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Autore: Josie    13/12/2010    2 recensioni
Una storia di quelle tristi. Lui, la droga; lei, l'amore.
Una storia di quelle che ci speri sempre che finiscano bene.
Una storia che alla fine non è nient'altro che la verità.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si, se avesse potuto attribiure un colore all'infinito avrebbe scelto quello degli occhi di Dann. Per lei guardarli era come per Dann fumarsi una canna. 
Era il suo metodo di autodistruzione preferito. Più li guardava meno capiva. Più lo guardava meno capiva. Ma non lo sapeva, non se n'era mai accorta. A sedici anni speri di innamorarti, ma fai fatica ad ammetterlo. Hai paura di rimanere solo con in mano un sentimento troppo distruttivo. Così, anche se l'aveva spesso pensato, non mostrò mai a nessuno i suoi sentimenti. Tranne che a Dann stesso. Anche se non gli parlò mai di cosa le passasse per la testa, lui se ne accorse prima e se ne accorgeva anche adesso. Non era stupido, non del tutto almeno.
 
La verità è che la disarmavano quegl'occhi, la rincoglionivano come una botta in testa. Era loro che amava. Fin dalle medie ci si perdeva dentro. Chissà cosa ci leggeva.. Odio, stupore, voglia di riscatto e di andarsene via. Anche amore a volte, un amore lontano dai canoni tradizionali. Dann prima amava la vita. Nessuna malizia, nessuna ragazza che lo avesse depistato dal suo vero amore, mai. 
 
Ci coglieva l'ispirazione negli occhi di Dann. L'ispirazione per una frase, o per una vita bruciata. Quando Dann rideva, lo facevano prima i suoi occhi. 
Se la ridevano loro, ma mai che si lamentavano, no. Morivano a volte, ma non si lamentavano mai. Sembrava cogliessero la bellezza della vita in tutto, in una canzone, in un pomeriggio con gli amici. E certamente anche nel mare. 
 
Questo quando era ancora uno sbarbatello.
 
Ora le cose erano un po' cambiate.
L'unica cosa rimasta immutata era il mare negli occhi di Dann. Sembravano nati per portarne con se il riflesso. E lo amava il mare Dann, almeno quanto lo amava lei. Per questo tutti i pomeriggi, dopo aver letto il nome di Dann sul display, sapeva già dove andare. Stavano in spiaggia ore e ore. Con il sole e soprattutto con la pioggia. Con gli occhi che nuotavano nel mare e gli ombrelli gracili sopra le teste. Sembrava riprendersi prima Dann in spiaggia. Sembrava che il mare solo riuscisse a mutarlo dentro. Così lei gli prescrisse il mare come terapia. 

Ora il colore non era quello dell'infinito, era quello della rovina.
Viola, tanto viola intorno a quegl'occhi. Occhiaie marcate e violacee rovinavano il color dell'infinito che lei tanto aveva amato. Cresceva quel viola, quasi si nutrisse del disprezzo di Dann per la sua vita. E della la voglia di cambiare che gli mancava. Così crescevano le occhiaie di Dann, a dismisura, fuori controllo. Fuori controllo erano loro e fuori controllo era Dann. 
Più il viola aumentava e più Dann moriva. Era così che stava morendo, di giorno in giorno, ma non fisicamente, no.. Era la sua lucidità che moriva. 
L'unica cosa che continuava a crescere era l'affetto di lei. Evitava di guardare Dann negli occhi per non rendersi conto dell'autodistruzione. Le faceva male al cuore, ma non smetteva di volerlo aiutare. Ora che Dann non aveva più nessuno intorno lei c'era sempre. Le piaceva essere d'aiuto per Dann, le piaceva stargli accanto. 
Si era messa in testa di volerlo salvare da se stesso. Trovava ogni momento più lucido per fargli capire, farlo ragionare; sembrava anche che lui le desse ascolto, ma, puntualmente, il pomeriggio successivo ci ricascava come un idiota. E pensare che sembrava così forte! Ora, guardandolo negli occhi, tutto quello che si vedeva era debolezza. Ah, oltre che quel viola opprimente. 
 
Erano color dell'infinito, ora sono color dell'autodistruzione. Ma porteranno sempre con loro il riflesso del mare.
   
 
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