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Autore: Strega_Mogana    05/12/2005    1 recensioni
Un'unione tra magia e Sailor Moon...
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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I suoi sensi erano sempre all’erta… non dormiva veramente da molto tempo, avrebbe sentito uno spillo che cadeva dall’altra parte della città.

Quindi non ci volle molto per capire che furono i mormorii che arrivavano dal piano di sotto che lo svegliarono. Erano le undici di sera e, quelle voci, sembravano alquanto sospette.

Mamoru si sistemò al meglio i pantaloni e uscì piano dalla stanza chiedendosi cosa stesse succedendo.

Man a mano che si avvicinava i mormorii diventavano leggermente più forti ma, ugualmente, incomprensibili.

Scese i primi due scalini e si affacciò oltre la ringhiera di legno per vedere chi parlasse.

C’era Usagi nel salotto, indossava una lunga vestaglia turchese, i capelli sciolti lungo la schiena e l’aria stanca.

Stava parlottando con un ragazzo, biondo, occhi nocciola, vestiva con un paio di jeans chiari e una camicia a maniche corte nera.

Parlavano vivacemente e lui sembrava preoccupato.

Mamoru cercò di allungare il collo per ascoltare meglio ma i loro sussurri erano troppo deboli.

Sbuffò contrariato, odiava quei sotterfugi, si mise a sedere sugli scalini e chiuse gli occhi concentrandosi.

- Sonorus..- mormorò con un filo di voce appena udibile.

Improvvisamente le due voci divennero perfettamente chiare, come se stessero parlando a gran voce lì, davanti a lui.

- … tu non lo conosci neppure!- fece scandalizzata la voce del ragazzo.

- Smettila di preoccuparti per me Motoki!- rispose Usagi scocciata – So quello che faccio.

- Usagi accidenti alla tua testaccia dura! Questo Mamoru è spuntato dal nulla, pestato a sangue da chissà che banda criminale e tu mi dici che sai quello che fai?

- Motoki…- ora la voce di Usagi era implorante – stanne fuori.

- E se quello è un pazzo omicida e ti fa a pezzi!

- Non credi di esagerare?

- La prudenza non è mai troppa!

- Smettila! Sei paranoico…

Ci fu un attimo di silenzio, Mamoru ebbe l’impressione che questo Motoki stesse analizzando Usagi.

- Oh no…- sbottò improvvisamente il ragazzo come se avesse capito la soluzione di un intricato arcano misterioso – Usagi non farlo!

- Fare cosa?- domandò l’altra quasi esasperata.

- Quel tipo ti piace!

Mamoru sussultò sullo scalino.

- No!- quasi urlò Usagi… rispondendo con troppa foga a quella domanda.

- Ti conosco da una vita,- ribatté prontamente l’altro- hai la fastidiosa tendenza ad innamorarti dei ragazzi peggiori di questo mondo. Persone che non ti capiscono…

- Nessuno mi capisce…- lo interruppe l’altra – Motoki… non mi piace Mamoru. Ti prego… fidati di me… io lo sento, nel suo cuore c’è tanta bontà. Sembra freddo ma non è così.

Mamoru si morse un labbro e serrò i pugni… ero tutto così difficile…

Motoki sbuffò:

- Mi devo fidare di te? Cos’hai fatto un altro dei tuoi sogni strani?

Il ragazzo sulle scale si fece ancora più attento… sogni strani?

- Niente sogni…- fece Usagi – lo sento. E’ una sensazione forte… fidati di me. – ripeté lei.

- Va bene… - mormorò Motoki cedendo – ma quando se ne andrà e ti spezzerà il cuore sai dove trovarmi.

Mamoru vide Motoki uscire di casa visibilmente scocciato, allungò di nuovo il collo per vedere dove fosse la ragazza. Usagi stava seduta sul divano, in mano teneva una cornice d’argento, fissava la fotografia con gli occhi lucidi, prossima al pianto.

- Ora avrei bisogno di voi...- disse con un sussurro – perché mi avete abbandonato?

Con un gesto della mano Mamoru ruppe l’incantesimo e si alzò, non avrebbe dovuto spiare... tornò nella sua stanza e si sdraiò di nuovo.

- Usagi...- sibilò fissando il soffitto buio – cosa ti é successo? Ma io non posso perdermi in queste banalità... io... ho una missione da portare a termine. Non posso metterti in mezzo a questa storia e non posso neppure perdere troppo tempo qui.

Sentì i passi della ragazza sulle scale e poi la porta della sua camera chiudersi, sospirò e si girò di lato chiudendo gli occhi.

- Mi dispiace...- sussurrò prima di addormentarsi.

 

***

 

- Niente... niente... niente... ed ancora niente!- urlò infastidita la donna nella sua stanza, il pendolo magico girava incessantemente attorno al Giappone ma non si fermava in nessun punto preciso – Dove ti sei nascosto vile topo di fogna?

Le fiamme delle candele che illuminavano la piccola spoglia camera, tremarono al passaggio di un’ombra nera, la donna colse quel impercettibile movimento e si voltò di scatto, sulle labbra un incantesimo mortale già pronto.

- Chi c’é?- chiese il buio che l’avvolgeva come una calda coperta – Nessuno può entrare nelle mie stanze!

- Nemmeno il tuo Signore? – echeggiò una voce tetra, era quasi il sibilo di un serpente, sembrava arrivare da lontano, quasi da un altro mondo, un modo di morte e desolazione.

La donna sentì un brivido attraversarle le membra del suo giovane corpo, chinò il capo e chiuse gli occhi riempiendosi di quell’essenza magica fortissima che avvolgeva il suo Signore.

- L’hai trovato? – chiese la voce nell’ombra.

- Sta riacquistando in fretta le energie... ma é ancora troppo debole per trovare il luogo esatto. – chinò ancora di più il capo tremando al solo pensiero di esser punita – Chiedo umilmente il tuo perdono, Padrone.

Sentì un vento gelido accanto a lei e le labbra del suo Signore e Padrone sfiorarle l’orecchio.

- Non sono adirato con te...- mormorò sfiorandole appena il collo con le lunghe dita – stai facendo un ottimo lavoro.

La strega rabbrividì ma non per il freddo o la paura, ricevere certe attenzioni da Lui era un onore, oltre che alla realizzazione di un sogno.

- Grazie Signore. – mormorò con un sorriso estasiato di fronte a quelle sensazioni che provava.

Sentì il vento muoversi di nuovo e l’ombra si spostò davanti alla cartina che la strega esaminava da parecchi giorni.

- Giappone...- sibilò allungando una mano sopra il continente – vediamo se così riusciamo a stanare il nostro amico Mamoru. – una luce bianca partì dalla mano dello stregone e avvolse la cartina sotto di lui.

   
 
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