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Autore: Elisabeth Wood    13/12/2010    1 recensioni
Dal primo capitolo: Albus scattò in piedi e fece entrare il volatile che aveva legate alla zampa tre lettere con una marchio rosso fuoco stranamente familiare. (...)James, Albus e Lily aprirono a velocità supersonica le tre buste sotto gli sguardi divertiti dei genitori.
Non tutti amano la nuova generazione. Ma ogni volta che rileggo per l'ennesima volta la serie dei libri di Harry Potter non posso fare a meno di pensare ad un seguito. Ecco allora dove vola la mia fantasia. Cosa potrebbe succedere dopo l'epilogo?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il giorno dopo l'alba si levò calda e splendente come non mai. Un raggio di sole si fece spazio tra le fronde degli alberi che circondavano la grande Pumpkin colpendo con determinata forza una finestra rimasta aperta tutta la notte.

Una luce in pieno viso svegliò il giovane James ancora nella fase profonda del sonno. Questo, con un' espressione contrariata, si girò dall'altra parte del letto cercando di riprendere a dormire e sistemando alla meglio un cuscino tutto striminzito, provato da una notte di sogni movimentati.

Ma, come richiuse gli occhi, ecco che un altro bagliore di luce lo colpì sul volto scaldandogli fastidiosamente la pelle. Il caldo già lo soffocava quindi si scoprì levando il leggero lenzuolo ed aggrappandosi sempre più al suo amato cuscino, unica speranza per riappisolarsi. Appena sembrava essersi riaddormentato però un altro fascio di luce molestò il suo corpo. Questa volta, sommamente scocciato, James si alzò e scese dal letto. Si trascinò davanti allo specchio, afferrò gli occhiali e li inforcò con una grazia tipicamente maschile. L'immagine riflessa che vide lo lasciò indifferente: aveva ormai rinunciato a sistemare quell'ammasso di capelli neri ed arruffati.

Cominciò a scendere le molteplici rampe di scale diretto in cucina ma a metà strada si fermò. Un'incessante tintinnio aveva preso a martellare nella sua testa ricordandosi solo ora ciò che ieri aveva pianificato assieme alla sua famiglia. Due parole lampeggiarono rosso fuoco nei suoi occhi: Diagon Alley. Diede un occhiata lampante all'orologio in fondo alla scala. Erano le sette e mezza e avevano destinato di trovarsi al Paiolo Magico con i Weasley alle nove. Se qualcuno fosse passato in quel momento davanti alla faccia di James sarebbe rimasto perplesso nel vedere la velocità con cui le espressioni scioccate, preoccupate ed agitate gli si dipingevano in viso. Era risaputo che la famiglia Potter non era nota per la sua puntualità e James, quella mattina, doveva ritenersi fortunato per essersi svegliato -accidentalmente- in orario. Inoltre non stava più nella pelle per la gioia di rivedere la vecchia e cara Diagon Alley e di salutare Gavin Brown, il suo più caro amico conosciuto ad Hogwarts. Si assunse così il compito di svegliare l'intera famiglia.

Con due balzi scese l'ultima scalinata e raggiunse velocemente lo scolapiatti in cucina dal quale afferrò due enormi pentole. Con più energia possibile cominciò a sbatterle l'una contro l'altra urlando a squarcia gola:”Svegliaaaaaaaaaa!! Forzaaaaaa! In piedi gente!” E, man mano che urlava e sbatteva le pentole, correva su e giù per la casa cercando di fare più baccano possibile.

Poi, un urlo lo fece immobilizzare. Suo padre si affacciava dal pianerottolo con aria minacciosa seguito a ruota libera da sua madre infuriata e con il viso rosso fiamma, tonalità che si abinava perfettamente al colore dei suoi capelli.

James, si può sapere che ti è preso?” gli sbraitò contro Ginny.

Il ragazzo, rendendosi conto di aver leggermente esagerato, rimase senza parole: “Ehm.. Io.. Ecco..”.

Tesoro, dobbiamo portare nostro figlio al San Mungo. Bisogna porre rimedio alla sua insanità mentale.” Dichiarò Harry rivolto alla moglie ma con la voce abbastanza tonante da farsi sentire anche dal figlio che, alzando gli occhi al cielo, sbuffò rumorosamente.

Un attimo dopo si sentì un pesante tonfo seguito da diversi gemiti di dolore. Albus e Lily, anch'essi svegliati dal frastuono del fratello e troppo assonnati per accorgersi l'uno dell'altro, uscendo dalle loro stanze, si erano scontrati rotolando giù da diversi scalini e procurandosi ciascuno piccoli bernoccoli. James scoppiò a ridere sguaiatamente ma si ammutolì quando una pantofola lanciata da Lily lo colpì sulla nuca.

Tutta la famiglia, chi con sguardi di rimprovero chi con occhiatacce assassine, si diresse in cucina per una colazione veloce.

Tutto sommato James era riuscito nel suo intento: erano solamente le otto ed erano in perfetto orario. Ora infatti bastava procedere con andatura spedita verso la meta della giornata.

Ma le speranze del ragazzo di arrivare puntuali s'incrinarono pericolosamente quando alle otto e quaranta tutti i Potter (fuorché lui) erano ancora in pigiama e si frantumarono del tutto quando alle nove in punto nessuno di loro era pronto ed in ordine davanti al caminetto del salotto con una manciata di metropolvere tra le mani. Con la voce ormai roca per l'urlare incitamenti e ordini perché s'affrettassero, il ragazzo aspirò tutta l'aria che i suoi polmoni potessero raccogliere e gridò:”Ci muoviamo??”. Ma siccome non giungeva nessuna risposta al suo orecchio, James, al quanto spazientito, entrò nel camino e urlò:”Paiolo Magico!” scandendo il più possibile le parole.

Sparì in un vortice dal colore verde smeraldo proprio sotto lo sguardo esterrefatto di tutta la famiglia che era arrivata trafelata nel salotto giusto in tempo per vedere James inghiottito dalle fiamme.

Alle nove e mezza tutti Potter erano finalmente arrivati al luogo di ritrovo dove i Weasley al completo più un James completamente a suo agio li aspettavano pazientemente.

Quest'ultimo si era preso due scapaccioni da suo padre per ciò che aveva fatto ma Harry non sembrò essere particolarmente arrabbiato. Il figlio sapeva perfettamente come anche suo padre odiava arrivare in ritardo agli appuntamenti: era sempre ed inesorabilmente colpa di Ginny.

Tra sorrisi e gridolini di felicità le due famiglie si salutarono.

Questo posto è sempre più sudicio e buio..” disse Hermione con fare schizzinoso e poi, abbracciando la cognata:”Ginny! Ti trovo in forma!”.

La signora Potter rimase sconvolta dall'ultima affermazione dell'amica:”In forma? Cara, ma ci vedi?” Con molta sincerità quindi sottolineò di sentirsi molto stanca e si lanciò nel raccontare ciò che era successo ieri mattina tra le mura di casa sua.

Hugo, il figlio minore dei Weasley fece un ampio sorriso ad Albus, suo più caro amico. “Albus! Da quanto!” gli disse questo ma il ragazzo non fece ora a ricambiare il saluto che venne immediatamente tempestato da domande riguardanti la scuola dalla sua compagna di classe e di Casa (rigorosamente Grifondoro), Rose. “Ehi Hermione alla vendetta!” La interruppe suo padre “Se continui così Al rimarrà traumatizzato!”.

Rose lanciò un occhiata scocciata a Ron e continuò con la sua valanga di domande: ”Senti Albus, ma ti sei esercitato con gli esercizi di Pozioni? Io ho anche ripassato tutto il programma dell'anno scorso ma ho paura che alla professoressa Murde non basti! Ricordi che a Giugno ci ha detto a chiare lettere che il secondo anno è molto difficile??”

Lily, che stava seguendo il monologo della cugina, vedendo la sguardo spaesato del fratello, accorse in suo aiuto afferrando il braccio di Rosie con la scusa di doverle assolutamente mostrare la sua borsa nuova.

James, incapace di star fermo per almeno cinque secondi, stava confabulando con Hugo, probabilmente per fargli conoscere i nuovi scherzi che aveva progettato durante l'estate.

Dopo dieci minuti di chiacchiere e risate Albus richiamò l'attenzione delle due famiglie: “Non pensate che sia il caso di andare a Diagon Alley??”.

E così Hermione, con passò veloce e spedito, precedette tutti quanti e si diresse verso il minuscolo cortile sul retro proprio di fronte ad un muro di pietra. Estrasse la bacchetta e la picchiò su una mattonella. Subito si creò un buco che mano a mano si aprì fino a diventare un grande varco.

I cinque ragazzi aspettavano impazienti il consenso dai genitori di poter andare ognuno per gli affari propri.

Ginny li guardò con espressione divertita: “Allora, ognuno di voi deve acquistare ciò che gli serve entro le quattro di questo pomeriggio. Per i libri non preoccupatevi: ci pensiamo noi due” disse indicando sé stessa ed Hermione. “Quindi s'intromise Ron “Cercate di rimanere uniti e ricordate bene: alle 4 ritrovo al negozio dello zio George.”.

Senza nemmeno un abbozzo di saluto i ragazzi sparirono nella via principale affollata come non mai, chi correndo chi camminano ma comunque rimanendo tutti e cinque assieme.

Ron ed Harry in accordo con le mogli si diressero i primi verso la Gelateria Fortebraccio, le seconde alla Libreria Il Ghirigoro.

Mentre le moglie chiacchieravano senza sosta Ron ed Harry, da sempre migliori amici, ex compagni di scuola ed ora colleghi di lavoro, cominciarono a scherzare su un certo Signor Ripens. Egli era un vecchietto dall'aria buffa ormai noto alla comunità magica per il suo atteggiamento isterico e perennemente ansioso. Ma soprattutto considerato un vecchi mago da strapazzo per come andava sbandierando ai quattro venti di essere un mago dalle sopraffine abilità da veggente.

Ultimamente inoltre egli non aveva niente di meglio da fare che mandare segnalazioni ogni due ore all'ufficio Auror, dove sia Ron che Harry lavoravano, dicendo di aver avvistato tracce di Magia Oscura nei pressi di Glasgow. Ormai nel Quartier Generale degli Auror la storia del “molestatore telefonico” era diventata una barzelletta, in particolare dopo l'avvenimento successo la notte passata. Il signor Weasley, di ronda quella notte, stava raccontando con smisurata enfasi al suo amico come il vecchi Ripens aveva raggiunto il culmine della sua pazzia.

Ti ricordi le prime telefonate che fece agli inizi di quest'estate?” chi chiese Ron dopo aver agilmente evitato lo scontro con un bambino troppo distratto dal suo nuovo gioco per poter guardare dove mettere i piedi.

Harry, stando al passo dell'amico rispose:” Certo! Ma arriva la punto!”.

Insomma in quelle telefonate diceva di aver visto una macchia verde simile al marchio nero sopra una casa ma quando eravamo andati a controllare avevamo scoperto che erano stati dei semplici fuochi d'artificio babbani fatti scoppiare per la sagra del paese. Ieri notte all'improvviso è arrivata una chiamata al centralino che ci ha riferito essere di Ripens. Non avevamo voglia di andare ma ha anche detto che questa volta sembrava davvero urgente e, non avendo nulla da fare io e Butler siamo andati a fare un giro a casa sua. Quando siamo arrivati però la situazione era un po inquietante: la casa era ridotta peggio del solito e addirittura una parte di essa era completamente bruciata.”

Ormai i due erano arrivati alla Gelateria e avevano preso posto ad un tavolino all'aria aperta. Una cameriera gli si era avvicinata e avevano ordinato due coppe gelato: una pistacchio e crema di finocchio, l'altro marmellata agli asparagi e liquirizia asiatica. Contemporaneamente Ron continuava il suo racconto: ”Insomma, Butler non voleva entrare. Sai com'è lui: veramente non so come, con tutta la fifa che ha, sia riuscito a passare gli esami per diventare Auror! Fatto sta che l'ho convinto ad entrare ma appena varcato l'ingresso le luci si sono accese e nel giro di tre secondi sono scoppiate le lampadine. Poi una candela si è accesa nel buio e avrei creduto fosse sospesa a mezz'aria se non avesse illuminato il lungo naso del vecchio pazzo. Ripens ci ha chiesto angosciato e spaventato di seguirlo su per le scale, dove aveva detto di aver sentito dei rumori. Arrivati nella soffitta ci ha detto di far attenzione perché era sicuro di aver visto un cadavere e un piccolo marchio nero sopra quella che lui aveva creduto essere la testa. Io e Butler siamo entrati con la bacchetta sollevata ma tutto quello che abbiamo trovato è stato un grumo di lenzuola e una ventina di lucciole della Finlandia pietrificate nella stramba posizione di chiave musicale. Siamo scoppiati a ridere e abbiamo consigliato a Ripens di tornare a dormire. Quando siamo usciti dalla casa ho voluto comunque fare un giro di controllo e, assieme a Butler, l'abbiamo brevemente ispezionata ma, come previsto, non abbiamo trovato niente di particolare se non un grosso nido di lucciole finlandesi.”

Harry ascoltava il racconto dell'amico: ”cosa sono le lucciole della Finlandia?” lo interruppe. Ron rimase sbigottito: alle volte si dimenticava che Harry non era cresciuto con maghi ma soprattutto non era cresciuto in piena campagna. “Le lucciole della Finlandia “spiegò “Sono come delle normalissime lucciole con la differenza che al posto di illuminarsi di giallo si illuminano di verde e quando stanno per morire tendono a pietrificarsi e, viaggiando sempre a gruppi, a posizionarsi in modo da formare delle strane figure. Ah! In più pungono!”

Harry gli chiese: “Dici che la finirà mai di chiamare o non troverà altre occupazioni fino alla morte?”.

Mah non lo so!” disse Ron divertito “So che Butler lo ucciderà se riceverà un altra delle sue chiamate! Quel poveretto non sai quante punture si è beccato da quello sciame di lucciole pestifere!”

E, proprio in quel momento, due gigantesche coppe stra colme di gelato si posarono sul loro tavolo e i due vi ci si tuffarono dentro parlando per gran parte del tempo di Quidditch, di figli, di Quidditch, di mogli e ancora di Quidditch!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccomi qua! Emozionatissima per il mio secondo capitolo! Scusate la lunghezza..o meglio, cortezza! Ma la scuola in questo periodo mi sta ammazzando!

Ringrazio quindi brevemente chi ha recensito:

ClaireTheSnitch che mi è sempre vicina e Vi Vanish

Un grazie anche a chi mi ha aggiunta tra le seguite come

cesarina89

Giuly4ever

ika90

A presto!! ciao a tutti!
Liz

  
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