle spine delle rose, più di una lama che trapassa la pelle, più
di un ago che recide la pelle lentamente.
«Bismillah no, we will not
let you go - Let him go »
Mille
voci che si uniscono in un turbine di emozioni, vorticando salgono verso
l’infinito.
Voci
che urlano all’unisono, si intersecano come mille e sottili nastrini argentati,
raggiungono le altitudini maggiori e precipitano.
Un
lento precipitare nel vuoto, sotto il buio, sopra il cielo, farfalle che volano
nel cielo dipinto di turchese chiaro,
all’apparenza un lago ghiacciato dove specchiarsi.
«So you think
you can stone me and spit in my eye
So you think you can love me and leave me to die»
Amare
e lasciar morire?
Amare
e uccidere?
Dev’essere fantasia questa, specchi che si ergono fino alle
porte del paradiso, lame sottili e pungenti.
Note dell’autore:
Ho cercato di
dare un’interpretazione personale a certe parti del testo.
Ho seguito
moltissimo la musicalità della canzone, ispirandomi.
Se qualcuno
volesse delle spiegazioni sulle singole parti non esiti a contattarmi.
Hope you like
it,
persa in questo
oceano mare
Aqua.