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Autore: IsaMarie    13/12/2010    14 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 53
Buongiorno! Inizia una nuova settimana e ormai il Natale è quasi alle porte!
Noi siamo abbastanza a buon punto con i regali. E voi?
Se ne avete voglia raccontateci cosa vi piacerebbe ricevere per Natale!
Un bacione e grazie infinite a tutte voi che continuate a seguirci con affetto!
A giovedì! BUONA LETTURA da Manu e Sara!








CAPITOLO 53

'Super Cullen'



Pov Edward


In un baleno era arrivato il mercoledì; e quel giorno, dopo una mattinata poco interessante, ero appena giunto in mensa. Con mio fratello eravamo d’accordo di parlare con Jasper proprio in quel momento, per  cercare di convincerlo a passare il weekend nella casa al mare… così avremmo potuto mettere in atto il nostro diabolico piano. Il giorno precedente ne avevamo discusso con la mamma, definendo un po’ tutti i dettagli; ma ancora mancava la partecipazione dei diretti interessati.
-Allora fratellino, pronto per la nostra scenetta? E cerca di essere convincente!- mi ordinò Emmett, con severo piglio da regista.
-Non ti preoccupare! Se fa troppo il reticente con noi due, interverrà Jacob! E lui mi ha assicurato che, con le buone o con le cattive, riuscirà a convincerlo! Forza, andiamo a chiederglielo, prima che gli venga in mente di prendere accordi con quella combriccola di cretini di cui si circonda! E poi, pensandoci su, sarebbe meglio intervenire prima che lui diventi la preda di qualche ragazza troppo assatanata! Bella mi ha riferito che ormai quel cocciuto testardo si è imposto di lasciar perdere Alice, perché pensa che lei meriti di meglio…- spiegai.
-Quei due sono a pari merito nella classifica dei muli più cocciuti dell’universo, quanto a testardaggine!!- si lamentò con ragione Emmett; assentii con un sospiro.
Mentre ci stavamo dirigendo al tavolo di Jazz, intravidi Bella in coda per il pranzo, un po’ sovrappensiero; poi si riscosse e mi fece capire che del mio vassoio se ne sarebbe occupata lei… che dolce! Ma chissà cosa stava pensando in quel momento… il suo colorito acceso mi lasciava perplesso…
Comunque annuii e le sorrisi per le sue tenere attenzioni… e poi finalmente sarebbe anche stata felice di poter offrirmi per una volta il pranzo!
Ricambiò il mio sorriso con uno ancora più grande, che mi scaldò il cuore. Risposi con un ‘Ti amo’ mimato a fil di labbra, che chissà per quale motivo, la fece arrossire maggiormente… quella ragazza mi faceva impazzire sempre di più… com’era possibile questa cosa? Non ne sapevo molto, ma sentivo che il mio amore per lei aumentava giorno dopo giorno…
-Riprenditi fratellino, stai diventando veramente troppo smielato! Mi fa ancora un certo effetto vederti così dolcioso-puccioso! Qualche giorno ancora e… ti troverò trasformato in un enorme barattolo di melassa!- mi schernì quell’orso di mio fratello.
-Ah ah ah! Ma senti da che pulpito viene la predica! Parli tu, che quando c’è Rose ti trasformi in un docile cucciolotto ammaestrato! E ne hai trovata una che, non appena sgarri con qualche battuta delle tue, ti accorcia subito il guinzaglio per ricordarti chi comanda!- lo canzonai a mia volta. Arrossì leggermente e poi scoppiammo a ridere.
-Eh già! E tu non sai cosa mi spetta quando faccio il bambino cattivo…- sogghignò alzando lo sguardo, perso nelle sue immagini mentali da maniaco.
-Ma finiscila! Non lo voglio nemmeno sapere!- replicai, sghignazzando di più. Che personaggio inquietante, mio fratello! Quando credevi di averlo messo all’angolo, ti stendeva lui, con una battuta più sconcia e fulminea della tua!
-Ciao Jazz!- salutammo, arrivati al suo tavolo. Tutti, naturalmente, si girarono a guardarci, specialmente le ragazze. tutte interessate al fatto, piuttosto inaudito per la verità, che io mi fossi momentaneamente staccato dalla mia inseparabile metà.
Sperai ardentemente che nessuna di loro avesse con me un approccio di un qualsiasi tipo; infatti sapevo benissimo che, in quel preciso istante, Bella mi stava osservando… e le sue occhiate in cagnesco alle galline starnazzanti erano inequivocabili… mi augurai che la fredda indifferenza del mio atteggiamento potesse essere sufficiente per scoraggiare ogni velleità flirtereccia di quelle papere spelacchiate… non volevo che il mio angelo si irritasse e si rovinasse la giornata per colpa di qualche stupida oca che poteva tentare di fare la svenevole con il sottoscritto...
-Ehi, ciao ragazzi! C’è qualcosa che non va?- ci domandò Jazz, subito preoccupato.
-No, no non ti preoccupare…- lo rassicurai. -E’ solo che questa mattina mi ha chiamato Jacob… e mi ha informato che per il fine settimana è prevista una tempesta di neve molto forte…- esordii con il mio copione.
-Sì, sì… l’ho sentito anch’io- ci confermò lui.
-Bè, insomma… Jake ci ha proposto di passare  un weekend per soli uomini nella casa al mare, visto che intanto non si potrà scorrazzare per le strade. Che dici… ti va?- gli spiegai, sperando vivamente che accettasse alla prima.
Jasper mi fissò per un attimo concentrato; immaginavo cosa potesse pensare… voleva essere sicuro che le mie parole non celassero doppi fini o infidi trabocchetti.
Infine, quasi titubante, mi domandò: -Solamente noi uomini? Sicuri..?- era evidente che aveva paura che ci fosse anche Alice; ma in quell’istante non poteva parlare apertamente facendo nomi, per via dei suoi amici. -Ma certo, Jazz!- gli sorrisi, rassicurandolo e dandogli un’amichevole pacca sulla spalla.
-Garantito, fratellino! Solo noi maschietti! Passeremo due giorni a mangiare schifezze e bere birra! E in più… gare di poker e sfide spettacolari alla Wii! ‘Testosterone day’: tavoletta alzata e... rutto libero, amico!- si intromise quel damerino di Emmett, con il suo solito entusiasmo e cercando, nel suo modo pittoresco e colorito, di rassicurare Jasper sull’assenza completa di donne in casa; e Jazz, ovviamente, oltre ai suoi problemi con mia sorella, non aveva nessunissima voglia di fare da terzo incomodo alle coppiette di casa.
Jasper si illuminò immediatamente e un gran sorriso gli si dipinse sul volto… come assomigliava a Bella, in quel momento!
Si vedeva chiaramente che aveva voglia di trascorrere un po’ di tempo con noi… ero sicuro che questo suo voluto allontanamento dal nostro unito gruppo familiare a causa di Alice, lo facesse soffrire molto. Maledizione, basta! Tutto questo dolore sarebbe durato ancora poco, quei due dovevano assolutamente sistemare le cose tra loro!
-Ok, raga, ci sto! Poi definiamo i dettagli a casa, nel pomeriggio… va bene?- ci chiese, evidentemente contento. Ma di colpo il suo sguardo si concentrò dietro di noi e la sua espressione si rabbuiò all’improvviso.
Mi voltai e vidi mia sorella che, a passo di marcia, si stava dirigendo verso di noi, evidentemente più che arrabbiata… furiosa!
Oddio santo! Che diavolo era successo ora?
-Ciao!- ci salutò a denti stretti, per poi rivolgersi direttamente a uno degli occupanti della tavolata… che, con un enorme sospiro di sollievo, mi accorsi non essere Jasper. Se avessero litigato ancora, nel weekend, anziché fare pace, si sarebbero scannati una volta per tutte!
-Scusa Newton… potrei parlarti un attimo?- si rivolse a quell’essere insignificante, con un tono gelido e colmo di disgusto. Lui, per nulla intimorito o preoccupato, le rivolse un enorme sorriso. Ma come faceva ad essere così rincoglionito?! Non si era accorto del tono infuriato di Alice?
-Tranquilla, baby… tu non mi disturbi mai! Dimmi pure, piccola mia!- dichiarò come il più idiota dei deficienti.
Ah, ah, ah! Questa scena non me la volevo proprio perdere! L’aveva chiamata ‘baby’ e ‘piccola mia’! Alice odiava chi si prendeva certe confidenze, senza che lei gliene avesse dato il permesso o una minima occasione…  lo avrebbe conciato per le feste!
Anche Emmett si era messo come me a braccia incrociate sul petto e stava ghignando, pregustandosi già il ghiotto spettacolino: la bruciante umiliazione di quel viscidone di Newton…
Notai anche l’immensa curiosità di Jasper, che non le toglieva gli occhi di dosso; era riuscito ad osare così tanto probabilmente perché lei era troppo occupata a fulminare il suo obiettivo con lo sguardo… così lui, in tutta tranquillità, la poteva osservare senza vergognarsene… cosa che invece in quei due giorni in casa non era mai successa, visto che lui evitava accuratamente le stanze in cui lei era presente… e le poche volte che si ritrovavano assieme era sempre molto attento a non incrociare il suo sguardo.
Mani sui fianchi, piede che sbatteva continuamente a terra, occhi stretti a due fessure… Alice era pronta ad esplodere!
-Primo: non sono la ‘tua piccola’ e non ti permettere più di apostrofarmi con certi nomignoli, sgradevoli se pronunciati da quella fogna che ti ritrovi come cavità orale! Ti ricordo che, tu ed io, per fortuna, non abbiamo nulla da spartire! Secondo: vedi di far tacere immediatamente le ridicole e assurde voci che circolano su una molto utopistica uscita di noi due, perché io non ho mai accettato il tuo invito! E mai lo accetterò! Nella tua mente malata non so se credi il contrario, e non mi interessa nemmeno saperlo, te lo garantisco… ma nella realtà questo avvenimento sarebbe pura ed autentica fantascienza!!-  gli spiegò seria mia sorella.
Il volto prima sorridente di Newton, ora era mutato in un’espressione sorpresa. Ma quello stupido non si turbò, anzi: si riprese immediatamente, e il sorriso idiota ricomparve. Sapevo che non si poteva definire un genio… ma il suo livello d’intelligenza era inferiore a quello di un’ameba in coma!
-Ehi! Calma bellezza! Lo sapevo io che eri una tipa focosa! Wow, vedrai che faremo scintille venerdì prossimo!- ribadì sempre convinto Newton, tentando di risollevarsi un po’ dalla figuraccia che stava facendo davanti a tutti i suoi amici.
Aveva proprio azzeccato la parola… “focosa”… eh sì, perché mi sembrava… autentico…  fumo quello che stava uscendo dalla testa della mia sorellina! Eh, eh! Ora sarebbe esplosa e di Mike non avrebbero trovato neanche più minuscoli pezzettini…
-Senti tu! Sottospecie di microcefalo… essere unicellulare decerebrato che non sei altro! Io capisco benissimo che l’unico neurone che gira solitario in quella zucca vuota che ti ritrovi, a furia di sforzarsi per far uscire una mezza frase sensata da quella tua cloaca, sia ormai in coma irreversibile per il titanico sforzo! Ma tieni ben presente che, anche se esistesse un universo parallelo in cui io fossi l’ultima donna e tu l’ultimo uomo… (bè… uomo… quello che ci assomiglia di più perlomeno…) comunque, dicevo… se davvero esistesse questo ipotetico universo, ti comunico che il genere umano sarebbe destinato all’estinzione, senza dubbio alcuno!- e detto questo gli voltò le spalle e raggiunse soddisfatta il tavolo dove le ragazze, con Ben e Angela, la stavano aspettando, divertiti ed euforici. Grande Alice!, esultai.
Newton era rimasto talmente basito che era ancora a bocca aperta e poi, giusto per non smentire la sua superba intelligenza, aggiunse, scrollando le spalle: -Bè… penso che a questo punto l’appuntamento di venerdì sia annullato!- e riprese la conversazione interrotta prima, come se niente fosse, mentre tutti gli occupanti del tavolo ridevano come matti. Dopo la sua arguta riflessione, ero quasi convinto di una strabiliante scoperta scientifica: magari era lui l’anello mancante della teoria evolutiva!
Scossi la testa e osservai Jasper: un sorriso mi nacque spontaneo… dire che era compiaciuto era veramente minimizzare la questione… stava totalmente gongolando! Certo, sempre senza scomporsi troppo, comunque… ma io ormai lo conoscevo troppo bene! Ed ero certo che, se avesse potuto, sarebbe saltato dalla gioia per tutta la mensa!
-Bè Jazz, ci vediamo più tardi. Buon appetito!- lo salutammo io ed Emmett.
-Ciao ragazzi! Grazie e buon appetito anche a voi!- ci ricambiò, con un tono di voce felice ma smorzato, per tentare di sembrare il più indifferente possibile. Il suo sguardo però non avrebbe potuto ingannare nessuno: una luce di profonda gioia gli illuminava il viso. Bene, almeno era un passo avanti!
Arrivati al tavolo, Emmett strinse in un forte abbraccio la nostra sorellina, riempiendola di complimenti per l’ottima battuta.
-Brava, nanetta! Vedi che allora a qualcosa sono servite tutte le battute con cui ti ho sempre presa in giro? Dovresti ringraziare me se oggi sei dotata di una lingua così sciolta… sono io che ti ho temprata! Dai il cinque al tuo coach!- affermò convinto, facendoci scoppiare tutti a ridere.
-Dai, ragazzi! Comunque sono felice di averlo stracciato! Ho cercato di passarci sopra, ma… mentre ero in coda, un’altra ragazza, mi ha chiesto se stavo con Newton e allora… non ce l’ho più fatta!- ci spiegò un’orgogliosa Alice.
Diedi un leggero bacio a Bella, che ricambiò felice; poi mi sedetti vicino a lei, ringraziandola per il pranzo: mi aveva preso un paio di tranci di pizza, il mio piatto preferito!
-Allora Ben… sei pronto per la nostra prima lezione?- chiesi al nostro amico, mentre addentavo con fame un morso di quella squisitezza.
Quel pomeriggio sarebbe iniziata la mia “punizione” ed ero elettrizzato… non vedevo l’ora. Ero così felice di poter dare una mano a Ben! In più avremmo potuto trascorrere un po’ di tempo insieme: era un ragazzo veramente in gamba, aveva tutta la mia stima.
-Prontissimo… e a proposito non so proprio come sdebitarmi per il tuo aiuto, Edward. Non sai quanto abbia bisogno di quei crediti extra… e poi ho sempre desiderato imparare a suonare il pianoforte, ma sai com’è… le lezioni costano, in città non c’è mai stato un insegnante disponibile…  i miei avrebbero dovuto portarmi due volte la settimana a Port Angeles e anche questo aveva un certo costo…- si giustificò, guardando Angela leggermente imbarazzato, quasi che la condizione economica della sua famiglia fosse una colpa.
-Ma cosa dici?! Non c’è assolutamente bisogno di nessun ringraziamento! Tu forse non ti rendi conto di quanto invece faccia piacere a me insegnare. Il pianoforte è una delle cose che amo di più al mondo e poter trasmettere questa mia passione agli altri, mi fa sentire… appagato! E poi è la mia “punizione”, no?- cercai di rassicurarlo e di spazzare via quel suo disagio.
-A proposito ragazzi!- intervenne Angela; -Sapete tutti che mia mamma è nel consiglio dei genitori… bé, ieri sera mi ha riferito che dopo l’espulsione di Tyler, molte ragazze si sono fatte avanti, trovando il coraggio per riportare episodi spiacevoli di cui tutte loro erano state vittime… per fortuna sembra che con nessuna si sia mai spinto fino in fondo!- ci rivelò, lasciandoci tutti attoniti.
Quel maledetto porco! Ancora mi faceva salire una furia incontrollata, un odio potente… sentii una morsa rabbiosa chiudermi lo stomaco e, schifato, allontanai il mio pranzo.
Subito due labbra meravigliose lambirono le mie:  Bella posò la sua calda bocca sulla mia con un’immensa tenerezza… ci sfiorammo, ci strusciammo…e mi persi in un bacio dolce e delicato. Ero già drogato: in meno di un secondo, le sue labbra erano diventate l’unica cosa che io volessi, il centro esatto del mio universo… sparito il mio odio, eclissato il mio nervosismo, annullata la mia furia… esisteva per me solo quella bocca sensuale, perfetta.
Quanto potere aveva su di me quella fantastica creatura!
-Amore, non pensarci più ti prego! Non si merita nemmeno un piccolo pensiero da parte nostra… fai conto che non sia mai esistito, ok? Fallo per me!- mi pregò, con la bocca ancora a mezzo centimetro dalla mia; aveva capito dalla mia espressione a cosa stavo pensando e aveva cercato di distrarmi nell’unico modo possibile, riuscendoci alla perfezione, tra l’altro…
-Mmm… ci proverò… ma solo se mi darai ancora un bacio…- le risposi, mezzo serio e mezzo scherzoso. Sorrise sulle mie labbra.
-Sei insaziabile, Cullen! Ma sei fortunato… hai trovato una maniaca che sta diventando peggio di te!- mi ribadì, maliziosa. Mi diede ancora un bacio… non come avrei voluto io, ma purtroppo eravamo in mensa, circondati da studenti e non era il caso di dare spettacolo… ci staccammo a malincuore e rivolgemmo di nuovo la nostra attenzione alla tavolata.
-Lo sai, Edward? Gira voce che tu sia… bé, un supereroe…- mi comunicò Angela. Io, che stavo bevendo, per poco non mi strozzai con l’acqua.
-Come scusa?- le chiesi attonito, mentre mio fratello non si poteva più controllare dalle risate.
-Sì… per la tua storia con Tyler. Ho sentito parecchie ragazze fare certi apprezzamenti molto espliciti sul tuo conto… è come se tu avessi liberato la scuola dal cattivo! Tutte ti chiamano… bè… ‘Super Cullen’…- mi spiegò. Oramai le risate la facevano da padrone, mentre il mio viso era bloccato in un’espressione talmente meravigliata, che doveva sembrare quella di un povero ebete che con capiva cosa aveva intorno. Non ci potevo credere!
-Oddio… ah ah ah! ‘Super Cullen’! Fratellino mio, sei nei guai fino al collo! Ora chi le fermerà più le pazze assatanate? Ah, dimenticavo: in caso di pericolo puoi sempre farti aiutare da ‘Super Edward Cullen’! Ah ah ah! Che spasso! Vorranno tutte saltarti addosso, ora più di prima!!- sghignazzò come un matto Emmett. Ma l’espressione furiosa di Bella lo fece ricomporre subito.
-Amore… tu sarai anche un supereroe, ma se questa situazione degenera troppo… avrai anche una fidanzata in prigione per omicidio volontario plurimo!- ribadì, con un cipiglio serio e che fece ridere ancora di più gli altri.
-Non ti preoccupare Bella… ho sentito gli apprezzamenti, ma devo ammettere che erano tutte piuttosto rassegnate al fatto che ormai Edward non sia più sulla piazza! Quindi mettiti il cuore in pace e stai tranquilla- la rassicurò divertita Angela.
Bella le sorrise dolcemente, e si alzò per abbracciarla.
-Grazie Angie, tu sì che mi capisci! Non come questo stupido orso di mio fratello… o cognato che sia!- dichiarò, dando un coppino a Emm che aveva ripreso a ridacchiare.
Tra i commenti e le risate l’ora di pranzo finì e ognuno si recò alle proprie lezioni.
Le due ore seguenti erano le mie preferite, perché potevo stare con Bella; ma proprio per questo motivo trascorrevano sempre molto velocemente. Ci sedemmo vicini e per tutto il tempo riuscii a tenere la sua mano tra la mia. Come stavo bene accanto a lei!
In un attimo giunse di nuovo il momento di separarci; e, dato che io dovevo fermarmi a scuola con Ben, ci mettemmo d’accordo che lei sarebbe tornata a casa in auto con Emmett ed io l’avrei raggiunta più tardi.
-Ciao amore…- la salutai posando le mie labbra sulle sue.
-A dopo- rispose con un faccino triste che mi intenerì.
-Mi manchi già, piccola mia…- sussurrai, con una carezza sul suo volto dalle fattezze delicate.
-Anche tu, piccolo mio…- mormorò premendo ancora la sua bocca carnosa sulla mia. -Non essere troppo severo, professor Cullen…- scherzò. Ridacchiai.
-D’accordo, cucciola- promisi, lasciandole un ultimo bacio sulle labbra.
Finita anche l’ultima ora, mi ritrovai finalmente con Ben in aula di musica.
-Ciao Ben… pronto?- gli chiesi.
-Sì, iniziamo- mi rispose, entusiasta.
Ci sedemmo al pianoforte e iniziammo la lezione. Mi aveva già spiegato fin dove arrivavano le sue nozioni di musica, e proprio in base a questo, mi ero preparato un programma che riuscisse a seguire abbastanza agevolmente e che gli permettesse di prendere una veloce confidenza con lo strumento. Avevo anche sottoposto il mio programma alla verifica da parte del professore di musica, e lui ne era rimasto piacevolmente colpito.
-Ben, mi raccomando… non tenere le dita verso l’esterno della tastiera… bene, così! Cerca di stare dritto con le spalle… e ricordati di non tenere le mani sull’orlo dei tasti, ma al centro… sì, così ci siamo, bravo!- lo istruii. Alternavo incoraggiamenti a suggerimenti e consigli sulla postura del corpo e delle mani sulla tastiera; per i principianti forse era un argomento noioso, ma fondamentale per iniziare un approccio corretto verso lo strumento.
A metà lezione facemmo un po’ di pausa: per chi iniziava a suonare, e soprattutto per chi non era allenato, i primi tempi le mani dolevano da morire… infatti gli indicai degli esercizi con le dita che poteva fare a casa per rinforzare la resistenza.
-Allora come ti sembra?- gli chiesi.
-Bello, mi piace ancora di più, ora che abbiamo iniziato. Ma pensi che mi ci vorrà molto tempo per riuscire a suonare due melodie in modo decente?- domandò, un po’ troppo impaziente. Che strano… lui di solito era sempre così ponderato… mmm, c’era qualcosa sotto… quella sua esuberanza frettolosa non mi tornava per niente…
 -Direi che in un paio di mesi dovresti riuscire a saper suonare un paio di pezzi… se continuerai con la stessa passione e  lo stesso impegno di oggi. Ma chissà perché… ho l’impressione che ci sia sotto una motivazione poco musicale…- asserii, sicuro delle mie parole, incrociando le braccia al petto.
Arrossì immediatamente e allora capii che in qualche modo c’entrava Angela.
-Bè… vedi… mi piacerebbe tanto per Natale, poter riuscire a suonare “Silent night” e “White Christmas”, che Angela adora… l’altro giorno parlavamo di Natale… e mi ha spiegato che lei e i suoi fratellini la sera della vigilia cantano sempre le canzoni tradizionali, accompagnati al pianoforte dalla madre... e dato che quest’anno hanno invitato anche me e i miei genitori a cena da loro per quella sera… ecco… sì… insomma… mi piacerebbe, suonare un paio di canzoni… ma non so… bé, forse ti sembrerà un’idea stupida…- mormorò in completo imbarazzo. Quel ragazzo era dolcissimo e molto innamorato… come avrei potuto negargli la possibilità di stupire la sua fidanzata?
-Ben… hai scelto delle canzoni un po’ difficili, con accordi non tutti molto semplici… ma ti assicuro che per Natale tu sarai in grado di suonarle perfettamente, o io non mi chiamo Edward Cullen!! E non è affatto un’idea stupida, la tua! Non ti devi vergognare… almeno non con me! Non mi permetterai mai di prenderti in giro per una cosa del genere, credimi… ormai anch’io, da quando mi sono innamorato, non faccio che formulare pensieri teneri, uno più sdolcinato dell’altro! E pensa che non me ne vergogno mai, perché ho sempre paura di essere troppo… poco dolce! Cerco sempre di creare situazioni che possano farle piacere… tutti i miei pensieri, le mie attenzioni, i miei sforzi… sono rivolti costantemente a lei, per renderla felice! Quindi, come vedi, siamo sulla stessa barca e anzi… se hai bisogno di qualsiasi cosa… non hai che da chiedere!- gli spiegai. Stranamente non ero imbarazzato dalla curiosa piega del nostro discorso… sapevo di parlare con un ragazzo che era, esattamente come me, innamorato pazzo del suo angelo… ero consapevole che ogni mia parola non solo lui la comprendesse e la condividesse, ma la vivesse ogni giorno sulla propria pelle…
-Grazie Edward… non sai quanto sia felice che vi siate trasferiti qui! Ha fatto bene a tutti quanti… la vostra presenza ha cambiato parecchie cose, e tutte in meglio!- esclamò sorridente e sincero. Ora fu il mio turno di arrossire e cercai di togliermi dall’imbarazzo, riprendendo la lezione.
-Bene, pausa finita. Al lavoro, Ben! Sono un insegnante severo io, sappilo!- dichiarai con un tono da finto burbero.
In un attimo il nostro tempo passò e dopo esserci salutati,  ci dirigemmo ognuno al proprio veicolo, diretti verso le nostre rispettive mete… la mia: casa Swan!
Non vedevo l’ora di riabbracciare la mia adorata Bella!


 

ANTEPRIMA CAPITOLO 54


Non ero abbastanza per lui… logico! Io non avevo esperienza! Senz’altro si stava stufando dei nostri incontri, magari troppo casti per i canoni a cui lui era abituato…
Delusa e frustrata, arrabbiata e ferita, mi divincolai dal suo abbraccio e mi sedetti sul divano, dandogli la schiena. Ero nuda… e non mi ero mai sentita più a disagio di quel momento.
In un attimo mi rivestii, mentre Edward non proferiva parola… non osavo immaginare la sua espressione allibita per il mio repentino cambio di umore e soprattutto di programma… ma mi sentivo troppo umiliata e fragile per dargli spiegazioni in quel momento.
Feci un profondo respiro per cercare di far uscire la voce con un tono che non sembrasse spezzato dalla mia pena lancinante.



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