Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
Segui la storia  |       
Autore: aresian    14/12/2010    3 recensioni
Dopo l’interpretazione di Ardis ne “Le Due Regine” Maya riceve l’invito a trascorrere le vacanze natalizie sulle nevi di Nagano niente meno che dal Donatore di Rose. La giovane è convinta che sarà un Natale speciale, avrà ragione?…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Seulement a Noel - Prima parte

N.d.A.: In primis ringrazio Tetide e Ici Drive per avere recensito il primo capitolo di questa storia. Premetto subito che non consterà di molti capitoli, quindi non dovrete attendere a lungo per leggerla nella sua interezza.
x Tetide: Beh, come leggerai, in montagna qualcosa accade, il cosa è da vedere!
x Ici Drive: Non posso certo svelare la trama della storia, vi toglierei il gusto di leggerla. Vediamo intanto se apprezzi questo nuovo capitolo!


Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Seulement à Noël
By Aresian

Parte Seconda


Tutto sommato la scelta si era rilevata scontata, giacchè la Compagnia Unicorno era impegnata in uno spettacolo e, pertanto, nessun membro avrebbe potuto accettare l’invito. Tra quelli della Compagnia Tsukiakge molti si erano già organizzate le vacanze natalizie e così, alla fine, sul treno per Nagano ci salirono anche Mina e Sayaka. Giunti alla stazione vennero accompagnate all’Hotel, sito alle pendici della montagna nella più rinomata zona sciistica della zona, direttamente da una navetta privata.

“Wow, che paesaggio mozzafiato” commentò Rei, scendendo dal pulmino. L’Hotel era infatti incastonato in un paesaggio naturale realmente fantastico. Sito su una zona rialzata, rispetto al resto della piccola cittadina turistica, pareva come una piccola reggia intagliata tra due innevate e maestose pareti rocciose, voltandosi verso la cittadina si aveva la visione, estatica, dell’intera valle ricoperta da una delicata coltre bianca che riverberava, come un prisma, ai raggi del sole.
“Ragazze, non vedo l’ora di lanciarmi lungo una di quelle piste” rispose con entusiasmo Sayaka, guardando con una certa invidia gli sciatori che affollavano gli impianti di risalita.
Maya, stranamente, non commentava e si limitava ad osservare tutto con gli occhi spalancati per la sorpresa, eppure doveva aspettarselo. Il suo amico, il Donatore di Rose, che poteva permettersi di offrire le vacanze non solo a lei ma a ben altre tre persone, e che possedeva una villa di campagna come quella che l’aveva anni indietro ospitata, non le avrebbe offerto di meno tuttavia la sua generosità non mancava mai di sorprenderla.
“Su, andiamo dentro. Sono curiosa di vedere se l’interno di questo Hotel si presenta bene quanto la facciata” disse Rei, con la sua solita praticità. Avevano dieci giorni di tempo per bearsi del panorama e delle piste da sci meglio, per il momento, scaricare i bagagli e farsi una bella doccia.
In effetti l’interno dell’albergo era, se possibile, anche meglio dell’esterno. Sicuramente era un cinque stelle, accidenti per passarvi una sola notte, con tutta probabilità, avrebbe dovuto dare fondo a tutti i risparmi di un mese. Sobrio ed elegante, senza essere tuttavia eccessivo, e in pieno stile montano con l’arredamento costituito da costosa “arte povera”, una hall perfettamente attrezzata di tanto di salottino d’attesa e, a lato, il tradizionale bar. Con un cenno Mina fece segno a Maya di avvicinarsi alla Reception e di chiedere le chiavi, in fondo la prenotazione era per lei, in primis.
“Buon giorno e benvenute all’Hotel Takaji. I vostri nomi, prego?” disse in tono professionale, con un affabile sorriso, la receptioniste.
“Mi chiamo Maya Kitajima dovrebbe esserci una prenotazione per me e per le mie tre amiche” disse la giovane porgendo il coupon che l’Amico delle Rose le aveva fatto avere.
“Certamente si tratta di due doppie. Solo un momento, chiamo un addetto per i bagagli”.
Una decina di minuti dopo le quattro ragazze si riposavano all’interno delle loro stanze. Quella toccata a Maya e Rei era davvero stupenda. Arredata come l’interno di un piccolo chalet, aveva il bagno sulla destra, una porta finestra con terrazzino, con annessa una vista mozzafiato sulla vallata, un mobile “quattro stagioni” di rovere massiccio, pavimento in cotto e un delicato e accogliente rivestimento di legno di ciliegio alle pareti.Uno scrittoio dai preziosi intarsi, un paio di poltroncine rustiche, rivestite in candida pelle, completavano il corredo del piccolo salottino, infatti la camera con i due letti si trovava in uno stanza adiacente, sulla sinistra.
“Ragazzi, questa camera è una meraviglia”.
Rei non sapeva più cosa pensare. Se anche Mina e Sayaka aveva ricevuto lo stesso trattamento, alla prima rappresentazione della Compagnia Tsukikage avrebbero dovuto dare il massimo per contraccambiare la generosità del misterioso ammiratore di Maya. Quel che era certo quell’uomo non aveva badato a spese.
Maya non disse niente, vagamente delusa nel non trovare l’ennesimo mazzo di rose ad accoglierla. Probabilmente non ne aveva avuto l’opportunità.
“Su Maya disfiamo i bagagli e diamoci una rinfrescata tra circa due ore sarà ora di pranzo e poi... via sulle piste” la prevenne Rei, intuendo all’improvviso il corso dei suoi pensieri.
Immediatamente il sorriso tornò sul volto della giovane. Era stata ingiusta, l’amico le aveva donato una vacanza da sogno e lei si rammaricava per la mancanza di due rose al suo arrivo, sciocca.

E’ certo di volere che l’accompagni, Sig. Masumi?” chiese la Sig.na Misuki, osservando sorpresa il proprio capo infilare un fascio di documenti all’interno della ventiquattrore. Era passato dall’ufficio quella mattina per prendere dei documenti da esaminare durante la breve vacanza che si sarebbe concesso.
Masumi levò lo sguardo a cercare il volto perplesso della segretaria. Evidentemente, per una volta, gli era riuscito di spiazzarla.
“Il ricevimento al quale ho deciso di prendere parte lo considero “lavoro” così come i “pranzi d’affari” che avranno luogo la vigilia di Natale e il 27. Ho pertanto bisogno della sua presenza, sempre che non avesse già altri progetti per questo periodo”.
Misuki si sistemò gli occhiali mentre un lieve imbarazzo le imporporava, stranamente, le gote. Era un evento pressocchè eccezionale. Il problema era che Masumi aveva messo, come si suol dire, il dito nella piaga. Al solito, assorbita dai suoi mille compiti alla Daito Productions, Misuki non si era concessa molto tempo per la propria vita privata e, a ben vedere, non aveva molta scelta su dove trascorrere i pochi giorni di vacanza che sperava di estorcere al Presidente.
Masumi sorrise lievemente, in parte divertito e sorpreso al contempo, della reazione della sua imperturbabile ed efficiente segretaria. Non si era mai soffermato a pensare a Misuki in altro modo che un impiegata della Daito, anche se a ben vedere la donna doveva avere interessi ben oltre la compagnia per la quale lavorava. Non che gli importasse particolarmente delle esigenze della sua segretaria ma doveva ammettere che era una collaboratrice preziosa pertanto concederle un po’ di riposo, visto il tour de force al quale l’aveva sottoposta nell’ultimo periodo, non sarebbe stata una cattiva idea. Una gratificazione è sempre un ottimo modo per acquisire stima e fedeltà.
“Dalla sua reazione deduco che  la risposta sia un no” commentò in tono cortese, cercando il suo sguardo. Misuki si riprese immediatamente, rispondendo con pacata tranquillità. “Non ero certa di avere dei giorni liberi a disposizione, pertanto non ho ancora organizzato nulla”.
“Mi permetta di darle un suggerimento. A parte gli appuntamenti di lavoro di cui le ho parlato i restanti giorni sono completamente a sua disposizione, se desidera trascorrerli al Residence la Daito le pagherà il soggiorno. Ci pensi” sentenziò l’uomo, prima di riportare la propria attenzione ai documenti che ingombravano la costosa scrivania.
Un lampo di sorpresa attraversò le iridi della donna. Certamente il vecchio Presidente, Eisuke Hayami, non si sarebbe mai sognato di proporle una cosa del genere.Conosceva, tuttavia, abbastanza bene il Sig. Masumi per sapere che quello era il suo modo di gratificarla per il lavoro svolto e pertanto come tale lo considerò. Ad essere onesta avrebbe voluto rifiutare ma la praticità la indusse a fare l’esatto contrario. Andare e tornare, in tre giornate differenti ,sino al Villaggio Residence di Nagano le sarebbe costato un sacco di tempo e una bella strapazzata, meglio accettare l’offerta e soggiornarvi direttamente.
“La ringrazio per l’offerta Sig Masumi, accetto con piacere, in questo modo mi sarà più facile gestire gli incontri che, eventualmente, potrebbero essere organizzati dopo il Ricevimento” e detto questo, con un lieve cenno del capo, se ne andò dall’ufficio. Masumi non potè impedirsi di sorridere, l’impeccabile praticità di Misuki non veniva mai meno, a quanto sembrava. Una simile offerta non l’avrebbe mai fatta ad una delle impiegate dell’ufficio produzioni, l’avrebbero presa come un invito “privato” Misuki, invece, lo conosceva bene e aveva letto perfettamente tra le righe di quell’insolito invito. Soddisfatto, raccolse il cappotto dall’appendi abiti e si avviò verso casa. Chissà se Maya era già arrivata al Villaggio?

- Pista Principianti. Ore 10.00 del 23 Dicembre -
Infagottata nella calda tuta da sci, scarponi bene allacciati e un’espressione alquanto dubbiosa dipinta sul viso, Maya si apprestava a prendere la sua prima lezione di sci. Nutriva forti dubbi sulle sue capacità di apprendimento, tanto che aveva cercato di svicolare all’invito di Sayaka che si era offerta di farle da maestra, ma Rei era stata irremovibile. Che cosa avrebbe fatto Maya, tutta sola e soletta, mentre loro si scatenavano sulle piste da sci? Impensabile, e poi avrebbe dovuto sfruttare la costosa attrezzatura che il suo Ammiratore si era generosamente premunito di regalarle. Forse per questa ragione, alla fine, la giovane aveva capitolato ed ora eccola lì, rigida come un palo del telefono con i bastoncini tra le mani e gli sci ai piedi ad imitare, più o meno goffamente, i movimenti che Sayaka le stava mostrando.
“Coraggio, Maya. Non è difficile. Basta avere il senso dell’equilibrio e seguire alcuni piccoli accorgimenti. Vedrai, ti farò diventare un asso delle piste” la incoraggio l’amica notando la sua espressione alquanto perplessa.
Dopo dieci minuti di quella strana “danza”sul posto, senza spostarsi di fatto di un solo millimetro, Sayaka ritenne di averle rivelato i rudimenti base, ora veniva il meglio…
“Perfetto. Adesso proviamo a vedere come te la cavi. Dai una piccola spinta appoggiandoti su entrambe le racchette e ricordati che per frenare devi far convergere le punte degli sci e piegare le ginocchia verso l’interno” la istruì l’amica.
Maya si domandò, per l’ennesima volta, perché diamine avesse accettato il suggerimento di Rei ed essersi lasciata convincere ad infilare quegli sconosciuti aggeggi ai piedi. Prendendo un profondo respiro si diede una piccola spinta, sussultando per la rapidità con la quale gli sci scivolarono sulla neve battuta facendola spostare rapidamente verso valle. O cielo! Bhè, per lo meno le riusciva di stare in piedì. Per la seguente mezz’ora sperimentò un paio di volte quando fosse morbido il manto nevoso, perdedo l’equilibrio ma tutto sommato non era così disastrosa e, seppur impacciata, cominiciava quasi a divertirsi. Con uno “spazzaneve” (per chi non sapesse sciare è la tecnica di base sia per girare che per fermarsi, quando ancora non si è in grado di sciare con gli “sci paralleli” – N.d.A.) ancora piuttosto approssimativo stava seguendo un’immaginario percorso di curve a destra e sinistra, lungo la pista, quanto uno spericolato ragazzino le tagliò la strada facendola andare nel panico più totale tanto che finì gambe all’aria ancor prima di rendersene conto. Una sonora risata, seguita da un ironico “Si è fatta male, ragazzina?” la colse di sorpresa. Indispettita alzò lo sguardo per incrociare il volto divertito di… Masumi Hayami della Daito Art Production. I capelli biondi mossi dalla lieve brezza e gli occhiali da sole a proteggere le iridi dal riverbero accecante della neve. Era impeccabile, come sempre, anche con indosso quella tuta da sci azzurra e bordata di nero.
“Sto benissimo” bofonchiò la giovane, riscotendosi dalla sopresa, cercando di rimettersi in piedi, goffamente, giacchè ad ogni sforzo corrispondeva un pessimo risultato. Si era fermata in una zona dalla discreta pendenza ed ogni volta che tentava di rimettersi in piedi gli sci le scivolavano inesorabilmente verso valle. Saiyaka, Rey e Mina, che erano davanti a Maya prima del suo ruzzolone, si erano fermate leggermente più a valle e, non senza fatica, stavano risalendo a “scaletta” per aiutare l’amica così Maya si trovava da sola e totalmente esposta  al divertimento dell’uomo che più detestava al mondo. Rendendosi conto della sua posizione, ben poco onorevole, arrossì imbarazzata chinando lo sguardo. Non aveva proprio voglia di incrociare, anche per sbaglio, le iridi divertite dell’uomo.
“Mi permette un consiglio?” le chiese quest’ultimo, piantando entrambi i bastoncini nella neve, fissandola in volto pienamente consapevole delle emozioni che regnavano nell’animo della ragazza.
Maya avrebbe voluto dirgli di farsi gli affari suoi ma onestamente avrebbe preferito uscire da quell’imbarazzante situazione e il più in fretta possibile.
“Cioè?”.
Masumi sorrise a quella semplice parola, detta tra i denti. Doveva costarle parecchio accettare consigli da lui, era ovvio.
“Porti lo sci a valle in posizione leggermente più avanzata rispetto a quello a monte, poi punti le racchette e, tenendo il peso a monte, si tiri su” le suggerì, mettendosi al suo fianco, impedendole di fatto di scivolare ulteriormente a valle.
Seguendo il suggerimento la giovane, anche se un po’ faticosamente, riuscì a rimettersi in piedi proprio mentre Rey li raggiungeva.
“Tutto bene, Maya?” chiese quest’ultima lanciando un’occhiata sorpresa, seppur grata, in direzione di Hayami lasciando a dopo le congetture sulla sua presenza a Nagano.
“Non credo che si sia fatta male, a parte il suo ego” fu il commento divertito di Masumi che, all’occhiata carica di disappunto di Maya, proseguì imperterrito “Visto che ora c’è la sua amica posso anche andarmene. Faccia più attenzione la prossima volta”.
Maya, punta sul vivo, si affrettò a ribattere indispettita “Non le ho chiesto io di fermarsi” salvo perdere l’equilibrio e finirgli addosso, facendo piompare entrambi a terra sotto lo sguardo allilbito di Rey.
“Santo cielo, vi siete fatti male?” chiese subito la ragazza sganciando gli sci per avvicinarsi ai due.
Maya non la sentì nemmeno, troppo scossa. Al colmo dell’imbarazzo si rese conto di essere distesa sul corpo dell’uomo, con un suo braccio attorno alla vita come a sorreggerla, e i loro visi a pochissimi centimetri di distanza. Gli occhiali di Masumi erano finiti a terra, dietro la sua testa e lei si ritrovò a fissare il suo sguardo azzurro, intenso e insondabile, mentre avvertiva sotto la mano il sollegarsi regolare del suo petto. Una consapevolezza fisica che la sconcertò…
“Mi… mi scusi tanto” balbettò arrossendo come un pomodoro.

Era da un paio di minuti che la osservava nelle sue prodigiose evoluzioni da principiante, con un che di divertito. Quando l’aveva vista ruzzolare, in quel modo, notando come le amiche fossero un po’ troppo lontane da lei per poterla aiutare si era deciso a raggiungerla. Quella tuta rosa, color confetto, la faceva sembrare ancora più giovane di quanto non fosse rammentandogli ad ogni istante, impietosamente, l’abisso in fatto di anni che li separava. Evidentemente, per fare onore al regalo del “Donatore di Rose” si era infilata quei trabiccoli infernali ai piedi pur essendo evidente che non aveva mai tentato di scirare prima in vita sua. Si era divertito a stuzzicarla ma adesso, il suo corpo morbido disteso sopra il proprio, il suo viso così vicino eppure così lontano, lo avevano scosso più di quanto egli stesso volesse ammettere. Che diamine gli stava succedendo? Sentiva il suo respiro sul viso, e il proprio braccio attorno ai suoi fianchi… Per un istante, folle, avrebbe voluto stringerla possessivamente a sé e baciare quelle labbra di delicato corallo. Era forse impazzito? Doveva riprendere il controllo, e subito.

Gli occhi azzurri dell’uomo si erano incupiti, forse era in collera pensò la giovane mentre il suo volto era divenuto simile ad una maschera di marmo. Lo sentì irrigidirsi impercettibilmente prima di vederlo trarre un profondo respiro e risponderle, con misurata pacatezza.
“Lei è pericolosa, ragazzina. Riesce a scostarsi da me senza ruzzolare sino a valle o debbo aiutarla?”.
Bastò quella semplice frase a spezzare quella strana tensione, che l’aveva particolarmente turbata. Annaspando alla ricerca di una risposta la giovane balbettò.
“Io…Io non…” un’indecisione che si accentuò quando rammentò di avere ancora gli sci ai piedi, non indifferente impaccio.
Lo vide socchiudere gli occhi per un istante, come se stesse cercando di non cedere alla rabbia o all’istinto di riderle in faccia.
“Come non detto. Lasci andare le racchette, al resto penso io” le intimò, tuttavia, pratico mentre la giovane si affrettava ad obbedire.
Masumi si sollevò su un gomito e, usando la racchetta di May, finita al suo fianco sganciò i loro sci che scivolarono una trentina di centimetri verso valle, poi scostò la giovane alla sua destra facendola sedere sulla neve.
Rei, consapevole che la sua presenza era stranamente di troppo, si fece avanti solo in quel momento tendendo una mano all’uomo per aiutarlo a rimettersi in piedi.
“Prego, Sig. Hayami”.
“Grazie” il tono asciutto ma cortese. Poi, ignorando la donna, Masumi si girò per aiutare Maya, a sua volta, ad alzarsi. In quel mentre anche Saiyaka e Mina raggiungero i tre, trattenendo a stento il riso che le aveva pervase alla vista del Presidente della potente Daito Art Production messo al tappeto, si fa per dire, dalla loro belligerante amica, ignare dello strano scambio di sguardi che solo Rei aveva, involontariamente, colto. Saiyaka, per altro, recava con se gli sci di Maya che aveva raccolto poco più in basso.
“Ah, no. Io non mi infilerò più quei cosi ai piedi. Ci rinuncio” borbottò contrariata la ragazza non appena se ne accorse mentre Masumi accettava di buon grado i propri e se li agganciava con estrema facilità.
Sentendo l’affermazione della ragazza l’uomo, che aveva riacquistato completamente il controllo di sé e delle proprie emozioni, non resistette dal fare un’ultima provocazione. In fondo a quello si riducevano sempre i suoi incontri con la giovane, a scaramucce verbali che infiammavano lei d’indignazione e lui di amaro rimpianto.
“Vorrei sapere come conta di giungere sino all’albergo, ovvero a valle, se non vuole più usare gli sci” le fece notare implacabile.
A quelle parole Maya si risentì,. Il vivido imbarazza provato poco prima spazzato via dall’irritazione che lui, solo, riusciva a far emergere così rapidamente in lei.
“Ma lei che diamine ci fa qui? Perché non è alla Daito Art Production a tessere intrighi?” sbottò infatti, di nuovo sul piede di guerra.
Masumi diede in un’alzata di spalle.
“Al contrario di quanto lei possa pensare anch’io ogni tanto mi concedo una vacanza. Arrivederci, ragazzina” e prima che lei potesse aggiungere qualcosa si volse rapidamente e con un’agile spinta si diresse verso valle, sci uniti, in uno stile realmente impeccabile, prima che la sua figura sparisse oltre il dosso. Maya, comunque, difficilmente avrebbe saputo ribattere. Totalmente colta di sorpresa dalla sua risposta. A dire il vero non si era mai soffermata a pensare che il Presidente della Daito Art Production potesse godersi una giornata di vacanza, lontano da intrighi e loschi affati, come tutti i comuni mortali. Evidentemente si sbagliava. Inoltre, dovette ammettere seccata, provava una certa invidia per la sua abilità con gli sci. Già un’abilità che avrebbe voluto fare propria in quel momento. Come odiava l’idea di doversi rimettere quegli aggeggi infernali ai piedi, sarebbe mai riuscita a tornare a valle tutta intera?

- continua -

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Il grande sogno di Maya / Vai alla pagina dell'autore: aresian