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Autore: FanficsAngels    30/12/2003    0 recensioni
Il 10 agosto... La notte delle stelle cadenti... Una serata magica. Possibile che dopo quella data miracolosa, la tua vita possa cambiare radicalmente?!
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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X Agosto
CAPITOLO 2

Cambiamenti...

Apro gli occhi, così... All'improvviso! Una luce abbagliante mi accieca. Socchiudo le palpebre più volte mentre mi abituo piano a quel dolce bagliore. Dove mi trovo? Sono davvero morto? E' questo il famoso aldilà, di cui tutti parlano? Facendomi coraggio un'ultima volta, spalanco gli occhi costringendomi a guardarmi intorno.
La prima cosa che rivedo, dopo quel buio infinito, è il cielo. Stupendo nella sua immensità, nei suoi colori freddi, ma che riempiono il cuore di gioia. Qualche nuvola candida decora l'azzurro, come morbidi batuffoli di cotone. Delle fronde, di un verde acciecante, coprono parte del cielo, facendomi ombra, donandomi un po' di ristoro. Sembra il bosco di poco prima. Non c'è niente di diverso... eppure... eppure c'è qualcosa che non mi quadra... Sono io che mi sento diverso! Come se non fossi al mio posto. Sento dolore ovunque, nel mio piccolo corpo imperfetto. Cosa mi è capitato. Provo ad alzarmi in piedi, ma non ci riesco. Mi sembra di essere una piccola tartaruga, che una volta sdraiata sul guscio non trova più il modo per rialzarsi. Il mio corpo non risponde ai miei comandi, come se si ribellasse. Mi sento goffo e impacciato.
Lì, sdraiato in mezzo all'erba, che mi solletica e mi punge allo stesso tempo, ripenso. Ripenso alla sera prima. Quel desiderio così intenso e forte, che per un'istante avevo pensato persino che si potesse avverare. E poi quella fitta intensa, in qualsiasi angolo del mio corpo. L'impressione di morire. Eppure sono ancora vivo, osservo guardando il mio petto che si abbassa e si rialza regolarmente.
QUESTO E' IL MIO PETTO?
Senza neanche rendermene conto mi ritrovo in piedi, preso da uno scatto e uno spavento improvvisi. Non vedo tutto dalla prospettiva di un semplice cane ma... di un... Non è possibile! Sto sognando! Mi prendo parte della faccia, dandomi un fastidioso pizzicotto. Reprimo un urlo notando le mie zampe... Non ci sono più le mie zampette massicce e un po' pelose... Ma due grosse mani rosa... Due palmi enormi. Io sono... Sono... Mi sono trasformato in un uomo!!!
Non ho neanche il tempo di riordinare i miei pensieri. Sono un uomo. Nudo in mezzo a un bosco. Conosco le abitudini degli umani... Loro si coprono con degli abiti... Quindi non mi stupisco quando sento un urlo femminile alle mie spalle. Un urlo acuto che riecheggia nel bosco, rimbalzando sugli alberi. Mi volto di scatto, peggiorando la situazione. Riesco appena a scorgere la chioma corvina di Angel che scappa via urlando.
Cerco disperatamente qualcosa per coprirmi. QUALSIASI COSA! Non ho neanche il tempo per fare questo. Dal cespuglio sbuca proprio lui: l'odiato Clive! Non dev'essere la mia giornata fortunata...
-Sporco maniaco! Cosa hai fatto alla mia ragazza? Copriti!- sembra fuori di sè e la cosa, malgrado la situazione disperata, mi diverte alquanto.
Il mio cervello viaggia velocissimo alla ricerca di una scusa. Sposto gli occhi sul bastone che tiene in mano Clive, mentre si dirige verso di me con gli occhi azzurri infuocati. Istintivamente mi accuccio per terra, nascondendo il viso tra le mani. Inizio a tremare, malgrado ci sia davvero caldo. Sento il rumore del pesante bastone che cade a terra. Il contatto con la terra umida. E poi un silenzio... Pesante. Non ho abbastanza coraggio per guardare come sia la situazione. Stringo maggiormente le mani attorno al mio viso. Se sapessi come muovermi con questo corpo, sarei già scappato. Invece sto lì, nudo, sotto gli occhi di Angel e Clive... Aspettando col cuore in gola una loro reazione... Qualsiasi cosa pur di rompere questo silenzio agghiacciante. Sento avvamparmi le guance... Un senso di... di... imbarazzo! Mai provato prima in vita mia. Vivendo in un corpo umano, probabilmente è impossibile non provare sensazioni umane! Mi vergogno della mia nudità. Rimango lì tremolante.. Un secondo dopo l'altro, mentre il tempo scorre con una lentezza inaudita. Sento il tocco lieve di una mano sulla mia spalla... La riconosco ma non oso alzare gli occhi. Mi rannicchio ancora più in me stesso.
-Non ti preoccupare non ti facciamo del male!- la voce dolce di Angel mi rincuora. Cosa potrò dire adesso? E se mi chiedesse come mi chiamo o dove abito? Vengo preso dal panico... Non so proprio che fare.

Clive in fondo è un bravo ragazzo... Mi ha prestato i suoi vestiti, che mi vanno un po' stretti, ma meglio che rimanere nudi. Non mi hanno ancora chiesto niente... Io non ho ancora aperto bocca, anche se vedo le occhiate che si scambiano, dubbiosi. Non sanno se fidarsi di me e li capisco. Ma per ora mi tengono con loro... Devo fargli davvero molta pena.
Siamo seduti per terra, pronti a pranzare. Mi mettono davanti un piatto... Non so cosa ci possa essere dentro, ma ho una fame da lupi. Inizio a mangiare voracemente prendendo il cibo con la bocca, direttamente dal piatto. Di nuovo quel silenzio opprimente. Alzo lo sguardo. Clive mi guarda con gli occhi spalancati, mentre Angel con un'aria alquanto schifata, mentre arriccia il nasino perfetto in una smorfia disgustata. Appena si rende conto che la sto guardando ricambia l'occhiata, accennando un sorrisino tirato. A un tratto mi sento tremendamente ridicolo. Appoggio il piatto per terra, senza far rumore, mordendomi il labbro inferiore. Prendo un tovagliolo e mi pulisco accuratamente la bocca. Poi inizio a fissarmi insistentemente le scarpe... Non voglio affrontare di nuovo il loro sguardo. Clive si schiarisce la voce e poi inizia a parlare:
-Ehm... Bhe! Come ti chiami?- Non rispondo continuando a fissarmi la punta delle scarpe, leggermente consumata.
-Ce l'avrai un nome!- esclama, non nascondendo il suo divertimento.
Mi sta prendendo in giro. Ma io non so come ribattere. Se fossi ancora nei miei panni di cane, gli avrei morso una mano o un piede, ma ho già fatto non poche stranezze, non ammesse nel mondo umano. Devo abituarmi a comportarmi come loro. Mi costringo a non rispondere... Non so che suono potrebbe avere la mia voce... Non so che aspetto ho e che impressione faccio. Nel complesso devo sembrare davvero patetico.
-Clive dacci un taglio! Non vedi com'è spaurito?- sento la voce seccata della mia padroncina, e la cosa mi fa davvero piacere.Mi sta difendendo, proteggendomi dal suo ragazzo. Lui sembra piuttosto infastidito dalla mia presenza e la cosa non può che farmi piacere.
Continuo comunque a fissarmi i piedi, mentre attoriciglio freneticamente le mani. La manina chiara di Angel si appoggia delicatamente sulle mie. Improvvisamente mi calmo, sentendo una pace improvvisa e piacevole. Noto che le mie mani sono grosse e molto più scure rispetto alla sua. La voce docile ma allo stesso tempo profonda si fa largo fra i miei pensieri:
-Che ti è successo? Cosa ci facevi nudo in mezzo al bosco?- quella domanda era rimasta sospesa nell'aria fino a quel momento. Tutti e due volevano promela, ma non sapevano come chiedermelo. Avevo pensato a mille scuse... Ma in quel momento sentii la mente completamente vuota. Il mio cuore batteva freneticamente. Un battito... E poi un altro... E un altro ancora... A una velocità spaventosa. Come se avessi fatto una corsa a perdifiato lungo i campi.
-Ecco... Io...- sento la mia voce finalmente. E' molto profonda e leggermente rauca. Non so come terminare la frase... Mi fa un effetto strano sentir uscire dalla mia gola parole e suoni... Frasi che anche Angel può capire! Mi sento pervaso da una gioia infinita, perdendo di vista la domanda che mi è appena stata posta. Clive si schiarisce nuovamente la voce insistentemente. Vuole che parli... Ma io non so che dire...
Improvvisamente un'idea mi illumina... Si vede che ho messo in funzione anche il mio cervello umano.
-Mi... Mi hanno derubato... E svestito... Mi ricordo solo questo...-
-Splendido...- commenta acido Clive.
Mi rimangio quello che ho detto... Non è per niente un bravo ragazzo!
-La vuoi piantare Clive?!- il tono sempre più innervosito della mia padroncina mi diverte. Abbozzo un sorriso, distendendo finalmente il viso, contratto fino a poco prima in un'espressione incerta e preoccupata.
-Allora anche tu riesci a sorridere?- il viso dolce di Angel si rivogle a me... Per un attimo lei ha guardato solo me. Mi ha guardato come uomo... Come ragazzo... Chissà che aspetto ho?! Ha riservato un piccolo, dolce istante della sua vita, posando i suoi occhi nei miei. Mi sento invincibile. Niente ormai mi spaventa.
Clive la guarda con quell'aria gelosa ed esclama in modo burbero che sarà il caso di andare a letto. Tira fuori il suo sacco a pelo e vi si rannicchia, isolato in un angolo, senza calcolare minimamente che io dovrò dormire sul terriccio umido, non avendo il sacco a pelo.
Angel non sembra intenzionata a dormire. Mi scruta con la coda dell'occhio, mentre riordina, riponendo tutto negli zaini.
-Allora non ti ricordi neanche come ti chiami?- chiede con un'aria disinteressata, senza voltarsi.
-No...- mi sento quasi in colpa a mentirle. E comunque se le dicessi la verità non mi crederebbe. Abbasso nuovamente lo sguardo... Chissà che opinione si è fatta di me?! Sento uno scalpiccio alla mia destra. Alzo lo sguardo di scatto... Davanti a me non c'è più nessuno. Sento ancora il suo odore nell'aria. Mi giro a destra e vedo scomparire il suo piede in mezzo al folto della foresta. Mi affretto a seguirla, come un cagnolino fedele.
-Cosa ci fai in mezzo al boschetto?- per una volta sono io a porre una domanda. Sembra quasi stupita.
-Cerco il mio cane... Ieri sera non è tornato alla tenda...- ha la voce più acuta del solito. Sembra che stia trattenendo le lacrime... Impossibile che pianga per me... Il piccolo insignificante Charlie! Adesso sono sicuramente più interessante. Sono come lei... Presto si dimenticherà di quell'ammasso di pulci che ero.
In questo momento, non so come aiutarla. Io, meglio di chiunque altro, so che non troverà mai più il piccolo Charlie. Sento una fitta improvvisa al cuore... Che sensazione strana... Di... Dispiacere... Nostalgia. Possibile che mi manchi il mio piccolo corpicino peloso? Adesso, proprio adesso che ho ottenuto quello che volevo di più al mondo? Essere come Angel...
Improvvisamente, fissando il viso assorto e rattristato della mia padrona, mi rendo conto di una cosa... Lei amava proprio quella creaturina insignificante che ero prima... Quel piccolo ammasso di peli, un po' sovrappeso. Quel muso buffo e sporco. Adesso sono come lei. Ma non mi rivolge le stesse attenzioni... Per lei non sono nessuno... Non valgo niente. Mi tiene con sè solo perchè è mossa dalla compassione. La mia struggente storia deve averla colpita, deve aver attirato la sua attenzione... Ma niente di più. Io rimango uno sconosciuto per ora. Si è persino dimenticata della mia presenza... E' troppo occupata a cercare in mezzo ai cespugli, sporcandosi e tagliandosi le manine perfette e pallide. Non so cosa fare. Mi sento nel posto sbagliato... Preso da uno strano impulso, la prendo per le mani, costringendola a fermarsi e a prestarmi attenzione. Lei mi guarda con gli occhi lucidi, impotenti. Mi costringo a parlare:
-Così ti farai male Angel... Lascia cercare a me!-
Le stringo un'ultima volta le mani prima di lasciarle definitivamente. Inizio a rovistare nei cespugli, ben sapendo che non troverò nessun cane...

CONTINUA...

  
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