Destini intrecciati
Capitolo 15: Inuyasha
Era
da due giorni che
viaggiavamo sul dorso del drago, con meta il villaggio di Musashi.
Certo
che la vita è proprio
strana…
Poche
settimane fa eravamo
partiti dalla nostra terra natale, diretti verso l’Italia e
adesso abbiamo
fretta di tornare indietro.
Kagome
poche ore fa si era
finalmente svegliata e aveva incominciato a creare seri problemi
persino al
drago, che aveva avuto difficoltà a mantenersi in volo.
Così, anche con il
permesso di Sango, le avevamo dato una potente dose di glibine, una
sostanza
simile al tranquillante, e la ragazza era ripiombata nel sonno
più assoluto.
Quando
scese nuovamente la
sera, la giovane sterminatrice si prese la briga di uscire dalle nostre
sacche
le ultime scorte di cibo rimasto. Fece per darmene una ma rifiutai
gentilmente
l’offerta, giustificando la mia scelta con il fatto che loro
erano esseri
umani, e che avevano più bisogno di energie di me.
Poi,
distrutti - anche senza
aver fatto nulla di altamente stancante – si erano
addormentati immediatamente.
Tsè…
come sono deboli questi
umani!
Basta
così poco per metterli
K.O.…
Depositai
un ultima carezza
affettuosa sulla testa del drago e mi alzai dalla mia solita postazione.
Incominciava
a fare
decisamente freddo.
Presi
una coperta e la
posizionai silenziosamente sopra i corpi dei miei amici addormentati.
Poi
ne presi un’altra e la
avvolsi attorno al corpo di Kagome.
Così,
disteso tranquillamente
verso la coda della creatura, decisi di osservare il bellissimo cielo
stellato
della notte.
Ancora
un giorno di viaggio e
saremmo arrivati a destinazione.
Ero
sorpreso di quanto poco
tempo avessimo impiegato per fare dietrofront.
Avevamo
impiegato una
settimana anche solo per arrivare ‘nelle vicinanze’
dell’Italia e invece il
drago per ritornare indietro aveva impiegato solo due giorni!
Davvero
notevole.
Non
ringrazierò mai
abbastanza quel vecchio per averci aiutato.
Sono
sicuro che le cose
finiranno per il meglio questa volta.
Siamo
nelle mani della
vecchia Kaede e noi ci fidiamo molto di lei.
Soprattutto,
la vita di
Kagome è nelle sue mani.
Se
non dovesse tornare
normale cosa succederebbe?
Io,
senza ombra di dubbio,
rimarrò lo stesso al suo fianco… ma lei per
esempio non potrebbe più vivere al
villaggio.
Sarebbe
troppo pericoloso per
tutti i suoi abitanti.
E
gli altri?
Come
si sarebbero comportati?
I
miei pensieri vennero
interrotti da lievi mugolii, simili al verso di un gatto che si lamenta.
Mi
guardai intorno e solo
dopo mi accorsi che provenivano da Kagome.
Mi
alzai e mi avvicinai alla
ragazza, che emetteva ancora quei piccoli lamenti.
La
guardai con tenerezza.
Aveva
i neri capelli
profumati scompigliati, gli occhi chiusi e le labbra schiuse in una
piccola
smorfia.
Il
suo corpo tremava.
Solo
dopo realizzai che doveva
sentiva freddo, nonostante fosse avvolta ben bene sotto la soffice
coperta.
Le
accarezzai il viso e le
sfiorai le mani, confermando una volta per tutte i miei sospetti.
Aveva
la pelle e le mani
gelide.
La
presi delicatamente in
braccio, dirigendomi verso il luogo dove mi ero disteso poco prima.
Mi
slacciai semplicemente la
parte superiore del mio Kariginu e avvicinai la testa di Kagome al mio
petto
caldo.
Poi la strinsi dolcemente in
un abbraccio
protettivo.
La
ragazza smise di tremare
e, come se fosse cosciente delle sue azioni, si accoccolò
meglio contro il mio
petto come a cercare la posizione più comoda possibile.
Sorrisi
senza accorgermene e
la strinsi un po’ di più.
Com’era
bello sentire Kagome
così vicina…
I
miei pensieri andarono
subito alla dolcissima notte del nostro bacio.
Già,
il nostro bacio, un
qualcosa di così meraviglioso che mi aveva spedito
immediatamente in Paradiso.
Non
scorderò mai il sapore
delle sue labbra rosee.
Così
delicate, morbide,
carnose…
Il
mio sguardo andò a finire,
senza che lo volessi, proprio alle sue labbra e desiderai ancora
poterle
sentire contro le mie.
Ma
dovevo trattenermi.
Non
potevo farlo, almeno non
proprio ora.
Chinai
leggermente la testa e
le depositai invece un piccolo bacio in fronte.
Lei
sorrise inconsciamente nel
sonno.
Infine
chiusi gli occhi
anch’io, rilassato nel sentire il dolce battito del suo cuore.
La
mattina dopo Sango, Shippo
e Miroku mi avevano trovato abbracciato alla ragazza.
“Inuyasha
non me lo sarei
proprio aspettato da te” disse Shippo, annuendo fra
sé e sé.
“Inuyasha,
dammi subito
Kagome” mi riprese la sterminatrice, con voce severa.
“E
perché dovrei?” ringhiai,
stringendo ancora più di prima il corpo della ragazza.
“Suvvia
Sango, lascialo
stare… piuttosto che ne diresti di darmi un
bacio?” propose il monaco, in mio
soccorso.
Sango
avvampò all’istante per
poi dare un sonoro schiaffo a Miroku, la cui guancia venne marchiata a
fuoco
dal segno delle cinque dita della giovane.
Cominciamo
bene di prima
mattina…
Seppur
contrariato, mi
riallacciai la veste, mi alzai e feci per dare Kagome alla sua nervosa
giovane
amica ma la ragazza, anche se ancora addormentata, aveva afferrato la
mia veste
e non lanciava nessun segno di ripensamento.
Lanciai
alla mia Kagome un
sorriso radioso, felice più che mai del fatto che non voleva
allontanarsi da
me.
(Inu…
sta dormendo… DORMENDO
CAPITO? E’ pura coincidenza che non voglia lasciare la presa
su di te ndMe;
allora sono strafelice per la “pura coincidenza”
ù.ù ndInu; Grrrrrrrrrr
>.> ndMe)
Guardai
Sango divertito, mentre
la ragazza guardava male l’amica addormentata .
“Mi
dispiace per te Sango, ma
Kagome non sembra tanto essere d’accordo con te”
conclusi, prendendola in giro.
“Va
bene va bene, per questa
volta ti lascio fare… ma fa qualcosa di troppo e te la vedi
con me!”
Affidai
le redini del drago a
Miroku e ritornai a sedermi, stringendo teneramente Kagome.
Le
ripoggiai la testa sul mio
petto e lei nuovamente sorrise nel sonno.
Quanto
vorrei rimanere così
per sempre…
“Inuyasha
siamo arrivati!”
urlò contento Miroku.
…MALEDIZIONE!
PROPRIO
ORA DOVEVAMO
ARRIVARE?!
Mi
alzai, prendendo Kagome in
spalla, e mi avviai verso il monaco.
“Ti
odio…” sussurrai,
ruggente d’ira per essere stato interrotto in un momento
così meraviglioso.
“C-che
ho fatto?” chiese
balbettando.
“Su,
sbrighiamoci!” ci
richiamò all’attenzione Sango.
Corsi
più veloce che potei
verso la casa della vecchia sacerdotessa, lasciando indietro il resto
del
gruppo. Quando arrivai davanti alla casa buttai giù la
porta, aspettandomi di
trovare la sacerdotessa intenta a preparare qualche solito infuso
curativo.
E
invece…
La
casa era totalmente vuota!
Dannazione,
dove si è
cacciata quella stupida sacerdotessa del cavolo?
Tornai
indietro, proprio
all’ingresso del villaggio, proprio dove erano appena
arrivati Miroku, Sango e
Shippo.
Un
giovane ragazzo ci avvertì
che la sacerdotessa era andata presso l’albero sacro del
villaggio.
Shippo
ci guidò verso il
presunto luogo e arrivati lì la trovammo.
“Kaede!”
la chiamò la giovane
sterminatrice.
“Ragazzi
cosa ci fate qui?!”
chiese sorpresa l’anziana donna.
“Somma
Kaede deve aiutare la
DivinaKagome!”
“Oh
santo cielo! Portatela
subito a casa, sto arrivando!”
Insieme
alla sacerdotessa
tornammo in casa.
La
vecchia, dopo aver notato
che la porta era stata butta giù, lanciò uno
sguardo all’hanyou in stile: “ma
non era più semplice aprirla?”
Dopo
aver steso Kagome su un
futon, Kaede la esaminò attentamente.
Gli
spiegammo successivamente
cosa era accaduto e lei ci pregò di uscire dalla stanza,
tutti tranne Sango,
che doveva aiutarla.
Dopo
aver aspettato per 2 ore
sopra un albero, decisi di entrare in casa per chiedere notizie.
Appena
mi vide, però, Sango
mi buttò letteralmente fuori a calci.
Perché
tutta quella
segretezza?
Cosa
stavano facendo a
Kagome?
Il
cucciolo di volpe, che era
uscito dalla stanza dopo aver consegnato un ingrediente alla vecchia,
si
sedette contro il tronco di un albero, sbuffando.
Mi
avvicinai a lui:
“Shippo,
cosa stanno facendo
a Kagome?” chiesi, impaziente.
“Procede
tutto per il meglio,
devono soltanto svegliarla ora”
Quelle
poche parole bastarono
a togliermi un grandissimo peso dalla schiena.
L’ansia
era completamente
sparita, lasciando posto a una strana sensazione, mista a
serenità, felicità e
pace.
Anche
il monaco, che era
appena tornato dopo aver legato il drago in un posto sicuro e che aveva
ascoltato la breve conversazione, si tranquillizzò.
Poco
dopo Sango uscì,
avvertendoci che Kagome si era svegliata e che era tornata quella di
una volta.
Corsi
immediatamente in casa,
per poi entrare nella stanza.
Lei
era lì, gli occhi
cioccolato che mi scrutavano sereni, il suo meraviglioso e dolcissimo
sorriso
era tornato e aveva di nuovo fatto battere il mio cuore.
“Inuyasha…”
sussurrò piano il
mio nome.
Qualcosa
dentro di me scattò.
Mi
fiondai su di lei,
abbracciandola più forte che potei.
“Oh
Kagome… sei davvero tu?”
chiesi, stringendola sempre più a me.
“Inuyasha”
ripeté di nuovo
“ho avuto tanta paura” confessò tra i
singhiozzi.
“Anche
io Kagome, ma ora è
tutto finito”
‘E’
tutto finito’ continuavo
a ripetermi.
Mi
staccai da lei e le
accarezzai una guancia, asciugando delicatamente le lacrime che le
fuoriuscivano dai bellissimi occhi.
Sentii
subito dopo gli occhi
umidi.
Ma
che succede, adesso piove
anche dentro casa?
“Inuyasha…
ma tu stai
piangendo?!” mormorò sorpresa.
Io
stavo piangendo?
“No,
non sto piangendo”
“Si
che stai piangendo”
ripeté sorridente, per poi abbracciarmi nuovamente.
Ricambiai
solamente il gesto,
adesso non avevo la forza per ribattere.
Poi
si staccò e mi baciò.
Risposi
subito al bacio,
mentre sensazioni stravolgenti iniziavano a vorticarmi da capo a piedi.
Quanto
mi era mancata!
Quanto
mi erano mancate
queste strabilianti sensazioni!
Tentai
di approfondirlo ma
fummo interrotti da Miroku, Sango e la sacerdotessa.
“Inuyasha,
non le dai nemmeno
il tempo di svegliarsi che già fai
l’audace!” commentò sarcasticamente il
pervertito monaco.
“Io
ti ammazzo lurido bonzo!”
urlai, prima di iniziare a rincorrere il maniaco per eccellenza.
Tutti
scoppiarono in una
fragorosa risata, compreso Kagome, e questo bastò a farmi
perdere nuovamente un
battito.