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Autore: reberebecca    15/12/2010    18 recensioni
Una ragazza, tutta coperta, spunta sulla strada, la sciarpa le risparmia solo gli occhi.
Sono nocciola. Sembra triste.
Subito dopo di lei spunta un fagotto. Tutto coperto. Se non fosse che sento battere il suo cuore giurerei che è un gomitolo che rotola sulla strada.
“Tesoro sbrigati! Si fa rosso sennò.”
“Mamma”
Dalla voce, è una bimba di sicuro, riprende a camminare più veloce. Ma inciampa e cade sull’asfalto coperto di ghiaccio.
“Tesoro, riuscirai mai a camminare retta per più di cinque minuti?!”
E’ buffa la bimba. Apro il finestrino.
“Mamma la bua”
E lo sento.
Il suo odore … mi travolge.
Un’ondata di adrenalina mi smuove ogni centimetro del corpo, invadendomi completamente. Gli occhi mi si scuriscono. Tremo. Subito dopo il dolore nel petto sembra squartarmi. Sono senza fiato, mi sembra di aver perfino bisogno di respirare.
Lo trovata! E’ lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buon giorno a tutte!
Mi scuso con voi per il ritardo.
La mia scusa più valida è… Sono stata rapita dai alieni….
Ma… siccome oggi è il mio compleanno…^^ mi hanno rilasciato in semi libertà dopo una sudata buona condotta.
Ringrazio tutti, tutti quelli che preferiscono, seguono e leggono questa storia.
Grazie. Grazie. Grazie.
Un infinito grazie ai miei angeli che commentano.
 mikycullen2, cullengirl,  LadySile,  erika1975,  oria71
 Dark night,  chihuahua,  starlight89, theangelsee69,
 antonella64,  bambola_e_bibola,  Queen Alexia,  Karima.
Siete magnifiche.
Un bacione anche a   Resha91.
Un  GRAZIE speciale a ila74cullenche senza di lei non starebbe in piedi questa storia. Ti voglio bene tesoro.
Un abbraccio.
rebe
 
 
Capitolo 6
 
 
 
 
 
EDWARD
 
 
 
La sala d’attesa del ospedale di Forks è abbastanza silenziosa.  
Niente a che vedere con gli ospedali delle grandi città.
Di tanto in tanto fa capolino qualche paziente che cammina lento lungo i corridoi quasi deserti. Dal punto dove sono seduto riesco a vedere l’infermiera che dall’accettazione mi lancia furtive occhiate maliziose.
 I suoi pensieri sono inconfondibili, mi desidera. Sbuffo più volte rumorosamente nella speranza di persuaderla dal continuare quell’inutile interessamento.
L’odore della candeggina è così forte da coprire quasi completamente l’odore del sangue. Anche se non mi dà particolarmente fastidio non è un posto che prediligo. Per mio padre è diverso, fare il medico è la sua passione, dopo Esme naturalmente.
“Ho quasi finito, Edward. Ti raggiungo tra poco”suoi pensieri mi raggiungono quando sono ormai al limite della pazienza.
Ho urgente bisogno di parlare con Carlisle, non posso aspettare che finisca il turno, devo fare presto. Lasciare Bella, sola, in giro per la scuola anche se controllata a distanza dai miei fratelli, mi innervosisce. Più tempo passo lontano da lei più l’ansia cresce. Sento un vuoto dentro di me.
Ora capisco  perché i miei fratelli non si separano quasi mai dalle loro compagne.
Carlisle mi raggiunge, come promesso, pochi istanti dopo. Osservando il suo viso noto sia curiosità che preoccupazione per la mia visita inaspettata..
“Andiamo nel mio studio, Edward” Dice ancor prima di salutarmi e, lasciandoci alle spalle quel infermiera insistente, ci incamminiamo insieme.
“E’ successo qualcosa?” la sua domanda arriva un attimo dopo aver chiuso la porta dietro di sè.
“No, no, stiamo tutti bene” Rispondo anticipando le domande che leggo nella sua mente.
“Volevo un aiuto con…  Bella…” sussurro vergognandomi un po’.
I suoi occhi s’illuminano di contentezza nel udire il nome della mia compagna. Si toglie quell’aria professionale di dosso e veste i panni del padre che tanto ammiro.
“Cosa ti preoccupa figlio mio” chiede con calma mentre si accomoda sul piccolo divanetto che affianca la scrivania.
Mi siedo vicino a lui e respiro profondamente. L’aria è impregnata del suo odore e ciò ha un effetto calmante su di me.
“Lei continua a respingermi” mi confido tutto d’un fiato. Confidandomi con lui il macigno che mi opprime sembra sgretolarsi..
“Non posso immaginarmi in continuo conflitto con Bella. E’ una pena troppo grande.”
Ho bisogno di aiuto. Il mio orgoglio perde d’importanza se si tratta di conquistare definitivamente la mia compagna.
“Hai iniziato la connessione?” Con la sua semplice domanda arriva subito al centro della questione.
“Sì…” Rispondo sospirando ancora una volta. “Il primo marchio è andato bene… penso.”
La mia mente fugge subito al ricordo della notte appena trascorsa. L’eccitazione mi scorre velocemente nelle membra. Spingo subito tutto nell’angolo più recondito della mia mente e provo nuovamente a concentrarmi sul presente; questo non è il momento adatto..
“Il legame è iniziato. “ Confermo
Un lampo di emozione gli attraversa il viso, la sua mente si allontana al giorno in cui lui ha rivendicato la sua compagna.
“Con Esme è stato più semplice, più naturale. Perché io non sono così fortunato?” mi rammarico ad alta voce senza preoccuparmi di ferirlo.
 “Edward tu sei fortunato!” risponde continuando a sorridermi.
“Sì. Lo so. Ma sono egoista e stanco di soffrire la solitudine. La voglio con me. E la voglio subito.”
 Sono stanco di dovermi trattenere. Frenare i baci, per non osare troppo.
Misurare ogni carezza per non spaventarla. Vorrei farla mia, seppellirmi dentro di lei, per sempre.
 
“Le hai parlato?” Fa una pausa, passandosi le mani nei cappelli. Quel gesto così umano, mi fa rendere conto di quanto mio padre s’immedesimi perfettamente nel suo ruolo umano di dottore.
“Intendo dire di tutto… anche di quello che lei, È…?”
“Non completamente” rispondo imbarazzato“Ho paura di allontanarla ancora di più. Voglio aspettare ancora un po’” Sono frustrato e nervoso.
Ho vissuto per più di un secolo, ho conosciuto tragedie e drammi , ho assaporato momenti di piccole e grandi gioie direttamente o attraverso la mente degli umani e dei vampiri che hanno incrociato il mio cammino, ma di fronte alla mia umana… sto capitolando.
“Edward, per ora potrai forzarla, spingendo il legame ancora un po’, ma sai bene che non potrai completarlo senza il suo pieno consenso…” Il suo tono è serio, ed io annuisco, sapendo perfettamente a cosa si sta riferendo.
“Devi avere fiducia in te stesso Edward, falle conoscere il vero te e quanto sei straordinario, non potrà che ricambiarti.” Le sue parole mi lusingano, non posso che ricambiare la fiducia che ha riposto in me.
 
 “Grazie, papà” Non ci sono abbracci tra di noi o pacche rassicuranti sulle spalle, il sentimento che ci lega è molto più profondo. Io leggo la sua mente, lui mi legge dentro.
“Perché non la porti a conoscerci ufficialmente. Esme sarà felicissima, per non parlare degli altri. A Bella non potrà fare che bene vedere da vicino il legame che ci unisce.”
“Forse” rispondo vago, non voglio che Esme faccia progetti in grande stile; ma in cuor mio inizio già a programmare tutto per rendere la visita a Bella più tranquilla possibile.
“Bene, Edward, ci vediamo a casa, io devo andare” dice mentre controlla e spegne il cerca persona, che ha iniziato a pigolare.
Usciamo insieme dallo studio, ed io mi dileguo subito, cercando di evitare sguardi indiscreti.
La mia mente è occupata dalla breve conversazione appena avuta con mio padre e, soprattutto, su come trovare il modo di invitare Bella senza essere rifiutato. Quella donna così bella e, in apparenza, tanto fragile nasconde in sè una grinta da leone. Questa sua dualità la rende perfetta. Dove nasconde tutto quel temperamento in un corpicino così  minuto?
Non posso che ammirarla ed apprezzarla sempre di più, è anche per questo che impazzisco per lei!
 
Immerso nei miei pensieri mi accorgo di essere ormai a metà strada,. Le gomme sfrecciano a tutta velocità sull’asfalto bagnato. Fremo dal desiderio di tornare il prima possibile a scuola. Ho saltato le prime ore di lezione unicamente perché la so al sicuro.
Ma ho già esaurito le mie energie senza di lei.  Ho bisogno, disperato di lei. Tutto un tratto, inspiegabilmente, divento ansioso.
Il passare dei minuti non fa che aumentare anche il mio malessere fino a trasformarsi in un forte crampo al petto.
Schiaccio il piede sull’acceleratore più del lecito..
E’ orribile; il crampo è diventato dolore lancinante ed il disagio,paura.
Impiego un attimo per capire che  è Bella ad essere in pericolo e soffrire. Quelle sono le sue sensazioni.
Ho sentito parlare del legame empatico tra le copie, ma questo è prematuro e troppo intenso per avvertirlo da questa distanza. Deve esserle successo qualcosa di grave.
 “Dio, fa che non le accada niente” è ciò che mi ripeto nella mente come un mantra.
Quando il dolore arriva ad intensificarsi talmente tanto da levare il fiato, inizio a valutare di abbandonare la macchina sul ciglio della strada e proseguire a piedi, ormai però sono quasi arrivato.
Che diavolo sta succedendo? L’ho lasciata tranquilla questa mattina-. I miei fratelli dovrebbero essere con lei. Dovrebbe essere al sicuro.
Mi fermo nel primo spazio libero che trovo nel parcheggio, scendo di corsa , non c’è nessuno nei paraggi, e questo mi permette di sfrecciare alla ricerca di Bella.
Seguo il suo odore come un disperato, il dolore è insopportabile e opprimente, tanto da togliermi il respiro, se fossi umano sarei già svenuto.
Il mio corpo agisce da solo, correndo lungo i corridoi, la mia mente è alla ricerca di spiegazioni.
“Mi dispiace Edward, non l’ho visto succedere”Si giustifica Alice raggiungendomi con il pensiero
“Presto… nel aula musica.”Continua angosciata.
Sì, lo so, vorrei risponderle, ormai sono arrivato al secondo piano, e l’aula di musica è a cinque secondi da me.
Quando spalanco la porta dell’aula, i miei nervi sono talmente tesi che è difficile tenere a bada il mostro che è in me.
Lo scenario che ho davanti è agghiacciante:Bella è schiacciata contro il muro, che cerca disperatamente di divincolarsi da una mano che le sta premendo sul petto impedendole di scappare; l’altra mano, sulla sua bocca, non le consente né di gridare né di respirare  normalmente.
 
In una frazione di secondo sono dietro a quell’essere schifoso.
Lo afferro per le spalle e, mentre scaravento contro il muro opposto, dalla mia gola esce un ruggito mentre tutto il mio corpo freme pregustandosi  la vendetta.
“Io ti ucciderò adesso, Newton” Sibilo infine tra i denti.
 
   
 
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