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Autore: Josie    12/12/2010    1 recensioni
Una storia di quelle tristi. Lui, la droga; lei, l'amore.
Una storia di quelle che ci speri sempre che finiscano bene.
Una storia che alla fine non è nient'altro che la verità.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Grazie, anche se ti tratto male tu ci sei sempre quando ho bisogno.
 
Sicuramente non era in sè.
 
- Non mi devi ringraziare.
- Si che devo, devo eccome. Quando sto bene ti caccio, quando sto male ti cerco. Io mi sarei mandato a quel paese da un bel po'.. 
 
Quant'era bella la spiaggia quel pomeriggio. Il mare si muoveva piano, un rumore costante e calmante. Faceva freddo però. Un tipico pomeriggio invernale, niente sole, poca luce, troppa calma. 
Lei studiava, lui cercava di non cadere di faccia per terra. Lei seduta in mezzo alla spiaggia, lui in piedi sul bagnasciuga.
Dann era scalzo, i pantaloni alzati al ginocchio; faceva rimbalzare le pietre in acqua e pensava. Poi, d'un tratto si girò verso di lei. 
 
- Chissà come urlerrebbero i miei se sapessero che oltre a rovinare la mia vita sto rovinando anche la tua.. Ti vogliono bene sai, quei due. Ne vogliono più a te che a me.. - rise - Ti ricordi quando mia madre ti pregò di sposarmi? - rise ancora - Eh si, ti vuole proprio bene quella! Invece a me.. mi odia. Non mi caccia di casa solo perché non sto mai in mezzo ai piedi. Solo quando mi ci riporti tu a casa. Solo un anno e potrò andarmene, non so dove ma me ne andrò. In Olanda probabilmente.. - scoppiò a ridere di gusto - Oh avanti, ridi!
 
Non voleva alzare lo sguardo dal libro, lei.
Dann prese le scarpe e le si accucciò vicino.
 
- Non ti pare meraviglioso il mare? Si inghiotte tutti i problemi. Tu esci di casa tutto incazzato, te ne vai in spiaggia, stai cinque minuti incazzato a fissare il mare e tutto sparisce. Non trovi?
- Smettila Dann.
- Di fare cosa? 
- Di non vivere.
- Eccola che ricomincia..
- Cosa pretendi, che io passi tutta la mia vita a controllare che tu non prenda una craniata al suolo? Credi forse che durerà per sempre la mia pazienza? Per non parlare di te.. Dio santo Dann! Cosa aspetti a renderti conto di non stare vivendo? Davvero sei convinto che questo sia vivere? Pensa alla sofferenza che provochi in quelli che ti vogliono bene.. Va beh, lascia stare i tuoi. Pensa a me, pensa ai tuoi vecchi amici. Quelli che nonostante tu li abbia scaricati per fartela con quelli lì, ci sono sempre. Mi chiedono sempre di te. Quando esci il sabato ti salutano, ti invitano. O no? Se tu volessi uscirne, io potrei aiutarti, ma finché a te va bene così, io posso fare ben poco. Beh, oltre quello che faccio già.. No, non te lo sto rinfacciando. Lo sai che lo faccio perché ti voglio bene.. Ma che parlo a fare? Non so nemmeno se capisci cosa dico, non so nemmeno se domani ti ricorderai di oggi. 
- Scusa. 
- Che.. ? 
 
La zittì, e la strinse al petto. 
 
- Non credo di meritarti. 
 
Rimasero così per tanto tempo. Si tenevano caldo. 
No, decisamente il cervello era ancora scollegato, ma quanto era tenero così.
   
 
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